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Igor Borozan – L’Amore, viaggio tra simbolismo e poesia
In un mondo sempre più diviso e frammentato, le opere di Borozan sono un invito a riscoprire nell’abbraccio il mezzo supremo per il perdono e la riconciliazione, in primis con il proprio alter ego. Tra dipinti e sculture, i visitatori potranno partecipare a degustazioni e ad eventi musicali.
Comunicato stampa
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In occasione delle festività in onore di San Valentino, patrono dell’amore e della città di Terni, l’artista Igor Borozan presenta una nuova serie di opere ispirate alla figura del santo e al sentimento universale che incarna. L’esposizione è stata allestita nelle vetrine di Corso Tacito della prestigiosa Pasticceria Pazzaglia, uno dei locali più cool e ricco di storia della città, trasformando lo spazio in un’esperienza multisensoriale dove arte e dolcezza si incontrano. Tra dipinti e sculture, i visitatori potranno partecipare a degustazioni e ad eventi musicali legati al San Valentino Jazz Festival, che torna ad animare gli spazi cittadini con un programma ricco di artisti straordinari e atmosfere uniche, in un viaggio tra arte e gusto.
Nei dipinti di Borozan, l’amore non è mai statico o idealizzato, ma assume forme dinamiche e simboliche. Gli amanti fluttuano stringendosi in abbracci eterei, dove l’amore è un’energia che annulla la gravità, una forza capace di trasformare la realtà in poesia. In queste sue opere emerge la dimensione sacra dove l’abbraccio è la sua manifestazione più autentica.
“Quando due persone si stringono, non solo annullano la distanza fisica, ma creano un legame invisibile tra le loro anime. In quell’istante, l’Io e il Tu si fondono, dissolvendo i confini dell’individualità e riconoscendo nell’altro una parte di sé, proprio come avviene guardandosi allo specchio”, afferma l’artista.
In un mondo sempre più diviso e frammentato, le opere di Borozan sono un invito a riscoprire, dunque, l’abbraccio come simbolo di perdono e riconciliazione, in primis con il proprio alter ego.
“L’amore non è solo un sentimento, ma una forza cosmica”, sottolinea Borozan. “Ogni volta che abbracciamo qualcuno, stiamo riscoprendo il senso dell’Uno: un atto semplice, ma capace di riconciliarci con noi stessi, con l’altro e con il tutto. Gli amanti che dipingo non sono semplici figure romantiche, ma incarnazioni di un desiderio umano più profondo: il ricongiungimento con la totalità dell’essere, la fusione degli opposti, la ricerca di armonia”.
La dualità è una parte essenziale della natura e dell'esistenza umana: luce e ombra, bene e male, ordine e caos. Il doppio o alter-ego ha due facce, incarna la dualità riflessa, come lo Yin e Yang, Dr. Jekyll e Mr. Hyde, essi sono i due volti della stessa essenza, l’uno il riflesso dell’altro, speculari, separati solo da un velo illusorio. L’artista svela questa verità, mostrando quel sé speculare che non è altro che la parte negata di noi stessi.
“Il ritorno all’Uno avviene proprio nell’abbraccio: non un semplice gesto, ma l’accettazione del proprio doppio”, spiega Borozan. “Solo accogliendo entrambe le proprie nature, senza rifiuto né paura, l’essere umano può riconoscersi nella sua totalità”.
Nei dipinti di Borozan, l’amore non è mai statico o idealizzato, ma assume forme dinamiche e simboliche. Gli amanti fluttuano stringendosi in abbracci eterei, dove l’amore è un’energia che annulla la gravità, una forza capace di trasformare la realtà in poesia. In queste sue opere emerge la dimensione sacra dove l’abbraccio è la sua manifestazione più autentica.
“Quando due persone si stringono, non solo annullano la distanza fisica, ma creano un legame invisibile tra le loro anime. In quell’istante, l’Io e il Tu si fondono, dissolvendo i confini dell’individualità e riconoscendo nell’altro una parte di sé, proprio come avviene guardandosi allo specchio”, afferma l’artista.
In un mondo sempre più diviso e frammentato, le opere di Borozan sono un invito a riscoprire, dunque, l’abbraccio come simbolo di perdono e riconciliazione, in primis con il proprio alter ego.
“L’amore non è solo un sentimento, ma una forza cosmica”, sottolinea Borozan. “Ogni volta che abbracciamo qualcuno, stiamo riscoprendo il senso dell’Uno: un atto semplice, ma capace di riconciliarci con noi stessi, con l’altro e con il tutto. Gli amanti che dipingo non sono semplici figure romantiche, ma incarnazioni di un desiderio umano più profondo: il ricongiungimento con la totalità dell’essere, la fusione degli opposti, la ricerca di armonia”.
La dualità è una parte essenziale della natura e dell'esistenza umana: luce e ombra, bene e male, ordine e caos. Il doppio o alter-ego ha due facce, incarna la dualità riflessa, come lo Yin e Yang, Dr. Jekyll e Mr. Hyde, essi sono i due volti della stessa essenza, l’uno il riflesso dell’altro, speculari, separati solo da un velo illusorio. L’artista svela questa verità, mostrando quel sé speculare che non è altro che la parte negata di noi stessi.
“Il ritorno all’Uno avviene proprio nell’abbraccio: non un semplice gesto, ma l’accettazione del proprio doppio”, spiega Borozan. “Solo accogliendo entrambe le proprie nature, senza rifiuto né paura, l’essere umano può riconoscersi nella sua totalità”.
06
febbraio 2025
Igor Borozan – L’Amore, viaggio tra simbolismo e poesia
Dal 06 al 16 febbraio 2025
arti performative
Location
Pasticceria Pazzaglia
Terni, Corso Cornelio Tacito, 10, (TR)
Terni, Corso Cornelio Tacito, 10, (TR)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 10-24
Sito web
Ufficio stampa
Katia Pangrazi
Autore
Curatore
Autore testo critico









