Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Giovanni Boldini – La seduzione della pittura
“Giovanni Boldini. La seduzione della pittura” è la nuova imponente mostra prodotta da Contemplazioni,
aperta dal 2 dicembre 2025 al 2 giugno 2026 presso la Cavallerizza di Piazzale Verdi a Lucca e persegue l’obiettivo di celebrare “il maestro del ritratto della Belle Époque”.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giovanni Boldini. La seduzione della pittura è la nuova imponente mostra prodotta da Contemplazioni,
aperta dal 2 dicembre 2025 al 2 giugno 2026 presso la Cavallerizza di Piazzale Verdi a Lucca.
L’esposizione, a cura di Tiziano Panconi, vanta le adesioni di prestigiose collezioni pubbliche e private, tra
cui le Gallerie degli Uffizi e il Museo Giovanni Boldini di Ferrara, e persegue l’obiettivo di celebrare “il
maestro del ritratto della Belle Époque”.
Un percorso di oltre 100 opere che racconta l’evolversi della pittura di Boldini attraverso la bellezza,
soprattutto quella femminile, oggetto di una continua ricerca estetica e di una profonda indagine
psicologica, sulle quali il maestro coniò un modello di grazia idealizzato. «Le donne di Boldini – spiega
Panconi – sono nature flessuose e disinibite che mostrano senza reticenza un modello di bellezza erudito e,
spogliandosi, affermano la loro autodeterminazione di individui maturi ed emancipati, pienamente
consapevoli della propria femminilità».
La mostra si articola in una successione di dipinti eccezionali: dalle “tavolette” di interno del periodo
fiorentino durante il quale l’artista lavorava con i Macchiaioli (1864-1870), passando per le minuziose e
scintillanti scenette di grande qualità pittorica eseguite nei primi anni parigini (periodo Goupil,
1871-1878), fino alle iconiche “femmes fatales” (1879-1891) da lui soprannominate “divine”, ritratte a
grandezza naturale, come nel caso del Ritratto di signora con ventaglio nero di piume, e arrivando infine
alle atmosfere rarefatte del gusto fin de siècle (1892-1924), quando Boldini esce definitivamente dagli
schemi della ritrattistica ufficiale, coniando nuove silhouettes e posizioni serpentine, assunte da corpi
femminili seducenti e vibranti, come La contessa Speranza del 1899, o tratteggiati con pennellate lunghe e
veloci, impresse sulle tele come sciabolate.
«Un evento di rilievo culturale – spiega il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – che rende
omaggio alla poetica di Giovanni Boldini, maestro indiscusso dell’eleganza e del ritratto tra Ottocento e
Novecento, incentrata sulla bellezza femminile, suprema protagonista della sua pittura. La mostra
ripercorre l’evoluzione del talento dell’artista, che ha saputo immortalare, principalmente nella celebre
ritrattistica, il gusto dell’epoca più frizzante, affascinante e coinvolgente del XIX Secolo: la Belle Époque».
Accanto ai “mirabolanti” dipinti di Boldini sono esposti capolavori di altri grandi artisti a lui coevi, tra i
quali Odoardo Borrani, Vittorio Matteo Corcos, Giuseppe De Nittis, Vincenzo Gemito, Paul César
Helleu, Antonio Mancini, Telemaco Signorini, Federico Zandomeneghi e altri ancora, che fornendo
un’adeguata contestualizzazione del panorama figurativo tra Ottocento e Novecento, contribuiscono a
raccontare in modo più compiuto i sessanta anni di attività di Giovani Boldini e a dimostrare come la sua
esperienza umana e professionale rappresenti appieno lo spirito dell’epoca.
«In un tempo che spesso sembra sacrificare la bellezza alla velocità, – interviene il Sindaco di Lucca,
Mario Pardini – l’opera di Boldini ci invita a riscoprire il valore del gesto, dello sguardo, del dettaglio che
non sfugge ma resta impresso. È questa la seduzione della sua pittura, ed è questa la sfida che la cultura
pone oggi alle istituzioni: non solo custodire, ma rigenerare».
