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Flavio Franzoni – movin’in (memorie di una metropoli)
Una raccolta apparentemente casuale di immagini o forse un progetto già definito in partenza, sicuramente un modo di guardare alla città molto personale e intimo.
Comunicato stampa
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Musicista con la passione per l’obiettivo, comincia a fotografare professionalmente qualche anno fa, dedicandosi soprattutto ai concerti rock.
Oggi, fotografo con la passione per la musica, ha realizzato tra gli altri il progetto movin’ in, raccolta libera di istantanee realizzate con un apparecchio digitale automatico, senza perciò poter intervenire sulle regolazioni di tempo e diaframma. La digitale come una moderna polaroid.
Una raccolta apparentemente casuale di immagini o forse un progetto già definito in partenza, sicuramente un modo di guardare alla città molto personale e intimo.
Le immagini che ritraggono la gente e i luoghi di tutti giorni sembrano suggerire ciò che appare quando mettendo a fuoco su di un particolare tutti i contorni risultano sfuocati…
Ecco forse il senso di queste fotografie che non svelano immediatamente il proprio contenuto ma necessitano di un attimo di riflessione, il tempo per dover ricordare qualcosa che in principio non sembrava così rilevante. Questa è la citta vista da Flavio Franzoni, senza indugiare sulla macchina fotografica e sulle sue regolazioni che a volte, in termini di tempo, costituiscono un’ostacolo rispetto alla spontaneità della scena che si presenta.
Tanti sono i fotografi e gli artisti che hanno influenzato Franzoni che risulta difficile compilare una lista: una preferenza su tutte David Levinthal e le sue finte realtà…
Vorrei parlare prima della città-memoria, quella città in cui si inseriscono le tracce della grande storia collettiva, ma anche milioni di storie individuali....
Marc Augé, antropologo
Oggi, fotografo con la passione per la musica, ha realizzato tra gli altri il progetto movin’ in, raccolta libera di istantanee realizzate con un apparecchio digitale automatico, senza perciò poter intervenire sulle regolazioni di tempo e diaframma. La digitale come una moderna polaroid.
Una raccolta apparentemente casuale di immagini o forse un progetto già definito in partenza, sicuramente un modo di guardare alla città molto personale e intimo.
Le immagini che ritraggono la gente e i luoghi di tutti giorni sembrano suggerire ciò che appare quando mettendo a fuoco su di un particolare tutti i contorni risultano sfuocati…
Ecco forse il senso di queste fotografie che non svelano immediatamente il proprio contenuto ma necessitano di un attimo di riflessione, il tempo per dover ricordare qualcosa che in principio non sembrava così rilevante. Questa è la citta vista da Flavio Franzoni, senza indugiare sulla macchina fotografica e sulle sue regolazioni che a volte, in termini di tempo, costituiscono un’ostacolo rispetto alla spontaneità della scena che si presenta.
Tanti sono i fotografi e gli artisti che hanno influenzato Franzoni che risulta difficile compilare una lista: una preferenza su tutte David Levinthal e le sue finte realtà…
Vorrei parlare prima della città-memoria, quella città in cui si inseriscono le tracce della grande storia collettiva, ma anche milioni di storie individuali....
Marc Augé, antropologo
02
dicembre 2003
Flavio Franzoni – movin’in (memorie di una metropoli)
Dal 02 al 24 dicembre 2003
fotografia
Location
MICAMERA – PHOTOGRAPHY AND LENS-BASED ARTS
Milano, Via Medardo Rosso, 19, (Milano)
Milano, Via Medardo Rosso, 19, (Milano)
Orario di apertura
martedì-domenica 10.30-13.30, 15.30-19.30
Vernissage
2 Dicembre 2003, ore 18.30




