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Guido Scarabottolo
I lavori del Bau in una doppia esposizione
Comunicato stampa
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Dopo le mostre di Mattotti (2002) e Toccafondo (2003), il Visionario/Centro per le Arti Visive e il Centro Espressioni Cinematografiche si ammalano di sindrome di Bau!
Bau è il soprannome di Guido Scarabottolo il primo degli artisti italiani del post digitale. Architetto per formazione, illustratore per elezione, grafico per conseguenza, Scarabottolo (universalmente noto come “il Bau”, nasce il 25 luglio 1947 a Sesto San Giovanni) inizia quindi a disegnare (come a camminare) a Milano immergendosi in un ambiente creativo e stimolante che sconfinava nel mondo dell’editoria, della pubblicità, dell’architettura. Da quel momento, oltre agli editori Einaudi, Rizzoli, Mondadori, II Saggiatore e Guanda collabora, con disegni di epica concisione - umoristici e realistici insieme - a una ventina di testate: “Internazionale”, “L'Unità”, “Corriere della Sera”, “L'Europeo”, “Linea d'ombra”, “Ventiquattro”, “Alias”. Lavora per le principali agenzie pubblicitarie, in televisione per Rai Tre e dal 1982 espone in collettive in Italia e all'estero… Le tappe del suo percorso artistico non servono altro che a confermare il fatto che Scarabottolo sia un artista unico, inimitabile. Il motivo è semplicemente detto: le sue doti sono la levità, la sintesi, l’ironia, la ricchezza inesauribile del suo fantasioso e coloratissimo immaginario d’artista. Scarabottolo, illustratore post digitale, ama disegnare con il computer; la sua matita elettronica, diventa per lui uno strumento per creare immagini a strati invisibili, sovrapposti; si trasforma in un mezzo per scombinare e rimontare una realtà disegnata che appare sempre in tutta la sua forte struttura narrativa. Oltre a disegnare Scarabottolo infatti racconta e si diverte come un bambino a manovrare oggetti e figure in ambienti surreali, statici, quasi mosso da uno stimolo oramai assai raro da ritrovare nell’uomo: la meraviglia. I suoi disegni, le sue illustrazioni vanno guardati con calma, osservati senza fretta, scoperti piano piano, centimetro dopo centimetro. La dimensione apparentemente dimessa e minimale del suo universo iconografico nasconde infatti una rara sapienza nel tracciare lo spazio, una spiccata attitudine a colloquiare utilizzando mezzi e materiali al limite della povertà e una fantasiosa capacità di tradurre le parole in originali segni narrativi che colgono il contenuto nodale di ogni messaggio.
E ce ne saranno 143 di disegni di Guido Scarabottolo al Visionario a partire da sabato 28 (inaugurazione ore 18.00 alla presenza dell’artista). Nati come illustrazioni per giornali copertine di libri, brochures istituzionali e persino annunci pubblicitari, questi disegni, esposti senza didascalie, saranno visibili in un allestimento curato da Giovanna Durì per conto del Centro per le Arti Visive in collaborazione con il Centro Espressioni Cinematografiche. La mostra è resa possibile dal sostegno del Comune di Udine e dal prezioso supporto della Banca Popolare Friuladria.
Si tratta di disegni che in realtà “non esistono” (sono stampe digitali da files generati quasi completamente al computer), accompagnati non da un catalogo, ma dal romanzo “Una Vita. Romanzo metafisico” (uscito per l’occasione da Guanda, 160 pagine a colori, in libreria da giugno 2005): una graphic novel il cui soggetto è il racconto di un uomo che scompare e denuncia alla polizia la propria scomparsa. Il testo, magnifico, è creato da Giovanna Zoboli a partire dalle più belle illustrazioni di Scarabattolo pubblicate fino a oggi ripensate e ordinate, in questo caso, come fossero una storia. A questa mostra si accompagna una seconda sezione espositiva sempre curata da Giovanna Durì (e posizionata nella saletta Abside del Visionario) che si propone di approfondire invece il processo produttivo (fisico e mentale) dei disegni di Scarabattolo; cioè quella singolare Sindrome di Bau che definisce lo stato di serena confusione mentale scatenato dal tentativo di analizzare informazioni aggressivamente semplici e dal quale sembra fluire la straordinaria creatività dell’artista.
Con lo scopo di fornire le chiavi interpretative di quel processo creativo, questa seconda sezione - una ventina di grandi stampe, accompagnate e corredate da disegni originali, incisioni, sculture, oggetti e video - è accompagnata da un catalogo edito dal Centro Espressioni Cinematografiche con uno scritto di Lilia Ambrosi. Scarabottolo: un artista discreto dal potente potere evocativo e persuasivo da sabato in mostra!
