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Hic!- Annuale d’Arte edizione 2025
Hic Annuale d’Arte 2025 è una rassegna d’arte contemporanea diffusa nel centro storico di Fano: dal 2 maggio al 30 giugno 2025 26 attività commerciali saranno la vetrina di 27 artisti, che interpreteranno il tema “Casa” in tutti i suoi significati, per una rigenerazione della città a mezzo arte.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
HIC! Annuale d’arte 2025 I edizione
“La Casa”
Rassegna diffusa di arte contemporanea in 26 attività commerciali del centro storico di Fano dal 2 maggio al 30 giugno 2025
Ingresso libero / orario variabile secondo le aperture dell’attività ospitante
Performance, installazioni ed esposizioni che nascono dal connubio tra i migliori artisti locali e gli esercizi commerciali di Fano: dal 2 maggio al 30 giugno HIC! Annuale d’arte edizione 2025 si appresta a colorare di arancione – il colore designato per la prima edizione – il centro storico della città, in un dialogo tra artisti, città e comunità.
Le vetrine dei negozi diventano così luoghi espositivi, dove l’arte contemporanea incontra la vita di tutti giorni: bar, botteghe, cinema e altri spazi comuni si trasformano in gallerie di linguaggi creativi, portando l’estetica nei gesti ordinari e rendendo angoli della città un’occasione d’incontro tra persone, idee e visioni artistiche. Non solo, Hic! è un progetto di rigenerazione urbana, volto a ripopolare, a mezzo arte, il centro cittadino.
Ogni edizione porta con sé un tema da esplorare, nuove collaborazioni e linguaggi espressivi che si intrecciano con la trama viva della città: HIC 2025 è dedicata alla “Casa”, un tema universale e cruciale del nostro tempo, interpretato dagli artisti coinvolti nelle sue molteplici sfaccettature e poliedrici significati.
Istanza trasversale tra cittadini, abitanti e comunità, dai nomadi digitali ai fuorisede, dai migranti ai nuovi nuclei abitativi, non più costituiti dalle famiglie tradizionali, ci troviamo necessariamente a ripensare a cos’è per noi la casa e quali sono le condizioni che dobbiamo affrontare oggi: protezione e rifugio, ma anche il suo opposto, la “Casa” è un tema delicato e scomodo, che sarà affrontato da più prospettive e tramite molteplici linguaggi espressivi, nelle opere di 27 artisti, provenienti perlopiù dalla provincia di Pesaro e Urbino, esposte in 26 diversi esercizi commerciali.
L’arte contemporanea, in questo contesto, diventa un mezzo di confronto e di attivazione, creatività viene incontro e cerca di catturare l’attenzione nella quotidianità, perché è proprio nei gesti ordinari, negli spazi comuni, che l’arte può generare confronto, aprire visioni e risvegliare il pensiero.
Gli esercizi commerciali coinvolti sono Laboratorio Sabatini, Makì Gelateria, Terra Bar à Vins Enoteca, L’Uccellin Bel Verde, Ubik Rusconi, Ottica Montevecchio, Duchessa Studio Gallery, Biostorie La Saponaria, Arrhe Studio, Sara Concept Bride, Emera, Ottica Valentini, Il Grillo Saggio, Wooden, Tandem, Offucina, Isaan Thai, 11:11 Photostudio, Un Morso di Romagna, Prima Edicola Point ed edicole Arco d’Augusto e via Roma, Mondadori BookStore, Cinema Masetti, Politeama e Nina Gioielleria.
Gli artisti protagonisti di performance, mostre e installazioni rappresentano sono Antonella Sabatini, Leonardo Mazzoli, Eleonora Cutini, Caterina Fraternali, Erica Matta, Marta Sabbadini, Laura Majani con l’Associazione Percorso Donna, Veronica Chessa, Enrico Pierotti, Ben Williams, Armadilly, Alice Giordano, Giuseppe Oliveri, Nunzia Cacatiello e Giacomo Guerra, Guido Brualdi, Mauro Santini, Leonardo Gerboni e Leonardo Lappi, Stefano Tesei, Maria Teresa Laganà, Masako Matsushita, Ricardo Aleador Venturi, Stefano Zurlo, Mirco Battistini, Francesco Moretti, Maria Rosaria Abagnale, Adrien Civettini.
Le opere saranno esposte permanentemente dal 2 giugno al 30 giugno; gli eventi di presentazione, occasioni per conoscere meglio l’artista e la genesi dell’opera, si svolgeranno secondo il calendario allegato. Ingresso gratuito.
È possibile seguire tutti gli aggiornamenti su IG hic_annualedarte.
HIC! Annuale d’Arte 2025 gode del patrocinio del Comune di Fano, Assessorato alla Cultura, e si svolge in collaborazione con Isia Urbino, Accademia delle Belle Arti di Urbino, Associazione Percorso Donna, Associazione l’Africa Chiama e Associazione AI Firhiyat.
PROGRAMMA EVENTI DI PRESENTAZIONE:
● La prima casa | Antonella Sabatini
Laboratorio Sabatini, Via Nolfi 26
5 MAGGIO - 6:30
La prima casa di Antonella Sabatini nasce da un gesto antico e necessario: modellare a mano, una a una, piccole forme d'argilla che richiamano l’archetipo dell’uovo, primo contenitore della vita. Ogni guscio, unico e irripetibile, custodisce la cura e il tempo dell’artista, diventando simbolo di origine, protezione e nascita. L'opera si compone di molteplici presenze, che nella loro collettività esprimono una comunanza profonda: la fragilità e la forza che accomunano ogni essere vivente. Nell'aggregarsi dei singoli elementi, "La prima casa" restituisce una potente immagine di appartenenza, memoria primordiale di una condizione condivisa e naturale, dove l'individualità non si perde ma si amplifica in un tessuto corale.
● Quello che ci portiamo dietro | Leonardo Mazzoli
Makì gelateria, Piazza degli Avveduti 1
9 MAGGIO - 17.00
Nel mondo illustrato da Leonardo Mazzoli le case camminano: poggiano su zampe leggere o robuste, si muovono come organismi viventi, caricandosi di memoria e desideri. Le sue architetture fiabesche, sospese tra realtà e immaginazione, parlano con grazia della condizione nomade del nostro tempo. In un’epoca segnata da migrazioni volontarie o forzate, i suoi personaggi abitano case mobili, che si portano dietro ovunque vadano: non rifugi astratti, ma contenitori affettivi, colmi di oggetti quotidiani, ricordi e simboli d’identità. Ogni casa è un guscio che protegge, un compagno di viaggio, una promessa di arrivo e insieme di ripartenza. Mazzoli ci invita a chiederci cosa scegliamo di portare con noi quando ci muoviamo, cosa lasciamo indietro, e dove davvero si radica la nostra idea di casa. Con tratti sottili e un linguaggio poetico, trasforma l’instabilità in narrazione visiva, dando forma all’abitare incerto e insieme fiducioso di chi cerca, si sposta, sogna.
● Ricordo transitorio | Eleonora Cutini
Terra, Via G.Garibaldi 85
12 MAGGIO - 18.00
Casa è architettura e metafora, luogo fisico e memoria collettiva. Nelle opere di Eleonora Cutini, originaria dell’entroterra marchigiano, questa doppia natura si intreccia con un paesaggio fragile, segnato dall’abbandono e da calamità naturali come i terremoti. In queste terre, dove il tempo ha lasciato crepe sui muri e nei destini, la casa diventa simbolo di continuità e perdita, di radicamento e distanza. Cutini raccoglie le tracce di un abitare che resiste nella semplicità: muri sbrecciati, oggetti dimenticati, gesti quotidiani. Ogni segno costruisce una stratificazione silenziosa, un archivio intimo che racconta non solo la propria storia ma quella di chiunque abbia abitato, amato o lasciato un luogo. Le sue immagini archetipiche parlano di ciò che resta quando la casa si svuota e diventa eco, nostalgia, impronta. È un racconto che riguarda tutti: un cammino tra passato e presente, tra ricordo e possibilità. Una riflessione sull’essere casa, ovunque e comunque.
