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Jacopo Palma il Giovane ritrovato
Mostra dossier in cui vengono presentate tre importanti opere di Jacopo Negretti, più comunemente conosciuto come Palma il Giovane (1548 circa – 1628), recentemente scoperte e mai esposte prima d’ora al pubblico.
Comunicato stampa
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COMUNICATO STAMPA
“Jacopo Palma il Giovane ritrovato”
a cura di Marco Dolfin
12 aprile – 8 giugno 2025 Scuola Grande dei Carmini, Venezia
La Scuola Grande dei Carmini è lieta di presentare la mostra Jacopo Palma il Giovane ritrovato, in programma dal 12 aprile all’8 giugno 2025, a cura di Marco Dolfin. L’evento, organizzato dalla Scuola Grande dei Carmini in collaborazione con la Galleria Davide Beggio Antichità, propone un dossier espositivo di grande valore storico-artistico: tre opere di Jacopo Negretti, più comunemente conosciuto come Palma il Giovane (1548 circa – 1628), recentemente scoperte e mai esposte prima d’ora al pubblico.
Si tratta di una pala d’altare raffigurante l’Adorazione dei pastori, un Autoritratto giovanile e un disegno di raffinata esecuzione, tutti provenienti da diverse collezioni private.
Questi lavori si aggiungono al già ampio catalogo di Palma il Giovane, costituendo tuttavia tasselli significativi per comprendere meglio l’evoluzione del suo linguaggio, la varietà dei suoi registri espressivi e la qualità della sua produzione, tra le più significative della pittura veneziana tra Cinquecento e Seicento.
La mostra
L’Adorazione dei pastori, dipinto di grande forza narrativa, sorprende per la drammaturgia luministica e la costruzione per coppie simmetriche, secondo uno schema compositivo che riflette il lascito del Veronese ma prelude sorprendentemente al naturalismo caravaggesco, come osservato da Sergio Marinelli nel testo in catalogo. Il dipinto, databile verso l’ultimo decennio del Cinquecento in confronto con le coeva redazione sul tema del Museo Puskin di Mosca, si distingue per una qualità esecutiva di alto livello e per elementi iconografici ricorrenti nella produzione sacra dell’artista, qui risolti con inedita potenza visiva.
L’Autoritratto, probabilmente il più precoce tra quelli finora noti, mostra Palma nel pieno della sua giovinezza, con uno sguardo intenso e un atteggiamento consapevole, quasi rivendicativo del proprio ruolo. Il confronto diretto con l’autoritratto conservato alla Pinacoteca di Brera, unanimemente considerato il primo ritratto ufficiale dell’artista e datato intorno al 1585, è particolarmente significativo come ha osservato il curatore Marco Dolfin: « l’opera esposta in mostra sembra precederlo di alcuni anni, come suggeriscono indubitabilmente la fisionomia più giovanile e la barba ancora priva delle venature argentee presenti nell’opera milanese ».
Il Disegno “I Santi Lucia, Rocco e Sebastiano” datato 1621, infine, testimonia l’inesauribile attività grafica di Palma, che secondo le fonti coeve disegnava instancabilmente. Questo foglio – realizzato con straordinaria raffinatezza tecnica e già parte della storica collezione Sagredo di Venezia – appartiene a quella produzione autonoma che l’artista destinava non solo allo studio, ma anche alla riflessione personale e alla circolazione tra collezionisti e amici. Nei suoi disegni, spesso annotati con nomi, date o dediche, Palma sperimenta tecniche diverse su carte colorate, raggiungendo una libertà inventiva e una varietà espressiva che lo pongono ai vertici della grafica veneta.
Il contesto e il progetto
L’esposizione si tiene al primo piano della Scuola Grande dei Carmini, nelle sali adiacenti alla celebre Sala Capitolare decorata da Giambattista Tiepolo. Lo spazio che accoglie la mostra ospita anche tele di Giustino Menescardi, Gaetano Zompini e un notevole dipinto di Giambattista Piazzetta, offrendo un contesto ricco di rimandi alla pittura veneziana del Settecento. Le opere ritrovate di Palma il Giovane si inseriscono con naturalezza in questo ambiente, in dialogo con la memoria visiva e culturale della Serenissima.
La mostra, spiega Franco Campiutti Guardian Grande dei Carmini: « inaugura un nuovo ciclo di attività espositive promosse dalla Scuola dedicate alla valorizzazione dell’arte veneta tra Cinquecento e Settecento, attraverso nuove ricerche e studi critici ».
Il catalogo
A corredo della mostra è stato pubblicato un catalogo curato da Marco Dolfin e Sergio Marinelli (Prof. Emerito dell’Università Ca’Foscari di Venezia), con saggi firmati anche da Andrea Piai e Michele Vello, edito da Arte Rara Edizioni (80 pp.). I testi offrono un approfondimento rigoroso ma accessibile sulle opere esposte, ricostruendone la genesi, le vicende collezionistiche, le questioni attributive e il contesto artistico di riferimento.
