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Fons salutis. Quando l’acqua si fa Verbo. Il Redentore benedicente del Museo Diocesano incontra “Giacobbe e Rachele al pozzo e Cristo e la Samaritana di Luca Giordano
Il “Redentore Benedicente” del Museo Diocesano dialoga con due tele: “Giacobbe e Rachele al pozzo” e “Cristo e la Samaritana”, in prestito da una collezione privata, opera di Luca Giordano (Napoli, 1634-1705), senz’altro il più grande pittore napoletano del Seicento.
Comunicato stampa
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DIALOGHI | otto piccole mostre per il Giubileo 2025
4/8 Quarto Dialogo
FONS SALUTIS
QUANDO L’ACQUA SI FA VERBO
Il “Redentore Benedicente” del Museo Diocesano
incontra
“Giacobbe e Rachele al pozzo” e “Cristo e la Samaritana” di Luca Giordano
Museo e Pinacoteca Diocesani di Imola
3-31 maggio 2025
I DIALOGHI sono piccole mostre che – partendo dal tema giubilare “Pellegrini di speranza” – mettono a confronto una o più opere provenienti da altri musei, collezionisti privati e chiese della diocesi con una nella raccolta del Museo Diocesano.
Il nostro museo non aderisce, dunque, al modello della mostra blockbuster, l'idea di accogliere in prestito capolavori magari in grado di richiamare il grande pubblico, ma estranei al percorso espositivo, privilegiando la valorizzazione della propria collezione e del patrimonio artistico della Diocesi.
Si tratta di opere scelte intorno ai temi del Dono, della Speranza, della Grazia, che ogni persona, ogni pellegrino, potrà percepire come spunto per una positiva relazione con gli altri.
Queste piccole mostre valorizzano così i temi del Giubileo attraverso la via della bellezza, nel suo significato più profondo, poiché l’arte è una porta aperta verso l’infinito.
Il quarto DIALOGO è composto da tre pregevoli dipinti, significativi esemplari della pittura barocca: uno, il “Redentore Benedicente” (cm 120x100) da sempre rientrante nella raccolta del Museo Diocesano di Imola, è ora proposto all’attenzione del pubblico dopo che il recente restauro permette di coglierne la pregevole fattura; gli altri, “Giacobbe e Rachele al pozzo” * e “Cristo e la Samaritana al pozzo” ** (cm 64x50), in prestito da una collezione privata, sono opera di Luca Giordano (Napoli, 1634-1705), senz'altro il più grande pittore napoletano del ‘6oo, oltre che il più prolifico con migliaia di disegni, dipinti e affreschi, al punto da guadagnarsi l'appellativo di “Luca fa presto”.
La mostra “FONS SALUTIS. QUANDO L’ACQUA SI FA VERBO”, curata da Marco Violi e allestita nella Sala grande del Museo Diocesano, sarà visibile a partire da sabato 3 maggio nei giorni e negli orari di apertura del museo. Non è previsto un vernissage.
In questo quarto DIALOGO il trait d’union tra le tre tele esposte non è il tema iconografico, l’ambito culturale o l’autore, ma l’attinenza comune al tema giubilare, come sottolineato a partire dal titolo stesso della mostra.
Innanzitutto il titolo di questo quarto DIALOGO: QUANDO L’ACQUA SI FA VERBO. Le vicende bibliche narrate nelle due piccole tele di Luca Giordano ruotano entrambe attorno al tema della sorgente e del pozzo. Nella liturgia, il pozzo è un luogo di incontro con lo Spirito e la nostra umanità, è la coppa attraverso cui ci abbeveriamo di questo Spirito. Il pozzo diventa così simbolo della sete interiore dell'uomo: una sete che non può essere colmata dalle cose materiali, ma solo da Cristo – Verbo incarnato – che offre l'acqua viva dello Spirito.
