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Emanuela Del Chiaro – Essere Donna
Sculture-gioielli in ceramica ‘Raku’-disegni
Comunicato stampa
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“Allorché, eravamo nel 2004, Emanuela Del Chiaro si presentò a Seravezza – nella stessa rilevante e storica struttura qual’è la Cappella del Palazzo Mediceo – portò, oltre ad alcuni quadri ed acquerelli, una serie di gioielli eseguiti a tecnica ‘Raku’. Guardandoli, le chiesi se in passato si fosse dedicata in maniera continua alla scultura. “Ogni tanto ho fatto qualcosa, ma non è ancora arrivato il momento di esporre. Vedrò in seguito”. Fu questa la lapidaria risposta.
In verità di lei avevo già visto un paio di piccole figure in terracotta da conoscenti americani che trascorrono periodiche vacanze a Pietrasanta, non di più. Osservando quei suoi gioielli realizzati nell’arco di qualche mese consigliata e seguita da Antonio Giannecchini – intuivo tuttavia qualcosa in più, e del resto anche se non avesse voluto, “l’aria della scultura” l’aveva respirata in pieno nella Fonderia di famiglia, famosa nel mondo dove è facile incontrare Harry Marinski, Ivan Theimer, Bruno Lucchesi, Joseph Sheppard, Igor Mitoraj, Stanley Bleifeld, Ellen Brenner, Richard Brixel Dino Morsani e molti altri scultori. La sua ‘personale’ s’apre quindi con la delicatezza preziosa di alcuni gioielli in ceramica, di bronzi e terrecotte, e di studi grafici.
Ha lavorato molto, e bene, con assiduità, perciò credo che le mie notazioni servano soprattutto come linea-guida per un giudizio più ampio, approfondito, che altri esperti del settore, e soprattutto il pubblico, darà alla mostra.
Penso perciò che sia pienamente corretto mettere subito l’accento sul dato scultoreo.
Si tratta soprattutto di figure femminili ove aleggia un senso d’insieme d’una certa classe, un vero e proprio ‘elegante equilibrio’ posto in essere tramite la manipolazione della creta prima, il ritocco della cera poi, con l’ottima patinatura a seguire.
Emanuela Del Chiaro non ha certo denominato a caso la sua personale “Essere Donna”, in quanto c’è in piena autonomia un percorso in cui, più che un cassetto pur denso d’emozioni e di pensieri, la cosiddetta ‘finestra’ della sua creatività è aperta in modo completo. Essa serve per far capire le interiori, anche complesse motivazioni per cui ‘quel disegno’, ‘quella terracotta’, ‘quella ceramica’, ‘quel bronzo’ siano stati realizzati, e in una certa maniera.
I suoi ‘appunti di diario’ – nel senso del diario giornaliero dedicato per mesi e mesi soprattutto allo scolpire – ha svelato una gran gioia di vivere e di fare: non ci sono attese complesse, o percorsi difficili da comprendere.
C’è il desiderio realizzato di “Essere Donna”, donna cioè nel pieno, positivo senso creativo del termine.
Non è – si badi bene – la solita donna-artista che espone, ed io – che non ho mai amato in pieno le mostre tutte ‘al femminile’, quelle più che altro organizzate l’otto marzo di ogni anno con mimose e cioccolatini, e di successive cene “da sole”, che sovente ghettizzano l’amato ‘gentil sesso’ – credo che Emanuela Del Chiaro sia riuscita con l’esposizione di Seravezza, sia a farsi che a far capire.
Il suo concetto è chiaro. “Nell’ambito dell’arte non ci debbono essere gradini facilitati, semmai scale su cui si sale soltanto per mezzo di operose scelte artistico-culturali”. Può essere questa la motivazione per cui solo ora espone con una certa frequenza. Nel gioco attivo della parola “Essere” – con la E maiuscola, com’è usata la ‘D’ per “Donna” – la sua concretezza propone, infatti, linee figurali espresse in maniera spontanea, nei cosiddetti ‘studi per scultura’, negli ‘studi per gioiello’ (a matita e a carbone e a pastello grasso), ed è certamente tramite le sculture in bronzo e in terracotta, che si propone in modo perentorio. Non ha cercato l’eclatante, evitando intelligentemente d’allinearsi al fare d’altri. Ecco che nel bronzo “Offrirsi”, come tangibile esempio, è ben comprensibile un linguaggio di sintesi, sensuale alla giusta misura.
