Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Geometrie Interiori
Con Geometrie Interiori, Livia Sciorilli Borrelli presenta un corpus di opere che si muove con grazia e intensità tra i territori della memoria, dell’astrazione e della materia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Con Geometrie Interiori, Livia Sciorilli Borrelli presenta un corpus di opere che si muove con grazia e intensità tra i territori della memoria, dell’astrazione e della materia. Il suo linguaggio artistico, costruito attraverso la pratica paziente e meditativa dell’uncinetto, si rivela insieme gesto e metafora: un intreccio di ricordi, texture e tempo.
L’estetica che ne emerge richiama la grammatica visiva delle prime avanguardie dell’astrazione geometrica, evocando la compostezza rigorosa di figure come Kazimir Malevič e Piet Mondrian. Ma laddove quelle poetiche si affidavano a cromie primarie e a riduzionismi utopici, Sciorilli Borrelli risponde con una tavolozza sobria e organica, con forme essenziali che non impongono, ma accolgono. La sua geometria non è rigida, bensì porosa, permeata di risonanze interiori.
Al centro della sua pratica vi è il gesto antico e umile dell’uncinetto, qui elevato a rituale contemplativo. I fili che impiega non sono neutri: provengono da coperte, abiti e tessuti domestici riciclati, oggetti un tempo vissuti e oggi trasfigurati in opere d’arte. Questi materiali, impregnati di storia personale, si fanno superficie narrativa, stratificazione affettiva, luogo di metamorfosi. Il ritmo ripetuto della tessitura diventa gesto meditativo, atto che unisce il fare manuale a un processo di interiorizzazione e trascendenza.
Il titolo stesso della mostra, Geometrie Interiori, ne dichiara la direzione poetica e filosofica. La geometria, qui, non è vincolo formale, ma struttura simbolica, architettura dell’anima: uno spazio mentale in cui la vulnerabilità trova forma, la memoria assume peso, e l’emozione si rende visibile.
L’opera di Sciorilli Borrelli dialoga idealmente con quella di Maria Lai, che vedeva nel filo un ponte tra mondi — tra il visibile e l’invisibile, il ricordo e l’immaginazione. Anche in questo caso, il filo non è solo materia, ma linguaggio: le trame dell’artista aprono un dialogo silenzioso con l’osservatore, non impongono letture ma suggeriscono percorsi interiori. Le sue opere chiedono non solo di essere guardate, ma di essere ascoltate.
Nel panorama attuale, in cui l’arte tessile ha riconquistato un ruolo centrale nella riflessione contemporanea, Livia Sciorilli Borrelli si inserisce con voce personale e distintiva. La sua pratica non è solo recupero di una tecnica, ma atto critico e poetico, in cui il confine tra arte visiva e artigianato si dissolve, dando vita a forme nuove, aperte e generative.
Un elemento fondante della sua poetica è l’accettazione dell’imperfezione, intesa non come difetto, ma come traccia, come testimonianza, come forma di verità. L’artista guarda con profonda affinità al Kintsugi, l’arte giapponese di riparare con l’oro ciò che è rotto: un’estetica della ferita visibile, della bellezza che nasce dalla fragilità e dal ricongiungimento. Ogni filo, ogni nodo, ogni cucitura diventa così un segno di trasformazione, in cui il personale si fa universale, e ciò che è spezzato, prezioso.
Geometrie Interiori non è dunque soltanto una mostra, ma uno spazio di rivelazione silenziosa, dove forma e sentimento si intrecciano. Livia Sciorilli Borrelli ci consegna una visione dell’arte come gesto di cura, come memoria resa tangibile, come geometria attraversata dalla mano e dalla vita.
Livia Sciorilli Borrelli, Nata e cresciuta a Roma, laureata in matematica, ha vissuto per più di 10 anni nella campagna toscana.
Qui inizia la ricerca per dare contenuto a quello che da principio era gioco: il desiderio di dare senso e continuità a materiali ormai scartati.
La rielaborazione, il dare nuova vita a questi materiali, in particolare filati, anche disfacendo vecchie cose e utilizzando avanzi di altre lavorazioni, è cifra costante nel suo percorso.
Filati e lavori che, però, devono essere naturali, piacevoli da toccare, di vera lana. In questo ha sicuramente una componente ‘genetica’, in quanto sua madre proveniva da una famiglia di industriali tessili arrivati in Italia dalla Germania all’inizio del ‘900.
Da lei ha acquisito la passione per i ‘buoni’ tessuti, naturali, che procurino piacere al tocco. Nutre una profonda avversione nei confronti dello spreco, sia di cose sia di tempo. Il caso ha un ruolo importante nel suo lavoro, e se vede qualcosa che la colpisce, fosse anche solo un accostamento di colori, nasce in lei il desiderio di tradurlo in un nuovo lavoro.
Ama la possibilità di trasferire una sua emozione in un’opera concreta, scegliendo soggetto, colore, dimensione e concedendosi la libertà di cambiare l’idea iniziale in base al risultato che via via ottiene. Il progetto iniziale è passibile di variazioni, di modifiche rispetto all’idea iniziale, anche di imperfezioni che andranno a costituire un lavoro unico e irripetibile.
