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Fernando Rossi & Maurizio Marcato – Urban dekadence. La scena dell’arte
Una performance a quattro mani che vede come protagonisti due importanti personaggi del background dell’arte contemporanea degli ultimi tempi.
Comunicato stampa
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URBAN DEKADENCE “La scena dell’arte”
Il prossimo workshop performance organizzato da MiMA International Image District si terrà il 23 Maggio 2009 e sarà tenuto dal pittore ed artista Fernando Rossi e dal fotografo Maurizio Marcato.
FERDINANDO ROSSI, ILLUSTRE PITTORE ED ARTISTA NELLE SUE MOLTEPLICI DECLINAZIONI ESTETICHE: UN AUTORE CHE USA LA CONTAMINAZIONE COME ESPRESSIONE MAGNETICA DELL’ARTE DEL TERZO MILLENNIO. E IL GRANDE FOTOGRAFO MAURIZIO MARCATO. IL DELICATO MOMENTO DELL’ESECUZIONE DI UN’OPERA ARTISTICA INTERPRETATO E SEGUITO DA VICINO DALL’OCCHIO ATTENTO DELLA MACCHINA FOTOGRAFICA. IL SENSIBILE TOCCO DI ROSSI IMMORTALATO PER SEMPRE NELLA CORNICE DI UN POLIEDRICO E RAFFINATO FOTOGRAFO COME MARCATO. UNA SINERGIA SENZA PRECEDENTI: ARTE E FOTOGRAFIA A CONFRONTO, PER DIVENIRE UN’OPERA UNICA E IRRIPETIBILE.
LA SCENA DELL’ARTE
Una performance a quattro mani che vede come protagonisti due importanti personaggi del background dell’arte contemporanea degli ultimi tempi. Due artisti che spesso hanno avuto il coraggio di osare, di fare denuncia, di dichiarare la propria posizione. Due anime che ora, tramite questa particolare performance, vogliono testimoniare e rappresentare, a modo loro, un momento dell’arte nero, che crolla ogni giorno nel baratro del nulla, dell’afertilirà, in perenne decadenza.Da qui l’idea geniale di dare un titolo d’impatto come “URBAN DEKADENCE”. Un’immagine forte, uno slogan che racchiude un’infinità di concetti, ma che più di ogni altra parola è capace di rendere al meglio la situazione attuale. Un connubio tra arte e fotografia, dove non esisterà uno spazio interno e uno esterno all’opera, sia per gli artisti, sia gli stessi corsisti che assisteranno ad un così particolare evento. Un momento di emozione e colore, in cui la fotografia diventerà immediatamente arte, passando dalle abili mani di due grandi della contemporaneità. Diversi saranno anche gli elementi che gli artisti utilizzeranno per realizzare questa particolarissima opera o meglio questa “Scena dell’arte”. Monitor, gabbie, vecchi complementi d’arredo, proiezioni video e musiche dall’alto livello di patos. L’intervento avrà una durata di circa un’ora e mezza e si svolgerà negli spazi di MiMA con la collaborazione di tutto lo staff dell’Associazione. Un’emozione irripetibile, perfettamente inserita nei canoni distintivi dell’Arte Contemporanea, dove è per prerogativa impossibile la riproducibilità in ogni suo senso.
A voi Maurizio Marcato e Fernando Rossi.
Occorre fissare l'obiettivo sul concetto di “URBANO”, poichè la città moderna ed interpretata in senso urbano, non esiste più, al suo posto si è realizzato un inurbamento forzato di etnie e di disperazioni, che hanno dato vita a periferie decadenti, slums, insediamenti transitori e baraccopoli. L'emergenza, ormai dimostrata, delle megacities quali Tokyo, Mumbai, S.Paulo, Mexico City, New York ecc, ha prodotto un'alterazione dell'equilibrio fra i cittadini residenti e le infrastrutture, i trasporti, la condizione esistenziale ed i servizi. Spesso, l'inurbamento forzato, a caccia di una diversa qualità della vita, se non proprio per istinto alla sopravvivenza, sono la risposta immediata alla fuga da sistemi economici sganciati dai veri bisogni primari delle popolazioni. L'assenza in quasi tutti i casi di vere progettazioni, capaci di arginare e soddisfare le richieste di vita, hanno fatto esplodere tutte le contraddizioni della nostra società dei consumi. L'azione corruttrice del capitale finanziario ha bypassato ogni modello indicato, soprattutto nell'ambito dei diritti civili. I modelli socio-economici, sono stati messi in crisi proprio dall'esplosione ambientale sempre più impoverita delle sue risorse. Infatti, alla dekadenza urbana corrisponde un sempre maggiore ingiustificato disinteresse della classe dominante, ed i beni di largo consumo sono sempre maggiormente concentrati nelle mani di pochi; il sistema “CONSUMO” è la base di partenza della dekadenza urbana. Impoverimento e dilatazione delle periferie possono creare quei circuiti epidemiologici capaci di infettare grandi aree urbane. L'insicurezza sociale genera xenofobia, la quale a sua volta genera violenza e, il mancato riconoscersi in un territorio genera incapacità di realizzare vere e proprie relazioni umane stabili. La periferia non va intesa solo in senso di spazio, ma anche in termini di culture che in essa vi si esprimono. Urbano, periferico e marginale non sono elementi di discriminazione sociale, ma concetti culturali che vanno aboliti.
