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Francesca Gagliardi – sinopsie e sinestesie
Comunicato stampa
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Nel cortile retrostante la galleria un grande Gong in ottone, forgiato nelle fornaci di Jaipur in India, ha l’intento di mettere in risonanza e in connessione i vari luoghi toccati sottolineandone la storia: nel 2020 infatti Francesca Gagliardi ha partecipato a una residenza d’artista al Monte Verità, culminata l’anno successivo con una mostra alla Casa dei Russi. È proprio per l'importante significato di questo luogo che nasce e viene esposto per la prima volta uno dei grandi Gong.
Grazie a questa residenza sulla collina asconese Francesca viene a conoscenza della storia di Eranos e della figura della sua creatrice Olga Fröbe-Kapteyn anche lei artista e amante della cultura Orientale, nella quale Francesca si “riconosce” nel percorso creativo, nonché della importante figura di Jung e ne rimane affascinata. “Risonanze Gong”, viene così spostato dal Monte Verità alla Fondazione Eranos, dove è tuttora esposto.
Il Gong esposto a Tegna vuole essere la connessione, il trait d’union, l'eco con il discorso artistico iniziato al Monte Verità, che qui continua e si amplia mostrando una panoramica del lavoro dell’artista nel corso degli anni e sottolineandone le varie trasformazioni.
Il suono del grande Gong, simbolicamente, unisce in un percorso a ritroso i lavori di diversi periodi come nel racconto di un sogno dove appunto tutto è possibile e lo “spazio- tempo” non è più reale.
La mostra esce dai muri della galleria Mazzi e, in una sorta di esposizione diffusa, colloquia tramite mirati interventi artistici con gli spazi circostanti: il cortile; un’antica stalla rimasta inalterata nel tempo e il vecchio laboratorio ceramico di Carlo Mazzi, dove ancora oggi sono presenti il vecchio tornio sempre funzionante; gli utensili e gli stampi in gesso. Un omaggio all’artista e al luogo.
Al Monte Verità e alla Fondazione Eranos sono tuttora esposti e visibili al pubblico rispettivamente i lavori “Risonanze Lingam” e “Risonanze Gong”.
Le opere esposte a Tegna sono parte integrante del lavoro di Francesca Gagliardi che lei stessa definisce apotropaico, concetto particolarmente significativo nel difficile periodo storico che stiamo vivendo.
“Mandala” il grande scudo posato a terra ci accoglie in galleria, è l’impronta di un centrino di pizzo forgiata in bronzo e gioca sul significato di protezione. Un atto di protezione che è nell'istinto primordiale dell'essere umano. Il titolo, racconta l’artista, nasce da un suo incontro con una donna indiana, a Jaipur. “Tutte le mattine questa donna disegnava un mandala in gesso davanti a casa. Alla mia domanda: “Cosa significa?” rispose: “Serve a proteggere la casa, la mia famiglia”. Ho capito quello che inconsciamente stavo facendo, stavo compiendo lo stesso gesto solo con simboli a noi contemporanei.”
Il lavoro di Francesca è basato sugli opposti, sia come significato che come materia. Nella continua ricerca di trovare un equilibrio, il significato “vero” dell’opera, secondo l’artista, appare partendo dagli opposti, la ricerca dello – ying e yang – in ogni oggetto, le due polarità energetiche necessarie entrambe ad una ricerca di equilibrio. Non può esistere l'una senza l'altra. Nasce cosi' “Je m'oublie oublie-moi,” una serie di trucchi e rossetti realizzati prima in cera poi in vetro sulle sfumature del rosso che si riflettono in uno specchio. L'oggetto diventa un tutt'uno con il suo riflesso, con il suo opposto. Il guardare oltre, attraverso l'altrove per capirne il significato stesso. Un lavoro incentrato sulla seduzione, anch'essa un istinto primordiale, che inevitabilmente l’ha portata alla ricerca del suo ossimoro con l’opera “Lance” dove lo stesso simbolo, il rossetto appunto, attraverso il solo cambiamento della materia, questa volta il bronzo, perde la proprietà seduttiva per ottenere quella di difesa. Diventano “armi di seduzione e armi di difesa”, che sono i temi principali della poetica di Francesca, due istinti primari e necessari all’uomo per la continuità della specie.
E così si procede attraverso un linguaggio per metamorfosi dal significato alla materia.
Francesca Gagliardi, che si è formata all’accademia di Belle Arti di Brera a Milano, vive e lavora ad Ameno (NO). Dal 2000 espone regolarmente in Italia e all’estero ed è professionalmente molto legata al Ticino e alla Svizzera.
La mostra è accompagnata dal libro “Francesca Gagliardi Jaipur drawings” Edizioni Sottoscala in collaborazione con le Editions Notari e dall’ Ebook “Risonanze” Progetto editoriale a cura di THAT’S CONTEMPORARY Milano, che verranno presentati in galleria nel corso dell’estate.