Durante l’apertura della Porta Santa, inoltre, il pontefice colpisce tre volte la porta con un martello, richiamando l’immagine metaforica di Cristo come Porta che conduce alla salvezza. Nella Bolla di indizione del Giubileo 2025 papa Francesco scrive: “… spalancare ancora la Porta Santa per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio, che suscita nel cuore la speranza certa della salvezza in Cristo … questo Anno Santo orienterà il cammino verso un’altra ricorrenza fondamentale per tutti i cristiani: nel 2033, infatti, si celebreranno i duemila anni della Redenzione compiuta attraverso la passione, morte e risurrezione del Signore Gesù”.
Tra le molte raffigurazioni di Cristo custodite nel Museo Diocesano, si è scelto, dunque e a pieno titolo, di mettere in dialogo con le tele di Giordano (sinora inedite, riconosciute al pittore da Daniele Benati e poi oggetto di un ampio studio da parte di Riccardo Lattuada), l’intrigante e significativo “Redentore benedicente”. La tela, da tempo all’attenzione della critica per l’elevata qualità esecutiva, è stata nel corso degli anni al centro di un dibattito che ha dato luogo a svariate proposte attributive, dibattito il cui ultimo capitolo è costituito dal recente lavoro di analisi condotto dallo storico dell’arte Massimo Pulini, che la ritiene motivatamente assegnabile alla produzione giovanile di Guido Cagnacci e che nel mese di maggio, nell’ambito della mostra, terrà nella Sala grande del Museo Diocesano una conferenza volta ad illustrare i vari aspetti della sua ricerca e le conclusioni a cui è pervenuto.
Questo quarto DIALOGO, che chiude la prima parte del ciclo di otto mostre (si riprenderà col mese di settembre), diviene così anche l’occasione per permettere al pubblico di apprezzare gli effetti del restauro – eseguito nel 2023 da Michele Pagani grazie ai fondi annuali derivanti dalla destinazione dell’8x1000 alla Chiesa Cattolica – che ha salvato l’opera dal degrado cui l’avevano condannata i danni del tempo.
* Giacobbe incontra Rachele che conduce il gregge al pozzo per dissetarlo, ed egli le mostra il suo amore togliendo la grossa pietra che chiudeva il pozzo (Gen 29,1-14).
** Gesù si reca attraverso la regione della Samaria e si ferma presso un pozzo, dove incontra una donna samaritana e intraprende una discussione significativa con lei riguardo alla sua sete fisica e spirituale. Durante questo incontro, Gesù rivela alla donna la Sua identità di Messia e la sua missione di portare la vita eterna a coloro che credono in Lui (Gv 4,5-42).
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Luca Giordano è senz'altro il più grande pittore napoletano del ‘6oo, oltre che il più prolifico con migliaia di disegni, dipinti e affreschi al punto da guadagnarsi l'appellativo di “Luca fa presto”. È l’ultimo dei maestri napoletani da esportazione: da giovane soggiorna a Roma, dove osserva e disegna tutto, da Raffaello a Caravaggio, ma il suo sogno è eguagliare i maestri del Rinascimento veneto, Tiziano e Tintoretto passando per Veronese, che ha imparato ad amare attraverso Ribera e Mattia Preti. A Napoli è il primo a liquidare gli eroici furori della pittura caravaggesca con una scrittura spregiudicata e colorata. Insofferente dei limiti della cornice amplia la scelta dei soggetti che, tra gli amici del Caravaggio, si limitava a una rosa tutto sommato ristretta. Dalla fine degli anni Sessanta, Giordano riesce a farsi un nome sul mercato difficile e concorrenziale della città dei dogi, Venezia. In seguito la fama di Giordano si espande così rapidamente oltre i confini del Vicereame spagnolo che il pittore è chiamato a Firenze, dove giunge per la prima volta nel 1682, ove mette a punto un progetto di decorazione illusionistica e continua degli spazi che a Napoli non aveva mai attecchito: nella cappella Corsini della chiesa del Carmine, e soprattutto negli affreschi di Palazzo Medici Riccardi. Grazie ai suoi viaggi, Giordano diventa il pittore napoletano più importante e conosciuto, tanto che nel 1692 viene chiamato a dar prova del suo talento in Spagna, dove si fermerà per dieci anni. Nel 1694, la consegna delle chiavi dello Studio del Palazzo da parte del Sovrano Carlo II lo consacra capo dei pittori della corte: sarà nominato pittore del re e realizzerà un’incredibile quantità di quadri e di affreschi. Trascorre gli ultimi anni di vita a Napoli, lavorando per la Certosa di San Martino e per le chiese dei Girolamini e di Donnaregina. Muore nel 1705, ed è sepolto nella chiesa di Santa Brigida di Napoli.
