Traffic Gallery ha il piacere di ospitare nei propri spazi a Bergamo e all'interno della Chiesa di Sant'Andrea Apostolo in Città Alta, una doppia mostra personale dell'artista FILIPPO RINIOLO (1986).

L'appuntamento avrà luogo a partire dalle ore 17:00 in Città Alta nella suggestiva Chiesa di Sant'Andrea Apostolo in Via Porta Dipinta 39, dove saranno esposti una serie di acquarelli realizzati dall'artista nel corso degli ultimi anni e dove l'artista stesso ci racconterà la genesi e il significato delle opere.

PULCHRA, grazia ma anche bella, è il titolo scelto dall'artista insieme alla curatrice Oyku Atan. Gli Acquarelli esposti rappresentano madri migranti con i loro bambini, riprendendo le fotografie di donne immortalate da grandi fotografi (quali Bulent Kilic, Chris Mcgrath, Fred Dufour, Spencer Platt, Armend Nimani, Sam Tarling, Muhammed Muheisen).

“La mostra evoca un amore viscerale e intimo: quello che una madre prova per il proprio figlio. Riniolo apre un viaggio emozionale attraverso una serie di acquerelli ispirati a madri e figli migranti provenienti da paesi in conflitto. Nei loro sguardi e nei loro gesti, colmi di dolore e tenerezza, l’artista ritrova la radice stessa della storia: un amore smisurato che sopravvive a ogni confine e a ogni perdita. Da queste figure affiora una nuova geografia, tracciata da gesti e memorie, dove madri e figli diventano i nomi di una nuova città che custodisce la memoria universale.” Oyku Atan

Dalle ore 18:00 si proseguirà presso la sede della Galleria dove saranno presentati due corpi di lavori inediti che costituiscono la parte centrale della mostra di Filippo Riniolo: Cielo di Inchiostro e Sfere Celesti. Cielo d'Inchiostro è un progetto costituito da dieci stampe nelle quali dieci grandi autori della lingua italiana interpretano la LUNA. Alda Merini, Ludovico Ariosto, Italo Calvino, Cesare Pavese, Dante Alighieri, Giacomo Leopardi, Pier Paolo Pasolini, Luigi Pirandello, Maria Luisa Spaziani, Michela Murgia. La luna come figura poetica, specchio interiore, orizzonte simbolico e politico. Nel pieno di una nuova corsa allo spazio, il progetto rivendica la necessità di arte e letteratura di interpretare il cielo accanto alle scienze. Così il firmamento torna a essere non solo un campo di conquista, ma lo spazio in cui collocare domande, memorie e desideri dell’umanità. Sfere Celesti sono sculture a forma di mappamondo dove Riniolo segna le linee delle costellazioni di stelle. Da sempre i popoli hanno collegato le stelle cercando dei disegni nel cielo. Le stesse non sono davvero collegate, ma non c’è popolo o persona che non ci veda dei disegni. Un byas cognitivo fondamentale. E cosa vediamo nel cielo? ciò che abbiamo nel profondo di noi. Le Sfere Celestiali sono sfere con la proiezione delle stelle nella sfera celeste, in cui si evincono le costellazioni. Riniolo realizza questi oggetti con delle costellazioni nuove, cieli nuovi per mondi ancora da inventare. Perchè nelle stelle leggiamo il destino che vogliamo fare di noi. Sculture fatte partendo da vecchi mappamondi, in cui l’artista riporta stella per stella tutta la volta celeste, e poi cerca e inventa nuove costellazioni immaginarie.


Alle ore 18:30, sempre in Galleria, avrà luogo la Performance SPACE Y. Una vera e propria missione spaziale, dove, lo stesso Riniolo, indossando una tuta originale da astronauta, decide di ripulire la superficie lunare dai rifiuti umani accumulati nel tempo. La missione ha l’obiettivo di localizzare e recuperare i rifiuti abbandonati da precedenti spedizioni spaziali, un’operazione complessa che ha richiesto mesi di preparazione e una lunga permanenza sul suolo lunare. Il viaggio di ritorno si dovrebbe concludere nel tardo pomeriggio di Sabato 29 Novembre, quando Riniolo sarà pronto a condividere dettagli, immagini, reperti e riflessioni su un’operazione che unisce ricerca scientifica, responsabilità ambientale e spinta innovativa.

Performance realizzata grazie al supporto tecnologico di SISEI, Seriana Institute for Space Exploration & Innovation. Un ringraziamento particolare al Sindaco di Gandino Filippo Servalli e a Don Giovanni Gusmini della Chiesa di Sant’Andrea Apostolo in Città Alta.