E’ quindi da rilevare il fatto che ella cerchi di far aprire – con ciò che realizza, tra fruitore e, appunto, l’opera – una sorta di dialogo, tanto da far analizzare i propri valori di base espressi nella continuità dell’esistere, del fare, del creare “a forma di sé”. Non è poi secondario dire di quell’auto-osservazione che verte su caratteristiche personali la quale s’esprime assommando varie esperienze umane ed artistiche. Indubbiamente appare di rilevo la questione ‘Donna’.
Ecco che la linea curva, insistita, la fa da padrona, arricchita dal luminoso gioco delle superfici e da quella forma tondeggiante, evocatrice da sempre di continuità, che si esprime con positiva, forte semplicità.
Un viaggio di ricerca, dunque, il suo, e di comunicazione subitanea nell’emozione sempre spontanea e – mi ripeto – carica di femminea eleganza.
Nel territorio apuo-versiliese, e più in generale nella piena area toscana ove la traccia del gran passato scultoreo coesiste con l’oggi, vengono in mente i vari Arturo Dazzi, Domenico Rambelli, Arturo Martini, Mario Parri, Marino Marini, Leone Tommasi, Francesco Messina, Mario Moschi, Emilio Greco, e, ancora, Antonio Berti e Franco Miozzo, Aristide Coluccini e Ugo Guidi ... C’è dunque anche la sua “presenza” la quale, partendo da Seravezza, avrà certamente una crescita costante, con nuovi traguardi”.
Lodovico Gierut
Critico d’arte
Emanuela Del Chiaro è nata a Viareggio (Lu) nel 1961. Partecipante al Concorso “Riviera degli Etruschi” nel 1995, e al “Città di Ripabella”, ha ottenuto consensi e segnalazioni e premi al “Versilia” (V,VIII e X Edizione) ed a “Il mare e la sua gente”.
Da evidenziare mostre di gruppo quali: “Documento Arte 2000” al Centro Internazionale di Cultura e Spiritualità Fra’ Benedetto, a Sillico di Pieve Fosciana; “Più o meno”, Sale espositive Vaticano 2 e Vaticano 3 a Pietrasanta; Hotel Bacco a Lido di Camaiore, 2000; “Carnevale e Maschere”, Agenzia Culturale Spazi; “Oltre le Mimose-Non solo donna”, Collettiva Centro Culturale Arlecchino, Lido di Camaiore, 2001.
Nel 2002 è stata presente alla Collettiva di Pittura al Club Osteria Lo Scoglione a Viareggio e “Nel giardino di città futura”, Lucca.
Nel 2003 a Vivi Arte in Pietrasanta e al Caffè Battisti di Viareggio, e nel 2004, su invito, al VI Carnevale della Versilia Storica a Seravezza (opere a tema) e alla Mostra di Gruppo organizzata da Giancarlo Vaccarezza “Collettiva di Pittura 2004” presso il Centro Congressi Principe di Piemonte in Viareggio, mentre nel 2005 è stata presente alle Collettive rispettivamente denominate “Armonie” – Atelier Pittori Versiliesi – Torre Matilde in Viareggio (con una scultura in terracotta), e “Un’opera d’arte per un pianoforte”, a Volegno di Stazzema, nell’ambito dell’evento “Solstizio d’Estate”.
Personali a Seravezza “La porta delle stagioni/La ricerca e la passione” – acquerelli, oli e ceramiche ‘Raku’ (2004) e “Essere Donna” (2005) – sculture, gioielli in ceramica ‘Raku’, disegni – presso la Cappella Medicea.
Ha lavori in collezioni private in Italia, oltre che in Germania, Stati Uniti d’America, Norvegia, Svezia, Belgio e Francia, Giappone, con recensioni e notazioni da parte di critici d’arte, giornalisti, pittori e scultori, e di altri appartenenti al mondo artistico-culturale (Lodovico Gierut, Giancarlo Vaccarezza, ecc.).
Articoli e citazioni su quotidiani, periodici ecc. tra cui La Nazione, Il Tirreno, Exibart, Teknemedia, Il giornale del Solstizio, Pagine Versilia, ZeroDelta.net, Undo-net ecc. E’ inserita nel sito www.pievedellacappella.it
Notizie nell’Archivio artistico-documentario Gierut, Marina di Pietrasanta (Lucca). Ha Studio in Pietrasanta (Lucca), p. Fonderia del Chiaro-Via delle Iare.
