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Giovanni Ozzola – In a Sentimental Mood
Giovanni Ozzola si presenta per la prima volta nello spazio di Galleria Continua con un progetto dal titolo “In a Sentimental Mood”
Comunicato stampa
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Giovanni Ozzola si presenta per la prima volta nello spazio di Galleria Continua con un progetto dal titolo “In a Sentimental Mood”.
Una immagine di grandi dimensioni si rivela nello spazio buio grazie ad una diffusione di luce regolata sull’andamento del respiro, creando illusorie sensazioni di movimento. La percezione visiva risulta connessa a questa contrazione luminosa. Al centro dell’immagine il soggetto si immerge in un profondo e sentimentale blu e il nostro sguardo si perde, trasportandoci verso nuove prospettive percettive. In questo lavoro Giovanni Ozzola per la prima volta sposta la relazione che abitualmente stabilisce tra luce e opera. Se finora i paesaggi domestici o naturali fissati dall’artista si rivelano attraverso la luce -albe, tramonti, brume, freschi mattini delineavano i profili dell’immagine- adesso è la luce come elemento che si rivela nell’opera.
Più in disparte, un video girato nel deserto del Sinai, in bassa definizione. In queste riprese l’artista ci svela un microcosmo fatto di effetti di luce, di rifrazioni che creano la sensazione della reale esistenza di possibili dimensioni parallele. Percezione ottica, rifrazione, fenomeni naturali, vengono trattati con delicatezza grazie all’attenzione con cui Ozzola pone lo sguardo sul mondo; felice spettatore di un’avventura dove tutto è da scoprire, dove tutto è ancora possibile, dove lo sguardo si perde e si dissolve nella visione.
Un incanto dello sguardo che presenta le immagini nella pienezza del loro solo offrirsi allo sguardo.
Giovanni Ozzola, Firenze 1982. Le opere di Ozzola sono segnali di luce che indicano, come un bagliore nella nebbia, la porta d’ingresso verso una nuova percezione, verso nuove visioni possibili. La ricerca è estremamente complessa e carica di forti tensioni vitali ma la rappresentazione è semplice, basata sull’analisi dei piccoli eventi, quelli apparentemente trascurabili, frammenti di vita, fenomeni naturali che miracolosamente ogni giorno si ripetono, uguali a se stessi e pur sempre diversi. “A rivelarsi è dunque la possibilità di racconto nella consapevolezza leggera che il racconto non ha necessità e non può avere la voce del suo autore. Si tratta di un’affermazione positiva, la cui formulazione si manifesta nel ‘momento’ dell’opera”. (Pier Luigi Tazzi da Looking for adventures, in a blue placet, Gli Ori, 2004).
L’artista, già presente in importanti appuntamenti in Italia e all’estero, è da considerarsi tra le realtà emergenti più interessanti di questi ultimi anni. Tra le mostre realizzate ricordiamo: Guardami, Percezione del video, a cura di Lorenzo Fusi, Palazzo delle Papesse, Siena, 2005; in-visibile in-corporeo, a cura di Pier Luigi Tazzi, MAN Museo d’Arte, Nuoro, 2005; Museo Pecci Progetto Collezione, a cura di Daniel Soutif e Samuel-Fuyumi Namioka, project room, Museo Pecci, Prato, 2004; Happiness. A survival guide for art and life, a cura di David Elliott e Pier Luigi Tazzi, Mori Museum, Tokyo, 2003; Via Pal. Il confine delle notti, a cura di Fabio Cavallucci, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Trento, 2002.
Una immagine di grandi dimensioni si rivela nello spazio buio grazie ad una diffusione di luce regolata sull’andamento del respiro, creando illusorie sensazioni di movimento. La percezione visiva risulta connessa a questa contrazione luminosa. Al centro dell’immagine il soggetto si immerge in un profondo e sentimentale blu e il nostro sguardo si perde, trasportandoci verso nuove prospettive percettive. In questo lavoro Giovanni Ozzola per la prima volta sposta la relazione che abitualmente stabilisce tra luce e opera. Se finora i paesaggi domestici o naturali fissati dall’artista si rivelano attraverso la luce -albe, tramonti, brume, freschi mattini delineavano i profili dell’immagine- adesso è la luce come elemento che si rivela nell’opera.
Più in disparte, un video girato nel deserto del Sinai, in bassa definizione. In queste riprese l’artista ci svela un microcosmo fatto di effetti di luce, di rifrazioni che creano la sensazione della reale esistenza di possibili dimensioni parallele. Percezione ottica, rifrazione, fenomeni naturali, vengono trattati con delicatezza grazie all’attenzione con cui Ozzola pone lo sguardo sul mondo; felice spettatore di un’avventura dove tutto è da scoprire, dove tutto è ancora possibile, dove lo sguardo si perde e si dissolve nella visione.
Un incanto dello sguardo che presenta le immagini nella pienezza del loro solo offrirsi allo sguardo.
Giovanni Ozzola, Firenze 1982. Le opere di Ozzola sono segnali di luce che indicano, come un bagliore nella nebbia, la porta d’ingresso verso una nuova percezione, verso nuove visioni possibili. La ricerca è estremamente complessa e carica di forti tensioni vitali ma la rappresentazione è semplice, basata sull’analisi dei piccoli eventi, quelli apparentemente trascurabili, frammenti di vita, fenomeni naturali che miracolosamente ogni giorno si ripetono, uguali a se stessi e pur sempre diversi. “A rivelarsi è dunque la possibilità di racconto nella consapevolezza leggera che il racconto non ha necessità e non può avere la voce del suo autore. Si tratta di un’affermazione positiva, la cui formulazione si manifesta nel ‘momento’ dell’opera”. (Pier Luigi Tazzi da Looking for adventures, in a blue placet, Gli Ori, 2004).
L’artista, già presente in importanti appuntamenti in Italia e all’estero, è da considerarsi tra le realtà emergenti più interessanti di questi ultimi anni. Tra le mostre realizzate ricordiamo: Guardami, Percezione del video, a cura di Lorenzo Fusi, Palazzo delle Papesse, Siena, 2005; in-visibile in-corporeo, a cura di Pier Luigi Tazzi, MAN Museo d’Arte, Nuoro, 2005; Museo Pecci Progetto Collezione, a cura di Daniel Soutif e Samuel-Fuyumi Namioka, project room, Museo Pecci, Prato, 2004; Happiness. A survival guide for art and life, a cura di David Elliott e Pier Luigi Tazzi, Mori Museum, Tokyo, 2003; Via Pal. Il confine delle notti, a cura di Fabio Cavallucci, Galleria Civica di Arte Contemporanea, Trento, 2002.
25
marzo 2006
Giovanni Ozzola – In a Sentimental Mood
Dal 25 marzo al 06 maggio 2006
giovane arte
Location
GALLERIA CONTINUA
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 14-19
Vernissage
25 Marzo 2006, ore 18-24
Ufficio stampa
SILVIA PICHINI
Autore