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FORESTA DI CRISTALLO
In occasione di NapulETH Open Village 2025, NapulETH Visions è lieta di presentare
Foresta di Cristallo, a cura di Alessio Esposito. Allestita negli spazi di Villa Doria d’Angri, Foresta di Cristallo riunisce le opere di Clarissa Falco, Lorenzo Lunghi, Adriano
Tenore ed Emilio Vavarella.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In occasione di NapulETH Open Village 2025, NapulETH Visions è lieta di presentare
Foresta di Cristallo, a cura di Alessio Esposito. L’esposizione inaugura il format concepito
come una piattaforma di dialogo tra il panorama del Web3 e quello dell’arte
contemporanea. Allestita nei suggestivi spazi di Villa Doria d’Angri e visitabile dal 17 al 19
luglio 2025, Foresta di Cristallo riunisce le opere di Clarissa Falco, Lorenzo Lunghi, Adriano
Tenore ed Emilio Vavarella.
Il titolo riprende l’omonimo romanzo di J.G. Ballard (The Crystal World, 1966), che
descrive un mondo in cui la natura subisce una trasformazione radicale: esseri viventi e
oggetti si cristallizzano, mescolandosi in un processo irreversibile che li priva delle loro
identità originarie. Questo fenomeno diventa metafora di una realtà in cui la distinzione
tra esseri umani, natura e oggetti si dissolve, creando un ibrido in costante fluidità.
Tali aspetti sono ben assimilabili al pensiero di Bruno Latour: per il sociologo francese,
infatti, la realtà non sarebbe composta da una materia fissa o da essenze immutabili ma
da un intreccio di forze che dissolve la tradizionale distinzione tra “essere” e “oggetto”.
Questa prospettiva scardina le tradizionali dicotomie – fisico e digitale, arte e mercato,
soggetto e oggetto – aprendo a riflessioni su come il senso stesso si costruisca in termini
relazionali, sia in ambito estetico (nel significato) che economico (nel valore).
In quest’ultimo, il discorso trova corrispondenza immediata nel fenomeno delle
criptovalute. Queste, non solo esemplificano il superamento della centralità di un’autorità,
ma incarnano l’idea stessa di dematerializzazione del valore: la sua attribuzione viene così
affidata a sistemi basati sul consenso di più parti e su algoritmi, piuttosto che a supporti
fisici.
In questa direzione, il lavoro di Vavarella può essere riletto come la messa in scena un
atto di radicale decentralizzazione del soggetto attraverso l’assunzione del punto di vista
animale: così, l’esperienza estetica si configura al contempo come relazione e atto di
liberazione dall’antropocentrismo, dislocando la centralità dell’umano a favore di una
prospettiva altra. Questa dinamica si manifesta nelle sculture di Falco attraverso
l’ibridazione di elementi eterogenei: si tratta di concrescenze, di mostruosità in senso
harawayano, che evocano forme di coesistenza tra organico, artificiale e simbolico.
Tenore declina invece l’ibrido in una chiave postmediale: le sue creature non appartengono
a nessuna specie esistente – costituiscono, piuttosto, un bestiario generato
dall’elaborazione di dati. Le sculture di Lunghi reinterpretano questa dinamica secondo una
logica parassitaria: entità che si inseriscono e si radicano negli ambienti in modo discreto
ma persistente, attivando dinamiche di coabitazione e simbiosi latente.
La mostra esplora il processo di dematerializzazione del valore – caratteristico delle
economie post-digitali – si rifletta nella produzione del significato nell’arte, suggerendo
come le dimensioni estetica ed economica siano in costante ridefinizione, modellate da
una rete di attori e relazioni interconnesse.
In questo scenario, l'interferenza tra linguaggi e temporalità eterogenee – attivata dal
dialogo tra le opere, l’architettura e le decorazioni di Villa Doria d’Angri – contribuisce a
rafforzare l’orizzonte ibrido della mostra: tra organismi digitali e mostruosità postumane,
Foresta di Cristallo si innesta nello spazio moltiplicandone i livelli di lettura, facendo
emergere contraddizioni, attriti e zone di intersezione inattese.