● Microcosmo | Caterina Fraternali
L’Uccellin Bel Verde, Via Rinalducci 5
15 MAGGIO - 21.00
Caterina Fraternali costruisce una casa temporanea, evocazione dei fortini fatti da bambini con cuscini e coperte, uno spazio di confidenza in cui solo alcune persone possono entrare. Un luogo intimo e magico di benessere. In un'epoca generale di crisi l’artista ricostruisce l’immaginario di una casa che non c'è, che ispira protezione e sicurezza, una piccolissima casa ideale. Se ti avvicini senti dei bisbigli, alcuni segreti pronunciati a bassa voce tra ospiti, ciò che avevamo attorno. È un mondo piccolo, protetto, in cui i cattivi pensieri sono banditi e con loro anche gli adulti. La sua struttura chiusa vuole, infatti, rimarcare questa privatezza, lasciando solo intuire ciò che si nasconde al suo interno.
● Storia delle mie case | Erica Matta
● Corredo tessile | Marta Sabbadini
Ubik, Corso G. Matteotti 41
21 MAGGIO - 18.00
- Con Storia delle mie case, Erica Matta costruisce un racconto visivo ed emotivo che attraversa le molte forme che l’idea di casa può assumere nel corso della vita. Case reali, immaginate, passate o solo desiderate si alternano in un libro che è diario, mappa e specchio: ogni pagina ci invita a ripercorrere insieme all’autrice i luoghi che ha abitato e quelli che, forse, abiterà.
Attraverso disegni e parole, Matta tesse un filo affettivo che collega lo spazio fisico alla dimensione interiore dell’abitare. Ogni casa diventa un frammento di sé, un contenitore di esperienze, mutamenti, emozioni. Il libro si apre così al lettore come un esercizio di empatia: ci si ritrova a riconoscersi in stanze, soglie e finestre che, pur diverse, risuonano di qualcosa di condiviso. Storia delle mie case ci ricorda che tutti, nel tempo, abitiamo molte case: e ognuna lascia in noi una traccia che continua a vivere, anche quando non ci siamo più dentro.
- Il corredo è a casa della nonna, nel grosso baule di legno marrone pieno di stoffe e centrini. Ma è anche il bagaglio dell’artista, sono memorie frammentate, tradizioni, esperienze e affetti di una vita, che porta dietro ovunque vada; è caro e prezioso. È tutto ciò che, anche quando la casa cambia e si muove, rimane un punto fisso.
● Sulla soglia | Laura Majani con Ass. Percorso Donna
Ottica Montevecchio, Via Montevecchio 88
22 MAGGIO - 18.00
Il lavoro parte dalla definizione di casa come luogo sicuro e personale, rifugio dal mondo esterno. Ma per molte donne vittime di violenza, questo spazio assume un significato ambivalente: la casa coincide con quella del maltrattante, diventando teatro di abusi e spesso luogo di femminicidio. La violenza rimane nascosta tra le mura domestiche, fino a quando una denuncia o una tragedia ne rivelano la realtà. Case apparentemente normali, perché la violenza non ha un volto, non appartiene a una cultura o classe sociale. L’artista sceglie di rappresentare la facciata della casa, invitando a riflettere sulla superficialità di certi giudizi comuni. L’immagine della casa si sovrappone a quella del corpo, esposta come un ritratto familiare in una cornice. Il salotto, stanza “di rappresentanza”, diventa simbolo di questa soglia tra dentro e fuori, intimo e pubblico. Un invito silenzioso a guardare oltre le apparenze.
● Milieu favorable | Veronica Chessa
Duchessa Studio Gallery, Via Nolfi 3
23 MAGGIO - 18.00
In Milieu favorable una natura fatta di piante, animali e apparente caos si riappropria dello spazio dell’abitare prima così antropizzato e sterile. Si fa largo un ambiente favorevole per una nuova configurazione spaziale e di equilibri tra essere umano e resto dei viventi. Troviamo così un habitat in cui adattarci maggiormente e costruire nuove abitudini sulla base di nuove presenza come animali selvaggi e il proliferare di una vegetazione rigogliosa. La stessa natura, che fin da ora ci ha ospitati senza chiedere nulla in cambio, si riappropria degli spazi che l’uomo le ha sottratto, attraverso modalità aggressive egoocentriche. L’essere umano sembra abitare da qui in avanti luoghi invasi dalla vegetazione, un tempo sospeso e nostalgico di un passato preindustriale.
● Finestra aperta | Enrico Pierotti
Biostorie La Saponaria, Corso G. Matteotti 125
28 MAGGIO - 18.00
In Finestra Aperta, Enrico Pierotti disegna paesaggi naturali straordinari, visti come da una soglia, da una finestra. Montagne, cieli e distese si offrono allo sguardo in tutta la loro meraviglia, ma ciò che resta nascosto è l’interno, lo spazio da cui si osserva. L’opera si muove sulla linea sottile tra desiderio e distanza: il paesaggio è lì, invitante, perfetto, ma chi guarda non lo raggiunge mai davvero.
Pierotti mette in scena una tensione silenziosa tra dentro e fuori, tra il rifugio e l’evasione. L’esterno diventa così spazio potenziale, luogo mentale oltre che fisico, in cui proiettiamo sogni, fughe e idealizzazioni. L’atto stesso di osservare da una finestra è carico di ambivalenza: si accoglie il mondo, ma ci si trattiene, come imprigionati in uno spazio che non si mostra.
Finestra Aperta ci parla dell’ambiguità dell’abitare: si può desiderare l’altrove pur restando fermi, si può amare casa mentre si sogna di fuggire. È una riflessione poetica sulla distanza tra ciò che vediamo e ciò che viviamo.
● “Parasites” proiezione, Cinema Masetti
29 maggio ore 21.00
● Safe Space | Ben Williams
ARRHE STUDIO, Corso Matteotti 113
30 MAGGIO - 18.00
Ben Williams esplora il concetto di casa come entità intangibile fatta di sicurezza, protezione e calore. L’opera, una stampa calcografica è composta da tre elementi inseparabili: ognuno ha valore solo se in relazione con gli altri, a suggerire che la casa è un equilibrio di forze e simboli.
La luce è centrale, emerge da un punto focale irradiandosi come un faro: non solo illumina, ma scalda e protegge, creando un confine emotivo contro il buio esterno.
I tre elementi dialogano tra loro, costruendo un'immagine di casa che si autodifende, accoglie e vive. La composizione, con le sue velature e stratificazioni, rafforza la sensazione di rifugio costruito nel tempo, uno spazio intimo dove ogni dettaglio protegge chi lo abita.
