Un appuntamento importante, un altro luogo prestigioso per questa grande mostra di Giuseppe Bertolino, con 17 trittici realizzati per l’occasione.
Dopo i cicli precedenti, dedicati alla fluidità (acqua e fuoco), oggi Bertolino porta avanti un nuovo discorso, una ricerca, attraverso la luce, di forme contemplative mai individuabili in spazi concreti, della realtà quotidiana. Uno studio altresì indirizzato verso una ricerca di LUCE, utilizzando sia i colori acromatici bianco e nero, colori assoluti, sia i colori dello spettro, rosso, arancione, giallo, verde, azzurro e viola.
La luce, ancora come creatrice di vita: nei trittici in particolar modo è maggiormente evidente questo concetto. Il nero laterale è talvolta spezzato da uno squarcio di “luce-vita” in basso; il pannello centrale rappresenta la vita; il bianco quasi monocromo dell’altro laterale è trionfo della “luce-vita”.
Spazi infiniti del mundus immaginalis. Presentimento creativo di un mondo più consono di quello vissuto allo stato di veglia, il luogo dei luoghi ove la contemplazione può risolversi in forma. E questo è sicuramente appercezione di un mondo di intuizione alle soglie del TRASCENDENTE, dimensione rassicurante e fondativa dell’anima assetata di “intelligibile”. Bertolino la trova nella luce fragorosa del colore rivissuto, plotinianamente, come àisthesis ànghelos, percezione annunziante che allude e rinvia ad ALTRO da SE’.
