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Il Premio Pino Pascali dal 1969 al 1979. La storia / Daniela Corbascio
La mostra intende storicizzare a distanza di quarant’anni il Premio Pascali e i primi cinque protagonisti, riconosciuti oggi tra i più importanti artisti sulla scena dell’arte internazionale. Ci sarà, inoltre, personale di Daniela Corbascio, col titolo “Reflex”.
Comunicato stampa
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La mostra intende storicizzare a distanza di quarant’anni il Premio Pascali e i primi cinque protagonisti, riconosciuti oggi tra i più importanti artisti sulla scena dell’arte internazionale. Analizzare il periodo e gli artisti premiati dal 1969 al 1979 significa ripercorrere le linee guida della vicenda artistica italiana del secondo novecento. Insieme alle opere di Agnetti, Kounellis, Mochetti, Patella, Pisani sarà esposta l’opera Pozzanghere di Pino Pascali proveniente dalla Pinacoteca Provinciale di Bari, sede espositiva per alcune delle mostre del Premio.
I testi in catalogo di Achille Bonito Oliva, Pina Belli D’Elia, Rosalba Branà, Pietro Marino, Christine Farese Sperken ricostruiscono sia scientificamente che emozionalmente il clima degli anni ’70 in Italia; pubblicate interamente le vicende del Premio, i commenti e le recensioni, le commissioni giudicatrici, le foto storiche attraverso la ricostruzione filologica di preziosi documenti inediti e custoditi presso l’Archivio Pino Pascali a cura di Antonio Frugis.
Il Premio intitolato a Pino Pascali venne istituito nel 1969, un anno dopo la prematura scomparsa dell’artista pugliese per volontà dei genitori dell’artista e fu interrotto nel 1979; dopo una lunga pausa è stato ripreso nel 1998 con l’istituzione del Museo Pino Pascali a Polignano a Mare (Bari). L’intento era quello di tener vivo lo spirito e l’impulso creativo di Pascali e non quindi di premiare un autore vicino al linguaggio dell’artista, difatti, i primi vincitori del Premio, Agnetti (scomparso nel 1981), Kounellis, Mochetti, Patella, Pisani, erano e sono artisti molto diversi tra loro, ma tutti hanno incrociato per alcuni versi l’eclettica poetica pascaliana.
La giovane artista barese, già presente in altre mostre organizzate dal Museo (“La Luce e l’ombra” e “Apulian Rainbow” a Skopje in Macedonia) ha creato una nuova installazione luminosa, realizzata appositamente per il Museo, che andrà ad arricchire la prestigiosa collezione d’arte contemporanea dell’istituzione pugliese.
La Corbascio dipinge e disegna con la luce servendosi del segno forte e deciso del tubo di luce al neon con cui realizza le sue opere. Per questa occasione ha istintivamente preferito realizzare l’opera all’esterno di Palazzo Pino Pascali invece che dentro le sale del Museo, perché proprio il neon nel nostro inconscio immaginario è legato più alle insegne pubblicitarie esterne della città che all’intimità degli interni.
Dopo aver deciso di lavorare sui muri esterni di Palazzo Pascali ha scelto, per quel che riguarda il soggetto da realizzare, di volersi legare all’iconografia del territorio circostante. Si è guardata intorno è ha focalizzato la sua attenzione sul fregio a bassorilievo in pietra che sovrasta la porta di ingresso della bella Chiesa del Purgatorio (San Martino) che è posta proprio di fronte all’ingresso del Museo. Un frontone in cui sono scolpiti a bassorilievo nella pietra una fila ripetuta di ossa umane incrociate e teschi con al centro una clessidra, simbolo del tempo che passa e scorre inesorabilmente sino alla morte. (La chiesa del Purgatorio era l’antico cimitero di Polignano a Mare dove venivano sepolti i suoi abitanti). Daniena Corbascio ha fatto sua questa antica iconografia, è l’ha ridisegnata con i tubi di luce al neon bianco riattualizzandola in un contesto linguistico contemporaneo e posizionandola, come fosse un riflesso, di fronte all’originale bassorilievo del portale della chiesa, sul muro bianco del Museo.
