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Human Rights? #Memento. Dalla Guerra alla Pace
Una riflessione che attraverso l’arte vuole parlare della pace e della partecipazione come strumento per contrastare la guerra e le guerre, sempre
Comunicato stampa
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Il Concept
Il 28 luglio 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale. La vita degli europei, e non solo, cambia dal quel momento in modo indelebile restando impressa nella storia e nella memoria come uno dei momenti più terribili della contemporaneità.
Il senso di precarietà diviene una sensazione definitiva nell’animo di tutti coloro che direttamente o indirettamente vi sono coinvolti. La Grande Guerra segna un’epoca e segna le persone.
Poeti, scrittori, artisti hanno sentito il dovere di parlarne, di raccontarla e di portare a tutti la propria testimonianza, spesso vissuta direttamente sul campo. Il valore della vita umana diventa nullo e così il senso dell’esistenza dei contemporanei (molti dei quali vivranno un secondo conflitto durante la metà del secolo) e su coloro che verranno dopo, che porteranno nella loro memoria i ricordi dei genitori e dei nonni che tanta sofferenza sentono ormai radicata come parte della loro esistenza.
Il Novecento, il “secolo breve” è caratterizzato da guerre per la supremazia e il dominio in Europa. L’aberrazione di questo concetto ha portato poi al nazismo e alle dittature che hanno tristemente caratterizzato la storia europea.
Ed è dall’aberrazione del concetto di guerra e di morte che inizia una fase di riflessione profonda sulla necessità della pace e della collaborazione tra i popoli.
Proprio dalla guerra e dalla sofferenza ha infatti avuto sviluppo l’idea della creazione di Maria Dolens (la Campana dei Caduti), un nome evocativo che sembra voler caricare su di sé tutta la sofferenza che gli uomini, nella loro caducità, non sono in grado di sopportare.
La campana è da sempre il simbolo del popolo (nel medioevo la campana suonava per convocare il popolo a congresso) e del concetto di partecipazione. Maria Dolens è stata forgiata fondendo il bronzo dei cannoni offerto dalle nazioni partecipanti alla Grande Guerra: un concetto rivoluzionario e inatteso che offre una visione completamente nuova e ancora attualissima.
Maria Dolens afferma un principio fondamentale: lo sviluppo della società avviene non attraverso la sottomissione di un Paese ad un altro ma dalla collaborazione reciproca tesa alla crescita civile, culturale e politica del cittadino. Non più “l’impero” ma la democrazia e la partecipazione, quindi governo di popolo attraverso leggi specifiche e quindi dalla costituzione, per garantire la pace tra i popoli e l’esclusione assoluta delle guerra.
Quello di Maria Dolens è un simbolo di pace, un concetto filosofico volto al superamento dell’idea di conflitto per arrivare allo sviluppo di un concetto universale di dialogo, di comunione e di unione.
Maria Dolens è essa stessa il memento per gli uomini che spesso dimenticano la loro essenza.
Il 28 luglio 1914 scoppia la Prima Guerra Mondiale. La vita degli europei, e non solo, cambia dal quel momento in modo indelebile restando impressa nella storia e nella memoria come uno dei momenti più terribili della contemporaneità.
Il senso di precarietà diviene una sensazione definitiva nell’animo di tutti coloro che direttamente o indirettamente vi sono coinvolti. La Grande Guerra segna un’epoca e segna le persone.
Poeti, scrittori, artisti hanno sentito il dovere di parlarne, di raccontarla e di portare a tutti la propria testimonianza, spesso vissuta direttamente sul campo. Il valore della vita umana diventa nullo e così il senso dell’esistenza dei contemporanei (molti dei quali vivranno un secondo conflitto durante la metà del secolo) e su coloro che verranno dopo, che porteranno nella loro memoria i ricordi dei genitori e dei nonni che tanta sofferenza sentono ormai radicata come parte della loro esistenza.
Il Novecento, il “secolo breve” è caratterizzato da guerre per la supremazia e il dominio in Europa. L’aberrazione di questo concetto ha portato poi al nazismo e alle dittature che hanno tristemente caratterizzato la storia europea.
Ed è dall’aberrazione del concetto di guerra e di morte che inizia una fase di riflessione profonda sulla necessità della pace e della collaborazione tra i popoli.
Proprio dalla guerra e dalla sofferenza ha infatti avuto sviluppo l’idea della creazione di Maria Dolens (la Campana dei Caduti), un nome evocativo che sembra voler caricare su di sé tutta la sofferenza che gli uomini, nella loro caducità, non sono in grado di sopportare.
La campana è da sempre il simbolo del popolo (nel medioevo la campana suonava per convocare il popolo a congresso) e del concetto di partecipazione. Maria Dolens è stata forgiata fondendo il bronzo dei cannoni offerto dalle nazioni partecipanti alla Grande Guerra: un concetto rivoluzionario e inatteso che offre una visione completamente nuova e ancora attualissima.
Maria Dolens afferma un principio fondamentale: lo sviluppo della società avviene non attraverso la sottomissione di un Paese ad un altro ma dalla collaborazione reciproca tesa alla crescita civile, culturale e politica del cittadino. Non più “l’impero” ma la democrazia e la partecipazione, quindi governo di popolo attraverso leggi specifiche e quindi dalla costituzione, per garantire la pace tra i popoli e l’esclusione assoluta delle guerra.
Quello di Maria Dolens è un simbolo di pace, un concetto filosofico volto al superamento dell’idea di conflitto per arrivare allo sviluppo di un concetto universale di dialogo, di comunione e di unione.
Maria Dolens è essa stessa il memento per gli uomini che spesso dimenticano la loro essenza.
22
giugno 2014
Human Rights? #Memento. Dalla Guerra alla Pace
Dal 22 giugno al 28 luglio 2014
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE OPERA CAMPANA DEI CADUTI
Rovereto, Via Miravalle, (Trento)
Rovereto, Via Miravalle, (Trento)
Orario di apertura
Orario continuato tutti i giorni: Settembre: dalle ore 9.00 alle ore 19.00
Ottobre dalle ore 9.00 alle ore 18.00 - Novembre, Dicembre, Gennaio: dalle ore 9.00 alle ore 16.30
NB: ultimo biglietto d’entrata mezz’ora prima della chiusura
Vernissage
22 Giugno 2014, h 17
Autore
Curatore