La mostra, strutturata in sei sezioni, parte dalle opere realizzate a Firenze come il Ritratto di Vittorio
Emanuele II (mai prima esposto), o quello del fraterno amico e artista Cristiano Banti nel dipinto Nello
studio del pittore, per poi passare all’iconico e vibrante Generale spagnolo, eseguito in Costa Azzurra
mentre Boldini era in viaggio per Parigi in dialogo con il limpidissimo Antico ingresso a Porta Pinti di
Odoardo Borrani, fra i capisaldi della pittura macchiaiola.
Si prosegue al Café de la Nouvelle Athènes, il celebre ritrovo degli Impressionisti – raffigurato anche da
Degas, del quale in mostra è presente il magistrale ritratto eseguito da Boldini – che diventa
l’ambientazione di una scena che incanta lo sguardo: In conversazione. Un dipinto raramente esposto nel
quale Boldini ritrae, proprio come in un romanzo dannunziano, la sua compagna, Berthe, insieme alla sua
amante, Gabrielle de Rasty, moglie del conte Costantin, sedute a un tavolo l’una accanto all’altra,
elegantissime, dipinte in un momento di particolare intesa e complicità che inevitabilmente affascina e
incuriosisce.
E ancora gli scorci della Parigi di Boldini e i grandi e attesissimi ritratti femminili a figura intera si
alternano sulle pareti della Cavallerizza, dentro lo scenografico allestimento di Contemplazioni
impreziosito dalle installazioni di Cesare Inzerillo e Marilena Manzella, in una penombra di atmosfere
opulente e misteriose, dove si muovono con disinvoltura le donne che il pittore ha desiderato e dipinto, tra
le quali incontriamo: l’attrice Alice Regnault, la contessa Berthier de Leusse, la Principessa Eulalia di
Spagna e la Mademoiselle de Nemidoff, fissate sulla tela nella loro sfolgorante bellezza. Pezzi di
straordinario tenore qualitativo che testimoniano il respiro internazionale delle rispettive committenze.
Nell’articolata galleria dei ritratti eseguiti da Boldini troviamo i dipinti di altri connazionali attivi a Parigi,
come Leontine in canotto, che Giuseppe De Nittis realizza nel 1874, anno della prima esposizione
impressionista nello studio di Nadar, alla quale De Nittis partecipò come unico fra gli italiani.
Una presenza notevole è La fille de Théodora (1893), rarissima opera della pittrice Juana Romani, una tra
le personalità più brillanti dell’epoca. Espatriata dalle campagne di Velletri a Parigi verso la fine
dell’Ottocento, prima modella e poi pittrice, si afferma presto nelle istituzioni artistiche francesi. Invitata
da Boldini all’Esposizione Universale di Parigi del 1889, ottiene un riconoscimento internazionale in
quella del 1900, pochi anni prima dell’internamento in una casa di cura fuori Parigi, dove morirà nel 1923.
In mostra non mancano i collegamenti con le allora contemporanee esperienze artistiche italiane, perché il
fenomeno della Belle Époque non interessò soltanto Parigi, ma si diffuse anche nei raffinati salotti della
provincia lucchese, come testimoniano le luminose ragazze di Edoardo Gelli, eleganti e imbellettate con
guanti e cappellini à la mode, o la radiosa protagonista de L’incontro, che cammina svelta, scivolando
dentro il sorprendente controluce, dipinto dal lucchese Luigi De Servi nel 1906.
Sempre a Lucca abitò Vincenzo Giustiniani, altro ferrarese affascinato dai macchiaioli, della cui collezione
sono esposti alcuni pezzi esemplari, come la grande marina con barche di Giovanni Fattori, oggi
appartenenti alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, in seguito alla recente donazione di
Diamantina Scola Camerini.
«Il profilo della seduzione, particolare tratto dell’investigazione del progetto, – interviene Massimo
Marsili, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca – riveste un ruolo centrale nell’estetica
di Giovanni Boldini. Le sue donne, dai ritratti mondani di Parigi alle figure più intime e vibranti, non sono
semplici muse, ma presenze vive ed enigmatiche. La seduzione diventa linguaggio, gesto, movimento: il
fruscio delle sete, la torsione improvvisa del busto, lo sguardo obliquo che si sottrae e insieme invita.
