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Eleonora Bona – Ri-vedersi
| RI-VEDERSI | di Eleonora Bona
L’esposizione ri-vedersi presenta il più recente ciclo di opere di Eleonora Bona, dedicato all’indagine del rapporto tra memoria, immagine e rappresentazione.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
| RI-VEDERSI |
mostra personale di Eleonora Bona
testo critico di Mattia Cleri Polidoro
a cura di Simone Marsibilio
L’esposizione ri-vedersi presenta il più recente ciclo di opere di Eleonora Bona, dedicato all’indagine del rapporto tra memoria, immagine e rappresentazione. L’artista concentra la propria ricerca su materiali fotografici d’archivio eterogenei come album familiari dispersi, fotografie anonime, fondi privati e reperti visivi casuali trasformandoli, attraverso la pratica pittorica, in nuovi dispositivi di narrazione.
Il lavoro di Bona si distingue per l’attenzione ai momenti marginali e ai dettagli che sfuggono alla documentazione storica tradizionale. Le sue opere non celebrano eventi eminenti né ricorrono a strategie illustrative: si collocano piuttosto in un territorio in cui l’immagine diventa luogo di rielaborazione, esperienza estetica e ridefinizione del visibile. La pittura interviene come strumento di sintesi e sottrazione, restituendo all’immagine una dimensione essenziale, libera da orpelli e aperta alla partecipazione interpretativa dello spettatore.
La rimozione di elementi riconoscibili e la riduzione della definizione visiva non sono meri espedienti formali, ma modalità attraverso cui l’artista interroga la natura stessa del ricordo. Così la fotografia, attraverso la pittura, perde il carattere documentario e riattiva un sistema di relazioni estetiche che dal passato si proiettano nel presente. Anche quando le immagini originano da esperienze vissute, l’operazione dell’artista introduce una distanza che rende l’opera equidistante dall’autrice e dal pubblico, favorendo una lettura condivisa e non biografica.
In ri-vedersi, questo processo si intensifica: le fonti, spesso casuali e fortuite, vengono selezionate non per la loro rilevanza storica, ma per la loro capacità di generare nuove possibilità narrative. L’artista assume così il ruolo di un archivista atipico: non orientato alla classificazione, ma alla preservazione di tracce minori, restituendo valore a ciò che altrimenti resterebbe invisibile. Ne deriva un archivio inteso non come deposito, ma come spazio dinamico di memoria emotiva e di riconfigurazione identitaria.
Il titolo ri-vedersi allude a un duplice gesto: rivedere un’immagine e, insieme, ritrovare un rapporto con ciò che sembrava perduto. Le opere invitano lo spettatore a riattivare lo sguardo, a ricostruire autonomamente narrazioni latenti e a confrontarsi con forme di presenza che la fotografia aveva registrato ma non preservato. In questo senso, la pratica di Eleonora Bona si inserisce nel dibattito contemporaneo sul diritto di apparire e sulla funzione sociale delle immagini.
Riprendendo le parole di Susan Sontag, secondo cui “fotografare è un modo per appropriarsi della cosa fotografata”, l’artista sembra rispondere che dipingere una fotografia è un modo per restituirle voce, umanità e possibilità di essere nuovamente interpretata.
ri-vedersi invita dunque a riflettere sulla memoria come processo attivo, sul ruolo dell’arte nella sua rielaborazione e sulla necessità di uno sguardo più attento verso ciò che la storia tende a omettere.
Biografia
Nata a Milano nel 1996, vive e lavora a Roma.
Nel 2021 consegue il diploma di II livello in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Roma, in seguito a un periodo di studio presso VŠVU/AFAD a Bratislava nel 2020.
Nel 2023 fonda insieme ad altri cinque artisti l’artist-run space Rione Placido nel quartiere Pigneto, a Roma. Dal 2024 insegna Discipline grafiche e pittoriche al liceo.
Nel 2024 inaugura la sua prima personale, Miramare, presso Rione Placido.
Tra le mostre collettive a cui ha partecipato si ricordano: Sei. Antologia del sufficiente, a cura di Laura Catini presso Rione Placido, Roma (2025), Il cielo è nel ghiaccio, a cura di Greta Alberta Tirloni presso Kou Gallery, Roma (2024), Inarrestabili latitudini nell’era dell’Antropocene a cura di Greta Alberta Tirloni presso Rione Placido, Roma (2023), Affinità Elettive presso Rione Placido, Roma (2023), Take Care presso Fondazione 107, Torino (2021), XXXII edizione del Porticato Gaetano presso la Pinacoteca Comunale A. Sapone di Gaeta (2020, 2021), Le Sedie Vuote presso la Fondazione Museo della Shoah di Roma (2018), SAVEBiennale presso il Museo Vittoria Colonna di Pescara (2018), TinyBiennale presso la Temple University di Roma (2017).
mostra personale di Eleonora Bona
testo critico di Mattia Cleri Polidoro
a cura di Simone Marsibilio
L’esposizione ri-vedersi presenta il più recente ciclo di opere di Eleonora Bona, dedicato all’indagine del rapporto tra memoria, immagine e rappresentazione. L’artista concentra la propria ricerca su materiali fotografici d’archivio eterogenei come album familiari dispersi, fotografie anonime, fondi privati e reperti visivi casuali trasformandoli, attraverso la pratica pittorica, in nuovi dispositivi di narrazione.
