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Giorgio Morganti – Origine della Forma delle lettere dell’alfabeto
Foto-grafìe
Comunicato stampa
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(...) Giorgio Morganti - nel suo indagare alle origini delle forme - individua nella cavità orale e nel suo rapporto con l’emissione di fiato, la radice per così dire “corporea” della nascità delle lettere. Già in passato lo aveva fatto con i numeri e la posizione delle dita nell’atto di contare, ora ci presenta 21 tavole con la sezione longitudinale del cavo orale e le lettere, disegnate in pastello rosso, che si edificano in essa. Palato, lingua trachea, denti, fiato sono elementi costitutivi di un complesso sistema interattivo e Morganti si cala in una creativa, leonardiana ricerca nell’antropomorfismo della lettera. Un’intuizione dapprima “visiva” che l’artista milanese elabora da tempo e sviluppa in seguito graficamente.
Questo alfabeto corporeo/umano è, alla fine, un opera concettuale, un discorso sulla comunicazione, sulla presenza. Comunicazione come trasmissione e quindi passaggio di cultura, tradizione storica. Un passaggio che non si avvale soltanto di operazioni astrattive dell’intelletto, ma che implica tutto l’essere umano, in un continuo interagire corpo-segno. L’indagare di Morganti è un atto creativo e insieme un tributo all’uomo nella sua interezza, nella sua forma terrena-terrestre legata inscindibilmente a quella più eterea del pensiero.
L’interazione è pure argomento essenziale per entrare nella seconda serie di opere che presenta Giorgio Morganti in questa mostra: un lavoro originale e di notevole maturità artistica. Sono fotografie scattate a Milano e soprattutto in periferia, architetture anni ‘60-’70, con attenzione a finestre, grondaie, piccoli e spesso insignificanti particolari. All’interno di ogni foto campeggia un quadrato bianco che pronuncia singolari frasi (sei righe) in un dialogo con i soggetti che si trova di fronte. Il quadrato, proiezione dell’artista come soggetto simbolicamente puro, senza sovrastrutture culturali, é luogo di ingenue sensazioni che permettono di poetizzare, umanizzare, vedere al di fuori senza pensare alle categorie brutto-bello ma lasciando spazio ad intuizioni immediate. La poesia del quotidiano, l’epica urbana, la banalità come nuova categoria estetica abbinabile alle tante periferie, tutte uguali ma figlie della storia dell’architettura contemporanea, e soprattutto “zona franca”. Luogo onirico ove esprimere direttamente i desideri, come quando il quadrato bianco, soggetto pensante e parlante chiede all’autobus: “fermati e portami a New York!”. Il quadrato bianco rappresenta forse l’arte/artista, con la sua soggettività proiettata in un campo dove tutto é sempre e ancora da inventare, dove il possibile espressivo resta, "sconfinatamente senza limiti"
Cristina Trivellin, ottobre 2006
Giorgio Morganti é nato a Desio nel '47. si é laureato in Architettura nel 1971. Ha insegnato Geometria Descrittiva e Progettazione presso l'Istituto Statale d'Arte di Monza fino al 1994. Dal 1967 ha realizzato mostre collettive in Italia e all'estero e numerose personali tra le quali ricordiamo: 1989: Galleria 9 Colonne, Brescia. 1990 Galleria 9 Colonne Bologna. 1991 Studio D'Ars Milano, 1996 Galleria Avida Dollars Milano – Milano. 1997 Forte Crest, S. Donato Milanese, 2000 Studio D'Ars Milano.
Questo alfabeto corporeo/umano è, alla fine, un opera concettuale, un discorso sulla comunicazione, sulla presenza. Comunicazione come trasmissione e quindi passaggio di cultura, tradizione storica. Un passaggio che non si avvale soltanto di operazioni astrattive dell’intelletto, ma che implica tutto l’essere umano, in un continuo interagire corpo-segno. L’indagare di Morganti è un atto creativo e insieme un tributo all’uomo nella sua interezza, nella sua forma terrena-terrestre legata inscindibilmente a quella più eterea del pensiero.
L’interazione è pure argomento essenziale per entrare nella seconda serie di opere che presenta Giorgio Morganti in questa mostra: un lavoro originale e di notevole maturità artistica. Sono fotografie scattate a Milano e soprattutto in periferia, architetture anni ‘60-’70, con attenzione a finestre, grondaie, piccoli e spesso insignificanti particolari. All’interno di ogni foto campeggia un quadrato bianco che pronuncia singolari frasi (sei righe) in un dialogo con i soggetti che si trova di fronte. Il quadrato, proiezione dell’artista come soggetto simbolicamente puro, senza sovrastrutture culturali, é luogo di ingenue sensazioni che permettono di poetizzare, umanizzare, vedere al di fuori senza pensare alle categorie brutto-bello ma lasciando spazio ad intuizioni immediate. La poesia del quotidiano, l’epica urbana, la banalità come nuova categoria estetica abbinabile alle tante periferie, tutte uguali ma figlie della storia dell’architettura contemporanea, e soprattutto “zona franca”. Luogo onirico ove esprimere direttamente i desideri, come quando il quadrato bianco, soggetto pensante e parlante chiede all’autobus: “fermati e portami a New York!”. Il quadrato bianco rappresenta forse l’arte/artista, con la sua soggettività proiettata in un campo dove tutto é sempre e ancora da inventare, dove il possibile espressivo resta, "sconfinatamente senza limiti"
Cristina Trivellin, ottobre 2006
Giorgio Morganti é nato a Desio nel '47. si é laureato in Architettura nel 1971. Ha insegnato Geometria Descrittiva e Progettazione presso l'Istituto Statale d'Arte di Monza fino al 1994. Dal 1967 ha realizzato mostre collettive in Italia e all'estero e numerose personali tra le quali ricordiamo: 1989: Galleria 9 Colonne, Brescia. 1990 Galleria 9 Colonne Bologna. 1991 Studio D'Ars Milano, 1996 Galleria Avida Dollars Milano – Milano. 1997 Forte Crest, S. Donato Milanese, 2000 Studio D'Ars Milano.
24
ottobre 2006
Giorgio Morganti – Origine della Forma delle lettere dell’alfabeto
Dal 24 ottobre al 06 novembre 2006
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
STUDIO D’ARS
Milano, Via Sant'agnese, 12/8, (Milano)
Milano, Via Sant'agnese, 12/8, (Milano)
Orario di apertura
lunedì, mercoledì, giovedì ore17 – 19 martedì e venerdì ore 10 - 20 su appuntamento
Vernissage
24 Ottobre 2006, ore 18-23
Autore
Curatore