Eppure, non sfugge talvolta il lineamento emaciato e perso della dissoluzione malinconica e della
solitudine dell’Ottocento».
Il percorso include una sceltissima sezione di opere realizzate su carta. «Nei preziosi fogli rappresentanti
femmine emancipate, dalle personalità esuberanti, o altri grandi artisti come Whistler, Degas, Helleu o De
Nittis, emergono vortici di segni graffianti, linee parallele o convergenti, traiettorie, schizzi e sviluppi
incompiuti attraverso i quali Boldini coglieva al volo l’attimo fuggente, quell’istante in cui l’espressione dei
volti era emblematica, la mimica e la gestualità risultavano spontanee e lo sguardo più profondo, riuscendo
infine a coglierne il concetto e tutta la tensione emotiva. Spadaccino del segno tratteggiato all’impronta,
istintivo ma controllato, affrontava il foglio come a colpi di fioretto, imprimendovi il bulino o la matita, ora
lieve ora deciso, descrivendo frammenti di una realtà transitoria, quasi mai rappresentata nella sua
completezza, inafferrabile nel momento in cui si compiva» (Tiziano Panconi).
Si ringraziano le diverse realtà territoriali che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, tra cui:
Martinelli Luce, Francesconi Srl, Del Debbio Spa, Kairos, Gesam, Baldassari Cavi, e ancora: Guidi
Gino, Baldassari Impianti, Laboratorio Delta, Vando Battaglia Costruzioni, Edra, Associazione
Lucchesi nel Mondo e Confindustria Toscana Nord.
La mostra, con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Toscana e della Città di Lucca,
è un progetto di Contemplazioni.
aperta dal 2 dicembre 2025 al 2 giugno 2026 presso la Cavallerizza di Piazzale Verdi a Lucca.
L’esposizione, a cura di Tiziano Panconi, vanta le adesioni di prestigiose collezioni pubbliche e private, tra
cui le Gallerie degli Uffizi e il Museo Giovanni Boldini di Ferrara, e persegue l’obiettivo di celebrare “il
maestro del ritratto della Belle Époque”.
Un percorso di oltre 100 opere che racconta l’evolversi della pittura di Boldini attraverso la bellezza,
soprattutto quella femminile, oggetto di una continua ricerca estetica e di una profonda indagine
psicologica, sulle quali il maestro coniò un modello di grazia idealizzato. «Le donne di Boldini – spiega
Panconi – sono nature flessuose e disinibite che mostrano senza reticenza un modello di bellezza erudito e,
spogliandosi, affermano la loro autodeterminazione di individui maturi ed emancipati, pienamente
consapevoli della propria femminilità».
La mostra si articola in una successione di dipinti eccezionali: dalle “tavolette” di interno del periodo
fiorentino durante il quale l’artista lavorava con i Macchiaioli (1864-1870), passando per le minuziose e
scintillanti scenette di grande qualità pittorica eseguite nei primi anni parigini (periodo Goupil,
1871-1878), fino alle iconiche “femmes fatales” (1879-1891) da lui soprannominate “divine”, ritratte a
grandezza naturale, come nel caso del Ritratto di signora con ventaglio nero di piume, e arrivando infine
alle atmosfere rarefatte del gusto fin de siècle (1892-1924), quando Boldini esce definitivamente dagli
schemi della ritrattistica ufficiale, coniando nuove silhouettes e posizioni serpentine, assunte da corpi
femminili seducenti e vibranti, come La contessa Speranza del 1899, o tratteggiati con pennellate lunghe e
veloci, impresse sulle tele come sciabolate.
«Un evento di rilievo culturale – spiega il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – che rende
omaggio alla poetica di Giovanni Boldini, maestro indiscusso dell’eleganza e del ritratto tra Ottocento e
Novecento, incentrata sulla bellezza femminile, suprema protagonista della sua pittura. La mostra
ripercorre l’evoluzione del talento dell’artista, che ha saputo immortalare, principalmente nella celebre
ritrattistica, il gusto dell’epoca più frizzante, affascinante e coinvolgente del XIX Secolo: la Belle Époque».