● Due | Armadilly
Sara Concept Bride, Via Alessandrini 2
31 MAGGIO - 18.00
In Due, Armadilly esplora il concetto di casa come spazio affettivo, prima ancora che fisico. Al centro dell’opera una tavola, imbandita con cura e leggerezza, attende due persone. Non importa chi siano — una coppia, due amiche, una madre e un figlio — ciò che conta è la relazione che le unisce. Qui la casa non ha muri né tetti, ma si costruisce nell’intimità dei gesti quotidiani: una tazza condivisa, uno sguardo, la semplicità di un pasto insieme. È una casa che esiste ovunque si possa essere se stessi, dove il conforto nasce dalla presenza dell’altro e la sicurezza dal legame. La famiglia, oggi, assume volti e forme diverse, ma ciò che le accomuna è proprio questo: la cura reciproca, l’attenzione silenziosa e costante che rende ogni convivenza un luogo da abitare con il cuore. L’estetica pop, vivace e accogliente, amplifica questo senso di familiarità, rendendo la scena iconica. In Due, Armadilly ci ricorda che abitare non significa solo avere un luogo, ma condividere tempo e cura con chi ci fa sentire davvero a casa.
● Carca(s)sa | Alice Giordano
● La soffitta misteriosa | Giuseppe Oliveri
Emera, Via G.Garibaldi 75
5 GIUGNO - 18.00
- In Carca(s)sa, Alice Giordano rappresenta il contrasto tra ciò che mostriamo all’esterno e il nostro stato emotivo più profondo. La casa diventa corpo e abito, metafora di un abitare fatto di fragilità e desiderio di apparire forti, composti, adeguati.
L’opera riflette sulla tensione tra l’esigenza di proteggersi e quella di presentarsi al mondo, tra vulnerabilità e costruzione dell’immagine. In questo spazio ambivalente, Carca(s)sa racconta una fase dell’esistenza – o forse di un’intera epoca – segnata dall’incertezza, in cui la sicurezza dell’abitare sembra svanita, lasciando spazio a un ricordo lontano, a un sogno d’infanzia.
Nel fluire del tempo e nel gioco della vita, Alice Giordano ci mostra una casa che è pelle, corazza, involucro che prova a contenere ciò che trabocca. Un equilibrio instabile tra ciò che siamo e ciò che sembriamo.
- Davanti a una misteriosa botola, Oliveri mostra una bambina che affronta il confine sottile tra paura e meraviglia. Il viaggio immaginario che ne scaturisce la conduce tra mostri e visioni fantastiche, in un’esplorazione intima del potere creativo dell’immaginazione. Questa esperienza, memoria viva dell'infanzia, si rivela anche come metafora delle sfide archetipiche dell'età adulta: il coraggio di scendere negli abissi interiori, la capacità di trasformare l’ignoto in possibilità. L’opera restituisce con delicatezza e forza la continuità tra i timori di ieri e le scoperte di oggi, suggerendo che la fantasia resta una chiave essenziale per attraversare ogni stagione della vita.
● New Existenzminimum | Nunzia Cecatiello e Giacomo Guerra
Ottica Valentini, Corso G. Matteotti 82
6 GIUGNO - 18.00
Nel progetto New Existenzminimum, Nunzia Cecatiello e Giacomo Guerra interrogano il paradosso dell’abitare in Italia: cosa accadrebbe se distribuissimo equamente le abitazioni esistenti secondo gli standard minimi di superficie per persona definiti per legge? Quante persone potrebbero essere ospitate dal patrimonio immobiliare residenziale italiano?
Attraverso un’analisi rigorosa dei dati, il progetto evidenzia le profonde contraddizioni tra disponibilità reale e accessibilità abitativa, ponendo al centro l’urgenza della condizione dei senzacasa. La riflessione si estende alla risposta istituzionale, troppo spesso inadeguata, e alla disuguaglianza crescente nell’accesso a uno dei diritti fondamentali: avere un tetto.
New Existenzminimum è una mappa concettuale e politica, che usa la logica matematica per restituire una domanda semplice ma potente: quante case abbiamo davvero? E soprattutto, per chi sono? Un invito a ripensare il concetto stesso di equità abitativa.
● La casa degli animali | Guido Brualdi
Il Grillo Saggio, Piazza Costanzi 8
7 GIUGNO - 18.00
Con La Casa degli Animali, Guido Brualdi costruisce un rifugio visivo dove la libertà e la gioia dell’animalità diventano motore di convivenza e leggerezza. Attraverso immagini e fumetti vivaci, l’artista racconta un mondo dove si può sentirsi protetti in un nido, ma anche sfrecciare su uno skate, liberi di essere semplicemente se stessi.
In questo spazio immaginato, la casa non è solo rifugio, ma luogo di condivisione, di gioco, di allegria. L’esclamazione “Sei un animale!” diventa qui un inno alla spensieratezza, un invito a vivere con l’istinto e la sincerità che spesso dimentichiamo.
Brualdi propone un modo nuovo di stare al mondo, dove l’istinto e la collaborazione si intrecciano, suggerendo una comunicazione schietta, leggera, ma profondamente empatica. La Casa degli Animali è un manifesto visivo di libertà e inclusione, una favola urbana che ci invita a imparare dagli animali per costruire una società più giocosa, aperta e gentile.
● La casa in riva al mare | Mauro Santini
Wooden, Via Arco d’Augusto 39
10 GIUGNO - 18.30
Con un'opera che unisce immagini, suoni e materia, Mauro Santini ci invita a entrare nella sua casa al mare degli anni ’80, a Sassonia, Fano. Non è una casa qualunque: è un luogo dell’anima, restituito attraverso un’esperienza sensoriale che coinvolge vista, tatto e udito.
I suoni delle onde, il fruscio della brezza e il rumore secco dei sassi che si toccano si intrecciano alla sabbia vera, ai frammenti di quel mare, evocando una memoria tanto personale quanto condivisibile. La sua casa è fatta di luce estiva, di odori salmastri, di silenzi pieni, e si manifesta come spazio affettivo che non si può più abitare, ma che continua ad abitare noi.
In questa narrazione poetica e delicata, la nostalgia non è ferita, ma carezza: culla e accompagna, trasportandoci in una dimensione sospesa, dolce e intima. Santini ci offre una casa che non si vede, ma si sente. E che, in fondo, è anche un po’ la nostra.
● La casa ideale | Leonardo Gerboni e Leonardo Lappi
Tandem, Piazza Andrea Costa 4A
12 GIUGNO - 18.30
La casa ideale è una riflessione architettonica sottile e potente: uno spazio pensato per 1,7 persone, media statistica degli attuali nuclei familiari. Con pochi tratti essenziali, Gerboni e Lappi disegnano un abitare misurato, dove la semplicità diventa progetto e la normalità conquista valore. In una composizione minimale ma densa di significato, i due architetti delineano uno spazio piccolo ma ideale, capace di accogliere i desideri quotidiani di benessere, senza eccessi, ma con cura. Una casa che si adatta alla realtà demografica e sociale contemporanea, raccontando di famiglie nuove, ridotte nei numeri ma non nella qualità dell’abitare. L’opera illumina con delicatezza una condizione abitativa spesso trascurata, ponendo l’attenzione su esigenze reali e concrete. La casa ideale è quella in cui ognuno può trovare posto, anche se si è "solo" uno virgola sette: un gesto di progettazione empatico, capace di tradurre i dati in poesia dello spazio.
● Bestiario in scatola | Stefano Tesei
Offucina, Piazza Sansovino 5
16 GIUGNO - 18.30
Bestiario in scatola è una piccola esposizione che reinterpreta il concetto di wunderkammer, adattandolo alla scala e alla sensibilità dello spazio domestico. Al centro dell’allestimento, una bacheca di legno accoglie una collezione di piccole statuine zoomorfe, ciascuna racchiusa in uno scomparto come una creatura rara custodita in un archivio immaginario. Il progetto si propone come un bestiario contemporaneo, dove la tassonomia non segue regole scientifiche, ma si nutre di suggestioni e memorie personali, mescolando l’ironico, il buffo e il fantastico a un’atmosfera cupa e inquietante. Le creature esposte non appartengono a un regno preciso, sono bestie dinoccolate, creature sconsolate e oniriche, giocattoli o feticci che evocano storie, sogni e paure. L’intento è quello di creare contrasti e narrazioni generative, facendo coesistere immagini tratte da un bagaglio visivo multiforme. In questo microcosmo ordinato, ogni oggetto è una presenza viva, un frammento di narrazione che invita l’osservatore a rallentare, a guardare da vicino. La bacheca, o scatola, diventa un teatro dell’immaginazione, un punto di incontro tra collezione e contemplazione, tra l’infanzia e il fantastico, tra il quotidiano e lo straordinario.
