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Ervardo Fioravanti – La passion predominante
retrospettiva
Comunicato stampa
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La mostra retrospettiva del pittore ferrarese di origine alto polesana (Calto - RO) , presenta opere pittoriche: oli, acquarelli e grafiche: pastelli e chine dagli anni '40 fino agli anni '80. La presentazione in catalogo di Gianni Cerioli mette in risalto la grande sensibilità di Ervardo Fioravanti a ricercare nei personaggi scelti per le sue rappresentazioni, per i suoi "ritratti a memoria", l'umanità degli uomini ed in special modo nelle persone semplici ed emarginate. La mostra rimarrà visitabile fino al 2 aprile 2006.
Ervardo Fioravanti in collezioni private
Avrebbe certamente fatto piacere ad Ervardo Fioravanti questa piccola esposizione e non soltanto perchè si parla delle sue opere. È piuttosto per quella capacità dell’arte di portarsi al centro della questione del vedere e di produrre movimenti anche a distanza di anni, per quella preziosa intenzionalità di programmare dei semi e di propagare nel tempo il messaggio artistico qualora esso sappia legarsi a precise modalità comunicative. Due raccolte private di collezionisti minori diventano l’occasione per riflettere su di un autore significativo della vicenda artistica della seconda metà del Novecento ferrarese. Il fenomeno del collezionismo è stato indagato in molti modi, secondo diverse chiavi di lettura, tanto varia è la modalità con cui si manifestano i fenomeni del mettere insieme oggetti d’arte o meno. Eppure quando in una raccolta, che presenta di solito un numero contenuto di quadri per singolo autore, la presenza di un artista ammonta a parecchie decine di opere la cosa non è di poco conto. La passion predominante cui fa riferimento il titolo dell’esposizione sta forse proprio in questo. Ci sono autori che riescono a dare delle risposte più articolate o, forse, meglio di altri coprono un numero maggiore di aspettative e di attese.
Due collezionisti di generazioni diverse trovano un comune punto di incontro nelle tematiche affrontate dallo stesso autore. Del più giovane si sapeva appena della sua passione di collezionista, dell’atro si conosceva molto di più. Il suo nome figura, infatti, tra i dedicatari della raccolta di poesie Il versipelle, pubblicata nel 1982. <>. In questo passaggio di mano l’artista riconosceva un altro passaggio di stato delle opere che aveva prodotto. Non solo cambio di proprietà ma anche una sorta di amicale affidamento del messaggio poetico che le opere veicolano. A distanza di anni quella scelta, quella competenza "acuta e rara" dimostra appieno la sua tenuta. Ritrovare queste opere è come sfogliare la vicenda artistica di Fioravanti, ritrovarlo presente nelle sue variazioni umorali, formali e cromatiche.
Lungo la vita di un artista le modificazioni sono all’ordine del giorno. Permane semmai una caratteristica di fondo sulla quale è possibile innestare continue variazioni. È evidente una linea costante, più o meno esplicita, anche quando una fase si conclude ed un’altra si sviluppa. Fioravanti ha mantenuto un livello alto di indagine sulla società e non poteva fare diversamente, sviluppando le premesse da cui è partito. Come giornalista, come poeta, come pittore il suo occhio non ha mai smesso di analizzare la commedia umana delle nostre genti. Dal Polesine dell’infanzia alle lotte per l’occupazione la sua attenzione è sempre stata pronta a sollecitare la sua mano. A volte è appena il segno caratterizzante la postura dei corpi altre volte è la narrazione che si svolge a partire da poche schermature di colore. In ogni modo è presente un’analisi attenta e precisa delle vicende degli uomini e del loro mondo, dei desideri, dei sentimenti, delle volizioni, delle pulsioni vitali. È un’osservazione ironica, smaliziata ma sinceramente empatica, pronta a cogliere in quelle individualità rappresentate ricorrenze e persistenze che appartengono al comune destino degli uomini.
Dalle opere degli anni Cinquanta, risolte in cromie scure e spesso opache, testimonianza della difficoltà del secondo dopoguerra, a quelle della metà degli anni Sessanta più variate nella realizzazione espressiva o ancora a quelle dell’ultimo periodo, tutto viene puntualmente testimoniato in questa mostra. Sono oli, disegni, tecniche miste di piccolo e medio formato ben connotati dal punto di vista formale e visivo. C’è insomma la verve di Fioravanti, la sua passione per la vita e per le sperimentazioni artistiche; c’è soprattutto la sua serietà di intellettuale e la sua capacità di aderire affettivamente anche alle più piccole cose. Ogni prodotto del lavoro dell’uomo è per lui una cosa estremamente seria, da rispettare e da amare, proprio perché in questi manufatti l’umanità realizza il suo fine e la sua serena adesione al mondo. I diversi codici che l’artista usa sono quindi un modo per cogliere da fronti diversi la complessità del reale, la pluralità del vivere. Quanto resta di carica critica, di ironico o di burlesco, di immensamente drammatico nella sua pittura conferma ogni volta la nostra adesione al reale ma la mette contemporaneamente in dubbio, lasciando al visitatore il compito di interrogarsi seriamente sul valore delle nostre rappresentazioni.
