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Emanuele Fasciani – Arte, territorio e sperimentazione
Un viaggio simbolico tra arte e trasformazione. Le opere di Fasciani, ispirate all’alchimia junghiana, guidano il visitatore attraverso Nigredo, Albedo e Rubedo, tra corpo, anima e paesaggio. Ogni luogo è un passaggio, ogni colore un archetipo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Per Jung, l’alchimia è una psicologia proiettata nel linguaggio dei simboli materiali.
I processi alchemici rappresentano il viaggio dell’anima verso l'integrazione e la
totalità. Il linguaggio degli alchimisti diventa così una mappa simbolica della
trasformazione interiore, e il laboratorio è lo specchio dell’anima.
Un percorso iniziatico nello spazio:
Nel collocare queste installazioni all'interno del borgo di Montefollonico, Fasciani
trasforma il paesaggio urbano in un itinerario psichico. Camminare tra Nigredo, Albedo
e Rubedo non è solo un’esperienza estetica, ma un vero e proprio viaggio simbolico, che
coinvolge corpo, anima e inconscio. Il visitatore viene invitato a riflettere su dove
si trovi nel proprio processo di trasformazione.
In pieno spirito junghiano, l’arte di Fasciani si fa alchimia: i colori non sono
decorativi ma archetipici, le installazioni non sono meri oggetti ma riti visivi di
passaggio. Proprio come per gli alchimisti, anche qui l’opera non è la materia, ma la
trasformazione stessa.
IL BUIO FERTILE
Parco del Tondo
In questo luogo circolare, racchiuso da pioppi e cipressi, si apre la prima fase: la
dissoluzione.
Cinque sculture nere, disposte seguendo la forma di un pentagono invisibile, emergono
dalla terra come presenze antiche. Realizzate in bitume e legno recuperato da travi
storiche del paese, evocano la materia in trasformazione, il tempo che collassa,
l’identità che si disgrega. È qui, leggermente fuori dal centro abitato, che inizia il
viaggio: nel silenzio del bosco, nell’ombra dell’inconscio.
Nigredo è la notte dell’anima. Il momento in cui tutto ciò che eri si sfalda. Il nero è
perdita, ma anche grembo. Da qui si rinasce.
LA LUCE INTERIORE
Piazza Dionisia Cinughi
Nel cuore del paese, tra le pietre e la luce aperta della piazza, si trova l’Albedo: la
purificazione.
Una sfera bianca spaccata, sospesa su un nido di rami anneriti dal bitume, mostra un
interno dorato. La base — una fetta di pino romano — proviente dalla casa della nonna
dell’artista, luogo dell'infanzia. Un’opera sospesa tra fragilità e rivelazione, tra
superficie e profondità. Albedo è chiarezza dopo il caos. Una ferita aperta che lascia
intravedere la luce. È la verità che si manifesta, ma solo se hai il coraggio di
guardare dentro.
L’ORO RITROVATO
Chiesa del Triano
Nella penombra della Chiesa del Triano, Rubedo prende forma.
Due grandi tele dorate a encausto (308 × 208 cm), collocate nelle nicchie del
transetto, riflettono una luce solenne. Alla base, una traccia di nero: il ricordo del
buio da cui l’oro è nato. Rubedo non è il trionfo, ma l’unione degli opposti: luce e
ombra, inizio e fine, Io e Sé. Rubedo è il compimento. L’oro non è la meta, ma lo stato
in cui tutto trova il suo posto. E tu, finalmente, ti riconosci.
Note per il visitatore :
Queste opere vivono nei luoghi. Cammina tra di esse senza seguire un ordine.
Ogni tappa può essere l’inizio. Ogni passaggio parla del tuo cammino
I processi alchemici rappresentano il viaggio dell’anima verso l'integrazione e la
totalità. Il linguaggio degli alchimisti diventa così una mappa simbolica della
trasformazione interiore, e il laboratorio è lo specchio dell’anima.
Un percorso iniziatico nello spazio:
Nel collocare queste installazioni all'interno del borgo di Montefollonico, Fasciani
trasforma il paesaggio urbano in un itinerario psichico. Camminare tra Nigredo, Albedo
e Rubedo non è solo un’esperienza estetica, ma un vero e proprio viaggio simbolico, che
coinvolge corpo, anima e inconscio. Il visitatore viene invitato a riflettere su dove
si trovi nel proprio processo di trasformazione.
In pieno spirito junghiano, l’arte di Fasciani si fa alchimia: i colori non sono
decorativi ma archetipici, le installazioni non sono meri oggetti ma riti visivi di
passaggio. Proprio come per gli alchimisti, anche qui l’opera non è la materia, ma la
trasformazione stessa.
IL BUIO FERTILE
Parco del Tondo
In questo luogo circolare, racchiuso da pioppi e cipressi, si apre la prima fase: la
dissoluzione.
Cinque sculture nere, disposte seguendo la forma di un pentagono invisibile, emergono
dalla terra come presenze antiche. Realizzate in bitume e legno recuperato da travi
storiche del paese, evocano la materia in trasformazione, il tempo che collassa,
l’identità che si disgrega. È qui, leggermente fuori dal centro abitato, che inizia il
viaggio: nel silenzio del bosco, nell’ombra dell’inconscio.
Nigredo è la notte dell’anima. Il momento in cui tutto ciò che eri si sfalda. Il nero è
perdita, ma anche grembo. Da qui si rinasce.
LA LUCE INTERIORE
Piazza Dionisia Cinughi
Nel cuore del paese, tra le pietre e la luce aperta della piazza, si trova l’Albedo: la
purificazione.
Una sfera bianca spaccata, sospesa su un nido di rami anneriti dal bitume, mostra un
interno dorato. La base — una fetta di pino romano — proviente dalla casa della nonna
dell’artista, luogo dell'infanzia. Un’opera sospesa tra fragilità e rivelazione, tra
superficie e profondità. Albedo è chiarezza dopo il caos. Una ferita aperta che lascia
intravedere la luce. È la verità che si manifesta, ma solo se hai il coraggio di
guardare dentro.
L’ORO RITROVATO
Chiesa del Triano
Nella penombra della Chiesa del Triano, Rubedo prende forma.
Due grandi tele dorate a encausto (308 × 208 cm), collocate nelle nicchie del
transetto, riflettono una luce solenne. Alla base, una traccia di nero: il ricordo del
buio da cui l’oro è nato. Rubedo non è il trionfo, ma l’unione degli opposti: luce e
ombra, inizio e fine, Io e Sé. Rubedo è il compimento. L’oro non è la meta, ma lo stato
in cui tutto trova il suo posto. E tu, finalmente, ti riconosci.
Note per il visitatore :
Queste opere vivono nei luoghi. Cammina tra di esse senza seguire un ordine.
Ogni tappa può essere l’inizio. Ogni passaggio parla del tuo cammino
26
luglio 2025
Emanuele Fasciani – Arte, territorio e sperimentazione
Dal 26 al 31 luglio 2025
arte contemporanea
Location
Orario di apertura
10:00
Vernissage
25 Luglio 2025, 18:00
Sito web
Editore
Paul Gregory
Autore
Autore testo critico
Patrocini





