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Hans Op De Beeck – Blender
L’opera che Hans Op de Beeck presenta a Galleria Continua, ‘Blender’ (2003), ci riporta in qualche modo all’infanzia e da lì allo scorrere della vita, al tempo che passa ad un ciclo che si consuma e riprende senza interruzione
Comunicato stampa
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Nonostante la giovane età Hans Op de Beeck vanta già un percorso espositivo decisamente significativo tanto che nel 2004 rientra in quella stretta rosa di artisti a cui viene data la possibilità di esporre nella prestigiosa sezione ArtUnlimited di ArtBasel. Qui conquista pubblico e critica ricostruendo in forma di maquette percorribile e visitabile una stazione di servizio –un luogo, anzi un non luogo anonimo e alienante- al cui interno si apre una finestra su una lunghissima e desolata autostrada. Le maquettes di Op de Beeck sono dei veri e propri simulacri, copie senza un originale dove il processo di ricostruzione si attua in virtù della memoria piuttosto che della diretta osservazione della realtà.
Foto, disegni, diapositive rappresentano per l’artista tappe preliminari per la realizzazione di opere video, punti di vista, studi del soggetto o del tema che non vanno però mai a svelare contenuti e immagini del lavoro finito tanto che tra questi ed i video sembrerebbe quasi non esserci relazione. I film vivono per lo più di vita propria ma l’artista non ne esclude la presentazione anche all’interno di installazioni o delle grandi maquette. Hans Op de Beeck lavora sui piccoli gesti, in genere inconsci. Sguardi, silenzi, frammenti di vita, scene che appartengono al quotidiano ma che riesce a riproporre in chiave surreale, staccandosi così dalla semplice narrazione e riuscendo a convertire quelle immagini in metafore della condizione umana. “Il mio obbiettivo è produrre delle immagini che offrano una distanza in rapporto alla nostra vita quotidiana” questo l’artista lo ottiene anche manipolando la realtà ovvero introducendo nei video degli elementi artificiali, quasi impercettibili, che vanno però a creare piccoli scarti rispetto al reale.
Incomunicabilità, attesa, perdita, degradazione questi i temi che ricorrono nelle opere dell’artista belga. Una vena melanconica sembra accompagnarlo così come un gusto romantico che si codifica nella ripresa di alcuni stereotipi di rappresentazione del romanticismo che Op de Beeck reintroduce come valori attuali.
L’opera che Hans Op de Beeck presenta a Galleria Continua, ‘Blender’ (2003), ci riporta in qualche modo all’infanzia e da lì allo scorrere della vita, al tempo che passa ad un ciclo che si consuma e riprende senza interruzione. Il ciclo della vita? Il ciclo del mondo? Nel video non ci sono riferimenti temporali né alcuna presenza umana solo una giostra che gira creando un vortice di colori senza forme, in sottofondo musica d’organo, voci di bambini, dialoghi interrotti e indistinguibili. In questa, come in altre opere di Op de Beeck, si avverte un senso di incompletezza, di non finito che trasporta l’osservatore in una realtà dai confini sfumati, sospesa nel tempo, volutamente ambigua e indefinita.
Foto, disegni, diapositive rappresentano per l’artista tappe preliminari per la realizzazione di opere video, punti di vista, studi del soggetto o del tema che non vanno però mai a svelare contenuti e immagini del lavoro finito tanto che tra questi ed i video sembrerebbe quasi non esserci relazione. I film vivono per lo più di vita propria ma l’artista non ne esclude la presentazione anche all’interno di installazioni o delle grandi maquette. Hans Op de Beeck lavora sui piccoli gesti, in genere inconsci. Sguardi, silenzi, frammenti di vita, scene che appartengono al quotidiano ma che riesce a riproporre in chiave surreale, staccandosi così dalla semplice narrazione e riuscendo a convertire quelle immagini in metafore della condizione umana. “Il mio obbiettivo è produrre delle immagini che offrano una distanza in rapporto alla nostra vita quotidiana” questo l’artista lo ottiene anche manipolando la realtà ovvero introducendo nei video degli elementi artificiali, quasi impercettibili, che vanno però a creare piccoli scarti rispetto al reale.
Incomunicabilità, attesa, perdita, degradazione questi i temi che ricorrono nelle opere dell’artista belga. Una vena melanconica sembra accompagnarlo così come un gusto romantico che si codifica nella ripresa di alcuni stereotipi di rappresentazione del romanticismo che Op de Beeck reintroduce come valori attuali.
L’opera che Hans Op de Beeck presenta a Galleria Continua, ‘Blender’ (2003), ci riporta in qualche modo all’infanzia e da lì allo scorrere della vita, al tempo che passa ad un ciclo che si consuma e riprende senza interruzione. Il ciclo della vita? Il ciclo del mondo? Nel video non ci sono riferimenti temporali né alcuna presenza umana solo una giostra che gira creando un vortice di colori senza forme, in sottofondo musica d’organo, voci di bambini, dialoghi interrotti e indistinguibili. In questa, come in altre opere di Op de Beeck, si avverte un senso di incompletezza, di non finito che trasporta l’osservatore in una realtà dai confini sfumati, sospesa nel tempo, volutamente ambigua e indefinita.
23
aprile 2005
Hans Op De Beeck – Blender
Dal 23 aprile al 02 luglio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA CONTINUA
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 14-19
Vernissage
23 Aprile 2005, ore 18
Autore