Accanto ai “mirabolanti” dipinti di Boldini sono esposti capolavori di altri grandi artisti a lui coevi, tra i
quali Odoardo Borrani, Vittorio Matteo Corcos, Giuseppe De Nittis, Vincenzo Gemito, Paul César
Helleu, Antonio Mancini, Telemaco Signorini, Federico Zandomeneghi e altri ancora, che fornendo
un’adeguata contestualizzazione del panorama figurativo tra Ottocento e Novecento, contribuiscono a
raccontare in modo più compiuto i sessanta anni di attività di Giovani Boldini e a dimostrare come la sua
esperienza umana e professionale rappresenti appieno lo spirito dell’epoca.
«In un tempo che spesso sembra sacrificare la bellezza alla velocità, – interviene il Sindaco di Lucca,
Mario Pardini – l’opera di Boldini ci invita a riscoprire il valore del gesto, dello sguardo, del dettaglio che
non sfugge ma resta impresso. È questa la seduzione della sua pittura, ed è questa la sfida che la cultura
pone oggi alle istituzioni: non solo custodire, ma rigenerare».
La mostra, strutturata in sei sezioni, parte dalle opere realizzate a Firenze come il Ritratto di Vittorio
Emanuele II (mai prima esposto), o quello del fraterno amico e artista Cristiano Banti nel dipinto Nello
studio del pittore, per poi passare all’iconico e vibrante Generale spagnolo, eseguito in Costa Azzurra
mentre Boldini era in viaggio per Parigi in dialogo con il limpidissimo Antico ingresso a Porta Pinti di
Odoardo Borrani, fra i capisaldi della pittura macchiaiola.
Si prosegue al Café de la Nouvelle Athènes, il celebre ritrovo degli Impressionisti – raffigurato anche da
Degas, del quale in mostra è presente il magistrale ritratto eseguito da Boldini – che diventa
l’ambientazione di una scena che incanta lo sguardo: In conversazione. Un dipinto raramente esposto nel
quale Boldini ritrae, proprio come in un romanzo dannunziano, la sua compagna, Berthe, insieme alla sua
amante, Gabrielle de Rasty, moglie del conte Costantin, sedute a un tavolo l’una accanto all’altra,
elegantissime, dipinte in un momento di particolare intesa e complicità che inevitabilmente affascina e
incuriosisce.
E ancora gli scorci della Parigi di Boldini e i grandi e attesissimi ritratti femminili a figura intera si
alternano sulle pareti della Cavallerizza, dentro lo scenografico allestimento di Contemplazioni
impreziosito dalle installazioni di Cesare Inzerillo e Marilena Manzella, in una penombra di atmosfere
opulente e misteriose, dove si muovono con disinvoltura le donne che il pittore ha desiderato e dipinto, tra
le quali incontriamo: l’attrice Alice Regnault, la contessa Berthier de Leusse, la Principessa Eulalia di
Spagna e la Mademoiselle de Nemidoff, fissate sulla tela nella loro sfolgorante bellezza. Pezzi di
straordinario tenore qualitativo che testimoniano il respiro internazionale delle rispettive committenze.
Nell’articolata galleria dei ritratti eseguiti da Boldini troviamo i dipinti di altri connazionali attivi a Parigi,
come Leontine in canotto, che Giuseppe De Nittis realizza nel 1874, anno della prima esposizione
impressionista nello studio di Nadar, alla quale De Nittis partecipò come unico fra gli italiani.
Una presenza notevole è La fille de Théodora (1893), rarissima opera della pittrice Juana Romani, una tra
le personalità più brillanti dell’epoca. Espatriata dalle campagne di Velletri a Parigi verso la fine
dell’Ottocento, prima modella e poi pittrice, si afferma presto nelle istituzioni artistiche francesi. Invitata
da Boldini all’Esposizione Universale di Parigi del 1889, ottiene un riconoscimento internazionale in
quella del 1900, pochi anni prima dell’internamento in una casa di cura fuori Parigi, dove morirà nel 1923.
