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Domenico Asmone / Giorgio Giacomelli – Ricordi
I due artisti che ultimamente hanno abbracciato l’astrazione, recuperano per questo evento la figurazione: una serie di ricordi che come slide in successione riportano alla memoria momenti e esperienze artistiche di ieri. Esposizione che attrae per modernità di stile e intuizioni compositive.
Comunicato stampa
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Giorgio Giacomelli e Domenico Asmone sono due amici che condividono da molto tempo l’esperienza artistica. Giorgio ha iniziato a dipingere dagli anni ‘60 Domenico due decenni dopo, non per questo notiamo una marcata diversità stilistica, in quanto, il loro soggetto preminente è il paesaggio e gli intenti poetici comuni. Entrambi però, vivono il rapporto con il soggetto in maniera autonoma rispetto alla temperie artistica pistoiese: mi riferisco alla figurazione dei Bugiani, Cappellini, Agostini, Mariotti, Gordigiani…semmai la pittura di Lando Landini può essere presa a riferimento e vedremo più avanti il motivo. Il loro percorso artistico quindi si rivela abbastanza singolare rispetto alla cultura delle arti visive locali. Infatti, per Giorgio ad esempio, il recupero storico - ricordo che dagli anni ’50 in poi, l’arte figurativa è sempre stata proposta come rigenerazione di quella della prima metà del secolo - possiamo farlo risalire alla pittura di Pio Semeghini (1878/1964) e, più larvatamente, al movimento lombardo del Chiarismo al quale negli anni ’30 anche il pittore mantovano aderì. Come possiamo ricordare il Post-cubismo dell’Ecole de Paris. Mentre per Domenico, essendo più giovane e vivendo agli esordi una contestualità diversa, riscontriamo la varietà stilistica - più ad ampio raggio - che l’arte di allora stava percorrendo; penso alla transavanguardia, anche se lui certamente, non si può dire influenzato dal movimento ma piuttosto dal clima culturale. Comunque hanno in comune il colore-luce, le textures pittoriche, le partiture a tassello con effetto vibrante, quanto la sintesi formale. Tutto questo, come accennavo, ha un’origine locale nell’arte di Landini che, a sua volta, aveva definito il suo intento espressivo formandosi a Parigi; allora le cose tornano, perché pure Semeghini negli anni ‘30 era stato nella capitale francese e aveva “respirato” il clima tardo dell’Ecole de Paris. Le contaminazioni presenti nelle opere dei due - con la consapevolezza, o meno, da parte degli artisti - hanno seguito un tragitto molto semplice quindi, e anche vivendo l’esperienza artistica nella periferia, Giorgio e Domenico, hanno proposto opere di respiro più ampio. Detto questo, allora possiamo rendere evidente la cultura formativa di Asmone il quale, tenendo presente quanto l’amico Giorgio aveva dipinto tra gli anni ‘60/’80, dagli anni ’90 (prime esposizioni) il suo iter pittorico - visibile anche nelle opere in mostra dipinte negli anni 2000 - evidenzia riferimenti, anche se appena avvertibili, filtrati sempre attraverso Landini pittore, quanto critico d’arte, con le opere di Raoul Dufy(1877/1953), Nicolas De Stael (1914/1955) e il post-cezannismo.
Questa premessa perché sono dell’avviso di quanto sia indispensabile, ogni volta che debba essere scritto un testo critico riferito a esperienze di artisti impegnati seriamente, cercare gli agganci storici come evidenziare l’origine degli stilemi; in altre parole, rendere ragione del principio della Kunstwollens (volontà, intenzionalità artistica) - formulato dallo storico dell’arte Alois Riegl (1858/1905) - e quindi quanto fatto, abbia un senso credibile.
