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Dentro e fuori l’Underground. Frammenti di controcultura attraverso le riviste. 1966 – 1976
In mostra 30 copertine di riviste e 10 volumi a rappresentare la Controcultura e l’Underground, in Italia e nel mondo tra il 1966 e il 1976.
Comunicato stampa
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Underground e Controcultura. Dalla metà degli anni ’60 alla fine degli anni ’70 sono termini usati indifferentemente in modo congiunto, quasi due sinonimi. In realtà adombrano delle differenze, non solo sul piano storico, ma anche concettuale. L’Underground è teoretico, nel senso che si può rappresentare solo in una dimensione filosofica di vita; la Controcultura è eminentemente pratica e densa d’implicazioni politiche. Sono due vie che procedono parallele, a tratti s’intersecano, o s’intrecciano fino a diventare una sola cosa, a tratti si separano. La storia dei fermenti e dei movimenti di quegli anni, la storia di migliaia di persone, principalmente giovani, con le loro idee e le loro azioni, testimonia quel corso. È una storia internazionale documentata da un numero quasi incredibile di pubblicazioni, riviste stampate con pochi mezzi, al ciclostile, in quadricromia, in offset, che hanno alimentato un mondo d’idee, circolando in una formula nuova e impensabile fino a pochi anni prima: no-copyright. Furono centinaia le riviste che fiorirono negli Stati Uniti, dove il fenomeno si diffuse con l’opposizione dei giovani alla guerra nel Vietnam. In ogni città se ne stampava qualcuna, spesso di vita breve. Fuori dall’America circolavano solo le più importanti: Freep (Los Angeles and New York Free Press), The San Francisco Oracle, The East Village Other, Other Scenes, Chicago Seed, Salted Feathers. In Inghilterra fiorirono IT (International Times), Oz, Ink; nel resto di Europa cominciarono a essere stampate le riviste che prefiguravano la rivolta studentesca del 1968: Provo in Olanda, Mondo Beat in Italia e via via sempre di più. Richard Neville, il fondatore di Oz a Sydney, rivista trasferitasi nel 1967 a Londra, per scampare alle persecuzioni legali, nel suo libro Playpower del 1969 stilò un lungo elenco dei giornali underground e di controcultura di tutto il mondo.
Pianeta Fresco, Re Nudo, Paria, Roman High/Roma Sotto (poi Fallo!), Zombie, Get Ready, Controcampo, Cerchio Magico, Puzz, Tampax, Robinud… sono alcuni titoli di riviste italiane che non esistono più, come molte altre dalla vita effimera. La carta fu un veicolo d’idee, sede naturale di discussioni, scambio di sogni e anche poesia, indicazioni politiche e strumento di lotta contro il sistema: il servizio di leva, l’apparato militare, le leggi repressive sulla cannabis, sulla sessualità, il caro-affitti e molte altre cose.
La carta non fu mai più rivoluzionaria come in quegli anni. Ciò dovrebbe forse far riflettere soprattutto i giovani sul mondo di oggi, dove la carta, soppiantata da internet, sembra quasi non esistere più.
Giuseppe Flora
Pianeta Fresco, Re Nudo, Paria, Roman High/Roma Sotto (poi Fallo!), Zombie, Get Ready, Controcampo, Cerchio Magico, Puzz, Tampax, Robinud… sono alcuni titoli di riviste italiane che non esistono più, come molte altre dalla vita effimera. La carta fu un veicolo d’idee, sede naturale di discussioni, scambio di sogni e anche poesia, indicazioni politiche e strumento di lotta contro il sistema: il servizio di leva, l’apparato militare, le leggi repressive sulla cannabis, sulla sessualità, il caro-affitti e molte altre cose.
La carta non fu mai più rivoluzionaria come in quegli anni. Ciò dovrebbe forse far riflettere soprattutto i giovani sul mondo di oggi, dove la carta, soppiantata da internet, sembra quasi non esistere più.
Giuseppe Flora
09
novembre 2024
Dentro e fuori l’Underground. Frammenti di controcultura attraverso le riviste. 1966 – 1976
Dal 09 al 16 novembre 2024
collettiva
libri ed editoria
altro
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Location
GALLERIA EMBRICE
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Roma, Via Delle Sette Chiese, 78, (Roma)
Orario di apertura
dalle 18:00 alle 20:00, domenica chiuso
Vernissage
9 Novembre 2024, dalle 18:00 alle 20:00
Editore
Writeupsite Edizioni Scientifiche
Autore
Curatore
Autore testo critico