Clarissa Falco (Genova, 1995) ha conseguito nel 2020 un Master in Arti Visive e Studi Curatoriali presso la NABA. La sua pratica artistica oscilla tra arte visiva e performativa, indagando il corpo come dispositivo in dialogo con l’elemento macchinico. Al centro della sua ricerca vi è la spoliazione dell’identità visiva del soggetto, che si trasforma in motore e ingranaggio di un sistema. Nella dimensione performativa, il binomio corpo-macchina si
manifesta attraverso gesti automatici e ripetitivi, inscritti in un loop temporale costante e ossessivo. Tra le mostre più recenti: Crashing Ceramics, a cura di Feng Boyi e Longquan Wangou, in Cina; 4003, Galleria Ipercubo, Milano (2024); Master Control Program, una performance con K. Jarnuszkiewicz parte della mostra Adolf Ryszka. Space
bears shadow, Zachęta, National Gallery of Art, Varsavia (2023); Maybe One Animal Bit It Twice alla ScopeBLN, curata da Boris Kostadinov, Berlino (2023); Frictions, curata da Galleria Monti e Ilaria Monti al MUG Giannini Museum di Latina (2022); Mirrored in Spectral Machines, con Camilla Alberti, SpazioSerra, Milano (2022).
Lorenzo Lunghi (Crema, 1993) vive e lavora a Milano. La sua ricerca si colloca nell’intersezione tra tecnologia e psiche umana, scavando tra le minacce nascoste di un mondo sotto costante sorveglianza, dove la percezione del sé oscilla tra consapevolezza distorta e alienazione paranoica. Le sue sculture e azioni performative operano come strumenti di osservazione, lenti d’ingrandimento e specchi che deformano la percezione, incarnando entità
parassite che agiscono come testimoni silenziosi di una contemporaneità schizofrenica. Dopo il Triennio presso Accademia Carrara, Bergamo (2018), consegue il Master presso HEAD, Ginevra (2021). Ha esposto in diversi contesti, fra cui: Bacio (Berna, 2024) La Rada (Locarno, 2023); Manifattura Tabacchi (Firenze, 2022); Plattform (Kulturhaus Palazzo, 2022); Giulietta (Basilea, 2021); ANCONTEMPORANEA (Ancona, 2021); Localedue (Bologna, 2021); Palazzo delle Esposizioni (Roma, 2020); Sonnenstube (Spazio Morel, 2019). Ha fatto parte del
collettivo DITTO (2016-2019). Dal 2019 cura mostre e workshop in spazi extraurbani: Brillano nella notte (Dolomiti Contemporanee, 2023-ongoing) Erbacce (Brugherio, 2020); Miraggio (Fontanile Fontanone, 2019).
Adriano Tenore (Napoli, 1991) è un artista multimediale italo-francese. Con un background in Antropologia e Sociologia, sviluppa una ricerca che guarda alla cultura umana come un insieme di processi creativi sparsi e discontinui, ma capaci di convergere in un flusso condiviso di significati. Il suo sguardo, ampio e trasversale, unisce dimensioni culturali e biologiche, esplorando come evoluzione e tecnologia plasmino la nostra esperienza
del mondo. La sua pratica si concentra su ambienti audiovisivi immersivi e interattivi, in cui il senso non nasce solo dai contenuti, ma anche dal contesto e dall’esperienza diretta. Al centro del suo approccio c’è un ritorno a segni semplici, viscerali, capaci di toccare corde emotive profonde e universali. Oggi lavora come CG Lead e Art Director, con un interesse sempre più marcato verso il design interattivo e le esperienze immersive basate sull’Intelligenza Artificiale. Le sue opere riflettono sul rapporto tra umano e AI, mettendo in discussione i confini del transumanesimo e sperimentando nuove connessioni tra natura e tecnologia. Tra le mostre più recenti: Water me (2025); Bestiario sintetico (La Santissima, Napoli, 2025); Exodus (Fondazione Morra Greco, Napoli, 2024; Casa delle Donne, Roma); ZTA (Napoli); Kung flu (LightBox.NY Studios, 2018); Onironautica (Ex Asilo Filangieri, Napoli, 2016).
