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Dentro La Tempesta
Il progeto è costituito da circa venti nuovi lavori su tela e su carta che nascono dal confronto dell’artista con la Tempesta di Giorgione.
Comunicato stampa
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SPARC* – Spazio Arte Contemporanea è lieto di presentare Dentro la Tempesta, una mostra personale dell’artista Manuel Gualandi.
Il progeto, curato da Daniele Capra, è costituito da circa venti nuovi lavori su
tela e su carta che nascono dal confronto dell’artista con la Tempesta di Giorgione: il celebre dipinto è stato per Gualandi fonte iconografica e ispiratrice di una serie di opere che impiegano grammatiche espressive differenti, che spaziano dall’informale all’astrato, fino al monocromo. La mostra è accompagnata da una pubblicazione, edita da art-frame books e disponibile a fine giugno, con i testi del curatore, di Luca Berta e Francesca Giubilei, Monica Ferrando e Massimo Matioli.
La Tempesta è stata una presenza costante per l’artista sin dai tempi degli studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, negli anni Novanta. All’epoca, il pianterreno dell’edificio ospitava gli atelier degli studenti, mentre il livello rialzato era dedicato alle collezioni delle Gallerie dell’Accademia, che conservano molti capolavori della
pitura veneta. Per consentire lo studio delle opere dei maestri del passato, l’accesso al museo per gli studenti dell’Accademia era libero e per Gualandi è stata un’esperienza quasi quotidiana.
“In pitura c’è una lunga tradizione degli omaggi, ovvero opere che si rifanno a un soggeto preesistente e sono comunemente chiamati d’après – spiega l’artista Manuel Gualandi –. Io non ero però interessato a fare un classico omaggio a Giorgione. Anche per questo i primi cinque quadri sono eseguiti diretamente sulla
riproduzione del dipinto. Io credo, anzi sento, che la Tempesta abbia un incredibile potenziale moderno, atuale, o almeno lo ha avuto per me. C’è un sentimento di novità che un’opera del passato è in grado di esercitare, scavalcando il tempo, negli occhi di un pitore.”
Dopo molti anni la Tempesta, a lungo studiata, ha generato nell’artista la necessità di affrontare
pitoricamente molti di quegli interrogativi che quell’opera ancora oggi continua a suggerire. Gualandi ha cercato così di cogliere i colori, le ombre, il corpo, il fulmine, il disegno e l’eros ambiguo di un uomo e una donna che forse si sono amati, senza occuparsi dell’interpretazione dell’opera, come da secoli si affannano gli studiosi dell’arte che cercano di capire l’identità delle persone ritrate e i simboli nascosti.
Dentro la Tempesta raccoglie così un corpus coeso e articolato di studi, variazioni e derive che riconducono l’opera di Giorgione alla sua originale materialità più direta di natura terrena, costituita da olio, pigmenti, stratificazioni, grumi di colore e setole di pennello che scorrono sulla superficie. Gualandi sembra dirci che la pitura è anche un metodo per riguardare la nostra storia, per leggere il nostro mondo e in esso agire.
Trasformandolo, rielaborandolo o riscrivendolo. La mostra è realizzata con il sostegno di Home Cucine e il supporto di Banca della Marca, CGA Art Agency.
Manuel Gualandi (1972) si è diplomato in Pitura all’Accademia di Belle Arti di Venezia nell’Atelier F di Carlo Di Raco. La sua ricerca è caraterizzata da una fascinazione per le immagini della storia dell’arte, che spesso
vengono impiegate come fonti iconografiche, e da una pratica in cui coesistono una grammatica concetuale e l’impiego di differenti modalità pitoriche. Le sue ultime personali sono Gioto e la Spiaggia nello spazio Building 31 a Montebelluna (2019) e Sovrimpressioni* presso Villa Brandolini a Pieve di Soligo (2021).
All’atività pitorica affianca quella della scritura. Tra le sue pubblicazioni L’atelier di Guccione. Discorso sulla pitura, Allemandi. Collabora con la rivista De Pictura, Quodlibet.