I testi in catalogo di Achille Bonito Oliva, Pina Belli D’Elia, Rosalba Branà, Pietro Marino, Christine Farese Sperken ricostruiscono sia scientificamente che emozionalmente il clima degli anni ’70 in Italia; pubblicate interamente le vicende del Premio, i commenti e le recensioni, le commissioni giudicatrici, le foto storiche attraverso la ricostruzione filologica di preziosi documenti inediti e custoditi presso l’Archivio Pino Pascali a cura di Antonio Frugis.
Il Premio intitolato a Pino Pascali venne istituito nel 1969, un anno dopo la prematura scomparsa dell’artista pugliese per volontà dei genitori dell’artista e fu interrotto nel 1979; dopo una lunga pausa è stato ripreso nel 1998 con l’istituzione del Museo Pino Pascali a Polignano a Mare (Bari). L’intento era quello di tener vivo lo spirito e l’impulso creativo di Pascali e non quindi di premiare un autore vicino al linguaggio dell’artista, difatti, i primi vincitori del Premio, Agnetti (scomparso nel 1981), Kounellis, Mochetti, Patella, Pisani, erano e sono artisti molto diversi tra loro, ma tutti hanno incrociato per alcuni versi l’eclettica poetica pascaliana.
La giovane artista barese, già presente in altre mostre organizzate dal Museo (“La Luce e l’ombra” e “Apulian Rainbow” a Skopje in Macedonia) ha creato una nuova installazione luminosa, realizzata appositamente per il Museo, che andrà ad arricchire la prestigiosa collezione d’arte contemporanea dell’istituzione pugliese.
La Corbascio dipinge e disegna con la luce servendosi del segno forte e deciso del tubo di luce al neon con cui realizza le sue opere. Per questa occasione ha istintivamente preferito realizzare l’opera all’esterno di Palazzo Pino Pascali invece che dentro le sale del Museo, perché proprio il neon nel nostro inconscio immaginario è legato più alle insegne pubblicitarie esterne della città che all’intimità degli interni.
Dopo aver deciso di lavorare sui muri esterni di Palazzo Pascali ha scelto, per quel che riguarda il soggetto da realizzare, di volersi legare all’iconografia del territorio circostante. Si è guardata intorno è ha focalizzato la sua attenzione sul fregio a bassorilievo in pietra che sovrasta la porta di ingresso della bella Chiesa del Purgatorio (San Martino) che è posta proprio di fronte all’ingresso del Museo. Un frontone in cui sono scolpiti a bassorilievo nella pietra una fila ripetuta di ossa umane incrociate e teschi con al centro una clessidra, simbolo del tempo che passa e scorre inesorabilmente sino alla morte. (La chiesa del Purgatorio era l’antico cimitero di Polignano a Mare dove venivano sepolti i suoi abitanti). Daniena Corbascio ha fatto sua questa antica iconografia, è l’ha ridisegnata con i tubi di luce al neon bianco riattualizzandola in un contesto linguistico contemporaneo e posizionandola, come fosse un riflesso, di fronte all’originale bassorilievo del portale della chiesa, sul muro bianco del Museo.
24
aprile 2010
Il Premio Pino Pascali dal 1969 al 1979. La storia / Daniela Corbascio
Dal 24 aprile al 13 giugno 2010
arte contemporanea
Location
MUSEO COMUNALE D’ARTE CONTEMPORANEA – PALAZZO PINO PASCALI
Polignano A Mare, Via San Vito, 40, (Bari)
Polignano A Mare, Via San Vito, 40, (Bari)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato 18-21, domenica 11-13 e 18/21(lunedì, martedì chiuso)
Vernissage
24 Aprile 2010, ore 19
Autore