● Fuori posto | Maria Teresa Laganà
Isaan Thai, Via Bovio 7
17 GIUGNO - 22.30
Con Fuori posto, Maria Teresa Laganà trasforma l’esperienza traumatica dell’alluvione in Romagna in un racconto visivo di rara potenza e lucidità. Attraverso due poster, l’artista mette in scena la fusione violenta tra interno ed esterno: da un lato l’irruzione del fuori — fango, acqua, pesci di fiume, sconosciuti — dentro la casa; dall’altro il riversarsi di ciò che è intimo — mobili, ricordi, frammenti di vita — sulla strada.
I due livelli si sovrappongono graficamente ma restano distinguibili grazie all’uso di filtri fotografici e colori differenti, che permettono di leggere e separare visivamente ciò che nell’evento reale si è confuso e mescolato.
Il risultato è un’opera asciutta e potente, che non indulge nel dramma ma lo restituisce con precisione e dignità. Laganà racconta con eleganza la perdita di confine tra protezione e pericolo, casa e mondo, facendo emergere la fragilità dell’abitare quando la natura si fa intrusiva e imprevista.
● Al Centro della casa | Ricardo Aleodor Venturi con ass. Al Fihriyat
11:11 photo studio, Via Gasparoli 44/a
21 GIUGNO - 18.00
Con Al Centro della casa, Ricardo Aleodor Venturi in collaborazione con l’associazione Al Fihriyat ci introduce nella dimensione della corte tipica delle case multifamiliari della tradizione musulmana: uno spazio centrale, condiviso, cuore pulsante della vita domestica e sociale.
Qui si cresce, si lavora, si ospita. È il luogo dove si tessono relazioni, si custodiscono riti e si tramandano saperi. L’installazione ricostruisce questa dinamica abitativa restituendoci una grammatica dell’ospitalità fatta di gesti, consuetudini, regole non scritte ma profondamente radicate nel tempo.
La corte non è solo uno spazio fisico, ma uno spazio sociale costruito attraverso ruoli, consuetudini e funzioni precise: ciascuno vi partecipa secondo un ordine collettivo che regola la convivenza e la cooperazione. Al Centro della casa ci invita a riflettere su come l’architettura possa farsi espressione concreta di un’organizzazione culturale e comunitaria, in cui l’abitare è atto condiviso, ordinato e profondamente relazionale.
● Piadaudio | Masako Matsushita
Un Morso di Romagna, Piazza degli Avveduti 19
24 GIUGNO - 18.00
PIADAUDIO è un dispositivo d’ascolto che si attiva nello spazio quotidiano di una piadineria, trasformandolo in un luogo di risonanza intima e collettiva. Attraverso cuffie e QR code, i partecipanti entrano in una trama sonora che esplora il concetto di casa come esperienza fluida, affettiva, migrante. Le voci si intrecciano ai rumori del presente, aprendo varchi tra memoria e appartenenza. L’atto dell’ascolto diventa gesto abitativo, piccolo rito condiviso. Uno spazio minimo si espande, accogliendo storie che abitano il corpo.
Non ci sono eventi, ma espongono:
● Abitanti | Stefano Zurlo
PrimaEdicola Point, Corso G. Matteotti 3
Edicola, Via Roma 8
Edicola, Via Arco d’Augusto 62
In Abitanti di Stefano Zurlo, ogni stanza è occupata da figure che riempiono e trasformano lo spazio, rendendo visibile come l’abitante sia il vero protagonista della casa. Lo spazio vuoto, neutro, acquista senso e identità solo attraverso le caratteristiche specifiche di chi lo vive. La casa passa così in secondo piano, mentre l’abitante emerge nella sua essenza, comunicando attraverso segni arcaici, primitivi, che richiamano graffiti rupestri e rituali domestici. Ogni gesto, ogni presenza incide sullo spazio, raccontando una storia di appartenenza e trasformazione.
● Ho in testa | Francesco Moretti con ass. L’Africa Chiama
Cinema Masetti, Via Don Giovanni Bosco 12
In Ho in testa, Francesco Moretti indaga il significato profondo della casa per chi vive ai margini, dove i bambini crescono senza un rifugio stabile. L’opera supera ogni barriera culturale, ponendo domande sulle dinamiche essenziali che rendono uno spazio "casa": gesti quotidiani, oggetti semplici, gesti di cura. Moretti concepisce la casa come un potenziale da costruire collettivamente, con immaginazione e solidarietà. L’opera si ispira al lavoro de L’Africa Chiama, impegnata in Kenya, Tanzania, Zambia e Italia, rafforzando l’idea di un abitare possibile, umano e dignitoso. Una casa, prima ancora di essere luogo fisico, è un diritto da proteggere e un sogno da coltivare insieme.
● Ospite | Mirco Battistini
Mondadori Bookstore, Corso G.Matteotti 184
In Ospite, Mirco Battistini riflette sul doppio significato dell’ospitalità: accogliere e essere accolti. L’opera si concentra sul gesto primordiale del condividere il cibo, attraverso la tavola, spazio simbolico di pace e incontro. In questa dimensione, il quotidiano si apre con naturalezza a chi viene invitato dall’esterno, instaurando una relazione di scambio e di rispetto. L’installazione invita il visitatore a prendere parte a un’esperienza al tempo stesso intima e collettiva, dove la corporeità si esprime nel gesto semplice e profondo dello stare insieme. Battistini costruisce così una cerimonia minimale ma densa, che celebra la condivisione come fondamento del vivere comune.
● Impressioni | Maria Rosaria Abagnale
Politeama, Via Arco D'Augusto 57
In Impressioni, Maria Rosaria Abagnale cattura la luce come elemento vivo di dialogo tra interno ed esterno. I fasci luminosi, mutevoli e fugaci, vengono fermati su drappi di tessuto, come tende che diventano testimoni di questo scambio. La luce definisce la consistenza e l’identità degli spazi, disegna geometrie effimere sulle pareti, crea atmosfere da osservare e vivere. Ogni drappo registra un momento sospeso, quel frammento di tempo in cui lo sguardo si sofferma sulla bellezza silenziosa del quotidiano, trasformando l’abitare in un’esperienza emotiva e intima.
Atlante del mio corpo umano | Adrien Civettini
Nina, p.zza Costanzi 16
In Atlante del mio corpo, Adrien Civettini racconta il proprio corpo come la prima e più autentica casa, materia viva e mutevole che non necessita di giudizi o definizioni. Attraverso fotografie e dati raccolti con precisione quasi cartografica, esplora mani, occhi, pelle e cicatrici come territori di un mondo da scoprire. Ogni frammento diventa mappa e memoria, secondo l’idea che, come scriveva Merleau-Ponty, "il corpo è il nostro ancoraggio al mondo." Civettini invita il lettore a osservare senza pregiudizio, a costruire narrazioni libere da sovrastrutture, a riconoscersi nell’essenza instabile e cangiante della materia viva. Un viaggio intimo e universale, dove il corpo è spazio d’abitare, resistenza e identità.