L’estetica che ne emerge richiama la grammatica visiva delle prime avanguardie dell’astrazione geometrica, evocando la compostezza rigorosa di figure come Kazimir Malevič e Piet Mondrian. Ma laddove quelle poetiche si affidavano a cromie primarie e a riduzionismi utopici, Sciorilli Borrelli risponde con una tavolozza sobria e organica, con forme essenziali che non impongono, ma accolgono. La sua geometria non è rigida, bensì porosa, permeata di risonanze interiori.
Al centro della sua pratica vi è il gesto antico e umile dell’uncinetto, qui elevato a rituale contemplativo. I fili che impiega non sono neutri: provengono da coperte, abiti e tessuti domestici riciclati, oggetti un tempo vissuti e oggi trasfigurati in opere d’arte. Questi materiali, impregnati di storia personale, si fanno superficie narrativa, stratificazione affettiva, luogo di metamorfosi. Il ritmo ripetuto della tessitura diventa gesto meditativo, atto che unisce il fare manuale a un processo di interiorizzazione e trascendenza.
Il titolo stesso della mostra, Geometrie Interiori, ne dichiara la direzione poetica e filosofica. La geometria, qui, non è vincolo formale, ma struttura simbolica, architettura dell’anima: uno spazio mentale in cui la vulnerabilità trova forma, la memoria assume peso, e l’emozione si rende visibile.
L’opera di Sciorilli Borrelli dialoga idealmente con quella di Maria Lai, che vedeva nel filo un ponte tra mondi — tra il visibile e l’invisibile, il ricordo e l’immaginazione. Anche in questo caso, il filo non è solo materia, ma linguaggio: le trame dell’artista aprono un dialogo silenzioso con l’osservatore, non impongono letture ma suggeriscono percorsi interiori. Le sue opere chiedono non solo di essere guardate, ma di essere ascoltate.
Nel panorama attuale, in cui l’arte tessile ha riconquistato un ruolo centrale nella riflessione contemporanea, Livia Sciorilli Borrelli si inserisce con voce personale e distintiva. La sua pratica non è solo recupero di una tecnica, ma atto critico e poetico, in cui il confine tra arte visiva e artigianato si dissolve, dando vita a forme nuove, aperte e generative.
Un elemento fondante della sua poetica è l’accettazione dell’imperfezione, intesa non come difetto, ma come traccia, come testimonianza, come forma di verità. L’artista guarda con profonda affinità al Kintsugi, l’arte giapponese di riparare con l’oro ciò che è rotto: un’estetica della ferita visibile, della bellezza che nasce dalla fragilità e dal ricongiungimento. Ogni filo, ogni nodo, ogni cucitura diventa così un segno di trasformazione, in cui il personale si fa universale, e ciò che è spezzato, prezioso.
Geometrie Interiori non è dunque soltanto una mostra, ma uno spazio di rivelazione silenziosa, dove forma e sentimento si intrecciano. Livia Sciorilli Borrelli ci consegna una visione dell’arte come gesto di cura, come memoria resa tangibile, come geometria attraversata dalla mano e dalla vita.
Livia Sciorilli Borrelli, Nata e cresciuta a Roma, laureata in matematica, ha vissuto per più di 10 anni nella campagna toscana.
Qui inizia la ricerca per dare contenuto a quello che da principio era gioco: il desiderio di dare senso e continuità a materiali ormai scartati.
La rielaborazione, il dare nuova vita a questi materiali, in particolare filati, anche disfacendo vecchie cose e utilizzando avanzi di altre lavorazioni, è cifra costante nel suo percorso.
Filati e lavori che, però, devono essere naturali, piacevoli da toccare, di vera lana. In questo ha sicuramente una componente ‘genetica’, in quanto sua madre proveniva da una famiglia di industriali tessili arrivati in Italia dalla Germania all’inizio del ‘900.
Da lei ha acquisito la passione per i ‘buoni’ tessuti, naturali, che procurino piacere al tocco. Nutre una profonda avversione nei confronti dello spreco, sia di cose sia di tempo. Il caso ha un ruolo importante nel suo lavoro, e se vede qualcosa che la colpisce, fosse anche solo un accostamento di colori, nasce in lei il desiderio di tradurlo in un nuovo lavoro.
Ama la possibilità di trasferire una sua emozione in un’opera concreta, scegliendo soggetto, colore, dimensione e concedendosi la libertà di cambiare l’idea iniziale in base al risultato che via via ottiene. Il progetto iniziale è passibile di variazioni, di modifiche rispetto all’idea iniziale, anche di imperfezioni che andranno a costituire un lavoro unico e irripetibile.
24
settembre 2025
Geometrie Interiori
Dal 24 settembre al 06 ottobre 2025
arte contemporanea
Location
Circolo degli Esteri
Roma, Lungotevere dell'Acqua Acetosa, 42, (RM)
Roma, Lungotevere dell'Acqua Acetosa, 42, (RM)
Orario di apertura
10:00 - 18:00
Vernissage
23 Settembre 2025, 18:30, su invito
Autore
Curatore