Emilio Vavarella (Monfalcone, 1989), Ph.D. presso la Harvard University, coniuga ricerca interdisciplinare e sperimentazione mediale. Egli è inoltre Assistant Professor of Media and Film Studies allo Skidmore College (NY) e artista in residenza presso il Broad Institute di MIT e Harvard. Il suo lavoro è stato esposto alla 18ma Biennale di Venezia (Padiglione Italia, Architettura), Museo MAXXI di Roma, Museo Reina Sofia di Madrid, Museo dell’Hermitage di S. Pietroburgo, The Photographers’ Gallery di Londra, KANAL – Centre Pompidou a Bruxelles, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Madre – Museo d’Arte Contemporanea di Napoli, Museum of Contemporary Art di Zagabria, Museu de Ciències Naturals di Barcellona, Museo Nacional Bellas Artes di Santiago del Cile, Museum of Contemporary Art Vojvodina di Novi Sad (Serbia), il Museo MBAL (Svizzera), il National Art Center di Tokyo, l’Eyebeam Art + Technology Center di New York, la Off – Biennale de Il Cairo, la BJCEM – Biennale del Mediterraneo, e la Biennale di Kiev. I suoi film sono stati proiettati presso il Toronto Images Festival, il Torino Film Festival, Jeu de Paume (Parigi), HKW – Haus der Kulturen der Welt (Berlino), e in molteplici festival di arti mediali, tra cui l’EMAF – European Media Art Festival di Osnabrück, il JMAF – Japan Media Arts Festival di Tokyo, il Filmwinter – Festival for Expanded Media di Stoccarda, e il NYEAF – New York Electronic Arts Festival.
Vavarella è stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti ed è stato vincitore di numerosi bandi e competizioni artistiche e scientifiche. Tra i più significativi si segnalano l’Italian Council Award (2019) e l’Harvard Horizon Fellowship (2023). Il suo lavoro appare regolarmente su quotidiani, riviste di settore e pubblicazioni scientifiche.
Project manager
Fabiola Cangiano
Progetto grafico
Andrea Canneva
Traduzioni
Giuseppe Giuliano
La mostra è accompagnata da testi di
Francesca Blandino
Alessio Esposito
Franco Speroni
Stefano Taccone
NapulETH Visions
NapulETH Visions è un format espositivo che si inserisce nel contesto di NapulETH Open Village con l'obiettivo di creare una piattaforma di scambio tra la realtà del Web3 e il panorama dell’arte contemporanea. Il progetto ambisce a diventare un appuntamento ricorrente, che esplora le intersezioni tra economia digitale e pratiche artistiche per favorire un dialogo critico sulle trasformazioni del valore nell’era dell’informazione.
Orari di apertura
Apertura della mostra: Giovedì 17 luglio 2025 | Chiusura della mostra: Sabato 19 luglio 2025
Opening: Giovedì 17 luglio 2025 - dalle 18.00 alle 22.00
Sede: Villa Doria d'Angri, Via Francesco Petrarca, 80, 80123, Napoli (NA)
Orari di apertura: Da venerdì 18 a sabato 19 luglio 2025 - dalle ore 9.00 alle ore 17.00
Contatti per la stampa
Per richieste di interviste, immagini ad alta risoluzione e ulteriori informazioni, si prega di contattare:
visions@napuleth.org
Foresta di Cristallo, a cura di Alessio Esposito. L’esposizione inaugura il format concepito
come una piattaforma di dialogo tra il panorama del Web3 e quello dell’arte
contemporanea. Allestita nei suggestivi spazi di Villa Doria d’Angri e visitabile dal 17 al 19
luglio 2025, Foresta di Cristallo riunisce le opere di Clarissa Falco, Lorenzo Lunghi, Adriano
Tenore ed Emilio Vavarella.
