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Hanna Burkart – Temporary Like Forever
SARP Gallery è lieta di presentare “Hanna Burkart. Temporary Like Forever”, mostra personale dell’artista austriaca Hanna Burkart (Vienna, 1989), che raccoglie installazioni, oggetti e fotografie realizzati durante la sua residenza presso SARP Residency & Gallery a Linguaglossa (novembre 2024).
Comunicato stampa
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SARP Gallery è lieta di presentare “Hanna Burkart. Temporary Like Forever”, mostra personale dell’artista austriaca Hanna Burkart (Vienna, 1989), che raccoglie installazioni, oggetti e fotografie realizzati durante la sua residenza a Linguaglossa (novembre 2024) e legati alla sua ricerca sulle grotte della Sicilia. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 10 giugno.
Nella sua più recente indagine, Burkart mette in contrasto la grotta – il rifugio originario dell’umanità – con le forme contemporanee dell’abitare. Abitare è una delle attività più necessarie per l’essere umano: offre protezione, struttura e identità. Al di là della sua funzione di riparo, abitare implica anche aspetti emotivi come sicurezza, appartenenza e creazione di un ambiente personale. Rituali quotidiani come dormire, pulire, mangiare e riposare scandiscono le nostre giornate. Ma come li compiamo? E quale sarebbe lo spazio ideale per farlo? Uno spazio abitativo dev’essere per forza fisso e permanente? Abitiamo sistemi ereditati o progettiamo gli spazi secondo la nostra percezione? La mostra esplora queste domande, rivelando come l’abitare non sia una condizione statica, bensì un processo dinamico, in continua evoluzione attraverso fattori individuali e sociali.
Guardando alle prime forme di abitazione umana, le grotte non erano solo rifugi protettivi, ma anche luoghi di pratica sociale e culturale. I ritrovamenti archeologici dimostrano che le grotte venivano spesso usate in modo temporaneo – come riparo in caso di maltempo o come depositi. Il loro microclima stabile ha preservato reperti per secoli, offrendo preziose testimonianze sulla vita delle origini. Ancora oggi, in alcune regioni, le grotte continuano ad essere abitate, rappresentando un’alternativa sostenibile all’architettura moderna. Questo legame tra spazio abitativo e ambiente naturale solleva interrogativi fondamentali sull’adattamento umano – temi centrali nella pratica artistica di Burkart.
Da oltre sette anni, Burkart ha scelto di vivere senza una casa o uno studio fissi, indagando come lo spostamento e l’appropriazione temporanea dello spazio ridefiniscano l’atto dell’abitare. Prehabitation, un progetto sviluppato con Philipp Furtenbach, documenta l’occupazione a breve termine di spazi abbandonati, trasformando luoghi dimenticati in habitat desiderabili. Le loro installazioni affrontano domande essenziali: Quando uno spazio diventa casa? Quali sono i requisiti minimi per avere un riparo, calore e infrastrutture? Quali paure e bisogni devono essere affrontati? Dove e come ci sentiamo al sicuro? Cosa succede quando non si ha un luogo dove vivere? Al centro delle performance Living di Burkart c’è il rituale del sonno, usato per creare un’intimità con luoghi specifici. Negli ultimi anni, l’artista ha dormito in oltre 600 luoghi diversi, esplorandone le dinamiche sociali e spaziali e mettendo in discussione le convenzioni legate alla sicurezza, all’abitare e alla vita stessa.
La mostra “Hanna Burkart. Temporary Like Forever” alla SARP Gallery ridefinisce il concetto stesso di abitare. Burkart ha vissuto per un mese all’interno dello spazio della residenza, reinterpretando rituali domestici quotidiani in un contesto completamente nuovo. Oggetti familiari vengono astratti e presentati in modi inaspettati, trasformandosi in metafore di gesti umani. Burkart individua le routine che vengono eseguite meccanicamente, spesso senza chiedersi il perché o l’origine. Abitare diventa dunque il protagonista, poiché occupa una parte fondamentale della nostra esistenza e ci riguarda tutti. Burkart ha compreso che abitare è un gesto profondamente radicato in noi, che compiamo in modo istintivo. In qualsiasi luogo arriviamo, dobbiamo renderlo casa.
Le opere in mostra invitano a riflettere sul nostro rapporto con lo spazio abitativo: una casa è definita solo dai suoi confini fisici? Che ruolo giocano le abitudini e i rituali nel rendere un luogo “nostro”? Decostruendo i comportamenti convenzionali, Burkart apre nuove prospettive su modi di abitare temporanei e flessibili – invitandoci a ripensare se il concetto di casa non debba essere molto più aperto e adattabile.
La mostra Hanna Burkart. Temporary Like Forever è accompagnata da due pubblicazioni (stampa su richiesta): Welcome Home - Temporary Like Forever (2024) and Do Waste Your Time – Do let it go (2024).
