Gonçalo Ivo espone gli ultimi raffinati e gioiosi olii su tela dove riprende i suoi temi favoriti Panos da Costa, Rios e Fenêtres in una vera Fiesta Brasileira.
L'energia brasiliana di Ivo gioca con il periodo di folle esuberanza che caratterizza il Carnevale e le sue opere portano a Venezia l'aria del Brasile.
Di lui il critico d'arte francese Gilbert Lascault scrive: "Le opere di Gonçalo Ivo evocano i costumi degli arlecchini, dei saltimbanchi, dei buffoni, dei pupazzi, di personaggi scombinati di mascherate lontane. Le losanghe approssimative, i triangoli dinamici, le superfici in parte ribelli vibrano, modificando i colori. L'olio rivela le oscillazioni inaspettate , gli intrecci imprevedibili, le reti. L'olio percorre i labirinti sfuocati, indeterminati, fluttuanti. La pittura si afferma, allo stesso tempo equivoca ed eclatante.
Gioca con le geometrie sensibili e sensuali, con rilevamenti instabili e gioiosi, con misure incerte, con tessiture cangianti talvolta stampate, a metà mescolate.
Gli arlecchini sono dei nomadi. Superano le frontiere di molteplici paesi, i limiti territoriali, i confini, le demarcazioni. Passano attraverso i sipari verso la scena. La creazione è una viaggiatrice, una nomade; non sarà mai pigra, ferma, immobile. La creazione di Gonçalo Ivo si sposta continuamente, si muove, girovagando".