Il progeto, curato da Daniele Capra, è costituito da circa venti nuovi lavori su
tela e su carta che nascono dal confronto dell’artista con la Tempesta di Giorgione: il celebre dipinto è stato per Gualandi fonte iconografica e ispiratrice di una serie di opere che impiegano grammatiche espressive differenti, che spaziano dall’informale all’astrato, fino al monocromo. La mostra è accompagnata da una pubblicazione, edita da art-frame books e disponibile a fine giugno, con i testi del curatore, di Luca Berta e Francesca Giubilei, Monica Ferrando e Massimo Matioli.
La Tempesta è stata una presenza costante per l’artista sin dai tempi degli studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, negli anni Novanta. All’epoca, il pianterreno dell’edificio ospitava gli atelier degli studenti, mentre il livello rialzato era dedicato alle collezioni delle Gallerie dell’Accademia, che conservano molti capolavori della
pitura veneta. Per consentire lo studio delle opere dei maestri del passato, l’accesso al museo per gli studenti dell’Accademia era libero e per Gualandi è stata un’esperienza quasi quotidiana.
“In pitura c’è una lunga tradizione degli omaggi, ovvero opere che si rifanno a un soggeto preesistente e sono comunemente chiamati d’après – spiega l’artista Manuel Gualandi –. Io non ero però interessato a fare un classico omaggio a Giorgione. Anche per questo i primi cinque quadri sono eseguiti diretamente sulla
riproduzione del dipinto. Io credo, anzi sento, che la Tempesta abbia un incredibile potenziale moderno, atuale, o almeno lo ha avuto per me. C’è un sentimento di novità che un’opera del passato è in grado di esercitare, scavalcando il tempo, negli occhi di un pitore.”
Dopo molti anni la Tempesta, a lungo studiata, ha generato nell’artista la necessità di affrontare
pitoricamente molti di quegli interrogativi che quell’opera ancora oggi continua a suggerire. Gualandi ha cercato così di cogliere i colori, le ombre, il corpo, il fulmine, il disegno e l’eros ambiguo di un uomo e una donna che forse si sono amati, senza occuparsi dell’interpretazione dell’opera, come da secoli si affannano gli studiosi dell’arte che cercano di capire l’identità delle persone ritrate e i simboli nascosti.
Dentro la Tempesta raccoglie così un corpus coeso e articolato di studi, variazioni e derive che riconducono l’opera di Giorgione alla sua originale materialità più direta di natura terrena, costituita da olio, pigmenti, stratificazioni, grumi di colore e setole di pennello che scorrono sulla superficie. Gualandi sembra dirci che la pitura è anche un metodo per riguardare la nostra storia, per leggere il nostro mondo e in esso agire.
Trasformandolo, rielaborandolo o riscrivendolo. La mostra è realizzata con il sostegno di Home Cucine e il supporto di Banca della Marca, CGA Art Agency.
Manuel Gualandi (1972) si è diplomato in Pitura all’Accademia di Belle Arti di Venezia nell’Atelier F di Carlo Di Raco. La sua ricerca è caraterizzata da una fascinazione per le immagini della storia dell’arte, che spesso
vengono impiegate come fonti iconografiche, e da una pratica in cui coesistono una grammatica concetuale e l’impiego di differenti modalità pitoriche. Le sue ultime personali sono Gioto e la Spiaggia nello spazio Building 31 a Montebelluna (2019) e Sovrimpressioni* presso Villa Brandolini a Pieve di Soligo (2021).
All’atività pitorica affianca quella della scritura. Tra le sue pubblicazioni L’atelier di Guccione. Discorso sulla pitura, Allemandi. Collabora con la rivista De Pictura, Quodlibet.
01
giugno 2025
Dentro La Tempesta
Dal primo giugno al 07 luglio 2025
arte contemporanea
Location
SPARC* – SPAZIO ARTE CONTEMPORANEA
Venezia, Campo Santo Stefano, 2828A, (Venezia)
Venezia, Campo Santo Stefano, 2828A, (Venezia)
Orario di apertura
aperto da lunedì a sabato, 10 - 18
Vernissage
31 Maggio 2025, 18:30
Autore
Curatore
Produzione organizzazione