Il lavoro di Bona si distingue per l’attenzione ai momenti marginali e ai dettagli che sfuggono alla documentazione storica tradizionale. Le sue opere non celebrano eventi eminenti né ricorrono a strategie illustrative: si collocano piuttosto in un territorio in cui l’immagine diventa luogo di rielaborazione, esperienza estetica e ridefinizione del visibile. La pittura interviene come strumento di sintesi e sottrazione, restituendo all’immagine una dimensione essenziale, libera da orpelli e aperta alla partecipazione interpretativa dello spettatore.
La rimozione di elementi riconoscibili e la riduzione della definizione visiva non sono meri espedienti formali, ma modalità attraverso cui l’artista interroga la natura stessa del ricordo. Così la fotografia, attraverso la pittura, perde il carattere documentario e riattiva un sistema di relazioni estetiche che dal passato si proiettano nel presente. Anche quando le immagini originano da esperienze vissute, l’operazione dell’artista introduce una distanza che rende l’opera equidistante dall’autrice e dal pubblico, favorendo una lettura condivisa e non biografica.
In ri-vedersi, questo processo si intensifica: le fonti, spesso casuali e fortuite, vengono selezionate non per la loro rilevanza storica, ma per la loro capacità di generare nuove possibilità narrative. L’artista assume così il ruolo di un archivista atipico: non orientato alla classificazione, ma alla preservazione di tracce minori, restituendo valore a ciò che altrimenti resterebbe invisibile. Ne deriva un archivio inteso non come deposito, ma come spazio dinamico di memoria emotiva e di riconfigurazione identitaria.
Il titolo ri-vedersi allude a un duplice gesto: rivedere un’immagine e, insieme, ritrovare un rapporto con ciò che sembrava perduto. Le opere invitano lo spettatore a riattivare lo sguardo, a ricostruire autonomamente narrazioni latenti e a confrontarsi con forme di presenza che la fotografia aveva registrato ma non preservato. In questo senso, la pratica di Eleonora Bona si inserisce nel dibattito contemporaneo sul diritto di apparire e sulla funzione sociale delle immagini.
Riprendendo le parole di Susan Sontag, secondo cui “fotografare è un modo per appropriarsi della cosa fotografata”, l’artista sembra rispondere che dipingere una fotografia è un modo per restituirle voce, umanità e possibilità di essere nuovamente interpretata.
ri-vedersi invita dunque a riflettere sulla memoria come processo attivo, sul ruolo dell’arte nella sua rielaborazione e sulla necessità di uno sguardo più attento verso ciò che la storia tende a omettere.
Biografia
Nata a Milano nel 1996, vive e lavora a Roma.
Nel 2021 consegue il diploma di II livello in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Roma, in seguito a un periodo di studio presso VŠVU/AFAD a Bratislava nel 2020.
Nel 2023 fonda insieme ad altri cinque artisti l’artist-run space Rione Placido nel quartiere Pigneto, a Roma. Dal 2024 insegna Discipline grafiche e pittoriche al liceo.
Nel 2024 inaugura la sua prima personale, Miramare, presso Rione Placido.
Tra le mostre collettive a cui ha partecipato si ricordano: Sei. Antologia del sufficiente, a cura di Laura Catini presso Rione Placido, Roma (2025), Il cielo è nel ghiaccio, a cura di Greta Alberta Tirloni presso Kou Gallery, Roma (2024), Inarrestabili latitudini nell’era dell’Antropocene a cura di Greta Alberta Tirloni presso Rione Placido, Roma (2023), Affinità Elettive presso Rione Placido, Roma (2023), Take Care presso Fondazione 107, Torino (2021), XXXII edizione del Porticato Gaetano presso la Pinacoteca Comunale A. Sapone di Gaeta (2020, 2021), Le Sedie Vuote presso la Fondazione Museo della Shoah di Roma (2018), SAVEBiennale presso il Museo Vittoria Colonna di Pescara (2018), TinyBiennale presso la Temple University di Roma (2017).
14
dicembre 2025
Eleonora Bona – Ri-vedersi
Dal 14 dicembre 2025 all'undici gennaio 2026
arte contemporanea
fotografia
personale
fotografia
personale
Evento online
Link di partecipazione
Orario di apertura
Opening Domenica 14 Dicembre 2025 dalle ore 11:00 alle 20:00
Vernissage
14 Dicembre 2025, dalle ore 11:00 alle 20:00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
Progetto grafico







