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Gianni Lizio – Dall’incanto dei sensi
Nel suo lavoro artistico, articolato come una autobiografia analogica, Lizio tratta la superficie pittorica come un enorme alfabeto orizzontale dove poter ricostruire la mappa di un lungo racconto interiore, ricercando l’archetipo della memoria e recuperando un’antica purezza di gesti perduti.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Gianni Lizio, nato a Napoli nel 1948, vive nei Campi Flegrei dal 1952 al 1965 territorio del mito e crocevia di culture antichissime e varie ma ancor di più "contrada dell'immaginario". Compiuti gli studi all'Accademia di Belle Arti di Napoli, si trasferisce a Roma dove vince una borsa di studio del Centro Sperimentale di Cinematografia diretto da Roberto Rossellini. Convinto delle enormi potenzialità offerte dall'uso degli audiovisivi, si dedica ad un attento lavoro di ricerca sui mezzi di ripresa cinematografica e televisiva.
A Napoli continua la sua ricerca estetica nel campo della pittura approfondendo con rapporti di ricambio continuo gli stimoli e i motivi derivanti dall'esperienza cinematografica.
È del 1971 una mostra al Centro Arte Europa, dove, in uno spazio scenografico, espone oggetti ibernati che la memoria ha recuperato come relitti di un tempo sopravvissuto o se stesso. In seguito, col verificare l'uso e la funzione sociale dei suoi mezzi espressivi, la sua produzione artistica ha come oggetto la realtà sociale. La città, la campagna, la periferia, sono i temi che propone e sviluppa in una mostra del 1973 organizzata dal Comune di Ferrara.
Nel 1974 pubblica "Una favola moderna" dove le immagini e le frasi sono unite in una sola sequenza e parlano chiaramente dei problemi più profondi della nostra società che ricadono implacabilmente sul bambino. In questo periodo si innesta la ricerca pedagogica che Lizio porta avanti all'interno dell'insegnamento scolastico.
Successivamente opera sul territorio flegreo riproponendo il paesaggio come progetto dell'uomo sulla natura, il litorale flegreo diventa momento conoscitivo della storia del paesaggio e dei cicli produttivi che su di esso hanno inciso. Ma la realtà urbana è ciò che lo affascina e così in una personale "La città gentile" questa realtà è raccontata con tratti di matita e pastello ed è una "realtà a mezz'aria tra ricordi infantili e la consolazione del presente...". Nel suo lavoro artistico, articolato come una autobiografia analogica, Lizio tratta la superficie pittorica come un enorme alfabeto orizzontale dove poter ricostruire la mappa di un lungo racconto interiore, ricercando l'archetipo della memoria e recuperando un'antica purezza di gesti perduti.
A Napoli continua la sua ricerca estetica nel campo della pittura approfondendo con rapporti di ricambio continuo gli stimoli e i motivi derivanti dall'esperienza cinematografica.
È del 1971 una mostra al Centro Arte Europa, dove, in uno spazio scenografico, espone oggetti ibernati che la memoria ha recuperato come relitti di un tempo sopravvissuto o se stesso. In seguito, col verificare l'uso e la funzione sociale dei suoi mezzi espressivi, la sua produzione artistica ha come oggetto la realtà sociale. La città, la campagna, la periferia, sono i temi che propone e sviluppa in una mostra del 1973 organizzata dal Comune di Ferrara.
Nel 1974 pubblica "Una favola moderna" dove le immagini e le frasi sono unite in una sola sequenza e parlano chiaramente dei problemi più profondi della nostra società che ricadono implacabilmente sul bambino. In questo periodo si innesta la ricerca pedagogica che Lizio porta avanti all'interno dell'insegnamento scolastico.
Successivamente opera sul territorio flegreo riproponendo il paesaggio come progetto dell'uomo sulla natura, il litorale flegreo diventa momento conoscitivo della storia del paesaggio e dei cicli produttivi che su di esso hanno inciso. Ma la realtà urbana è ciò che lo affascina e così in una personale "La città gentile" questa realtà è raccontata con tratti di matita e pastello ed è una "realtà a mezz'aria tra ricordi infantili e la consolazione del presente...". Nel suo lavoro artistico, articolato come una autobiografia analogica, Lizio tratta la superficie pittorica come un enorme alfabeto orizzontale dove poter ricostruire la mappa di un lungo racconto interiore, ricercando l'archetipo della memoria e recuperando un'antica purezza di gesti perduti.
18
settembre 2004
Gianni Lizio – Dall’incanto dei sensi
Dal 18 settembre al 16 ottobre 2004
arte contemporanea
Location
MANN – MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
Napoli, Piazza Museo Nazionale, 19, (Napoli)
Napoli, Piazza Museo Nazionale, 19, (Napoli)
Biglietti
(compreso nella visita al museo) 6.50€; ridotto: 3.25 € per i cittadini dell’Unione Europea con età compresa tra i 18 e i 25 anni; gratuito per i cittadini dell’Unione Europea sotto i 18 e sopra i 65 anni
Orario di apertura
tutti i giorni 9.00 – 19; chiuso il martedì
Vernissage
18 Settembre 2004, ore 11.00
Sito web
www.ilcerchioeilfuoco.it
Curatore