Marzo 2006 Gianni Cerioli
Ervardo Fioravanti in collezioni private
Avrebbe certamente fatto piacere ad Ervardo Fioravanti questa piccola esposizione e non soltanto perchè si parla delle sue opere. È piuttosto per quella capacità dell’arte di portarsi al centro della questione del vedere e di produrre movimenti anche a distanza di anni, per quella preziosa intenzionalità di programmare dei semi e di propagare nel tempo il messaggio artistico qualora esso sappia legarsi a precise modalità comunicative. Due raccolte private di collezionisti minori diventano l’occasione per riflettere su di un autore significativo della vicenda artistica della seconda metà del Novecento ferrarese. Il fenomeno del collezionismo è stato indagato in molti modi, secondo diverse chiavi di lettura, tanto varia è la modalità con cui si manifestano i fenomeni del mettere insieme oggetti d’arte o meno. Eppure quando in una raccolta, che presenta di solito un numero contenuto di quadri per singolo autore, la presenza di un artista ammonta a parecchie decine di opere la cosa non è di poco conto. La passion predominante cui fa riferimento il titolo dell’esposizione sta forse proprio in questo. Ci sono autori che riescono a dare delle risposte più articolate o, forse, meglio di altri coprono un numero maggiore di aspettative e di attese.
Due collezionisti di generazioni diverse trovano un comune punto di incontro nelle tematiche affrontate dallo stesso autore. Del più giovane si sapeva appena della sua passione di collezionista, dell’atro si conosceva molto di più. Il suo nome figura, infatti, tra i dedicatari della raccolta di poesie Il versipelle, pubblicata nel 1982. <
Lungo la vita di un artista le modificazioni sono all’ordine del giorno. Permane semmai una caratteristica di fondo sulla quale è possibile innestare continue variazioni. È evidente una linea costante, più o meno esplicita, anche quando una fase si conclude ed un’altra si sviluppa. Fioravanti ha mantenuto un livello alto di indagine sulla società e non poteva fare diversamente, sviluppando le premesse da cui è partito. Come giornalista, come poeta, come pittore il suo occhio non ha mai smesso di analizzare la commedia umana delle nostre genti. Dal Polesine dell’infanzia alle lotte per l’occupazione la sua attenzione è sempre stata pronta a sollecitare la sua mano. A volte è appena il segno caratterizzante la postura dei corpi altre volte è la narrazione che si svolge a partire da poche schermature di colore. In ogni modo è presente un’analisi attenta e precisa delle vicende degli uomini e del loro mondo, dei desideri, dei sentimenti, delle volizioni, delle pulsioni vitali. È un’osservazione ironica, smaliziata ma sinceramente empatica, pronta a cogliere in quelle individualità rappresentate ricorrenze e persistenze che appartengono al comune destino degli uomini.
Dalle opere degli anni Cinquanta, risolte in cromie scure e spesso opache, testimonianza della difficoltà del secondo dopoguerra, a quelle della metà degli anni Sessanta più variate nella realizzazione espressiva o ancora a quelle dell’ultimo periodo, tutto viene puntualmente testimoniato in questa mostra. Sono oli, disegni, tecniche miste di piccolo e medio formato ben connotati dal punto di vista formale e visivo. C’è insomma la verve di Fioravanti, la sua passione per la vita e per le sperimentazioni artistiche; c’è soprattutto la sua serietà di intellettuale e la sua capacità di aderire affettivamente anche alle più piccole cose. Ogni prodotto del lavoro dell’uomo è per lui una cosa estremamente seria, da rispettare e da amare, proprio perché in questi manufatti l’umanità realizza il suo fine e la sua serena adesione al mondo. I diversi codici che l’artista usa sono quindi un modo per cogliere da fronti diversi la complessità del reale, la pluralità del vivere. Quanto resta di carica critica, di ironico o di burlesco, di immensamente drammatico nella sua pittura conferma ogni volta la nostra adesione al reale ma la mette contemporaneamente in dubbio, lasciando al visitatore il compito di interrogarsi seriamente sul valore delle nostre rappresentazioni.
Marzo 2006 Gianni Cerioli
12
marzo 2006
Ervardo Fioravanti – La passion predominante
Dal 12 marzo al 02 aprile 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA DEL CARBONE
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Ferrara, Via Del Carbone, 18, (Ferrara)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì 17-20; sabato e festivi 10.30-12.30 e 17-20; martedì chiuso
Vernissage
12 Marzo 2006, ore 18
Autore




