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Giuseppe Santomaso – L’astrazione emozionante. L’ultimo grande periodo 1980-1990
venti opere – tra le tele, anche di grandi dimensioni e le carte – scelte dall’ultima decade creativa dell’artista veneziano.
Comunicato stampa
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La PoliArt Contemporary di Milano è lieta di annunciare la mostra dedicata a GIUSEPPE SANTOMASO, L’ASTRAZIONE EMOZIONANTE – L’ULTIMO GRANDE PERIODO 1980-1990. Sono venti le opere - tra le tele, anche di grandi dimensioni e le carte - scelte dall’ultima decade creativa dell’artista veneziano (scomparso nel 1990). È un momento unico nella ricerca di Santomaso, che, in una inconfondibile cifra stilistica, riesce a fondere un’inedita forma di astrazione spazializzata con un potente lirismo, in cui costantemente riappare un tenace impegno esistenziale.
Un impegno coltivato sin dagli anni della Nuova secessione artistica italiana (di cui Santomaso fu nel 1946 uno dei promotori). Nel Manifesto di quel movimento, che diventerà il Fronte Nuovo delle Arti, si legge tra gli scopi degli artisti “...di avvicinare a una prima base di necessità etica e morale le singolari affermazioni loro nel mondo delle immagini, le loro osservazioni, assommandole come atti di vita”. Quella necessità di “assommare” in una dimensione etica il mondo delle immagini come atti di vita, è proprio il compito che Santomaso non disattenderà per tutta la vita.
Una grande opera su tela in questa mostra alla PoliArt Contemporary, “Bianco pietra d’Istria” del 1988 (già esposta alla Biennale di Venezia nel 1988), è un maestoso accordo musicale in cui forma, luce e colore, costituiscono una soglia di attraversamento nella quale arte e vita davvero risorgono l’una nell’altra. Anche in “Ricordo di viaggio” del 1985 (già esposto al Palazzo Reale di Milano nel 1986) la disposizione narrativa delle forme, quasi sospese al di qua del piano limite dell’opera, s’inoltra verso lo spazio interno, affacciandoci sul luogo ulteriore in cui una macchia di nero e di viola diviene la fonte di ogni visibilità. In “Qualcosa fugge” del 1988, un’architettura di materiche forme in bilico, rattenute sui bagliori risonanti dei bruni e dei rossi, prepara il luogo imprevisto di un’edicola di luci belliniane in cui appare l’idea del sacro.
Ognuna di queste opere di Santomaso è una lezione per un nuovo sguardo che l’artista impara insegnandocelo.
La presa diretta sulla realtà, per un artista che dalla fine degli anni Cinquanta ha scelto la via “astratta” dell’arte contemporanea, passa attraverso la trasposizione formale ed evocativa di un modo di esistere che si attua interamente nella ricerca poetica.
E il tema di questa mostra è proprio il chiaro evidenziarsi, nelle ultime inconfondibili opere, di quell’impegno: una sorta di “costante” continuità poetica, in grado di attraversare mezzo secolo di pittura. Dall’esperienza del Fronte Nuovo (con la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1948), passando per l’adesione al Gruppo degli Otto nel 1952, e per il periodo “informale” degli anni Sessanta, sino alla smaterializzazione della forma già alla fine degli anni Sessanta e inizio Settanta, culminanti con il breve e altissimo momento delle “Lettere al Palladio” (1977), che possono essere considerate quasi un preludio per le folgoranti 240 opere che Santomaso dipingerà tra il 1980 e il 1990.
La “costante” di Santomaso è allora l’instancabile ricerca di una dimensione poetica, in cui l’uomo e l’artista possano sovrapporsi, nella costituzione di una via sociale ed etica dell’arte, tuttavia per sempre libera da ogni condizionamento ideologico, astratta ed emozionata. LC
Per il vernissage, la compositrice Paola Samoggia e i danzatori Serena Zardini e Gabriele Vaccargiu daranno vita a una performance di danza contemporanea dedicata alle opere di Santomaso. L’idea musicale, su cui s’innesta la coreografia, nasce dall’idea di costruire una sorta di “setaccio musicale” (che mima la tecnica pittorica delle opere) in grado di dividere il materiale sonoro più raffinato da quello più fluido di diversa consistenza e origine. La compositrice ha poi lavorato anche sulla tradizione veneziana, per estrarne suoni caratteristici, in seguito trattati con tecnologie attuali (synth).
Al finissage sarà presentato il volume della mostra, che, oltre alle tavole delle opere e alcune immagini del vernissage, conterranno le immagini delle opere di Marcello De Angelis, Fausto De Nisco, Fernando Picenni e Carlo Colli, in cui si è tentato di riallacciare la ricerca di Santomaso in un dialogo col contemporaneo.
Giuseppe Santomaso (Venezia 1907-1990). Inizia a dipingere con l’aiuto del pittore Luigi Scarpa Croce. Nel 1926 espone per la prima volta un dipinto (“Ore di lavoro”) alla Fondazione Bevilacqua La Masa. Nel 1934 partecipa alla XIX Biennale di Venezia. Viaggia in Europa, in Olanda e a Parigi, dove nel 1939 espone nella sua prima personale. Del 1940 è la prima italiana alla Galleria Genova. Nel 1943 espone alla IV Quadriennale di Roma. Nel 1946 stringe una forte amicizia con Peggy Guggenheim e nello stesso anno è tra i firmatari, con Birolli, Guttuso, Cassinari, Guttuso, Morlotti, Pizzinato, Vedova, Leoncillo e Viani del Manifesto della Nuova secessione artistica italiana, poi Fronte Nuovo delle Arti. Partecipa alla Biennale del 1948: in seguito parteciperà alle edizioni del 1950, 1952, 1954, 1956, 1962, 1964, 1972, 1986, e 1988.
