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Franz Borghese
antologica
Comunicato stampa
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Nella suggestiva sede del Refettorio Quattrocentesco di Palazzo Venezia, Roma, verrà inaugurata mercoledì 14 settembre 2005, alle ore 19 (conferenza stampa stesso giorno ore 12:00), un’importante mostra antologica di uno fra i maggiori artisti italiani contemporanei: Franz Borghese. Curata da Giovanni Faccenda, direttore della Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo, la rassegna, che ordina una quarantina di opere scelte del Maestro dal 1969 ad oggi, si avvale anche degli illustri contributi del Prof. Salvatore Italia, Capo Dipartimento nel Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e del Prof. Claudio Strinati, Soprintendente del Polo Museale Romano.
Franz Borghese (Roma, 1941) è considerato dalla critica più autorevole una fra le figure di maggiore spicco dello scenario artistico italiano. La sua pittura, oltre ad incontrare il favore degli osservatori più sensibili, da sempre riscuote grande successo fra il pubblico e gli addetti ai lavori. Mostre significative di Borghese sono state organizzate in passato, come nel passato più recente, nei posti pubblici più illustri, sia in Italia che all’estero. Sue opere si trovano collocate in importantissime raccolte private, fondazioni e istituzioni pubbliche.
Nota esegetica
Viene in mente Schopenhauer: «La vita è un pendolo che oscilla fra il dolore e la noia.» Probabilmente perché una parte dell’espressionismo di Franz Borghese è compreso fra questi due poli, che, imprescindibili, sovente governano il destino di molti esseri umani.
In questo recinto virtuale, dove da sempre albergano verità e disillusione, vanità e cinismo, sono maturate le opere selezionate per questa mostra antologica ricca d’interesse e di significati.
Tante le chiavi di lettura offerte, a cominciare da un’analisi acuta sulla condizione dell’uomo contemporaneo, che si ritrova, confuso e smarrito, solo in mezzo agli altri e in un quotidiano che neppure gli appartiene.
Tornano, così, a imporsi alcuni capisaldi che hanno valorizzato la figura di Borghese fra quelle di maggiore interesse nel contesto artistico dell’ultimo trentennio: la sua capacità di distillare dalla realtà quotidiana umori e suggestioni intense, ma anche il malinconico dipanarsi di un filone narrativo sovente rivelatore di effervescenze introspettive piuttosto inquiete.
Questa oscura caratteristica, rimasta a livello embrionale nella non facile lettura di una pittura che certo affonda le proprie radici in esperienze passate – prima fra tutte quella dei grandi pittori espressionisti tedeschi, senza naturalmente dimenticare Attalo e Maccari – sembra infatti consolidarsi nel tempo come il denominatore comune di una realtà profondamente interiorizzata tanto nei protagonisti più dichiarati come nelle anonime figure, nella misurata presenza di tracce da leggere come segni di qualcosa che è stato e non può più essere.
Così, dinanzi a quel palcoscenico immaginario che è la vita, un autore tanto ispirato come Borghese arriva ogni volta a raccontarsi e a raccontare, attraverso gustose allegorie, una storia che non conosce l’inverosimile, scegliendo episodi, aneddoti, momenti che appartengono a un quotidiano fatto ora di noia ora di imbarazzante protagonismo, un tempo sempre sul punto di rivelarsi per quel niente che è, una farsa di ovvietà e situazioni spente, in cui, a pensarci bene, le uniche cose veramente accese sono i mozziconi delle sigarette che esibiscono, con invadente disinvoltura, i vari soggetti ritratti.
Franz Borghese (Roma, 1941) è considerato dalla critica più autorevole una fra le figure di maggiore spicco dello scenario artistico italiano. La sua pittura, oltre ad incontrare il favore degli osservatori più sensibili, da sempre riscuote grande successo fra il pubblico e gli addetti ai lavori. Mostre significative di Borghese sono state organizzate in passato, come nel passato più recente, nei posti pubblici più illustri, sia in Italia che all’estero. Sue opere si trovano collocate in importantissime raccolte private, fondazioni e istituzioni pubbliche.
Nota esegetica
Viene in mente Schopenhauer: «La vita è un pendolo che oscilla fra il dolore e la noia.» Probabilmente perché una parte dell’espressionismo di Franz Borghese è compreso fra questi due poli, che, imprescindibili, sovente governano il destino di molti esseri umani.
In questo recinto virtuale, dove da sempre albergano verità e disillusione, vanità e cinismo, sono maturate le opere selezionate per questa mostra antologica ricca d’interesse e di significati.
Tante le chiavi di lettura offerte, a cominciare da un’analisi acuta sulla condizione dell’uomo contemporaneo, che si ritrova, confuso e smarrito, solo in mezzo agli altri e in un quotidiano che neppure gli appartiene.
Tornano, così, a imporsi alcuni capisaldi che hanno valorizzato la figura di Borghese fra quelle di maggiore interesse nel contesto artistico dell’ultimo trentennio: la sua capacità di distillare dalla realtà quotidiana umori e suggestioni intense, ma anche il malinconico dipanarsi di un filone narrativo sovente rivelatore di effervescenze introspettive piuttosto inquiete.
Questa oscura caratteristica, rimasta a livello embrionale nella non facile lettura di una pittura che certo affonda le proprie radici in esperienze passate – prima fra tutte quella dei grandi pittori espressionisti tedeschi, senza naturalmente dimenticare Attalo e Maccari – sembra infatti consolidarsi nel tempo come il denominatore comune di una realtà profondamente interiorizzata tanto nei protagonisti più dichiarati come nelle anonime figure, nella misurata presenza di tracce da leggere come segni di qualcosa che è stato e non può più essere.
Così, dinanzi a quel palcoscenico immaginario che è la vita, un autore tanto ispirato come Borghese arriva ogni volta a raccontarsi e a raccontare, attraverso gustose allegorie, una storia che non conosce l’inverosimile, scegliendo episodi, aneddoti, momenti che appartengono a un quotidiano fatto ora di noia ora di imbarazzante protagonismo, un tempo sempre sul punto di rivelarsi per quel niente che è, una farsa di ovvietà e situazioni spente, in cui, a pensarci bene, le uniche cose veramente accese sono i mozziconi delle sigarette che esibiscono, con invadente disinvoltura, i vari soggetti ritratti.
14
settembre 2005
Franz Borghese
Dal 14 settembre al 16 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
PALAZZO VENEZIA
Roma, Via Del Plebiscito, 118, (Roma)
Roma, Via Del Plebiscito, 118, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì alla domenica 10-19
Vernissage
14 Settembre 2005, ore 19
Editore
MASSO DELLE FATE
Autore
Curatore