Il progetto DIALOGHI è realizzato con il contributo di
Main sponsor 2025: Fondazione Cassa di Risparmio di Imola | Fondazione Istituzioni Riunite di Imola | Allianz Bank Private senior partner Gabriele Vassura | Banca di Credito Cooperativo Ravennate Forlivese & Imolese
Sponsor 2024: CNA Imola | ICEA | Normanni Assicurazioni Imola | Stampa & Ricamo di Umberto Sercecchi | Confcommercio ASCOM Imola | Banca di Imola S.p.A. | 8X1000 Chiesa Cattolica | P.M.V.C. Lavori Edili S.r.l. | Alleanza delle Cooperative Italiane Imola | Agenzia Pratiche Auto Express Imola | Decor Casa Imola | Confartigianato Imprese Bologna Metropolitana | Verdarte
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DIALOGHI | otto piccole mostre per il Giubileo 2025
4/8 Quarto Dialogo
FONS SALUTIS. QUANDO L’ACQUA SI FA VERBO
Il “Redentore benedicente” del Museo Diocesano incontra “Giacobbe e Rachele al pozzo” e “Cristo e la Samaritana” di Luca Giordano
Sala grande del Museo e Pinacoteca Diocesani di Imola
3-31 maggio 2025
Orari di apertura
martedì e giovedì 9-12, 14-17
mercoledì 9-12
sabato 10-13, 15-19
domenica 15-19
Info
0542 25000
museo@imola.chiesacattolica.it
museo121.wixsite.com/ilmuseodiocesi
4/8 Quarto Dialogo
FONS SALUTIS
QUANDO L’ACQUA SI FA VERBO
Il “Redentore Benedicente” del Museo Diocesano
incontra
“Giacobbe e Rachele al pozzo” e “Cristo e la Samaritana” di Luca Giordano
Museo e Pinacoteca Diocesani di Imola
3-31 maggio 2025
I DIALOGHI sono piccole mostre che – partendo dal tema giubilare “Pellegrini di speranza” – mettono a confronto una o più opere provenienti da altri musei, collezionisti privati e chiese della diocesi con una nella raccolta del Museo Diocesano.
Il nostro museo non aderisce, dunque, al modello della mostra blockbuster, l'idea di accogliere in prestito capolavori magari in grado di richiamare il grande pubblico, ma estranei al percorso espositivo, privilegiando la valorizzazione della propria collezione e del patrimonio artistico della Diocesi.
Si tratta di opere scelte intorno ai temi del Dono, della Speranza, della Grazia, che ogni persona, ogni pellegrino, potrà percepire come spunto per una positiva relazione con gli altri.
Queste piccole mostre valorizzano così i temi del Giubileo attraverso la via della bellezza, nel suo significato più profondo, poiché l’arte è una porta aperta verso l’infinito.
Il quarto DIALOGO è composto da tre pregevoli dipinti, significativi esemplari della pittura barocca: uno, il “Redentore Benedicente” (cm 120x100) da sempre rientrante nella raccolta del Museo Diocesano di Imola, è ora proposto all’attenzione del pubblico dopo che il recente restauro permette di coglierne la pregevole fattura; gli altri, “Giacobbe e Rachele al pozzo” * e “Cristo e la Samaritana al pozzo” ** (cm 64x50), in prestito da una collezione privata, sono opera di Luca Giordano (Napoli, 1634-1705), senz'altro il più grande pittore napoletano del ‘6oo, oltre che il più prolifico con migliaia di disegni, dipinti e affreschi, al punto da guadagnarsi l'appellativo di “Luca fa presto”.
