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Giuliano Cotellessa – Impact form: la generazione del segno
mostra personale
Comunicato stampa
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Pescara. Sabato 4 dicembre presso la sala Tosti dell' ex Aurum alle ore 18.00 il sindaco Luigi Albore Mascia , il Presidente della Provincia Guerino Testa e gli assessori alla cultura Elena Seller e Fabrizio Rapposelli presenteranno la mostra di Giuliano Cotellessa Impact form: la generazione del segno, mostra e libro a cura di Erminia Turilli. Seguirà un concerto dell'Ensemble Ennio Morricone con le più celebri colonne del maestro. Coordina l'incontro Dante Quaglietta. Nell'elegante monografia sono presenti 50 opere del periodo 1988-2010, testi critici di Ennio Morricone, Armando Ginesi, Francesco Nuvolari, Enrico Manera, Achille Pace, Emiliano Giannetti, Giorgio D'Orazio e poesie di Dante Quaglietta, Antonella Micolitti, Cristina Mosca. In occasione dell’inaugurazione della mostra l’Ensemble Ennio Morricone eseguirà alcune delle celebri musiche che hanno ispirato le opere dell’artista. Il gruppo musicale, composto da giovani musicisti abruzzesi, si dedica all’esecuzione di musica da film ed è composto dalla cantante Manuela Francia, la flautista Martina Ciarma, la pianista Stefania Di Giuseppe e Gregory Coniglio al contrabbasso. I brani del maestro Morricone sono arrangiati dalla pianista e compositrice Stefania Di Giuseppe.Giuliano Cotellessa inizia a dipingere negli anni Ottanta in Italia quando le idee astratte sono accolte ormai da circa cinquant'anni nelle sue varie sfaccettature: geometrico, informale, spaziale. Infatti nel 1934 la galleria "il Milione" di Milano ospita una personale di Kandinsky . Nel 1947 si costituisce a Roma il gruppo artistico (e la rivista) FORMA che si scioglie nel 1950. Gli artisti che aderiscono al gruppo, e si collocano sul versante dell'Astrattismo, sono fra gli altri Achille Perilli, Pietro Consagra, Carla Accardi, Antonio Sanfilippo, Piero Dorazio e GiulioTurcato. Sicuramente questo gruppo di artisti è quello più studiato da Giuliano Cotellessa, allievo, al Liceo artistico a Pescara, del maestro Ettore Spalletti dal quale apprende la difficile lezione del rapporto fra spazio, colori e forme.
Che sia l'Astrattismo il versante artistico di Giuliano Cotellessa è evidente subito. Al primo contatto con le sue opere, si rivive quell'esperienza artistica nata nei primi anni del XX secolo, che nega la rappresentazione oggettiva della realtà. E vicino ai capiscuola dell'Astrattismo internazionale, al moscovita Vasilij Kandinskij, all'olandese Piet Mondrian e all'ucraino Kasimir Malevich, respirano le sue opere che sprigionano una dirompente forza concettuale. Da Vasilij Kandinskij distilla il rapporto musica/pittura con le opere ispirate alla musiche di Ennio Morricone. I suoi flussi geometrici, realizzati con tinte accese, riproducono in forma gestuale i suoi sentimenti. Con Piet Mondrian l'artista approda al rifiuto della natura per rifugiarsi nella perfezione intellettuale delle forme astratte. L'oggetto viene sintetizzato in linee e colori, pur partendo da forme reali, fino a giungere alle campiture geometriche di colori primari o secondari. Grazie agli studi su Malevich, fondatore del Suprematismo. Cotellessa si propone di raggiungere l'assoluta purezza dei colori nelle forme attraverso l'abolizione estrema degli elementi figurativi. Cotellessa esalta il sentire immediato e si proietta nel futuro attraverso forme-colore, geometrie variabili, fili inanellati a schema labirintico, scariche di luce, sagome incastrate in un muro concettuale di mattoni/scatole irregolari, bianco e nero, verde-bosco e rossoblu, linee a intarsio, ideogrammi, cartigli, fascette lunghe a pacchetto, lettere di luce disegnate e contornate di nero, un'implosione di nuvole allineate, flussi cromatici. E crea un codice di comunicazione inedito, effetto di una parafrasi nuova. E' questa un'interpretazione del reale soggettiva, propria ed esclusiva dell'artista nel suo incontro col mondo, che si esalta attraverso l'uso non tradizionale del colore, mentre persegue la semplificazione delle forme secondo l'ordine della geometria Cotellessa nasce nel 1962 e negli anni Ottanta inizia la sua esperienza artistica con una pittura astratta che si innesta nelle attuali avanguardie internazionali quali i Nuovi -Nuovi (1980) di Renato Barilli con Marcello Iori e Felice Levini, i Nuovi Futuristi nipotini di Balla-Depero, la Transanvanguardia italiana di Nicola de Maria, ma