Negli spazi suggestivi della Rocca di Umbertide (PG), da anni adibita ad esposizioni di arte contemporanea nazionale ed internazionale, Gianfranco Zappettini espone la sua recente produzione, tutta accentrata sul “blu”.
Zappettini viene dalla Pittura analitica degli anni ’70 ed ha partecipato a tutte le più importanti iniziative di questo movimento, fino alla Documenta 6 di Kassel nel 1977.
In questo periodo la sua pittura – eseguita con il rullo e colori industriali, così l’artista poteva sottolineare l’aspetto del “lavoro” nel fare pittura – usava solo il colore bianco, i cui passaggi, velature, sovrapposizioni, evitavano la monotonia della monocromia assoluta.
Dopo un periodo di riflessione e di sperimentazioni, Zappettini nell’ultimo decennio si ritrova a dipingere (ora, finite le motivazioni ideologiche degli anni ’70, anche con il pennello) con il blu, colore assoluto e di forti implicazioni simboliche.
L’artista così riesce, con una pittura rigorosamente astratta e monocroma, ma non aliena da inserimenti di altri colori, anche preziosi come l’argento e l’oro, ad esprimere una sua raggiunta e conquistata dimensione altamente spirituale che proprio il blu, colore del cielo e della notte, del profondo e dell’infinito, può meglio rendere.
L’esposizione vede articolarsi, nelle antiche sale della Rocca, più di trenta opere (molte di grandi dimensioni), che scandiscono il labirintico percorso con la loro forza visiva, capace di dare, contemporaneamente, una calma emozione ma anche un invito ad una pensosa riflessione.