La mostra è curata e presentata da Marco Tagliafierro
Grazie a questa residenza sulla collina asconese Francesca viene a conoscenza della storia di Eranos e della figura della sua creatrice Olga Fröbe-Kapteyn anche lei artista e amante della cultura Orientale, nella quale Francesca si “riconosce” nel percorso creativo, nonché della importante figura di Jung e ne rimane affascinata. “Risonanze Gong”, viene così spostato dal Monte Verità alla Fondazione Eranos, dove è tuttora esposto.
Il Gong esposto a Tegna vuole essere la connessione, il trait d’union, l'eco con il discorso artistico iniziato al Monte Verità, che qui continua e si amplia mostrando una panoramica del lavoro dell’artista nel corso degli anni e sottolineandone le varie trasformazioni.
Il suono del grande Gong, simbolicamente, unisce in un percorso a ritroso i lavori di diversi periodi come nel racconto di un sogno dove appunto tutto è possibile e lo “spazio- tempo” non è più reale.
La mostra esce dai muri della galleria Mazzi e, in una sorta di esposizione diffusa, colloquia tramite mirati interventi artistici con gli spazi circostanti: il cortile; un’antica stalla rimasta inalterata nel tempo e il vecchio laboratorio ceramico di Carlo Mazzi, dove ancora oggi sono presenti il vecchio tornio sempre funzionante; gli utensili e gli stampi in gesso. Un omaggio all’artista e al luogo.
Al Monte Verità e alla Fondazione Eranos sono tuttora esposti e visibili al pubblico rispettivamente i lavori “Risonanze Lingam” e “Risonanze Gong”.
Le opere esposte a Tegna sono parte integrante del lavoro di Francesca Gagliardi che lei stessa definisce apotropaico, concetto particolarmente significativo nel difficile periodo storico che stiamo vivendo.
“Mandala” il grande scudo posato a terra ci accoglie in galleria, è l’impronta di un centrino di pizzo forgiata in bronzo e gioca sul significato di protezione. Un atto di protezione che è nell'istinto primordiale dell'essere umano. Il titolo, racconta l’artista, nasce da un suo incontro con una donna indiana, a Jaipur. “Tutte le mattine questa donna disegnava un mandala in gesso davanti a casa. Alla mia domanda: “Cosa significa?” rispose: “Serve a proteggere la casa, la mia famiglia”. Ho capito quello che inconsciamente stavo facendo, stavo compiendo lo stesso gesto solo con simboli a noi contemporanei.”
Il lavoro di Francesca è basato sugli opposti, sia come significato che come materia. Nella continua ricerca di trovare un equilibrio, il significato “vero” dell’opera, secondo l’artista, appare partendo dagli opposti, la ricerca dello – ying e yang – in ogni oggetto, le due polarità energetiche necessarie entrambe ad una ricerca di equilibrio. Non può esistere l'una senza l'altra. Nasce cosi' “Je m'oublie oublie-moi,” una serie di trucchi e rossetti realizzati prima in cera poi in vetro sulle sfumature del rosso che si riflettono in uno specchio. L'oggetto diventa un tutt'uno con il suo riflesso, con il suo opposto. Il guardare oltre, attraverso l'altrove per capirne il significato stesso. Un lavoro incentrato sulla seduzione, anch'essa un istinto primordiale, che inevitabilmente l’ha portata alla ricerca del suo ossimoro con l’opera “Lance” dove lo stesso simbolo, il rossetto appunto, attraverso il solo cambiamento della materia, questa volta il bronzo, perde la proprietà seduttiva per ottenere quella di difesa. Diventano “armi di seduzione e armi di difesa”, che sono i temi principali della poetica di Francesca, due istinti primari e necessari all’uomo per la continuità della specie.
E così si procede attraverso un linguaggio per metamorfosi dal significato alla materia.
Francesca Gagliardi, che si è formata all’accademia di Belle Arti di Brera a Milano, vive e lavora ad Ameno (NO). Dal 2000 espone regolarmente in Italia e all’estero ed è professionalmente molto legata al Ticino e alla Svizzera.
La mostra è accompagnata dal libro “Francesca Gagliardi Jaipur drawings” Edizioni Sottoscala in collaborazione con le Editions Notari e dall’ Ebook “Risonanze” Progetto editoriale a cura di THAT’S CONTEMPORARY Milano, che verranno presentati in galleria nel corso dell’estate.
La mostra è curata e presentata da Marco Tagliafierro
08
maggio 2022
Francesca Gagliardi – sinopsie e sinestesie
Dall'otto maggio al 14 agosto 2022
arte contemporanea
Location
GALLERIA CARLO MAZZI
Tegna, Via Cantonale, (Locarno)
Tegna, Via Cantonale, (Locarno)
Orario di apertura
Venerdì e domenica 15-18
Vernissage
8 Maggio 2022, 10.30
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
Patrocini