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It’s All Paperwork
In mostra sarà possibile ammirare una selezione dei suoi libri pop-up, oltre a nuove opere realizzate in collaborazione con Pineider, che ha fornito i suoi preziosi quaderni e carte per i nuovi lavori di Yansu Wang.
Comunicato stampa
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Quando Yansu Wang si trasferì in Italia nel 2015 per studiare, un’amica le regalò un quaderno con una mappa di Milano all’interno. Da quel momento, Yansu iniziò a creare un Junk Journal personale (un quaderno riempito di collage con materiali riciclati) per narrare la sua vita quotidiana attraverso il collage. I materiali cartacei che utilizza provengono dalle fonti più disparate: scontrini, biglietti del cinema, brochure, multe, manuali di istruzioni, password Wi-Fi di hotel scritte su pezzi di carta, involucri di caramelle e molto altro. In mostra sarà possibile ammirare una selezione dei suoi libri pop-up, oltre a nuove opere realizzate in collaborazione con Pineider, che ha fornito i suoi preziosi quaderni e carte per i nuovi lavori di Yansu Wang.
In Europa, e più in generale nel mondo occidentale, siamo abituati a pensare al collage nell’arte come a una tecnica esplorata all’inizio del XX secolo da Cubismo e Futurismo, seguiti da Dadaismo, Surrealismo e successivamente dalla Pop Art. In realtà, anche in Cina il collage ha una lunga tradizione: qui la carta è stata inventata nel 200 a.C. e sviluppata come mezzo artistico sia in Cina che in Giappone a partire dal X secolo.
In Cina, una particolare reinterpretazione artistica si è affermata attraverso le composizioni Bapo, o “Otto Frammenti.” Questa tecnica, emersa intorno alla metà del XIX secolo e sviluppata fino al 1949, è considerata distinta dalla pittura e dalla calligrafia tradizionali, utilizzando vari elementi per decostruire concetti culturali e creare immagini con giustapposizioni sempre nuove su carta. Queste composizioni includevano una varietà di elementi, dai testi calligrafici alle iscrizioni su sigilli, ma anche lettere strappate, bruciate o in decomposizione. Il creatore che stratificava questi elementi metteva in mostra la propria abilità e intelligenza incorporando numerosi commenti nascosti, aforismi o giochi di parole per stimolare la riflessione.
Nel 2017, un’ importante mostra presso il Museum of Fine Arts di Boston ha presentato il primo studio formale su quest’arte grazie a Nancy Berliner (Wu Tung Senior Curator of Chinese Art presso il MFA di Boston), che si imbatté in questo insolito stile pittorico durante una visita a un mercato delle pulci a Taiwan, nell’estate del 1978. Il suo instancabile lavoro ha portato alla luce una rara opportunità di scoprire, nelle parole della curatrice, “una forma d’arte storica e radicalmente moderna che non era mai stata documentata e che era quasi dimenticata”. Ora Yansu Wang sta pensando di sperimentare in questa direzione, attingendo al suo archivio visivo e giocando con parole, simboli e significati.
In Europa, e più in generale nel mondo occidentale, siamo abituati a pensare al collage nell’arte come a una tecnica esplorata all’inizio del XX secolo da Cubismo e Futurismo, seguiti da Dadaismo, Surrealismo e successivamente dalla Pop Art. In realtà, anche in Cina il collage ha una lunga tradizione: qui la carta è stata inventata nel 200 a.C. e sviluppata come mezzo artistico sia in Cina che in Giappone a partire dal X secolo.
In Cina, una particolare reinterpretazione artistica si è affermata attraverso le composizioni Bapo, o “Otto Frammenti.” Questa tecnica, emersa intorno alla metà del XIX secolo e sviluppata fino al 1949, è considerata distinta dalla pittura e dalla calligrafia tradizionali, utilizzando vari elementi per decostruire concetti culturali e creare immagini con giustapposizioni sempre nuove su carta. Queste composizioni includevano una varietà di elementi, dai testi calligrafici alle iscrizioni su sigilli, ma anche lettere strappate, bruciate o in decomposizione. Il creatore che stratificava questi elementi metteva in mostra la propria abilità e intelligenza incorporando numerosi commenti nascosti, aforismi o giochi di parole per stimolare la riflessione.
Nel 2017, un’ importante mostra presso il Museum of Fine Arts di Boston ha presentato il primo studio formale su quest’arte grazie a Nancy Berliner (Wu Tung Senior Curator of Chinese Art presso il MFA di Boston), che si imbatté in questo insolito stile pittorico durante una visita a un mercato delle pulci a Taiwan, nell’estate del 1978. Il suo instancabile lavoro ha portato alla luce una rara opportunità di scoprire, nelle parole della curatrice, “una forma d’arte storica e radicalmente moderna che non era mai stata documentata e che era quasi dimenticata”. Ora Yansu Wang sta pensando di sperimentare in questa direzione, attingendo al suo archivio visivo e giocando con parole, simboli e significati.
28
gennaio 2025
It’s All Paperwork
Dal 28 gennaio al 16 marzo 2025
arte contemporanea
libri ed editoria
personale
libri ed editoria
personale
Location
Numero 51
Milano, Viale Emilio Caldara, 51, (MI)
Milano, Viale Emilio Caldara, 51, (MI)
Orario di apertura
Giovedì alla domenica 12-19; consultare sempre la pagina instagram per aggiornamenti in tempo reale.
Sito web
Autore
Autore testo critico