“La Casa”
Rassegna diffusa di arte contemporanea in 26 attività commerciali del centro storico di Fano dal 2 maggio al 30 giugno 2025
Ingresso libero / orario variabile secondo le aperture dell’attività ospitante
Performance, installazioni ed esposizioni che nascono dal connubio tra i migliori artisti locali e gli esercizi commerciali di Fano: dal 2 maggio al 30 giugno HIC! Annuale d’arte edizione 2025 si appresta a colorare di arancione – il colore designato per la prima edizione – il centro storico della città, in un dialogo tra artisti, città e comunità.
Le vetrine dei negozi diventano così luoghi espositivi, dove l’arte contemporanea incontra la vita di tutti giorni: bar, botteghe, cinema e altri spazi comuni si trasformano in gallerie di linguaggi creativi, portando l’estetica nei gesti ordinari e rendendo angoli della città un’occasione d’incontro tra persone, idee e visioni artistiche. Non solo, Hic! è un progetto di rigenerazione urbana, volto a ripopolare, a mezzo arte, il centro cittadino.
Ogni edizione porta con sé un tema da esplorare, nuove collaborazioni e linguaggi espressivi che si intrecciano con la trama viva della città: HIC 2025 è dedicata alla “Casa”, un tema universale e cruciale del nostro tempo, interpretato dagli artisti coinvolti nelle sue molteplici sfaccettature e poliedrici significati.
Istanza trasversale tra cittadini, abitanti e comunità, dai nomadi digitali ai fuorisede, dai migranti ai nuovi nuclei abitativi, non più costituiti dalle famiglie tradizionali, ci troviamo necessariamente a ripensare a cos’è per noi la casa e quali sono le condizioni che dobbiamo affrontare oggi: protezione e rifugio, ma anche il suo opposto, la “Casa” è un tema delicato e scomodo, che sarà affrontato da più prospettive e tramite molteplici linguaggi espressivi, nelle opere di 27 artisti, provenienti perlopiù dalla provincia di Pesaro e Urbino, esposte in 26 diversi esercizi commerciali.
L’arte contemporanea, in questo contesto, diventa un mezzo di confronto e di attivazione, creatività viene incontro e cerca di catturare l’attenzione nella quotidianità, perché è proprio nei gesti ordinari, negli spazi comuni, che l’arte può generare confronto, aprire visioni e risvegliare il pensiero.
Gli esercizi commerciali coinvolti sono Laboratorio Sabatini, Makì Gelateria, Terra Bar à Vins Enoteca, L’Uccellin Bel Verde, Ubik Rusconi, Ottica Montevecchio, Duchessa Studio Gallery, Biostorie La Saponaria, Arrhe Studio, Sara Concept Bride, Emera, Ottica Valentini, Il Grillo Saggio, Wooden, Tandem, Offucina, Isaan Thai, 11:11 Photostudio, Un Morso di Romagna, Prima Edicola Point ed edicole Arco d’Augusto e via Roma, Mondadori BookStore, Cinema Masetti, Politeama e Nina Gioielleria.
Gli artisti protagonisti di performance, mostre e installazioni rappresentano sono Antonella Sabatini, Leonardo Mazzoli, Eleonora Cutini, Caterina Fraternali, Erica Matta, Marta Sabbadini, Laura Majani con l’Associazione Percorso Donna, Veronica Chessa, Enrico Pierotti, Ben Williams, Armadilly, Alice Giordano, Giuseppe Oliveri, Nunzia Cacatiello e Giacomo Guerra, Guido Brualdi, Mauro Santini, Leonardo Gerboni e Leonardo Lappi, Stefano Tesei, Maria Teresa Laganà, Masako Matsushita, Ricardo Aleador Venturi, Stefano Zurlo, Mirco Battistini, Francesco Moretti, Maria Rosaria Abagnale, Adrien Civettini.
Le opere saranno esposte permanentemente dal 2 giugno al 30 giugno; gli eventi di presentazione, occasioni per conoscere meglio l’artista e la genesi dell’opera, si svolgeranno secondo il calendario allegato. Ingresso gratuito.
È possibile seguire tutti gli aggiornamenti su IG hic_annualedarte.
HIC! Annuale d’Arte 2025 gode del patrocinio del Comune di Fano, Assessorato alla Cultura, e si svolge in collaborazione con Isia Urbino, Accademia delle Belle Arti di Urbino, Associazione Percorso Donna, Associazione l’Africa Chiama e Associazione AI Firhiyat.
PROGRAMMA EVENTI DI PRESENTAZIONE:
● La prima casa | Antonella Sabatini
Laboratorio Sabatini, Via Nolfi 26
5 MAGGIO - 6:30
La prima casa di Antonella Sabatini nasce da un gesto antico e necessario: modellare a mano, una a una, piccole forme d'argilla che richiamano l’archetipo dell’uovo, primo contenitore della vita. Ogni guscio, unico e irripetibile, custodisce la cura e il tempo dell’artista, diventando simbolo di origine, protezione e nascita. L'opera si compone di molteplici presenze, che nella loro collettività esprimono una comunanza profonda: la fragilità e la forza che accomunano ogni essere vivente. Nell'aggregarsi dei singoli elementi, "La prima casa" restituisce una potente immagine di appartenenza, memoria primordiale di una condizione condivisa e naturale, dove l'individualità non si perde ma si amplifica in un tessuto corale.
● Quello che ci portiamo dietro | Leonardo Mazzoli
Makì gelateria, Piazza degli Avveduti 1
9 MAGGIO - 17.00
Nel mondo illustrato da Leonardo Mazzoli le case camminano: poggiano su zampe leggere o robuste, si muovono come organismi viventi, caricandosi di memoria e desideri. Le sue architetture fiabesche, sospese tra realtà e immaginazione, parlano con grazia della condizione nomade del nostro tempo. In un’epoca segnata da migrazioni volontarie o forzate, i suoi personaggi abitano case mobili, che si portano dietro ovunque vadano: non rifugi astratti, ma contenitori affettivi, colmi di oggetti quotidiani, ricordi e simboli d’identità. Ogni casa è un guscio che protegge, un compagno di viaggio, una promessa di arrivo e insieme di ripartenza. Mazzoli ci invita a chiederci cosa scegliamo di portare con noi quando ci muoviamo, cosa lasciamo indietro, e dove davvero si radica la nostra idea di casa. Con tratti sottili e un linguaggio poetico, trasforma l’instabilità in narrazione visiva, dando forma all’abitare incerto e insieme fiducioso di chi cerca, si sposta, sogna.
● Ricordo transitorio | Eleonora Cutini
Terra, Via G.Garibaldi 85
12 MAGGIO - 18.00
Casa è architettura e metafora, luogo fisico e memoria collettiva. Nelle opere di Eleonora Cutini, originaria dell’entroterra marchigiano, questa doppia natura si intreccia con un paesaggio fragile, segnato dall’abbandono e da calamità naturali come i terremoti. In queste terre, dove il tempo ha lasciato crepe sui muri e nei destini, la casa diventa simbolo di continuità e perdita, di radicamento e distanza. Cutini raccoglie le tracce di un abitare che resiste nella semplicità: muri sbrecciati, oggetti dimenticati, gesti quotidiani. Ogni segno costruisce una stratificazione silenziosa, un archivio intimo che racconta non solo la propria storia ma quella di chiunque abbia abitato, amato o lasciato un luogo. Le sue immagini archetipiche parlano di ciò che resta quando la casa si svuota e diventa eco, nostalgia, impronta. È un racconto che riguarda tutti: un cammino tra passato e presente, tra ricordo e possibilità. Una riflessione sull’essere casa, ovunque e comunque.