INFORMAZIONI MOSTRA Jacopo Palma il Giovane ritrovato 12 aprile – 8 giugno 2025 Scuola Grande dei Carmini – Sala dell’Archivio Dorsoduro 2617, Venezia Aperto tutti i giorni, ore 10.00 – 17.00 Ingresso compreso nel biglietto di visita alla Scuola
“Jacopo Palma il Giovane ritrovato”
a cura di Marco Dolfin
12 aprile – 8 giugno 2025 Scuola Grande dei Carmini, Venezia
La Scuola Grande dei Carmini è lieta di presentare la mostra Jacopo Palma il Giovane ritrovato, in programma dal 12 aprile all’8 giugno 2025, a cura di Marco Dolfin. L’evento, organizzato dalla Scuola Grande dei Carmini in collaborazione con la Galleria Davide Beggio Antichità, propone un dossier espositivo di grande valore storico-artistico: tre opere di Jacopo Negretti, più comunemente conosciuto come Palma il Giovane (1548 circa – 1628), recentemente scoperte e mai esposte prima d’ora al pubblico.
Si tratta di una pala d’altare raffigurante l’Adorazione dei pastori, un Autoritratto giovanile e un disegno di raffinata esecuzione, tutti provenienti da diverse collezioni private.
Questi lavori si aggiungono al già ampio catalogo di Palma il Giovane, costituendo tuttavia tasselli significativi per comprendere meglio l’evoluzione del suo linguaggio, la varietà dei suoi registri espressivi e la qualità della sua produzione, tra le più significative della pittura veneziana tra Cinquecento e Seicento.
La mostra
L’Adorazione dei pastori, dipinto di grande forza narrativa, sorprende per la drammaturgia luministica e la costruzione per coppie simmetriche, secondo uno schema compositivo che riflette il lascito del Veronese ma prelude sorprendentemente al naturalismo caravaggesco, come osservato da Sergio Marinelli nel testo in catalogo. Il dipinto, databile verso l’ultimo decennio del Cinquecento in confronto con le coeva redazione sul tema del Museo Puskin di Mosca, si distingue per una qualità esecutiva di alto livello e per elementi iconografici ricorrenti nella produzione sacra dell’artista, qui risolti con inedita potenza visiva.
L’Autoritratto, probabilmente il più precoce tra quelli finora noti, mostra Palma nel pieno della sua giovinezza, con uno sguardo intenso e un atteggiamento consapevole, quasi rivendicativo del proprio ruolo. Il confronto diretto con l’autoritratto conservato alla Pinacoteca di Brera, unanimemente considerato il primo ritratto ufficiale dell’artista e datato intorno al 1585, è particolarmente significativo come ha osservato il curatore Marco Dolfin: « l’opera esposta in mostra sembra precederlo di alcuni anni, come suggeriscono indubitabilmente la fisionomia più giovanile e la barba ancora priva delle venature argentee presenti nell’opera milanese ».
Il Disegno “I Santi Lucia, Rocco e Sebastiano” datato 1621, infine, testimonia l’inesauribile attività grafica di Palma, che secondo le fonti coeve disegnava instancabilmente. Questo foglio – realizzato con straordinaria raffinatezza tecnica e già parte della storica collezione Sagredo di Venezia – appartiene a quella produzione autonoma che l’artista destinava non solo allo studio, ma anche alla riflessione personale e alla circolazione tra collezionisti e amici. Nei suoi disegni, spesso annotati con nomi, date o dediche, Palma sperimenta tecniche diverse su carte colorate, raggiungendo una libertà inventiva e una varietà espressiva che lo pongono ai vertici della grafica veneta.
Il contesto e il progetto
L’esposizione si tiene al primo piano della Scuola Grande dei Carmini, nelle sali adiacenti alla celebre Sala Capitolare decorata da Giambattista Tiepolo. Lo spazio che accoglie la mostra ospita anche tele di Giustino Menescardi, Gaetano Zompini e un notevole dipinto di Giambattista Piazzetta, offrendo un contesto ricco di rimandi alla pittura veneziana del Settecento. Le opere ritrovate di Palma il Giovane si inseriscono con naturalezza in questo ambiente, in dialogo con la memoria visiva e culturale della Serenissima.
La mostra, spiega Franco Campiutti Guardian Grande dei Carmini: « inaugura un nuovo ciclo di attività espositive promosse dalla Scuola dedicate alla valorizzazione dell’arte veneta tra Cinquecento e Settecento, attraverso nuove ricerche e studi critici ».
Il catalogo
A corredo della mostra è stato pubblicato un catalogo curato da Marco Dolfin e Sergio Marinelli (Prof. Emerito dell’Università Ca’Foscari di Venezia), con saggi firmati anche da Andrea Piai e Michele Vello, edito da Arte Rara Edizioni (80 pp.). I testi offrono un approfondimento rigoroso ma accessibile sulle opere esposte, ricostruendone la genesi, le vicende collezionistiche, le questioni attributive e il contesto artistico di riferimento.
INFORMAZIONI MOSTRA Jacopo Palma il Giovane ritrovato 12 aprile – 8 giugno 2025 Scuola Grande dei Carmini – Sala dell’Archivio Dorsoduro 2617, Venezia Aperto tutti i giorni, ore 10.00 – 17.00 Ingresso compreso nel biglietto di visita alla Scuola
11
aprile 2025
Jacopo Palma il Giovane ritrovato
Dall'undici aprile all'otto giugno 2025
arte antica
Location
Scuola Grande dei Carmini
Venezia, Sestiere Dorsoduro, 2617, (VE)
Venezia, Sestiere Dorsoduro, 2617, (VE)
Biglietti
Mostra compresa nel biglietto d'ingresso alla Scuola
Orario di apertura
Tutti i giorni ore 10-17.
Vernissage
11 Aprile 2025, 18.00
Autore
Curatore
Autore testo critico
Produzione organizzazione
Patrocini