Il titolo riprende l’omonimo romanzo di J.G. Ballard (The Crystal World, 1966), che
descrive un mondo in cui la natura subisce una trasformazione radicale: esseri viventi e
oggetti si cristallizzano, mescolandosi in un processo irreversibile che li priva delle loro
identità originarie. Questo fenomeno diventa metafora di una realtà in cui la distinzione
tra esseri umani, natura e oggetti si dissolve, creando un ibrido in costante fluidità.
Tali aspetti sono ben assimilabili al pensiero di Bruno Latour: per il sociologo francese,
infatti, la realtà non sarebbe composta da una materia fissa o da essenze immutabili ma
da un intreccio di forze che dissolve la tradizionale distinzione tra “essere” e “oggetto”.
Questa prospettiva scardina le tradizionali dicotomie – fisico e digitale, arte e mercato,
soggetto e oggetto – aprendo a riflessioni su come il senso stesso si costruisca in termini
relazionali, sia in ambito estetico (nel significato) che economico (nel valore).
In quest’ultimo, il discorso trova corrispondenza immediata nel fenomeno delle
criptovalute. Queste, non solo esemplificano il superamento della centralità di un’autorità,
ma incarnano l’idea stessa di dematerializzazione del valore: la sua attribuzione viene così
affidata a sistemi basati sul consenso di più parti e su algoritmi, piuttosto che a supporti
fisici.
In questa direzione, il lavoro di Vavarella può essere riletto come la messa in scena un
atto di radicale decentralizzazione del soggetto attraverso l’assunzione del punto di vista
animale: così, l’esperienza estetica si configura al contempo come relazione e atto di
liberazione dall’antropocentrismo, dislocando la centralità dell’umano a favore di una
prospettiva altra. Questa dinamica si manifesta nelle sculture di Falco attraverso
l’ibridazione di elementi eterogenei: si tratta di concrescenze, di mostruosità in senso
harawayano, che evocano forme di coesistenza tra organico, artificiale e simbolico.
Tenore declina invece l’ibrido in una chiave postmediale: le sue creature non appartengono
a nessuna specie esistente – costituiscono, piuttosto, un bestiario generato
dall’elaborazione di dati. Le sculture di Lunghi reinterpretano questa dinamica secondo una
logica parassitaria: entità che si inseriscono e si radicano negli ambienti in modo discreto
ma persistente, attivando dinamiche di coabitazione e simbiosi latente.
La mostra esplora il processo di dematerializzazione del valore – caratteristico delle
economie post-digitali – si rifletta nella produzione del significato nell’arte, suggerendo
come le dimensioni estetica ed economica siano in costante ridefinizione, modellate da
una rete di attori e relazioni interconnesse.
In questo scenario, l'interferenza tra linguaggi e temporalità eterogenee – attivata dal
dialogo tra le opere, l’architettura e le decorazioni di Villa Doria d’Angri – contribuisce a
rafforzare l’orizzonte ibrido della mostra: tra organismi digitali e mostruosità postumane,
Foresta di Cristallo si innesta nello spazio moltiplicandone i livelli di lettura, facendo
emergere contraddizioni, attriti e zone di intersezione inattese.