● Microcosmo | Caterina Fraternali
L’Uccellin Bel Verde, Via Rinalducci 5
15 MAGGIO - 21.00
Caterina Fraternali costruisce una casa temporanea, evocazione dei fortini fatti da bambini con cuscini e coperte, uno spazio di confidenza in cui solo alcune persone possono entrare. Un luogo intimo e magico di benessere. In un'epoca generale di crisi l’artista ricostruisce l’immaginario di una casa che non c'è, che ispira protezione e sicurezza, una piccolissima casa ideale. Se ti avvicini senti dei bisbigli, alcuni segreti pronunciati a bassa voce tra ospiti, ciò che avevamo attorno. È un mondo piccolo, protetto, in cui i cattivi pensieri sono banditi e con loro anche gli adulti. La sua struttura chiusa vuole, infatti, rimarcare questa privatezza, lasciando solo intuire ciò che si nasconde al suo interno.
● Storia delle mie case | Erica Matta
● Corredo tessile | Marta Sabbadini
Ubik, Corso G. Matteotti 41
21 MAGGIO - 18.00
- Con Storia delle mie case, Erica Matta costruisce un racconto visivo ed emotivo che attraversa le molte forme che l’idea di casa può assumere nel corso della vita. Case reali, immaginate, passate o solo desiderate si alternano in un libro che è diario, mappa e specchio: ogni pagina ci invita a ripercorrere insieme all’autrice i luoghi che ha abitato e quelli che, forse, abiterà.
Attraverso disegni e parole, Matta tesse un filo affettivo che collega lo spazio fisico alla dimensione interiore dell’abitare. Ogni casa diventa un frammento di sé, un contenitore di esperienze, mutamenti, emozioni. Il libro si apre così al lettore come un esercizio di empatia: ci si ritrova a riconoscersi in stanze, soglie e finestre che, pur diverse, risuonano di qualcosa di condiviso. Storia delle mie case ci ricorda che tutti, nel tempo, abitiamo molte case: e ognuna lascia in noi una traccia che continua a vivere, anche quando non ci siamo più dentro.
- Il corredo è a casa della nonna, nel grosso baule di legno marrone pieno di stoffe e centrini. Ma è anche il bagaglio dell’artista, sono memorie frammentate, tradizioni, esperienze e affetti di una vita, che porta dietro ovunque vada; è caro e prezioso. È tutto ciò che, anche quando la casa cambia e si muove, rimane un punto fisso.
● Sulla soglia | Laura Majani con Ass. Percorso Donna
Ottica Montevecchio, Via Montevecchio 88
22 MAGGIO - 18.00
Il lavoro parte dalla definizione di casa come luogo sicuro e personale, rifugio dal mondo esterno. Ma per molte donne vittime di violenza, questo spazio assume un significato ambivalente: la casa coincide con quella del maltrattante, diventando teatro di abusi e spesso luogo di femminicidio. La violenza rimane nascosta tra le mura domestiche, fino a quando una denuncia o una tragedia ne rivelano la realtà. Case apparentemente normali, perché la violenza non ha un volto, non appartiene a una cultura o classe sociale. L’artista sceglie di rappresentare la facciata della casa, invitando a riflettere sulla superficialità di certi giudizi comuni. L’immagine della casa si sovrappone a quella del corpo, esposta come un ritratto familiare in una cornice. Il salotto, stanza “di rappresentanza”, diventa simbolo di questa soglia tra dentro e fuori, intimo e pubblico. Un invito silenzioso a guardare oltre le apparenze.
● Milieu favorable | Veronica Chessa
Duchessa Studio Gallery, Via Nolfi 3
23 MAGGIO - 18.00
In Milieu favorable una natura fatta di piante, animali e apparente caos si riappropria dello spazio dell’abitare prima così antropizzato e sterile. Si fa largo un ambiente favorevole per una nuova configurazione spaziale e di equilibri tra essere umano e resto dei viventi. Troviamo così un habitat in cui adattarci maggiormente e costruire nuove abitudini sulla base di nuove presenza come animali selvaggi e il proliferare di una vegetazione rigogliosa. La stessa natura, che fin da ora ci ha ospitati senza chiedere nulla in cambio, si riappropria degli spazi che l’uomo le ha sottratto, attraverso modalità aggressive egoocentriche. L’essere umano sembra abitare da qui in avanti luoghi invasi dalla vegetazione, un tempo sospeso e nostalgico di un passato preindustriale.
● Finestra aperta | Enrico Pierotti
Biostorie La Saponaria, Corso G. Matteotti 125
28 MAGGIO - 18.00
In Finestra Aperta, Enrico Pierotti disegna paesaggi naturali straordinari, visti come da una soglia, da una finestra. Montagne, cieli e distese si offrono allo sguardo in tutta la loro meraviglia, ma ciò che resta nascosto è l’interno, lo spazio da cui si osserva. L’opera si muove sulla linea sottile tra desiderio e distanza: il paesaggio è lì, invitante, perfetto, ma chi guarda non lo raggiunge mai davvero.
Pierotti mette in scena una tensione silenziosa tra dentro e fuori, tra il rifugio e l’evasione. L’esterno diventa così spazio potenziale, luogo mentale oltre che fisico, in cui proiettiamo sogni, fughe e idealizzazioni. L’atto stesso di osservare da una finestra è carico di ambivalenza: si accoglie il mondo, ma ci si trattiene, come imprigionati in uno spazio che non si mostra.
Finestra Aperta ci parla dell’ambiguità dell’abitare: si può desiderare l’altrove pur restando fermi, si può amare casa mentre si sogna di fuggire. È una riflessione poetica sulla distanza tra ciò che vediamo e ciò che viviamo.
● “Parasites” proiezione, Cinema Masetti
29 maggio ore 21.00
● Safe Space | Ben Williams
ARRHE STUDIO, Corso Matteotti 113
30 MAGGIO - 18.00
Ben Williams esplora il concetto di casa come entità intangibile fatta di sicurezza, protezione e calore. L’opera, una stampa calcografica è composta da tre elementi inseparabili: ognuno ha valore solo se in relazione con gli altri, a suggerire che la casa è un equilibrio di forze e simboli.
La luce è centrale, emerge da un punto focale irradiandosi come un faro: non solo illumina, ma scalda e protegge, creando un confine emotivo contro il buio esterno.
I tre elementi dialogano tra loro, costruendo un'immagine di casa che si autodifende, accoglie e vive. La composizione, con le sue velature e stratificazioni, rafforza la sensazione di rifugio costruito nel tempo, uno spazio intimo dove ogni dettaglio protegge chi lo abita.
● Due | Armadilly
Sara Concept Bride, Via Alessandrini 2
31 MAGGIO - 18.00
In Due, Armadilly esplora il concetto di casa come spazio affettivo, prima ancora che fisico. Al centro dell’opera una tavola, imbandita con cura e leggerezza, attende due persone. Non importa chi siano — una coppia, due amiche, una madre e un figlio — ciò che conta è la relazione che le unisce. Qui la casa non ha muri né tetti, ma si costruisce nell’intimità dei gesti quotidiani: una tazza condivisa, uno sguardo, la semplicità di un pasto insieme. È una casa che esiste ovunque si possa essere se stessi, dove il conforto nasce dalla presenza dell’altro e la sicurezza dal legame. La famiglia, oggi, assume volti e forme diverse, ma ciò che le accomuna è proprio questo: la cura reciproca, l’attenzione silenziosa e costante che rende ogni convivenza un luogo da abitare con il cuore. L’estetica pop, vivace e accogliente, amplifica questo senso di familiarità, rendendo la scena iconica. In Due, Armadilly ci ricorda che abitare non significa solo avere un luogo, ma condividere tempo e cura con chi ci fa sentire davvero a casa.
