Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Fire:Works
SPARC* presenta i “dipinti di fuoco” di Michele Burato, frutto della sua ricerca artistica in vetro. Una selezione di circa trenta opere, che come i fuochi d’artificio, sfavillanti sul riflesso delle acque della laguna, moltiplicano lo stupore di chi li guarda.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
FIRE:WORKS
Michele Burato
A cura di Luca Berta e Francesca Giubilei
28 febbraio – 31 marzo, 2025 | Lunedì - venerdì, 10 - 18 | entrata gratuita
www.veniceartfactory.org | @veniceartfactory
SPARC* - Spazio Arte Contemporanea, San Marco 2828A, Campo Santo Stefano - 30124 Venezia
Giochi di scintille, linee fiammeggianti, guizzi cangianti, stelle filanti multicolore, polveri iridescenti e lampi di luce… manca solo il frastuono di un’esplosione, e potremmo immaginare di trovarci nel mezzo di uno spettacolo pirotecnico.
E invece SPARC* - Spazio Arte Contemporanea presenta i “dipinti di fuoco” di Michele Burato, frutto della sua ricerca artistica in vetro. Una selezione di circa trenta opere (che coprono una produzione di qualche decennio), che come i fuochi d’artificio, sfavillanti sul riflesso delle acque della laguna, moltiplicano lo stupore di chi li guarda.
Michele Burato inizia la sua esplorazione del vetro verso la fine degli anni Ottanta. Parte dalla creazione di composizioni piane, realizzate prima con frammenti di vecchie murrine, poi anche con murrine autoprodotte, e successivamente fuse a caldo in piastre policrome, grazie all’utilizzo di piccoli forni elettrici. La canna murrina condizionava però la libertà creativa, imponendo una griglia compositiva schematica e brusche cesure cromatiche.
Dopo pochi anni, allora, sempre in autonomia nel suo studio, inizia a combinare insieme su di una lastra monocromatica, usata come una tela, componenti vitree mai usate prima a Murano. Introduce l’uso dello stucco di vetro, da stendere con la spatola come fosse pittura; una finissima polvere vitrea, della consistenza del borotalco, che distribuisce sulla lastra attraverso un pennello o piumino da cipria per creare particolari sfumature, e poi lacerti irregolari, fili e fasce di colore, così da ottenere composizioni astratte, di grande originalità e libertà espressiva.
Il desiderio di dipingere con il vetro, liberandosi dalle tecniche e dai colori tradizionali di Murano, lo porta a scoprire il vetro Bullseye. Un vetro americano semilavorato, prodotto in colori totalmente nuovi per la tradizione muranese, compresa la variante dicroica con effetti cangianti, dovuti ad inclusioni di micro-strati di ossidi metallici. Burato si pone come un apripista nell’utilizzo di questo nuovo tipo di vetro, tipicamente usato degli Stati Uniti per la vetrofusione, ma invece da lui lavorato combinandolo con la tecnica del roll-up e della soffiatura.
Molti dei lavori bidimensionali acquistano così una dimensione scultorea. In alcuni casi sono forme familiari, volumi eleganti, cromatismi armonici, in altri, agglomerati informi, organici, masse pulsanti di materia e colore.
Nei suoi vetri Burato combina alchemicamente minimalismo formale con colorismo massimalista. Davanti alle sue opere lo sguardo viene risucchiato nella profondità della materia. Un vortice disorientante di luccichii, cangianze e cromatismi induce una sorta di sovraeccitazione ottica, che trasforma la solidità scultorea in una vibrazione mutevole, in una presenza effimera, incantevole e temporanea, proprio come un fuoco d’artificio.
Michele Burato
A cura di Luca Berta e Francesca Giubilei
28 febbraio – 31 marzo, 2025 | Lunedì - venerdì, 10 - 18 | entrata gratuita
www.veniceartfactory.org | @veniceartfactory
SPARC* - Spazio Arte Contemporanea, San Marco 2828A, Campo Santo Stefano - 30124 Venezia
Giochi di scintille, linee fiammeggianti, guizzi cangianti, stelle filanti multicolore, polveri iridescenti e lampi di luce… manca solo il frastuono di un’esplosione, e potremmo immaginare di trovarci nel mezzo di uno spettacolo pirotecnico.
E invece SPARC* - Spazio Arte Contemporanea presenta i “dipinti di fuoco” di Michele Burato, frutto della sua ricerca artistica in vetro. Una selezione di circa trenta opere (che coprono una produzione di qualche decennio), che come i fuochi d’artificio, sfavillanti sul riflesso delle acque della laguna, moltiplicano lo stupore di chi li guarda.
Michele Burato inizia la sua esplorazione del vetro verso la fine degli anni Ottanta. Parte dalla creazione di composizioni piane, realizzate prima con frammenti di vecchie murrine, poi anche con murrine autoprodotte, e successivamente fuse a caldo in piastre policrome, grazie all’utilizzo di piccoli forni elettrici. La canna murrina condizionava però la libertà creativa, imponendo una griglia compositiva schematica e brusche cesure cromatiche.
Dopo pochi anni, allora, sempre in autonomia nel suo studio, inizia a combinare insieme su di una lastra monocromatica, usata come una tela, componenti vitree mai usate prima a Murano. Introduce l’uso dello stucco di vetro, da stendere con la spatola come fosse pittura; una finissima polvere vitrea, della consistenza del borotalco, che distribuisce sulla lastra attraverso un pennello o piumino da cipria per creare particolari sfumature, e poi lacerti irregolari, fili e fasce di colore, così da ottenere composizioni astratte, di grande originalità e libertà espressiva.
Il desiderio di dipingere con il vetro, liberandosi dalle tecniche e dai colori tradizionali di Murano, lo porta a scoprire il vetro Bullseye. Un vetro americano semilavorato, prodotto in colori totalmente nuovi per la tradizione muranese, compresa la variante dicroica con effetti cangianti, dovuti ad inclusioni di micro-strati di ossidi metallici. Burato si pone come un apripista nell’utilizzo di questo nuovo tipo di vetro, tipicamente usato degli Stati Uniti per la vetrofusione, ma invece da lui lavorato combinandolo con la tecnica del roll-up e della soffiatura.
Molti dei lavori bidimensionali acquistano così una dimensione scultorea. In alcuni casi sono forme familiari, volumi eleganti, cromatismi armonici, in altri, agglomerati informi, organici, masse pulsanti di materia e colore.
Nei suoi vetri Burato combina alchemicamente minimalismo formale con colorismo massimalista. Davanti alle sue opere lo sguardo viene risucchiato nella profondità della materia. Un vortice disorientante di luccichii, cangianze e cromatismi induce una sorta di sovraeccitazione ottica, che trasforma la solidità scultorea in una vibrazione mutevole, in una presenza effimera, incantevole e temporanea, proprio come un fuoco d’artificio.
28
febbraio 2025
Fire:Works
Dal 28 febbraio al 31 marzo 2025
arte contemporanea
Location
SPARC* – SPAZIO ARTE CONTEMPORANEA
Venezia, Campo Santo Stefano, 2828A, (Venezia)
Venezia, Campo Santo Stefano, 2828A, (Venezia)
Orario di apertura
Lunedì-venerdì, 10-18, entrata gratuita
Vernissage
28 Febbraio 2025, 18.00
Sito web
Autore
Curatore
Allestimento
Progetto grafico
Produzione organizzazione








