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Igitur
La mostra scandaglia il tema della nuance e del vanishing point, ossia la condizione di evanescenza che le opere sono in grado di sortire sullo spettatore
Comunicato stampa
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La mostra scandaglia il tema della nuance e del vanishing point, ossia la condizione di evanescenza che le opere sono in grado di sortire sullo spettatore. Gli artisti individuati rappresentano ciascuno una diversa tipologia - per materiali, stili, tecnica - del tema trattato. Si evince inoltre la propensione di ciascuno nel limitare la gamma dei colori al monocromo, adottando solo effetti di tono su tono, di ombra e luce.
Gli Interno 3 smontano monitor lcd di importazione americana mettendo in vista cavi, spine, schede audio e video. Sullo schermo scorre l’impalpabilità di un cielo solcato dalle nuvole (forme eteree che si sposano al medium dell’etere). In mostra anche delle stampe su lastre non trattate di alluminio in cui l’immagine cangia a seconda dell’incidenza della luce, rendendosi più o meno visibili.
Alessandra Pace realizza piccoli collage su carta, un’astrazione di volti che vengono ridotti a elementari forme geometriche. I corpi smaterializzati diventano così delle composizioni rarefatte, quasi irriconoscibili.
I dipinti di Paolo Buzzi insistono sul blow up che riduce il soggetto a una texture di macchie - esaspera cioè la grana dell’immagine ottenendo degli arcipelaghi di colore - oppure traggono spunto dal paesaggio urbano; i toni slavati vengono però assorbiti dal bianco delle superfici, “abbacinando” lo sguardo dello spettatore.
Enrico Minato propone dei finti libri, sculture di copertine che vengono imbullonate a parete. Precludendo la lettura, l’artista indaga aspetti formali connessi al linguaggio (alla poesia/alla poetica) e all’opera trasformando la superficie in un quadro monocromo.
Pino Falcone incide lastre di vetro o plexiglas che, nel proiettare la propria ombra, disegnano (duplicando) l’immagine sul muro. La trasparenza del supporto permette così uno scambio da un piano fisico o un piano immateriale.
Gli Interno 3 smontano monitor lcd di importazione americana mettendo in vista cavi, spine, schede audio e video. Sullo schermo scorre l’impalpabilità di un cielo solcato dalle nuvole (forme eteree che si sposano al medium dell’etere). In mostra anche delle stampe su lastre non trattate di alluminio in cui l’immagine cangia a seconda dell’incidenza della luce, rendendosi più o meno visibili.
Alessandra Pace realizza piccoli collage su carta, un’astrazione di volti che vengono ridotti a elementari forme geometriche. I corpi smaterializzati diventano così delle composizioni rarefatte, quasi irriconoscibili.
I dipinti di Paolo Buzzi insistono sul blow up che riduce il soggetto a una texture di macchie - esaspera cioè la grana dell’immagine ottenendo degli arcipelaghi di colore - oppure traggono spunto dal paesaggio urbano; i toni slavati vengono però assorbiti dal bianco delle superfici, “abbacinando” lo sguardo dello spettatore.
Enrico Minato propone dei finti libri, sculture di copertine che vengono imbullonate a parete. Precludendo la lettura, l’artista indaga aspetti formali connessi al linguaggio (alla poesia/alla poetica) e all’opera trasformando la superficie in un quadro monocromo.
Pino Falcone incide lastre di vetro o plexiglas che, nel proiettare la propria ombra, disegnano (duplicando) l’immagine sul muro. La trasparenza del supporto permette così uno scambio da un piano fisico o un piano immateriale.
02
giugno 2005
Igitur
Dal 02 giugno al 02 luglio 2005
arte contemporanea
Location
CASTELLANO ARTE CONTEMPORANEA
Castelfranco Veneto, Via Roma, 38, (Treviso)
Castelfranco Veneto, Via Roma, 38, (Treviso)
Vernissage
2 Giugno 2005, ore 11
Autore
Curatore