In verità di lei avevo già visto un paio di piccole figure in terracotta da conoscenti americani che trascorrono periodiche vacanze a Pietrasanta, non di più. Osservando quei suoi gioielli realizzati nell’arco di qualche mese consigliata e seguita da Antonio Giannecchini – intuivo tuttavia qualcosa in più, e del resto anche se non avesse voluto, “l’aria della scultura” l’aveva respirata in pieno nella Fonderia di famiglia, famosa nel mondo dove è facile incontrare Harry Marinski, Ivan Theimer, Bruno Lucchesi, Joseph Sheppard, Igor Mitoraj, Stanley Bleifeld, Ellen Brenner, Richard Brixel Dino Morsani e molti altri scultori. La sua ‘personale’ s’apre quindi con la delicatezza preziosa di alcuni gioielli in ceramica, di bronzi e terrecotte, e di studi grafici.
Ha lavorato molto, e bene, con assiduità, perciò credo che le mie notazioni servano soprattutto come linea-guida per un giudizio più ampio, approfondito, che altri esperti del settore, e soprattutto il pubblico, darà alla mostra.
Penso perciò che sia pienamente corretto mettere subito l’accento sul dato scultoreo.
Si tratta soprattutto di figure femminili ove aleggia un senso d’insieme d’una certa classe, un vero e proprio ‘elegante equilibrio’ posto in essere tramite la manipolazione della creta prima, il ritocco della cera poi, con l’ottima patinatura a seguire.
Emanuela Del Chiaro non ha certo denominato a caso la sua personale “Essere Donna”, in quanto c’è in piena autonomia un percorso in cui, più che un cassetto pur denso d’emozioni e di pensieri, la cosiddetta ‘finestra’ della sua creatività è aperta in modo completo. Essa serve per far capire le interiori, anche complesse motivazioni per cui ‘quel disegno’, ‘quella terracotta’, ‘quella ceramica’, ‘quel bronzo’ siano stati realizzati, e in una certa maniera.
I suoi ‘appunti di diario’ – nel senso del diario giornaliero dedicato per mesi e mesi soprattutto allo scolpire – ha svelato una gran gioia di vivere e di fare: non ci sono attese complesse, o percorsi difficili da comprendere.
C’è il desiderio realizzato di “Essere Donna”, donna cioè nel pieno, positivo senso creativo del termine.
Non è – si badi bene – la solita donna-artista che espone, ed io – che non ho mai amato in pieno le mostre tutte ‘al femminile’, quelle più che altro organizzate l’otto marzo di ogni anno con mimose e cioccolatini, e di successive cene “da sole”, che sovente ghettizzano l’amato ‘gentil sesso’ – credo che Emanuela Del Chiaro sia riuscita con l’esposizione di Seravezza, sia a farsi che a far capire.
Il suo concetto è chiaro. “Nell’ambito dell’arte non ci debbono essere gradini facilitati, semmai scale su cui si sale soltanto per mezzo di operose scelte artistico-culturali”. Può essere questa la motivazione per cui solo ora espone con una certa frequenza. Nel gioco attivo della parola “Essere” – con la E maiuscola, com’è usata la ‘D’ per “Donna” – la sua concretezza propone, infatti, linee figurali espresse in maniera spontanea, nei cosiddetti ‘studi per scultura’, negli ‘studi per gioiello’ (a matita e a carbone e a pastello grasso), ed è certamente tramite le sculture in bronzo e in terracotta, che si propone in modo perentorio. Non ha cercato l’eclatante, evitando intelligentemente d’allinearsi al fare d’altri. Ecco che nel bronzo “Offrirsi”, come tangibile esempio, è ben comprensibile un linguaggio di sintesi, sensuale alla giusta misura.
E’ quindi da rilevare il fatto che ella cerchi di far aprire – con ciò che realizza, tra fruitore e, appunto, l’opera – una sorta di dialogo, tanto da far analizzare i propri valori di base espressi nella continuità dell’esistere, del fare, del creare “a forma di sé”. Non è poi secondario dire di quell’auto-osservazione che verte su caratteristiche personali la quale s’esprime assommando varie esperienze umane ed artistiche. Indubbiamente appare di rilevo la questione ‘Donna’.