La mostra “FONS SALUTIS. QUANDO L’ACQUA SI FA VERBO”, curata da Marco Violi e allestita nella Sala grande del Museo Diocesano, sarà visibile a partire da sabato 3 maggio nei giorni e negli orari di apertura del museo. Non è previsto un vernissage.
In questo quarto DIALOGO il trait d’union tra le tre tele esposte non è il tema iconografico, l’ambito culturale o l’autore, ma l’attinenza comune al tema giubilare, come sottolineato a partire dal titolo stesso della mostra.
Innanzitutto il titolo di questo quarto DIALOGO: QUANDO L’ACQUA SI FA VERBO. Le vicende bibliche narrate nelle due piccole tele di Luca Giordano ruotano entrambe attorno al tema della sorgente e del pozzo. Nella liturgia, il pozzo è un luogo di incontro con lo Spirito e la nostra umanità, è la coppa attraverso cui ci abbeveriamo di questo Spirito. Il pozzo diventa così simbolo della sete interiore dell'uomo: una sete che non può essere colmata dalle cose materiali, ma solo da Cristo – Verbo incarnato – che offre l'acqua viva dello Spirito.
Durante l’apertura della Porta Santa, inoltre, il pontefice colpisce tre volte la porta con un martello, richiamando l’immagine metaforica di Cristo come Porta che conduce alla salvezza. Nella Bolla di indizione del Giubileo 2025 papa Francesco scrive: “… spalancare ancora la Porta Santa per offrire l’esperienza viva dell’amore di Dio, che suscita nel cuore la speranza certa della salvezza in Cristo … questo Anno Santo orienterà il cammino verso un’altra ricorrenza fondamentale per tutti i cristiani: nel 2033, infatti, si celebreranno i duemila anni della Redenzione compiuta attraverso la passione, morte e risurrezione del Signore Gesù”.
Tra le molte raffigurazioni di Cristo custodite nel Museo Diocesano, si è scelto, dunque e a pieno titolo, di mettere in dialogo con le tele di Giordano (sinora inedite, riconosciute al pittore da Daniele Benati e poi oggetto di un ampio studio da parte di Riccardo Lattuada), l’intrigante e significativo “Redentore benedicente”. La tela, da tempo all’attenzione della critica per l’elevata qualità esecutiva, è stata nel corso degli anni al centro di un dibattito che ha dato luogo a svariate proposte attributive, dibattito il cui ultimo capitolo è costituito dal recente lavoro di analisi condotto dallo storico dell’arte Massimo Pulini, che la ritiene motivatamente assegnabile alla produzione giovanile di Guido Cagnacci e che nel mese di maggio, nell’ambito della mostra, terrà nella Sala grande del Museo Diocesano una conferenza volta ad illustrare i vari aspetti della sua ricerca e le conclusioni a cui è pervenuto.
Questo quarto DIALOGO, che chiude la prima parte del ciclo di otto mostre (si riprenderà col mese di settembre), diviene così anche l’occasione per permettere al pubblico di apprezzare gli effetti del restauro – eseguito nel 2023 da Michele Pagani grazie ai fondi annuali derivanti dalla destinazione dell’8x1000 alla Chiesa Cattolica – che ha salvato l’opera dal degrado cui l’avevano condannata i danni del tempo.
* Giacobbe incontra Rachele che conduce il gregge al pozzo per dissetarlo, ed egli le mostra il suo amore togliendo la grossa pietra che chiudeva il pozzo (Gen 29,1-14).
** Gesù si reca attraverso la regione della Samaria e si ferma presso un pozzo, dove incontra una donna samaritana e intraprende una discussione significativa con lei riguardo alla sua sete fisica e spirituale. Durante questo incontro, Gesù rivela alla donna la Sua identità di Messia e la sua missione di portare la vita eterna a coloro che credono in Lui (Gv 4,5-42).