Clarissa Falco (Genova, 1995) ha conseguito nel 2020 un Master in Arti Visive e Studi Curatoriali presso la NABA. La sua pratica artistica oscilla tra arte visiva e performativa, indagando il corpo come dispositivo in dialogo con l’elemento macchinico. Al centro della sua ricerca vi è la spoliazione dell’identità visiva del soggetto, che si trasforma in motore e ingranaggio di un sistema. Nella dimensione performativa, il binomio corpo-macchina si
manifesta attraverso gesti automatici e ripetitivi, inscritti in un loop temporale costante e ossessivo. Tra le mostre più recenti: Crashing Ceramics, a cura di Feng Boyi e Longquan Wangou, in Cina; 4003, Galleria Ipercubo, Milano (2024); Master Control Program, una performance con K. Jarnuszkiewicz parte della mostra Adolf Ryszka. Space
bears shadow, Zachęta, National Gallery of Art, Varsavia (2023); Maybe One Animal Bit It Twice alla ScopeBLN, curata da Boris Kostadinov, Berlino (2023); Frictions, curata da Galleria Monti e Ilaria Monti al MUG Giannini Museum di Latina (2022); Mirrored in Spectral Machines, con Camilla Alberti, SpazioSerra, Milano (2022).
Lorenzo Lunghi (Crema, 1993) vive e lavora a Milano. La sua ricerca si colloca nell’intersezione tra tecnologia e psiche umana, scavando tra le minacce nascoste di un mondo sotto costante sorveglianza, dove la percezione del sé oscilla tra consapevolezza distorta e alienazione paranoica. Le sue sculture e azioni performative operano come strumenti di osservazione, lenti d’ingrandimento e specchi che deformano la percezione, incarnando entità
parassite che agiscono come testimoni silenziosi di una contemporaneità schizofrenica. Dopo il Triennio presso Accademia Carrara, Bergamo (2018), consegue il Master presso HEAD, Ginevra (2021). Ha esposto in diversi contesti, fra cui: Bacio (Berna, 2024) La Rada (Locarno, 2023); Manifattura Tabacchi (Firenze, 2022); Plattform (Kulturhaus Palazzo, 2022); Giulietta (Basilea, 2021); ANCONTEMPORANEA (Ancona, 2021); Localedue (Bologna, 2021); Palazzo delle Esposizioni (Roma, 2020); Sonnenstube (Spazio Morel, 2019). Ha fatto parte del
collettivo DITTO (2016-2019). Dal 2019 cura mostre e workshop in spazi extraurbani: Brillano nella notte (Dolomiti Contemporanee, 2023-ongoing) Erbacce (Brugherio, 2020); Miraggio (Fontanile Fontanone, 2019).
Adriano Tenore (Napoli, 1991) è un artista multimediale italo-francese. Con un background in Antropologia e Sociologia, sviluppa una ricerca che guarda alla cultura umana come un insieme di processi creativi sparsi e discontinui, ma capaci di convergere in un flusso condiviso di significati. Il suo sguardo, ampio e trasversale, unisce dimensioni culturali e biologiche, esplorando come evoluzione e tecnologia plasmino la nostra esperienza
del mondo. La sua pratica si concentra su ambienti audiovisivi immersivi e interattivi, in cui il senso non nasce solo dai contenuti, ma anche dal contesto e dall’esperienza diretta. Al centro del suo approccio c’è un ritorno a segni semplici, viscerali, capaci di toccare corde emotive profonde e universali. Oggi lavora come CG Lead e Art Director, con un interesse sempre più marcato verso il design interattivo e le esperienze immersive basate sull’Intelligenza Artificiale. Le sue opere riflettono sul rapporto tra umano e AI, mettendo in discussione i confini del transumanesimo e sperimentando nuove connessioni tra natura e tecnologia. Tra le mostre più recenti: Water me (2025); Bestiario sintetico (La Santissima, Napoli, 2025); Exodus (Fondazione Morra Greco, Napoli, 2024; Casa delle Donne, Roma); ZTA (Napoli); Kung flu (LightBox.NY Studios, 2018); Onironautica (Ex Asilo Filangieri, Napoli, 2016).