Le pubblicazioni sono state realizzate con il supporto del Federal Ministry for Housing, Arts, Culture, Media and Sport austriaco.
Nella sua più recente indagine, Burkart mette in contrasto la grotta – il rifugio originario dell’umanità – con le forme contemporanee dell’abitare. Abitare è una delle attività più necessarie per l’essere umano: offre protezione, struttura e identità. Al di là della sua funzione di riparo, abitare implica anche aspetti emotivi come sicurezza, appartenenza e creazione di un ambiente personale. Rituali quotidiani come dormire, pulire, mangiare e riposare scandiscono le nostre giornate. Ma come li compiamo? E quale sarebbe lo spazio ideale per farlo? Uno spazio abitativo dev’essere per forza fisso e permanente? Abitiamo sistemi ereditati o progettiamo gli spazi secondo la nostra percezione? La mostra esplora queste domande, rivelando come l’abitare non sia una condizione statica, bensì un processo dinamico, in continua evoluzione attraverso fattori individuali e sociali.
Guardando alle prime forme di abitazione umana, le grotte non erano solo rifugi protettivi, ma anche luoghi di pratica sociale e culturale. I ritrovamenti archeologici dimostrano che le grotte venivano spesso usate in modo temporaneo – come riparo in caso di maltempo o come depositi. Il loro microclima stabile ha preservato reperti per secoli, offrendo preziose testimonianze sulla vita delle origini. Ancora oggi, in alcune regioni, le grotte continuano ad essere abitate, rappresentando un’alternativa sostenibile all’architettura moderna. Questo legame tra spazio abitativo e ambiente naturale solleva interrogativi fondamentali sull’adattamento umano – temi centrali nella pratica artistica di Burkart.
Da oltre sette anni, Burkart ha scelto di vivere senza una casa o uno studio fissi, indagando come lo spostamento e l’appropriazione temporanea dello spazio ridefiniscano l’atto dell’abitare. Prehabitation, un progetto sviluppato con Philipp Furtenbach, documenta l’occupazione a breve termine di spazi abbandonati, trasformando luoghi dimenticati in habitat desiderabili. Le loro installazioni affrontano domande essenziali: Quando uno spazio diventa casa? Quali sono i requisiti minimi per avere un riparo, calore e infrastrutture? Quali paure e bisogni devono essere affrontati? Dove e come ci sentiamo al sicuro? Cosa succede quando non si ha un luogo dove vivere? Al centro delle performance Living di Burkart c’è il rituale del sonno, usato per creare un’intimità con luoghi specifici. Negli ultimi anni, l’artista ha dormito in oltre 600 luoghi diversi, esplorandone le dinamiche sociali e spaziali e mettendo in discussione le convenzioni legate alla sicurezza, all’abitare e alla vita stessa.
La mostra “Hanna Burkart. Temporary Like Forever” alla SARP Gallery ridefinisce il concetto stesso di abitare. Burkart ha vissuto per un mese all’interno dello spazio della residenza, reinterpretando rituali domestici quotidiani in un contesto completamente nuovo. Oggetti familiari vengono astratti e presentati in modi inaspettati, trasformandosi in metafore di gesti umani. Burkart individua le routine che vengono eseguite meccanicamente, spesso senza chiedersi il perché o l’origine. Abitare diventa dunque il protagonista, poiché occupa una parte fondamentale della nostra esistenza e ci riguarda tutti. Burkart ha compreso che abitare è un gesto profondamente radicato in noi, che compiamo in modo istintivo. In qualsiasi luogo arriviamo, dobbiamo renderlo casa.
Le opere in mostra invitano a riflettere sul nostro rapporto con lo spazio abitativo: una casa è definita solo dai suoi confini fisici? Che ruolo giocano le abitudini e i rituali nel rendere un luogo “nostro”? Decostruendo i comportamenti convenzionali, Burkart apre nuove prospettive su modi di abitare temporanei e flessibili – invitandoci a ripensare se il concetto di casa non debba essere molto più aperto e adattabile.
La mostra Hanna Burkart. Temporary Like Forever è accompagnata da due pubblicazioni (stampa su richiesta): Welcome Home - Temporary Like Forever (2024) and Do Waste Your Time – Do let it go (2024).
Le pubblicazioni sono state realizzate con il supporto del Federal Ministry for Housing, Arts, Culture, Media and Sport austriaco.
03
maggio 2025
Hanna Burkart – Temporary Like Forever
Dal 03 maggio al 10 giugno 2025
arte contemporanea
Location
SARP PALAZZO PREVITERA
Linguaglossa, Via D. Alighieri, 22, (CT)
Linguaglossa, Via D. Alighieri, 22, (CT)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì, dalle 11:00 alle 18:00
Vernissage
3 Maggio 2025, Ore 18:00 – 20:30
Ufficio stampa
EC Art Comms
Autore