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Luca Giordano è senz'altro il più grande pittore napoletano del ‘6oo, oltre che il più prolifico con migliaia di disegni, dipinti e affreschi al punto da guadagnarsi l'appellativo di “Luca fa presto”. È l’ultimo dei maestri napoletani da esportazione: da giovane soggiorna a Roma, dove osserva e disegna tutto, da Raffaello a Caravaggio, ma il suo sogno è eguagliare i maestri del Rinascimento veneto, Tiziano e Tintoretto passando per Veronese, che ha imparato ad amare attraverso Ribera e Mattia Preti. A Napoli è il primo a liquidare gli eroici furori della pittura caravaggesca con una scrittura spregiudicata e colorata. Insofferente dei limiti della cornice amplia la scelta dei soggetti che, tra gli amici del Caravaggio, si limitava a una rosa tutto sommato ristretta. Dalla fine degli anni Sessanta, Giordano riesce a farsi un nome sul mercato difficile e concorrenziale della città dei dogi, Venezia. In seguito la fama di Giordano si espande così rapidamente oltre i confini del Vicereame spagnolo che il pittore è chiamato a Firenze, dove giunge per la prima volta nel 1682, ove mette a punto un progetto di decorazione illusionistica e continua degli spazi che a Napoli non aveva mai attecchito: nella cappella Corsini della chiesa del Carmine, e soprattutto negli affreschi di Palazzo Medici Riccardi. Grazie ai suoi viaggi, Giordano diventa il pittore napoletano più importante e conosciuto, tanto che nel 1692 viene chiamato a dar prova del suo talento in Spagna, dove si fermerà per dieci anni. Nel 1694, la consegna delle chiavi dello Studio del Palazzo da parte del Sovrano Carlo II lo consacra capo dei pittori della corte: sarà nominato pittore del re e realizzerà un’incredibile quantità di quadri e di affreschi. Trascorre gli ultimi anni di vita a Napoli, lavorando per la Certosa di San Martino e per le chiese dei Girolamini e di Donnaregina. Muore nel 1705, ed è sepolto nella chiesa di Santa Brigida di Napoli.
Il progetto DIALOGHI è realizzato con il contributo di
Main sponsor 2025: Fondazione Cassa di Risparmio di Imola | Fondazione Istituzioni Riunite di Imola | Allianz Bank Private senior partner Gabriele Vassura | Banca di Credito Cooperativo Ravennate Forlivese & Imolese
Sponsor 2024: CNA Imola | ICEA | Normanni Assicurazioni Imola | Stampa & Ricamo di Umberto Sercecchi | Confcommercio ASCOM Imola | Banca di Imola S.p.A. | 8X1000 Chiesa Cattolica | P.M.V.C. Lavori Edili S.r.l. | Alleanza delle Cooperative Italiane Imola | Agenzia Pratiche Auto Express Imola | Decor Casa Imola | Confartigianato Imprese Bologna Metropolitana | Verdarte
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DIALOGHI | otto piccole mostre per il Giubileo 2025
4/8 Quarto Dialogo
FONS SALUTIS. QUANDO L’ACQUA SI FA VERBO
Il “Redentore benedicente” del Museo Diocesano incontra “Giacobbe e Rachele al pozzo” e “Cristo e la Samaritana” di Luca Giordano
Sala grande del Museo e Pinacoteca Diocesani di Imola
3-31 maggio 2025
Orari di apertura
martedì e giovedì 9-12, 14-17
mercoledì 9-12
sabato 10-13, 15-19
domenica 15-19
Info
0542 25000
museo@imola.chiesacattolica.it
museo121.wixsite.com/ilmuseodiocesi
03
maggio 2025
Fons salutis. Quando l’acqua si fa Verbo. Il Redentore benedicente del Museo Diocesano incontra “Giacobbe e Rachele al pozzo e Cristo e la Samaritana di Luca Giordano
Dal 03 al 31 maggio 2025
arte antica
Location
MUSEO E PINACOTECA DIOCESANI DI IMOLA E DELLE CARROZZE
Imola, Piazza Del Duomo, 1, (Bologna)
Imola, Piazza Del Duomo, 1, (Bologna)
Orario di apertura
martedì e giovedì 9-12 e 14-17
mercoledì 9-12
sabato 10-13 e 15-19
domenica 15-19
Sito web
Ufficio stampa
Diocesi di Imola
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