Nessuna classe è immune dal contagio. Il termine “PERIFERIA” non delimita un territorio visto nella sua materialità ma come elemento concatenato alla precarietà del vivere. La passata crescita urbana, come fattore di benessere, capace di attrarre capitali ed uomini, non regge più, soprattutto per il violento passaggio da un'economia rurale ad una economia industriale ed urbana. Avanzi alimentari, vestiti, tecnologie, sono lo spreco quotidiano di una società incapace di guardarsi dentro e cambiare stile di vita ; la risposta è sempre quella dell'avviamento di meccanismi di sicurezza in grado di ghetizzare il diverso e controllarlo nelle enclaves precostituite a garanzia di una felicità solo virtuale. Purtroppo , la questione di fondo non è “fuori “ perchè un fuori vero e proprio non esiste più,tutti i meccanismi di sicurezza sono destinati a fallire in un processo di rincorsa alla privatizzazione degli spazi,sottraendo a tutti il proprio luogo di fuga. Il primo mondo si affaccia adesso, sul terzo e sul quarto; per strada incontri sempre più sovente, gente che non si riconosce nel tuo modello,lo rifiuta e ne costruisce subito un altro, magari integralista. Tutto questo ha una sola risposta: “segregazione, sfruttamento ed emarginazione “che producono negatività sociali; è nel concetto complesso di urbano che si configurano i destini collettivi. Occorre avere un senso immaginario e creativo, quasi visionario, per dare forma alla nuova città, non intesa come spazio neutrale piuttosto come dimensione aperta alle provocazioni e mediazioni culturali. Il processo in corso tende ad omologare la trasformazione urbana come risposta alle proprie patologie sociali ed ai propri timori. La dekadenza urbana intesa come cortocircuito sociale, è questione del presente e va curata con gli strumenti del presente , adesso e subito e senza tardive riflessioni ideologiche.
Fernando Rossi
Il prossimo workshop performance organizzato da MiMA International Image District si terrà il 23 Maggio 2009 e sarà tenuto dal pittore ed artista Fernando Rossi e dal fotografo Maurizio Marcato.
FERDINANDO ROSSI, ILLUSTRE PITTORE ED ARTISTA NELLE SUE MOLTEPLICI DECLINAZIONI ESTETICHE: UN AUTORE CHE USA LA CONTAMINAZIONE COME ESPRESSIONE MAGNETICA DELL’ARTE DEL TERZO MILLENNIO. E IL GRANDE FOTOGRAFO MAURIZIO MARCATO. IL DELICATO MOMENTO DELL’ESECUZIONE DI UN’OPERA ARTISTICA INTERPRETATO E SEGUITO DA VICINO DALL’OCCHIO ATTENTO DELLA MACCHINA FOTOGRAFICA. IL SENSIBILE TOCCO DI ROSSI IMMORTALATO PER SEMPRE NELLA CORNICE DI UN POLIEDRICO E RAFFINATO FOTOGRAFO COME MARCATO. UNA SINERGIA SENZA PRECEDENTI: ARTE E FOTOGRAFIA A CONFRONTO, PER DIVENIRE UN’OPERA UNICA E IRRIPETIBILE.
LA SCENA DELL’ARTE
Una performance a quattro mani che vede come protagonisti due importanti personaggi del background dell’arte contemporanea degli ultimi tempi. Due artisti che spesso hanno avuto il coraggio di osare, di fare denuncia, di dichiarare la propria posizione. Due anime che ora, tramite questa particolare performance, vogliono testimoniare e rappresentare, a modo loro, un momento dell’arte nero, che crolla ogni giorno nel baratro del nulla, dell’afertilirà, in perenne decadenza.Da qui l’idea geniale di dare un titolo d’impatto come “URBAN DEKADENCE”. Un’immagine forte, uno slogan che racchiude un’infinità di concetti, ma che più di ogni altra parola è capace di rendere al meglio la situazione attuale. Un connubio tra arte e fotografia, dove non esisterà uno spazio interno e uno esterno all’opera, sia per gli artisti, sia gli stessi corsisti che assisteranno ad un così particolare evento. Un momento di emozione e colore, in cui la fotografia diventerà immediatamente arte, passando dalle abili mani di due grandi della contemporaneità. Diversi saranno anche gli elementi che gli artisti utilizzeranno per realizzare questa particolarissima opera o meglio questa “Scena dell’arte”. Monitor, gabbie, vecchi complementi d’arredo, proiezioni video e musiche dall’alto livello di patos. L’intervento avrà una durata di circa un’ora e mezza e si svolgerà negli spazi di MiMA con la collaborazione di tutto lo staff dell’Associazione. Un’emozione irripetibile, perfettamente inserita nei canoni distintivi dell’Arte Contemporanea, dove è per prerogativa impossibile la riproducibilità in ogni suo senso.