Bau è il soprannome di Guido Scarabottolo il primo degli artisti italiani del post digitale. Architetto per formazione, illustratore per elezione, grafico per conseguenza, Scarabottolo (universalmente noto come “il Bau”, nasce il 25 luglio 1947 a Sesto San Giovanni) inizia quindi a disegnare (come a camminare) a Milano immergendosi in un ambiente creativo e stimolante che sconfinava nel mondo dell’editoria, della pubblicità, dell’architettura. Da quel momento, oltre agli editori Einaudi, Rizzoli, Mondadori, II Saggiatore e Guanda collabora, con disegni di epica concisione - umoristici e realistici insieme - a una ventina di testate: “Internazionale”, “L'Unità”, “Corriere della Sera”, “L'Europeo”, “Linea d'ombra”, “Ventiquattro”, “Alias”. Lavora per le principali agenzie pubblicitarie, in televisione per Rai Tre e dal 1982 espone in collettive in Italia e all'estero… Le tappe del suo percorso artistico non servono altro che a confermare il fatto che Scarabottolo sia un artista unico, inimitabile. Il motivo è semplicemente detto: le sue doti sono la levità, la sintesi, l’ironia, la ricchezza inesauribile del suo fantasioso e coloratissimo immaginario d’artista. Scarabottolo, illustratore post digitale, ama disegnare con il computer; la sua matita elettronica, diventa per lui uno strumento per creare immagini a strati invisibili, sovrapposti; si trasforma in un mezzo per scombinare e rimontare una realtà disegnata che appare sempre in tutta la sua forte struttura narrativa. Oltre a disegnare Scarabottolo infatti racconta e si diverte come un bambino a manovrare oggetti e figure in ambienti surreali, statici, quasi mosso da uno stimolo oramai assai raro da ritrovare nell’uomo: la meraviglia. I suoi disegni, le sue illustrazioni vanno guardati con calma, osservati senza fretta, scoperti piano piano, centimetro dopo centimetro. La dimensione apparentemente dimessa e minimale del suo universo iconografico nasconde infatti una rara sapienza nel tracciare lo spazio, una spiccata attitudine a colloquiare utilizzando mezzi e materiali al limite della povertà e una fantasiosa capacità di tradurre le parole in originali segni narrativi che colgono il contenuto nodale di ogni messaggio.
E ce ne saranno 143 di disegni di Guido Scarabottolo al Visionario a partire da sabato 28 (inaugurazione ore 18.00 alla presenza dell’artista). Nati come illustrazioni per giornali copertine di libri, brochures istituzionali e persino annunci pubblicitari, questi disegni, esposti senza didascalie, saranno visibili in un allestimento curato da Giovanna Durì per conto del Centro per le Arti Visive in collaborazione con il Centro Espressioni Cinematografiche. La mostra è resa possibile dal sostegno del Comune di Udine e dal prezioso supporto della Banca Popolare Friuladria.
Si tratta di disegni che in realtà “non esistono” (sono stampe digitali da files generati quasi completamente al computer), accompagnati non da un catalogo, ma dal romanzo “Una Vita. Romanzo metafisico” (uscito per l’occasione da Guanda, 160 pagine a colori, in libreria da giugno 2005): una graphic novel il cui soggetto è il racconto di un uomo che scompare e denuncia alla polizia la propria scomparsa. Il testo, magnifico, è creato da Giovanna Zoboli a partire dalle più belle illustrazioni di Scarabattolo pubblicate fino a oggi ripensate e ordinate, in questo caso, come fossero una storia. A questa mostra si accompagna una seconda sezione espositiva sempre curata da Giovanna Durì (e posizionata nella saletta Abside del Visionario) che si propone di approfondire invece il processo produttivo (fisico e mentale) dei disegni di Scarabattolo; cioè quella singolare Sindrome di Bau che definisce lo stato di serena confusione mentale scatenato dal tentativo di analizzare informazioni aggressivamente semplici e dal quale sembra fluire la straordinaria creatività dell’artista.
Con lo scopo di fornire le chiavi interpretative di quel processo creativo, questa seconda sezione - una ventina di grandi stampe, accompagnate e corredate da disegni originali, incisioni, sculture, oggetti e video - è accompagnata da un catalogo edito dal Centro Espressioni Cinematografiche con uno scritto di Lilia Ambrosi. Scarabottolo: un artista discreto dal potente potere evocativo e persuasivo da sabato in mostra!
28
maggio 2005
Guido Scarabottolo
Dal 28 maggio al 10 settembre 2005
arte contemporanea
Location
VISIONARIO
Udine, Via Fabio Asquini, 33, (Udine)
Udine, Via Fabio Asquini, 33, (Udine)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle ore 15.30 alle ore 22.00
Ufficio stampa
C.E.C.
Autore