Giorgio Giacomelli, pittore di talento, ha come prerogativa il dipingere in funzione delle variabili temperamentali, per cui la sua esperienza artistica è caratterizzata dalla mutevolezza e dallo sperimentalismo, anche ludico (penso ai quadri fatti con la lana che lui definisce golfini), ma il gruppo di opere presenti in mostra sono organiche rispetto a quanto in quel tempo andava facendo in arte. Nei paesaggi dipinti si percepisce un’atmosfera fortemente suggestiva, intimista; resa tramite una spazialità bidimensionale, un colore tonale basato sul gradiente e da un ritmo lineare/compositivo fluido. Gli esiti sono intriganti perché giungono alla percezione pacatamente “felpati”, si rimane affascinati o dal pulviscolo pittorico che fa “respirare” gli elementi rappresentati (Paesaggio, 1995 e 1999), oppure dalla struttura compositiva, ora articolata e complessa (Interno esterno, 1975 - Oggetti nel paesaggio,1976 - Cartoccio con pannocchie, 1980), ora ordinata (Paesaggio, 1998), e, perché no, anche “classica” e vagamente matissiana dell’opera Attesa, 2000. Ebbene, la composizione e lo stile messi in atto da Giorgio, sono quelli che appartengono alla cultura artistica del ‘900 internazionale però, sapientemente rigenerati e ricchi di apporti personali, per cui le opere dipinte tra il 1975 e il 2000 si qualificano come esempi illustri dell’arte pistoiese. Personaggio, Giorgio Giacomelli,
per quanto brillante e comunicativo di carattere, altrettanto chiuso e riservato lo è rispetto al sistema dell’arte; a mio avviso, la sua avventura pittorica meriterebbe ben altro interessamento.
Domenico Asmone è pittore versatile, sia tecnicamente quanto nel mediare i linguaggi stilistici. Le sue opere si confrontano con la terra del Sud - la sua Calabria - (Reggio Calabria, 2006 - Primavera calabrese, 2006) che egli trasferisce in armonie cromatiche di un tonalismo leggero, permeato di quella lontananza che la memoria attenua in visioni “sbiadite” cariche di ricordi. Come si rapporta con la natura della Sardegna (Golfo Aranci, 2005 acrilico - Golfo Aranci, 2005 pastello) evocandone la stupenda visionarietà tramite l’esaltazione del taglio compositivo, il vigore espressivo delle forme e in virtù di un pittoricismo “strutturato” vagamente cezanniano. Sulla stessa linea Domenico, presenta Paesaggio cromatico e Natura morta cromatica, entrambi del 2004 opere che, grazie alla tecnica del pastello, sono restituite con immediatezza compendiaria; infatti, la vivacità del segno rende l’insieme dinamico e “labirintico” al punto che l’impressione fissata sul supporto funge quasi da mandala nel quale perdersi. Omaggio a Gordigiani, 2014 e Ritratto cromatico (Indro Montanelli), 2011, appartengono all’esperienza in cui la materia la fa da padrone sulla tela; in effetti, le due dediche pittoriche sono risolte con stesure “magmatiche” di pigmento e, mentre la forza espressiva alimenta i tratti fisionomici del giornalista, in maniera “scultorea”, nell’opera con la magnolia (tipico tema interpretato da Gordigiani), le stesse masse si organizzano in un cupo tonalismo capace di evocare, in maniera fantasmatica, il ricordo dell’artista scomparso.
La mostra Ricordi, è un veloce appunto di episodi creativi ancora da indagare e approfondire, nel tentativo (il mio ha questa intenzione) di collocarli come meritano nell’ambito della cultura pistoiese delle arti visive contemporanee.
(dal testo in catalogo di Siliano Simoncini)
14
novembre 2015
Domenico Asmone / Giorgio Giacomelli – Ricordi
Dal 14 novembre al 05 dicembre 2015
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL LEONCINO
Pistoia, Via Della Madonna, 45, (Pistoia)
Pistoia, Via Della Madonna, 45, (Pistoia)
Orario di apertura
dal mercoledì al sabato 16.30 - 19.30
Vernissage
14 Novembre 2015, ore 17.30
Autore
Curatore