Emilio Vavarella (Monfalcone, 1989), Ph.D. presso la Harvard University, coniuga ricerca interdisciplinare e sperimentazione mediale. Egli è inoltre Assistant Professor of Media and Film Studies allo Skidmore College (NY) e artista in residenza presso il Broad Institute di MIT e Harvard. Il suo lavoro è stato esposto alla 18ma Biennale di Venezia (Padiglione Italia, Architettura), Museo MAXXI di Roma, Museo Reina Sofia di Madrid, Museo dell’Hermitage di S. Pietroburgo, The Photographers’ Gallery di Londra, KANAL – Centre Pompidou a Bruxelles, MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, Madre – Museo d’Arte Contemporanea di Napoli, Museum of Contemporary Art di Zagabria, Museu de Ciències Naturals di Barcellona, Museo Nacional Bellas Artes di Santiago del Cile, Museum of Contemporary Art Vojvodina di Novi Sad (Serbia), il Museo MBAL (Svizzera), il National Art Center di Tokyo, l’Eyebeam Art + Technology Center di New York, la Off – Biennale de Il Cairo, la BJCEM – Biennale del Mediterraneo, e la Biennale di Kiev. I suoi film sono stati proiettati presso il Toronto Images Festival, il Torino Film Festival, Jeu de Paume (Parigi), HKW – Haus der Kulturen der Welt (Berlino), e in molteplici festival di arti mediali, tra cui l’EMAF – European Media Art Festival di Osnabrück, il JMAF – Japan Media Arts Festival di Tokyo, il Filmwinter – Festival for Expanded Media di Stoccarda, e il NYEAF – New York Electronic Arts Festival.
Vavarella è stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti ed è stato vincitore di numerosi bandi e competizioni artistiche e scientifiche. Tra i più significativi si segnalano l’Italian Council Award (2019) e l’Harvard Horizon Fellowship (2023). Il suo lavoro appare regolarmente su quotidiani, riviste di settore e pubblicazioni scientifiche.
Project manager
Fabiola Cangiano
Progetto grafico
Andrea Canneva
Traduzioni
Giuseppe Giuliano
La mostra è accompagnata da testi di
Francesca Blandino
Alessio Esposito
Franco Speroni
Stefano Taccone
NapulETH Visions
NapulETH Visions è un format espositivo che si inserisce nel contesto di NapulETH Open Village con l'obiettivo di creare una piattaforma di scambio tra la realtà del Web3 e il panorama dell’arte contemporanea. Il progetto ambisce a diventare un appuntamento ricorrente, che esplora le intersezioni tra economia digitale e pratiche artistiche per favorire un dialogo critico sulle trasformazioni del valore nell’era dell’informazione.
Orari di apertura
Apertura della mostra: Giovedì 17 luglio 2025 | Chiusura della mostra: Sabato 19 luglio 2025
Opening: Giovedì 17 luglio 2025 - dalle 18.00 alle 22.00
Sede: Villa Doria d'Angri, Via Francesco Petrarca, 80, 80123, Napoli (NA)
Orari di apertura: Da venerdì 18 a sabato 19 luglio 2025 - dalle ore 9.00 alle ore 17.00
Contatti per la stampa
Per richieste di interviste, immagini ad alta risoluzione e ulteriori informazioni, si prega di contattare:
visions@napuleth.org
17
luglio 2025
FORESTA DI CRISTALLO
Dal 17 al 19 luglio 2025
arte contemporanea
Location
VILLA DORA D’ANGRI – UNIVERSITA’ PARTHENOPE
Napoli, Via Francesco Petrarca, 80, (Napoli)
Napoli, Via Francesco Petrarca, 80, (Napoli)
Orario di apertura
Giovedì 17 luglio 2025 - dalle 18.00 alle 22.00
Da venerdì 18 a sabato 19 luglio 2025 - dalle ore 9.00 alle ore 17.00
Vernissage
17 Luglio 2025, dalle 18.00 alle 22.00
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Produzione organizzazione
Patrocini