● Carca(s)sa | Alice Giordano
● La soffitta misteriosa | Giuseppe Oliveri
Emera, Via G.Garibaldi 75
5 GIUGNO - 18.00
- In Carca(s)sa, Alice Giordano rappresenta il contrasto tra ciò che mostriamo all’esterno e il nostro stato emotivo più profondo. La casa diventa corpo e abito, metafora di un abitare fatto di fragilità e desiderio di apparire forti, composti, adeguati.
L’opera riflette sulla tensione tra l’esigenza di proteggersi e quella di presentarsi al mondo, tra vulnerabilità e costruzione dell’immagine. In questo spazio ambivalente, Carca(s)sa racconta una fase dell’esistenza – o forse di un’intera epoca – segnata dall’incertezza, in cui la sicurezza dell’abitare sembra svanita, lasciando spazio a un ricordo lontano, a un sogno d’infanzia.
Nel fluire del tempo e nel gioco della vita, Alice Giordano ci mostra una casa che è pelle, corazza, involucro che prova a contenere ciò che trabocca. Un equilibrio instabile tra ciò che siamo e ciò che sembriamo.
- Davanti a una misteriosa botola, Oliveri mostra una bambina che affronta il confine sottile tra paura e meraviglia. Il viaggio immaginario che ne scaturisce la conduce tra mostri e visioni fantastiche, in un’esplorazione intima del potere creativo dell’immaginazione. Questa esperienza, memoria viva dell'infanzia, si rivela anche come metafora delle sfide archetipiche dell'età adulta: il coraggio di scendere negli abissi interiori, la capacità di trasformare l’ignoto in possibilità. L’opera restituisce con delicatezza e forza la continuità tra i timori di ieri e le scoperte di oggi, suggerendo che la fantasia resta una chiave essenziale per attraversare ogni stagione della vita.
● New Existenzminimum | Nunzia Cecatiello e Giacomo Guerra
Ottica Valentini, Corso G. Matteotti 82
6 GIUGNO - 18.00
Nel progetto New Existenzminimum, Nunzia Cecatiello e Giacomo Guerra interrogano il paradosso dell’abitare in Italia: cosa accadrebbe se distribuissimo equamente le abitazioni esistenti secondo gli standard minimi di superficie per persona definiti per legge? Quante persone potrebbero essere ospitate dal patrimonio immobiliare residenziale italiano?
Attraverso un’analisi rigorosa dei dati, il progetto evidenzia le profonde contraddizioni tra disponibilità reale e accessibilità abitativa, ponendo al centro l’urgenza della condizione dei senzacasa. La riflessione si estende alla risposta istituzionale, troppo spesso inadeguata, e alla disuguaglianza crescente nell’accesso a uno dei diritti fondamentali: avere un tetto.
New Existenzminimum è una mappa concettuale e politica, che usa la logica matematica per restituire una domanda semplice ma potente: quante case abbiamo davvero? E soprattutto, per chi sono? Un invito a ripensare il concetto stesso di equità abitativa.
● La casa degli animali | Guido Brualdi
Il Grillo Saggio, Piazza Costanzi 8
7 GIUGNO - 18.00
Con La Casa degli Animali, Guido Brualdi costruisce un rifugio visivo dove la libertà e la gioia dell’animalità diventano motore di convivenza e leggerezza. Attraverso immagini e fumetti vivaci, l’artista racconta un mondo dove si può sentirsi protetti in un nido, ma anche sfrecciare su uno skate, liberi di essere semplicemente se stessi.
In questo spazio immaginato, la casa non è solo rifugio, ma luogo di condivisione, di gioco, di allegria. L’esclamazione “Sei un animale!” diventa qui un inno alla spensieratezza, un invito a vivere con l’istinto e la sincerità che spesso dimentichiamo.
Brualdi propone un modo nuovo di stare al mondo, dove l’istinto e la collaborazione si intrecciano, suggerendo una comunicazione schietta, leggera, ma profondamente empatica. La Casa degli Animali è un manifesto visivo di libertà e inclusione, una favola urbana che ci invita a imparare dagli animali per costruire una società più giocosa, aperta e gentile.
● La casa in riva al mare | Mauro Santini
Wooden, Via Arco d’Augusto 39
10 GIUGNO - 18.30
Con un'opera che unisce immagini, suoni e materia, Mauro Santini ci invita a entrare nella sua casa al mare degli anni ’80, a Sassonia, Fano. Non è una casa qualunque: è un luogo dell’anima, restituito attraverso un’esperienza sensoriale che coinvolge vista, tatto e udito.
I suoni delle onde, il fruscio della brezza e il rumore secco dei sassi che si toccano si intrecciano alla sabbia vera, ai frammenti di quel mare, evocando una memoria tanto personale quanto condivisibile. La sua casa è fatta di luce estiva, di odori salmastri, di silenzi pieni, e si manifesta come spazio affettivo che non si può più abitare, ma che continua ad abitare noi.
In questa narrazione poetica e delicata, la nostalgia non è ferita, ma carezza: culla e accompagna, trasportandoci in una dimensione sospesa, dolce e intima. Santini ci offre una casa che non si vede, ma si sente. E che, in fondo, è anche un po’ la nostra.
● La casa ideale | Leonardo Gerboni e Leonardo Lappi
Tandem, Piazza Andrea Costa 4A
12 GIUGNO - 18.30
La casa ideale è una riflessione architettonica sottile e potente: uno spazio pensato per 1,7 persone, media statistica degli attuali nuclei familiari. Con pochi tratti essenziali, Gerboni e Lappi disegnano un abitare misurato, dove la semplicità diventa progetto e la normalità conquista valore. In una composizione minimale ma densa di significato, i due architetti delineano uno spazio piccolo ma ideale, capace di accogliere i desideri quotidiani di benessere, senza eccessi, ma con cura. Una casa che si adatta alla realtà demografica e sociale contemporanea, raccontando di famiglie nuove, ridotte nei numeri ma non nella qualità dell’abitare. L’opera illumina con delicatezza una condizione abitativa spesso trascurata, ponendo l’attenzione su esigenze reali e concrete. La casa ideale è quella in cui ognuno può trovare posto, anche se si è "solo" uno virgola sette: un gesto di progettazione empatico, capace di tradurre i dati in poesia dello spazio.
● Bestiario in scatola | Stefano Tesei
Offucina, Piazza Sansovino 5
16 GIUGNO - 18.30
Bestiario in scatola è una piccola esposizione che reinterpreta il concetto di wunderkammer, adattandolo alla scala e alla sensibilità dello spazio domestico. Al centro dell’allestimento, una bacheca di legno accoglie una collezione di piccole statuine zoomorfe, ciascuna racchiusa in uno scomparto come una creatura rara custodita in un archivio immaginario. Il progetto si propone come un bestiario contemporaneo, dove la tassonomia non segue regole scientifiche, ma si nutre di suggestioni e memorie personali, mescolando l’ironico, il buffo e il fantastico a un’atmosfera cupa e inquietante. Le creature esposte non appartengono a un regno preciso, sono bestie dinoccolate, creature sconsolate e oniriche, giocattoli o feticci che evocano storie, sogni e paure. L’intento è quello di creare contrasti e narrazioni generative, facendo coesistere immagini tratte da un bagaglio visivo multiforme. In questo microcosmo ordinato, ogni oggetto è una presenza viva, un frammento di narrazione che invita l’osservatore a rallentare, a guardare da vicino. La bacheca, o scatola, diventa un teatro dell’immaginazione, un punto di incontro tra collezione e contemplazione, tra l’infanzia e il fantastico, tra il quotidiano e lo straordinario.
