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Franca Batich – Occidente
più di 50 opere di grande dimensione realizzate dall’artista dagli anni Ottanta ad oggi, la metà delle quali mai esposte al pubblico
Comunicato stampa
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“Franca Batich rappresenta una delle artiste più rappresentative del secondo Novecento triestino” scrive Accerboni “poiché attraverso un’inesausta ricerca ha saputo interpretare con nitida delicatezza e intensità, con tecnica ineccepibile e raffinata originalità le pulsioni di un’epoca, i suoi problemi e le sue emozioni.
Due sono gli ambiti d’intervento della pittrice, che rappresentano lo sfondo in cui lei colloca i suoi racconti interiori: il paesaggio, spesso inondato dal sole rosso del tramonto – non a caso la mostra s’intitola Occidente, quale riferimento culturale più che geografico - e il palcoscenico, in cui Batich dipinge il teatro della vita, le sue incertezze, i non sense e i suoi misteri, l’ignoto. Suggestioni surreali e allitterazioni picassiane, simbolismo e sintesi postmoderna sottendono il filo conduttore del racconto per immagini sospeso tra un velo di malinconia e la bellezza dell’orizzonte. Che infuocato, azzurro, grigio ‘scialbato’, come piaceva a Montale, dorato o bruciato come l’autunno, rappresenta pur sempre un confine.
Il paesaggio è dipinto come emozione e trasparenza di uno stato d’animo, le maschere, i Pierrot e i Pinocchi siamo noi tutti, appesi ai fili del destino e guidati inopinatamente verso l’inevitabile fine della rappresentazione.
Nello scandire la propria pittura con tratti delicati e magistrali, Batich è supportata da una tecnica ineffabile, che si avvale di materiali semplici e lievi (il perspex, i fili aggrovigliati che simbolizzano un coacervo di pensieri, collage trasparenti di carte, stoffe e perspex) e di ampie, efficaci campiture, che l’artista sa coniugare con personale, esplicito equilibrio.
Nella sua pittura e nei disegni s’intrecciano cromatismi intensi e matericità impalpabili, per tentare di svolgere il filo della vita e d’intuirne le ombre e le luci in un gioco elegante, tenace e profondo di riflessi, meditazione, ironici appunti”.
Due sono gli ambiti d’intervento della pittrice, che rappresentano lo sfondo in cui lei colloca i suoi racconti interiori: il paesaggio, spesso inondato dal sole rosso del tramonto – non a caso la mostra s’intitola Occidente, quale riferimento culturale più che geografico - e il palcoscenico, in cui Batich dipinge il teatro della vita, le sue incertezze, i non sense e i suoi misteri, l’ignoto. Suggestioni surreali e allitterazioni picassiane, simbolismo e sintesi postmoderna sottendono il filo conduttore del racconto per immagini sospeso tra un velo di malinconia e la bellezza dell’orizzonte. Che infuocato, azzurro, grigio ‘scialbato’, come piaceva a Montale, dorato o bruciato come l’autunno, rappresenta pur sempre un confine.
Il paesaggio è dipinto come emozione e trasparenza di uno stato d’animo, le maschere, i Pierrot e i Pinocchi siamo noi tutti, appesi ai fili del destino e guidati inopinatamente verso l’inevitabile fine della rappresentazione.
Nello scandire la propria pittura con tratti delicati e magistrali, Batich è supportata da una tecnica ineffabile, che si avvale di materiali semplici e lievi (il perspex, i fili aggrovigliati che simbolizzano un coacervo di pensieri, collage trasparenti di carte, stoffe e perspex) e di ampie, efficaci campiture, che l’artista sa coniugare con personale, esplicito equilibrio.
Nella sua pittura e nei disegni s’intrecciano cromatismi intensi e matericità impalpabili, per tentare di svolgere il filo della vita e d’intuirne le ombre e le luci in un gioco elegante, tenace e profondo di riflessi, meditazione, ironici appunti”.
14
ottobre 2005
Franca Batich – Occidente
Dal 14 al 30 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
BIBLIOTECA STATALE – PALAZZO MORPURGO
Trieste, Largo Papa Giovanni Xxiii, 6, (Trieste)
Trieste, Largo Papa Giovanni Xxiii, 6, (Trieste)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 9-18; sabato 9-13
Vernissage
14 Ottobre 2005, ore 17.30
Autore
Curatore