In mostra non mancano i collegamenti con le allora contemporanee esperienze artistiche italiane, perché il
fenomeno della Belle Époque non interessò soltanto Parigi, ma si diffuse anche nei raffinati salotti della
provincia lucchese, come testimoniano le luminose ragazze di Edoardo Gelli, eleganti e imbellettate con
guanti e cappellini à la mode, o la radiosa protagonista de L’incontro, che cammina svelta, scivolando
dentro il sorprendente controluce, dipinto dal lucchese Luigi De Servi nel 1906.
Sempre a Lucca abitò Vincenzo Giustiniani, altro ferrarese affascinato dai macchiaioli, della cui collezione
sono esposti alcuni pezzi esemplari, come la grande marina con barche di Giovanni Fattori, oggi
appartenenti alla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, in seguito alla recente donazione di
Diamantina Scola Camerini.
«Il profilo della seduzione, particolare tratto dell’investigazione del progetto, – interviene Massimo
Marsili, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca – riveste un ruolo centrale nell’estetica
di Giovanni Boldini. Le sue donne, dai ritratti mondani di Parigi alle figure più intime e vibranti, non sono
semplici muse, ma presenze vive ed enigmatiche. La seduzione diventa linguaggio, gesto, movimento: il
fruscio delle sete, la torsione improvvisa del busto, lo sguardo obliquo che si sottrae e insieme invita.
Eppure, non sfugge talvolta il lineamento emaciato e perso della dissoluzione malinconica e della
solitudine dell’Ottocento».
Il percorso include una sceltissima sezione di opere realizzate su carta. «Nei preziosi fogli rappresentanti
femmine emancipate, dalle personalità esuberanti, o altri grandi artisti come Whistler, Degas, Helleu o De
Nittis, emergono vortici di segni graffianti, linee parallele o convergenti, traiettorie, schizzi e sviluppi
incompiuti attraverso i quali Boldini coglieva al volo l’attimo fuggente, quell’istante in cui l’espressione dei
volti era emblematica, la mimica e la gestualità risultavano spontanee e lo sguardo più profondo, riuscendo
infine a coglierne il concetto e tutta la tensione emotiva. Spadaccino del segno tratteggiato all’impronta,
istintivo ma controllato, affrontava il foglio come a colpi di fioretto, imprimendovi il bulino o la matita, ora
lieve ora deciso, descrivendo frammenti di una realtà transitoria, quasi mai rappresentata nella sua
completezza, inafferrabile nel momento in cui si compiva» (Tiziano Panconi).
Si ringraziano le diverse realtà territoriali che hanno contribuito alla realizzazione del progetto, tra cui:
Martinelli Luce, Francesconi Srl, Del Debbio Spa, Kairos, Gesam, Baldassari Cavi, e ancora: Guidi
Gino, Baldassari Impianti, Laboratorio Delta, Vando Battaglia Costruzioni, Edra, Associazione
Lucchesi nel Mondo e Confindustria Toscana Nord.
La mostra, con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Toscana e della Città di Lucca,
è un progetto di Contemplazioni.
02
dicembre 2025
Giovanni Boldini – La seduzione della pittura
Dal 02 dicembre 2025 al 02 giugno 2026
arte moderna
Location
EX CAVALLERIZZA
Lucca, Via Della Cavallerizza, (Lucca)
Lucca, Via Della Cavallerizza, (Lucca)
Biglietti
Costo biglietti: intero € 16,00 (audioguida inclusa), ridotto (over 65, under 18, studenti universitari, giornalisti non accreditati, un
accompagnatore per disabile, guide turistiche munite di tesserino di abilitazione) € 14,00 (audioguida inclusa), scuole di ogni
ordine e grado € 5,00, famiglie: ogni adulto € 11,00 + ragazzi dai 7 ai 18 anni € 7,00 cad. (gratuito fino a 6 anni).
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 10:00 - 20:00 (ultimo ingresso 18:45)
Sito web
Editore
Contemplazioni
Ufficio stampa
Contemplazioni srl
Autore
Curatore
Produzione organizzazione




