I luoghi diventano non-luoghi, riflessi di una realtà illusoria. I paesaggi della Florescu sono paesaggi effimeri, esistono solo in quanto rivelati dalla luce e fissati dall’occhio fotografico. L’acqua del mare, degli stagni, dei laghi diventa cielo e i suoi sassi si tramutano in comete, meteoriti, figure antropomorfiche che fendono l’aria velocemente o che si fermano statiche nell’infinito. Nella serie di dodici fotografie “Acqua di cometa” linee rette o ondulanti di luce, nel loro rifrangersi, compongono quadri dalle trame misteriose come misteriosa e da lontano, forse da una cometa, viene la figura che emerge nell’ultimo riquadro, silenziosa testimone di riti cosmogonici. Straniamento, curiosità, stupore sono le prime sensazioni che si provano osservando queste immagini. La mente, disorientata di fronte ad una libertà tale da sovvertire le leggi della fisica, si placa, si concede una pausa ricca di poesia, si apre e si affida all’irrazionale. Emana una forza quasi magnetica dai lavori della Florescu, realizzati con il semplice essenziale scatto della macchina fotografica: si imprimono nella mente creando una sorta di disorientamento cui non è estraneo il messaggio di Magritte e ci portano in viaggio lontano, altrove. Il titolo della mostra prende ispirazione da una teoria scientifica secondo la quale l’acqua della nostra terra deriverebbe in parte dall’evaporazione dei cristalli ghiacciati delle comete.

Cenni biografici: Italo-inglese, di origine romena per parte di padre, Ileana Florescu nasce ad Asmara (Eritrea) nel 1961. Dopo aver vissuto in vari paesi – Marocco, Francia, Inghilterra, Svizzera – termina gli studi in Italia all’Università di Lettere e Filosofia di Firenze. È come storica che ha svolto la sua attività principale, pubblicando saggi presso Mondadori, Costa & Nolan, Bompiani, Bulzoni, Ponte alla Grazie ed altri, sino all’approdo al mondo fotografico maturato attraverso un tirocinio triennale come assistente del pittore-scultore Giuseppe Gallo e uno stimolante confronto con il grande fotografo Arturo Pattern scomparso di recente. Dal 2000 ha esposto in varie mostre tra le quali ricordiamo le personali “Scie” all’Acta International di Roma e “Pause” alla Galleria Ellequadro Documenti” di Genova.