Ecco che la linea curva, insistita, la fa da padrona, arricchita dal luminoso gioco delle superfici e da quella forma tondeggiante, evocatrice da sempre di continuità, che si esprime con positiva, forte semplicità.
Un viaggio di ricerca, dunque, il suo, e di comunicazione subitanea nell’emozione sempre spontanea e – mi ripeto – carica di femminea eleganza.
Nel territorio apuo-versiliese, e più in generale nella piena area toscana ove la traccia del gran passato scultoreo coesiste con l’oggi, vengono in mente i vari Arturo Dazzi, Domenico Rambelli, Arturo Martini, Mario Parri, Marino Marini, Leone Tommasi, Francesco Messina, Mario Moschi, Emilio Greco, e, ancora, Antonio Berti e Franco Miozzo, Aristide Coluccini e Ugo Guidi ... C’è dunque anche la sua “presenza” la quale, partendo da Seravezza, avrà certamente una crescita costante, con nuovi traguardi”.
Lodovico Gierut
Critico d’arte
Emanuela Del Chiaro è nata a Viareggio (Lu) nel 1961. Partecipante al Concorso “Riviera degli Etruschi” nel 1995, e al “Città di Ripabella”, ha ottenuto consensi e segnalazioni e premi al “Versilia” (V,VIII e X Edizione) ed a “Il mare e la sua gente”.
Da evidenziare mostre di gruppo quali: “Documento Arte 2000” al Centro Internazionale di Cultura e Spiritualità Fra’ Benedetto, a Sillico di Pieve Fosciana; “Più o meno”, Sale espositive Vaticano 2 e Vaticano 3 a Pietrasanta; Hotel Bacco a Lido di Camaiore, 2000; “Carnevale e Maschere”, Agenzia Culturale Spazi; “Oltre le Mimose-Non solo donna”, Collettiva Centro Culturale Arlecchino, Lido di Camaiore, 2001.
Nel 2002 è stata presente alla Collettiva di Pittura al Club Osteria Lo Scoglione a Viareggio e “Nel giardino di città futura”, Lucca.
Nel 2003 a Vivi Arte in Pietrasanta e al Caffè Battisti di Viareggio, e nel 2004, su invito, al VI Carnevale della Versilia Storica a Seravezza (opere a tema) e alla Mostra di Gruppo organizzata da Giancarlo Vaccarezza “Collettiva di Pittura 2004” presso il Centro Congressi Principe di Piemonte in Viareggio, mentre nel 2005 è stata presente alle Collettive rispettivamente denominate “Armonie” – Atelier Pittori Versiliesi – Torre Matilde in Viareggio (con una scultura in terracotta), e “Un’opera d’arte per un pianoforte”, a Volegno di Stazzema, nell’ambito dell’evento “Solstizio d’Estate”.
Personali a Seravezza “La porta delle stagioni/La ricerca e la passione” – acquerelli, oli e ceramiche ‘Raku’ (2004) e “Essere Donna” (2005) – sculture, gioielli in ceramica ‘Raku’, disegni – presso la Cappella Medicea.
Ha lavori in collezioni private in Italia, oltre che in Germania, Stati Uniti d’America, Norvegia, Svezia, Belgio e Francia, Giappone, con recensioni e notazioni da parte di critici d’arte, giornalisti, pittori e scultori, e di altri appartenenti al mondo artistico-culturale (Lodovico Gierut, Giancarlo Vaccarezza, ecc.).
Articoli e citazioni su quotidiani, periodici ecc. tra cui La Nazione, Il Tirreno, Exibart, Teknemedia, Il giornale del Solstizio, Pagine Versilia, ZeroDelta.net, Undo-net ecc. E’ inserita nel sito www.pievedellacappella.it
Notizie nell’Archivio artistico-documentario Gierut, Marina di Pietrasanta (Lucca). Ha Studio in Pietrasanta (Lucca), p. Fonderia del Chiaro-Via delle Iare.
16
luglio 2005
Emanuela Del Chiaro – Essere Donna
Dal 16 al 25 luglio 2005
arte contemporanea
Location
PALAZZO MEDICEO
Seravezza, viale A. Amadei, (Lucca)
Seravezza, viale A. Amadei, (Lucca)
Orario di apertura
18-22
Vernissage
16 Luglio 2005, ore 18
Autore
Curatore