A voi Maurizio Marcato e Fernando Rossi.
Occorre fissare l'obiettivo sul concetto di “URBANO”, poichè la città moderna ed interpretata in senso urbano, non esiste più, al suo posto si è realizzato un inurbamento forzato di etnie e di disperazioni, che hanno dato vita a periferie decadenti, slums, insediamenti transitori e baraccopoli. L'emergenza, ormai dimostrata, delle megacities quali Tokyo, Mumbai, S.Paulo, Mexico City, New York ecc, ha prodotto un'alterazione dell'equilibrio fra i cittadini residenti e le infrastrutture, i trasporti, la condizione esistenziale ed i servizi. Spesso, l'inurbamento forzato, a caccia di una diversa qualità della vita, se non proprio per istinto alla sopravvivenza, sono la risposta immediata alla fuga da sistemi economici sganciati dai veri bisogni primari delle popolazioni. L'assenza in quasi tutti i casi di vere progettazioni, capaci di arginare e soddisfare le richieste di vita, hanno fatto esplodere tutte le contraddizioni della nostra società dei consumi. L'azione corruttrice del capitale finanziario ha bypassato ogni modello indicato, soprattutto nell'ambito dei diritti civili. I modelli socio-economici, sono stati messi in crisi proprio dall'esplosione ambientale sempre più impoverita delle sue risorse. Infatti, alla dekadenza urbana corrisponde un sempre maggiore ingiustificato disinteresse della classe dominante, ed i beni di largo consumo sono sempre maggiormente concentrati nelle mani di pochi; il sistema “CONSUMO” è la base di partenza della dekadenza urbana. Impoverimento e dilatazione delle periferie possono creare quei circuiti epidemiologici capaci di infettare grandi aree urbane. L'insicurezza sociale genera xenofobia, la quale a sua volta genera violenza e, il mancato riconoscersi in un territorio genera incapacità di realizzare vere e proprie relazioni umane stabili. La periferia non va intesa solo in senso di spazio, ma anche in termini di culture che in essa vi si esprimono. Urbano, periferico e marginale non sono elementi di discriminazione sociale, ma concetti culturali che vanno aboliti.
Nessuna classe è immune dal contagio. Il termine “PERIFERIA” non delimita un territorio visto nella sua materialità ma come elemento concatenato alla precarietà del vivere. La passata crescita urbana, come fattore di benessere, capace di attrarre capitali ed uomini, non regge più, soprattutto per il violento passaggio da un'economia rurale ad una economia industriale ed urbana. Avanzi alimentari, vestiti, tecnologie, sono lo spreco quotidiano di una società incapace di guardarsi dentro e cambiare stile di vita ; la risposta è sempre quella dell'avviamento di meccanismi di sicurezza in grado di ghetizzare il diverso e controllarlo nelle enclaves precostituite a garanzia di una felicità solo virtuale. Purtroppo , la questione di fondo non è “fuori “ perchè un fuori vero e proprio non esiste più,tutti i meccanismi di sicurezza sono destinati a fallire in un processo di rincorsa alla privatizzazione degli spazi,sottraendo a tutti il proprio luogo di fuga. Il primo mondo si affaccia adesso, sul terzo e sul quarto; per strada incontri sempre più sovente, gente che non si riconosce nel tuo modello,lo rifiuta e ne costruisce subito un altro, magari integralista. Tutto questo ha una sola risposta: “segregazione, sfruttamento ed emarginazione “che producono negatività sociali; è nel concetto complesso di urbano che si configurano i destini collettivi. Occorre avere un senso immaginario e creativo, quasi visionario, per dare forma alla nuova città, non intesa come spazio neutrale piuttosto come dimensione aperta alle provocazioni e mediazioni culturali. Il processo in corso tende ad omologare la trasformazione urbana come risposta alle proprie patologie sociali ed ai propri timori. La dekadenza urbana intesa come cortocircuito sociale, è questione del presente e va curata con gli strumenti del presente , adesso e subito e senza tardive riflessioni ideologiche.
Fernando Rossi
23
maggio 2009
Fernando Rossi & Maurizio Marcato – Urban dekadence. La scena dell’arte
23 maggio 2009
fotografia
arte contemporanea
performance - happening
serata - evento
arte contemporanea
performance - happening
serata - evento
Location
III MILLENNIUM
Zevio, Via Mirandola, 27, (Verona)
Zevio, Via Mirandola, 27, (Verona)
Sito web
www.mima.cc
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