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Garibaldi: immagini del mito tra arte, fotografia e cinema
mostra di iconografie garibaldine all’interno dei festeggiamenti per la ricorrenza del Bicentenario della morte dell’Eroe
Comunicato stampa
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Tra i maggiori protagonisti del nostro Risorgimento, Garibaldi è stato, per la risonanza delle sue gesta ed il fascino esercitato, la figura certamente più popolare anche a livello internazionale e quella in cui si è maggiormente riconosciuto l’immaginario collettivo.
Di conseguenza la sua iconografia ha avuto una diffusione la cui vastità, davvero impressionante, non ha riscontro per nessun altro personaggio della storia italiana.
La sua immagine, soprattutto dopo l’Unità, ha circolato ovunque e ad ogni livello, transitando nei media più disparati, dalla pittura alla fotografia, dalla scultura all’illustrazione, più di recente dal cinema alla televisione.
La mostra di iconografie garibaldine, voluta dalla Pinacoteca comunale all’interno dei festeggiamenti per la ricorrenza del Bicentenario della morte dell’Eroe ed allestita nelle sale espositive di Palazzo di Primavera, sarà inaugurata il 13 ottobre ‘07 alle ore 17.00, offrendo ai visitatori ed ai curiosi la possibilità di ripercorrere l’evolversi del mito garibaldino dagli esordi di metà ‘800, quando l’Eroe era ancora in vita, a gran parte del secolo che da poco ci siamo lasciati alle spalle.
I curatori, Domenico Cialfi e Michael G. Giacob, attingendo ai soli depositi pubblici locali, più consistentemente a quelli di privati collezionisti e senza pretese di completezza, oltre a dar conto con riproduzioni fotografiche della fase celebrativa post-risorgimentale in dimensione locale, invita a rilevare, attraverso esempi, la continuità di ispirazione nell’arte colta della figura dell’Eroe e si spinge, poi, ad indagare il consolidamento del mito attraverso la fotografia e una enorme quantità di litografie, oleografie, incisioni e stampe che invasero la penisola e l’Europa, traducendosi anche in oggettistica quotidiana di facile divulgazione e in arte di propaganda.
Arte colta, quindi, ma anche tutta una produzione dal “basso” a testimonianza che Garibaldi è stato l’eroe popolare per eccellenza.
Fu un mito straordinario che si manifestò con mille sfaccettature e su diversi versanti e non colpisce solo la diffusione, ma anche la durata del mito: mentre la memoria degli altri protagonisti del Risorgimento andò dissolvendosi, per depositarsi nel chiuso dei musei dedicati a quel periodo storico, la leggenda di Garibaldi ha continuato a coinvolgere ancora gli artisti, come confermano, tra fine ‘800 e primo ‘900, i casi eccellenti del rinnovamento artistico in quella tornata di tempo (in mostra un’iconografia garibaldina di Dall’Oca Bianca e una prefuturista e divisionista di Garardo Dottori) o in pieno Neorealismo, negli anni che seguirono il secondo conflitto mondiale, il caso di Renato Guttuso che ha fatto di Garibaldi l’eroe dei suoi quadri più epici e coinvolgenti, basti rammentare la vasta tela de “La battaglia di Ponte dell’Ammiraglio” (documentata in mostra, originale è intrasportabile, con una pregevole litografia a colori, firmata dall’artista, proprietà del Consiglio regionale umbro).
Gli esempi iconografici che si protraggono nel corso del ‘900 consentono di ripercorrere l’evolversi dell’immagine garibaldina e parallelamente la declinazione del mito che la circonda.
Sono temi ed immagini che hanno attraversato le culture politiche tra ‘800 e ‘900, utilizzati in forma di amplificatori mediatici, perché il mito di Garibaldi c’era ed era profondamente radicato nella gente comune.
Completa l’esposizione un montaggio di immagini in movimento desunte da film del passato, capaci ancora di coinvolgere ed appassionare.