soprattutto le sue opere da un decennio guardano ai grandi artisti europei e statunitensi: al finlandese Peter Halley, all'irlandese Sean Scully, allo statunitense del New Iersey Jhonatan Lasker.Cotellessa ha già esposto in 30 mostre personali in 200 collettive e in vari musei italiani. Le sue mostre sono state curate da nomi illustri come Sgarbi, Ginesi, Rosato, Monti, Pace, Venturoli, Melloni.Dipinge ad olio, a volte deposita la tintura leggermente fitta per creare una superficie strutturata, in altre occasioni si rivolge ad un'altra tecnica preferita, quella della striatura e costruisce uno stile geometrico con striature dense e lussuose. Benché frequentemente lavori su scala 100/120,120/140,120/150, i suoi lavori rimandano a microscopici protozoi ingranditi da una lente, che emanano una vitalità seminale straordinaria. Nelle ultime opere queste caratteristiche sono ricorrenti, anche decifrando un modo di comporre che punta sulla ripetizione ma non sulla serialità
Che sia l'Astrattismo il versante artistico di Giuliano Cotellessa è evidente subito. Al primo contatto con le sue opere, si rivive quell'esperienza artistica nata nei primi anni del XX secolo, che nega la rappresentazione oggettiva della realtà. E vicino ai capiscuola dell'Astrattismo internazionale, al moscovita Vasilij Kandinskij, all'olandese Piet Mondrian e all'ucraino Kasimir Malevich, respirano le sue opere che sprigionano una dirompente forza concettuale. Da Vasilij Kandinskij distilla il rapporto musica/pittura con le opere ispirate alla musiche di Ennio Morricone. I suoi flussi geometrici, realizzati con tinte accese, riproducono in forma gestuale i suoi sentimenti. Con Piet Mondrian l'artista approda al rifiuto della natura per rifugiarsi nella perfezione intellettuale delle forme astratte. L'oggetto viene sintetizzato in linee e colori, pur partendo da forme reali, fino a giungere alle campiture geometriche di colori primari o secondari. Grazie agli studi su Malevich, fondatore del Suprematismo. Cotellessa si propone di raggiungere l'assoluta purezza dei colori nelle forme attraverso l'abolizione estrema degli elementi figurativi. Cotellessa esalta il sentire immediato e si proietta nel futuro attraverso forme-colore, geometrie variabili, fili inanellati a schema labirintico, scariche di luce, sagome incastrate in un muro concettuale di mattoni/scatole irregolari, bianco e nero, verde-bosco e rossoblu, linee a intarsio, ideogrammi, cartigli, fascette lunghe a pacchetto, lettere di luce disegnate e contornate di nero, un'implosione di nuvole allineate, flussi cromatici. E crea un codice di comunicazione inedito, effetto di una parafrasi nuova. E' questa un'interpretazione del reale soggettiva, propria ed esclusiva dell'artista nel suo incontro col mondo, che si esalta attraverso l'uso non tradizionale del colore, mentre persegue la semplificazione delle forme secondo l'ordine della geometria Cotellessa nasce nel 1962 e negli anni Ottanta inizia la sua esperienza artistica con una pittura astratta che si innesta nelle attuali avanguardie internazionali quali i Nuovi -Nuovi (1980) di Renato Barilli con Marcello Iori e Felice Levini, i Nuovi Futuristi nipotini di Balla-Depero, la Transanvanguardia italiana di Nicola de Maria, ma soprattutto le sue opere da un decennio guardano ai grandi artisti europei e statunitensi: al finlandese Peter Halley, all'irlandese Sean Scully, allo statunitense del New Iersey Jhonatan Lasker.Cotellessa ha già esposto in 30 mostre personali in 200 collettive e in vari musei italiani. Le sue mostre sono state curate da nomi illustri come Sgarbi, Ginesi, Rosato, Monti, Pace, Venturoli, Melloni.Dipinge ad olio, a volte deposita la tintura leggermente fitta per creare una superficie strutturata, in altre occasioni si rivolge ad un'altra tecnica preferita, quella della striatura e costruisce uno stile geometrico con striature dense e lussuose. Benché frequentemente lavori su scala 100/120,120/140,120/150, i suoi lavori rimandano a microscopici protozoi ingranditi da una lente, che emanano una vitalità seminale straordinaria. Nelle ultime opere queste caratteristiche sono ricorrenti, anche decifrando un modo di comporre che punta sulla ripetizione ma non sulla serialità
04
dicembre 2010
Giuliano Cotellessa – Impact form: la generazione del segno
Dal 04 dicembre 2010 al 04 gennaio 2011
arte contemporanea
Location
AURUM
Pescara, Via Francesco Ferdinando D'avalos, (Pescara)
Pescara, Via Francesco Ferdinando D'avalos, (Pescara)
Vernissage
4 Dicembre 2010, ore 18
Autore
Curatore