● Fuori posto | Maria Teresa Laganà
Isaan Thai, Via Bovio 7
17 GIUGNO - 22.30
Con Fuori posto, Maria Teresa Laganà trasforma l’esperienza traumatica dell’alluvione in Romagna in un racconto visivo di rara potenza e lucidità. Attraverso due poster, l’artista mette in scena la fusione violenta tra interno ed esterno: da un lato l’irruzione del fuori — fango, acqua, pesci di fiume, sconosciuti — dentro la casa; dall’altro il riversarsi di ciò che è intimo — mobili, ricordi, frammenti di vita — sulla strada.
I due livelli si sovrappongono graficamente ma restano distinguibili grazie all’uso di filtri fotografici e colori differenti, che permettono di leggere e separare visivamente ciò che nell’evento reale si è confuso e mescolato.
Il risultato è un’opera asciutta e potente, che non indulge nel dramma ma lo restituisce con precisione e dignità. Laganà racconta con eleganza la perdita di confine tra protezione e pericolo, casa e mondo, facendo emergere la fragilità dell’abitare quando la natura si fa intrusiva e imprevista.
● Al Centro della casa | Ricardo Aleodor Venturi con ass. Al Fihriyat
11:11 photo studio, Via Gasparoli 44/a
21 GIUGNO - 18.00
Con Al Centro della casa, Ricardo Aleodor Venturi in collaborazione con l’associazione Al Fihriyat ci introduce nella dimensione della corte tipica delle case multifamiliari della tradizione musulmana: uno spazio centrale, condiviso, cuore pulsante della vita domestica e sociale.
Qui si cresce, si lavora, si ospita. È il luogo dove si tessono relazioni, si custodiscono riti e si tramandano saperi. L’installazione ricostruisce questa dinamica abitativa restituendoci una grammatica dell’ospitalità fatta di gesti, consuetudini, regole non scritte ma profondamente radicate nel tempo.
La corte non è solo uno spazio fisico, ma uno spazio sociale costruito attraverso ruoli, consuetudini e funzioni precise: ciascuno vi partecipa secondo un ordine collettivo che regola la convivenza e la cooperazione. Al Centro della casa ci invita a riflettere su come l’architettura possa farsi espressione concreta di un’organizzazione culturale e comunitaria, in cui l’abitare è atto condiviso, ordinato e profondamente relazionale.
● Piadaudio | Masako Matsushita
Un Morso di Romagna, Piazza degli Avveduti 19
24 GIUGNO - 18.00
PIADAUDIO è un dispositivo d’ascolto che si attiva nello spazio quotidiano di una piadineria, trasformandolo in un luogo di risonanza intima e collettiva. Attraverso cuffie e QR code, i partecipanti entrano in una trama sonora che esplora il concetto di casa come esperienza fluida, affettiva, migrante. Le voci si intrecciano ai rumori del presente, aprendo varchi tra memoria e appartenenza. L’atto dell’ascolto diventa gesto abitativo, piccolo rito condiviso. Uno spazio minimo si espande, accogliendo storie che abitano il corpo.
Non ci sono eventi, ma espongono:
● Abitanti | Stefano Zurlo
PrimaEdicola Point, Corso G. Matteotti 3
Edicola, Via Roma 8
Edicola, Via Arco d’Augusto 62
In Abitanti di Stefano Zurlo, ogni stanza è occupata da figure che riempiono e trasformano lo spazio, rendendo visibile come l’abitante sia il vero protagonista della casa. Lo spazio vuoto, neutro, acquista senso e identità solo attraverso le caratteristiche specifiche di chi lo vive. La casa passa così in secondo piano, mentre l’abitante emerge nella sua essenza, comunicando attraverso segni arcaici, primitivi, che richiamano graffiti rupestri e rituali domestici. Ogni gesto, ogni presenza incide sullo spazio, raccontando una storia di appartenenza e trasformazione.
● Ho in testa | Francesco Moretti con ass. L’Africa Chiama
Cinema Masetti, Via Don Giovanni Bosco 12
In Ho in testa, Francesco Moretti indaga il significato profondo della casa per chi vive ai margini, dove i bambini crescono senza un rifugio stabile. L’opera supera ogni barriera culturale, ponendo domande sulle dinamiche essenziali che rendono uno spazio "casa": gesti quotidiani, oggetti semplici, gesti di cura. Moretti concepisce la casa come un potenziale da costruire collettivamente, con immaginazione e solidarietà. L’opera si ispira al lavoro de L’Africa Chiama, impegnata in Kenya, Tanzania, Zambia e Italia, rafforzando l’idea di un abitare possibile, umano e dignitoso. Una casa, prima ancora di essere luogo fisico, è un diritto da proteggere e un sogno da coltivare insieme.
● Ospite | Mirco Battistini
Mondadori Bookstore, Corso G.Matteotti 184
In Ospite, Mirco Battistini riflette sul doppio significato dell’ospitalità: accogliere e essere accolti. L’opera si concentra sul gesto primordiale del condividere il cibo, attraverso la tavola, spazio simbolico di pace e incontro. In questa dimensione, il quotidiano si apre con naturalezza a chi viene invitato dall’esterno, instaurando una relazione di scambio e di rispetto. L’installazione invita il visitatore a prendere parte a un’esperienza al tempo stesso intima e collettiva, dove la corporeità si esprime nel gesto semplice e profondo dello stare insieme. Battistini costruisce così una cerimonia minimale ma densa, che celebra la condivisione come fondamento del vivere comune.
● Impressioni | Maria Rosaria Abagnale
Politeama, Via Arco D'Augusto 57
In Impressioni, Maria Rosaria Abagnale cattura la luce come elemento vivo di dialogo tra interno ed esterno. I fasci luminosi, mutevoli e fugaci, vengono fermati su drappi di tessuto, come tende che diventano testimoni di questo scambio. La luce definisce la consistenza e l’identità degli spazi, disegna geometrie effimere sulle pareti, crea atmosfere da osservare e vivere. Ogni drappo registra un momento sospeso, quel frammento di tempo in cui lo sguardo si sofferma sulla bellezza silenziosa del quotidiano, trasformando l’abitare in un’esperienza emotiva e intima.
Atlante del mio corpo umano | Adrien Civettini
Nina, p.zza Costanzi 16
In Atlante del mio corpo, Adrien Civettini racconta il proprio corpo come la prima e più autentica casa, materia viva e mutevole che non necessita di giudizi o definizioni. Attraverso fotografie e dati raccolti con precisione quasi cartografica, esplora mani, occhi, pelle e cicatrici come territori di un mondo da scoprire. Ogni frammento diventa mappa e memoria, secondo l’idea che, come scriveva Merleau-Ponty, "il corpo è il nostro ancoraggio al mondo." Civettini invita il lettore a osservare senza pregiudizio, a costruire narrazioni libere da sovrastrutture, a riconoscersi nell’essenza instabile e cangiante della materia viva. Un viaggio intimo e universale, dove il corpo è spazio d’abitare, resistenza e identità.
02
maggio 2025
Hic!- Annuale d’Arte edizione 2025
Dal 02 maggio al 30 giugno 2025
arte contemporanea
Location
SEDI VARIE – Fano
Fano, (Pesaro E Urbino)
Fano, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
Orari di apertura della sede ospitante
Sito web
Ufficio stampa
Eleonora Rubechi Mensitieri
Autore
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Progetto grafico
Produzione organizzazione
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