Nel 1949 è invitato alla rassegna Twentieth Century Italian Art al Museo di Arte Moderna di New York. Nel 1952 è nel Gruppo degli Otto di Lionello Venturi con Afro, Birolli, Corpora, Morlotti, Moreni, Turcato e Vedova. Nel 1953 vince il primo premio per la pittura alla Biennale di San Paolo. Alla Biennale del 1954 gli viene dedicata una sala personale con una presentazione di Giulio Carlo Argan: la Giuria internazionale gli assegna il Gran Premio Internazionale per la Pittura. Nel 1955 è invitato da W. Haftmann alla I Documenta di Kassel. Sarà presente anche alle edizioni del 1959 e 1964. Nel 1958 partecipa al Guggenhein International Award presso il Solomon R. Guggenheim Museum. È del 1960 la personale allo Stedelijk Museum di Amsterdam. Nel 1971 il libro di Ezra Pound On Angle è illustrato da Santomaso. Nel 1975 esce il Catalogue Raisonné 1931-1974 a cura di L. Alfieri. Il ciclo delle “Lettere al Palladio” (1977) è esposto alla Fondazione Mirò di Barcellona. Nel 1982 è la grande personale al Museo Correr inaugurata dal Presidente delle Repubblica Sandro Pertini. Del 1983 è il Premio Feltrinelli per le Arti Figurative dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Del 1986 è la personale a Palazzo Reale di Milano. Nel 1989 è invitato alla mostra Arte Italiana a Palazzo Grassi a cura di G. Celant. Nel 1990 muore a Venezia. Dopo la scomparsa del maestro la Pinacoteca della Casa Rusca di Locarno gli dedica un’ampia retrospettiva. Nel 1991 la Collezione Guggenheim rende omaggio al maestro esponendo il ciclo delle 7 Lettere al Palladio. Del 2008 è la grande Antologica alla Fondazione Cini di Venezia a cura di N. Stringa. Nel 2017 è in uscita il Catalogo Generale dell’artista per le edizioni Allemandi.
La PoliArt Contemporary (fondata nel 1997), nella sua attività quasi ventennale, ha dedicato con costanza mostre ad alcuni tra i maggiori artisti italiani della seconda metà del Novecento, come Afro (2004 e 2010), Emilio Vedova (2004 e 2007), Giulio Turcato (2005), Virgilio Guidi e Luigi Veronesi. È stata poi tra le primissime gallerie europee a promuovere all’inizio degli anni 2000 la grande riscoperta del cinetismo internazionale, con mostre monografiche dedicate a Julio Le Parc (2004), Horacio Garcia Rossi (2003), Francisco Sobrino e Alberto Biasi (al quale ha dedicato quattro esposizioni nei propri spazi), oltre ad artisti come Agostino Bonalumi (2007 e 2010), Ben Ormenese, Jorrit Tornquist (2007, 2015), Paolo Conti (2012, 2014, 2015) e Sandro Martini (2005, 2016). A questa ricerca storicizzante, la PoliArt Contemporary ha affiancato la sua decisa predisposizione verso le poetiche del contemporaneo, con le mostre dedicata ad Arcangelo (2007, 2011, 2015), Matteo Attruia, Natale Addamiano, Marco Casentini (2007, 2010), Carlo Colli, Domenico D’Oora, Marcello De Angelis (2009, 2012, 2014), Fausto De Nisco (2005, 2006, 2008, 2011, 2014), Luigi Di Tullio, Ivano Fabbri, Roberto Floreani, Gigi Guadagnucci, Matteo Gironi, Riccardo Licata, Giovanni Lombardini , Fernando Picenni e Sandi Renko. In ambito fotografico, negli anni, ha presentato le opere di Maggie Taylor e Carlo D’Orta.
Leonardo Conti (1969), critico e curatore indipendente, ha collaborato con diverse riviste di arte e di estetica come "Parol. Quaderni d'arte e di epistemologia", "Verso L'Arte Commenti", "Arte In", "L'Urlo" e "Espoarte" sulla quale ha firmato la rubrica "Concetti visibili".
Nel 2014 ha collaborato con DLB Group e la Scuola di Palo Alto nella progettazione e realizzazione dell'evento "Art for Building a great team". Tiene regolarmente conferenze sull’arte contemporanea ("Che cos'è l'arte contemporanea", Accademia di Brera di Milano, 2016). È curatore e presidente dell'Archivio Ormenese. Ha curato circa 150 mostre collaborando con istituzioni quali BMoA Bakersfield Museum of Art (USA), Palazzo della Promotrice delle Belle Arti di Torino, Palazzo Venezia a Roma, Museum of Modern Art di Mosca, Palazzo dei Priori Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia, Museu Maritimo di Lisbona, PARCO Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Pordenone, Palazzo Ducale di Urbino, Loggiato di San Bartolomeo di Palermo.
14
gennaio 2017
Giuseppe Santomaso – L’astrazione emozionante. L’ultimo grande periodo 1980-1990
Dal 14 gennaio 2017 al 25 marzo 2018
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA POLIART
Milano, Viale Gran Sasso, 35, (Milano)
Milano, Viale Gran Sasso, 35, (Milano)
Orario di apertura
DA MARTEDI A VENERDI 11-13 E 15-18, SABATO 10.30-13
Vernissage
14 Gennaio 2017, 18.00
Autore
Curatore