Domenico Cialfi
Di conseguenza la sua iconografia ha avuto una diffusione la cui vastità, davvero impressionante, non ha riscontro per nessun altro personaggio della storia italiana.
La sua immagine, soprattutto dopo l’Unità, ha circolato ovunque e ad ogni livello, transitando nei media più disparati, dalla pittura alla fotografia, dalla scultura all’illustrazione, più di recente dal cinema alla televisione.
La mostra di iconografie garibaldine, voluta dalla Pinacoteca comunale all’interno dei festeggiamenti per la ricorrenza del Bicentenario della morte dell’Eroe ed allestita nelle sale espositive di Palazzo di Primavera, sarà inaugurata il 13 ottobre ‘07 alle ore 17.00, offrendo ai visitatori ed ai curiosi la possibilità di ripercorrere l’evolversi del mito garibaldino dagli esordi di metà ‘800, quando l’Eroe era ancora in vita, a gran parte del secolo che da poco ci siamo lasciati alle spalle.
I curatori, Domenico Cialfi e Michael G. Giacob, attingendo ai soli depositi pubblici locali, più consistentemente a quelli di privati collezionisti e senza pretese di completezza, oltre a dar conto con riproduzioni fotografiche della fase celebrativa post-risorgimentale in dimensione locale, invita a rilevare, attraverso esempi, la continuità di ispirazione nell’arte colta della figura dell’Eroe e si spinge, poi, ad indagare il consolidamento del mito attraverso la fotografia e una enorme quantità di litografie, oleografie, incisioni e stampe che invasero la penisola e l’Europa, traducendosi anche in oggettistica quotidiana di facile divulgazione e in arte di propaganda.
Arte colta, quindi, ma anche tutta una produzione dal “basso” a testimonianza che Garibaldi è stato l’eroe popolare per eccellenza.
Fu un mito straordinario che si manifestò con mille sfaccettature e su diversi versanti e non colpisce solo la diffusione, ma anche la durata del mito: mentre la memoria degli altri protagonisti del Risorgimento andò dissolvendosi, per depositarsi nel chiuso dei musei dedicati a quel periodo storico, la leggenda di Garibaldi ha continuato a coinvolgere ancora gli artisti, come confermano, tra fine ‘800 e primo ‘900, i casi eccellenti del rinnovamento artistico in quella tornata di tempo (in mostra un’iconografia garibaldina di Dall’Oca Bianca e una prefuturista e divisionista di Garardo Dottori) o in pieno Neorealismo, negli anni che seguirono il secondo conflitto mondiale, il caso di Renato Guttuso che ha fatto di Garibaldi l’eroe dei suoi quadri più epici e coinvolgenti, basti rammentare la vasta tela de “La battaglia di Ponte dell’Ammiraglio” (documentata in mostra, originale è intrasportabile, con una pregevole litografia a colori, firmata dall’artista, proprietà del Consiglio regionale umbro).
Gli esempi iconografici che si protraggono nel corso del ‘900 consentono di ripercorrere l’evolversi dell’immagine garibaldina e parallelamente la declinazione del mito che la circonda.
Sono temi ed immagini che hanno attraversato le culture politiche tra ‘800 e ‘900, utilizzati in forma di amplificatori mediatici, perché il mito di Garibaldi c’era ed era profondamente radicato nella gente comune.
Completa l’esposizione un montaggio di immagini in movimento desunte da film del passato, capaci ancora di coinvolgere ed appassionare.
Domenico Cialfi
13
ottobre 2007
Garibaldi: immagini del mito tra arte, fotografia e cinema
Dal 13 ottobre al 13 novembre 2007
Location
PALAZZO PRIMAVERA
Terni, Via Giordano Bruno, 3, (Terni)
Terni, Via Giordano Bruno, 3, (Terni)
Vernissage
13 Ottobre 2007, ore 17.00




