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Jam Session 1
La galleria White Project di Pescara, coerentemente con il proprio programma espositivo mirato a far emergere i giovani linguaggi artistici nazionali ed internazionali, affida lo spazio espositivo di piazza Garibaldi a 4 giovani artisti, tutti provenienti dall’accademia di Brera, per inaugurare la prima di una serie di Jam Session che la galleria proporrà durante le programmazioni future
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La galleria White Project di Pescara, coerentemente
con il proprio programma espositivo mirato a far emergere i giovani
linguaggi artistici nazionali ed internazionali, affida lo spazio
espositivo di piazza Garibaldi a 4 giovani artisti, tutti provenienti
dall'accademia di Brera, per inaugurare la prima di una serie di Jam
Session che la galleria proporrà durante le programmazioni future.
Umberto Eco definisce un'opera aperta come un contenitore duttile e
malleabile che appare tanto più interessante quanto più numerosi
pensieri, mondi e attitudini si incrociano e interagiscono. L'apertura
di un'opera d'arte è intesa come la possibilità di un pluralismo
interpretativo e ontologico che la caratterizzano e la costituiscono.
Se in un certo senso l'apertura è propria di ogni opera d'arte, le
creazioni artistiche dell'epoca contemporanea l'hanno evidenziata
ampliandone le possibilità e accentuandone le potenzialità. La
necessità pertanto di mantenere una struttura comunicativa e
significativa attraverso le molteplici stratificazioni rimane uno dei
punti fondamentali della creazione artistica e di fatto "la possibilità
di una comunicazione tanto più ricca quanto più aperta risiede nel
delicato equilibrio di un minimo di ordine consentibile con un massimo
di disordine" 1. Da questo punto di vista le opere musicali e in
particolare le musiche improvvisate possono essere considerate come
paradigmi di opere aperte. Infatti, l'improvvisazione è da sempre
apparsa come parte integrante e costitutiva delle pratiche musicali,
dalle cadenze nella musica medievale e barocca alle composizioni di
Cage, Coltrane e Zorn.
Se Jam Session 1, primo evento di una serie di
esposizioni al White Project arte contemporanea, rimanda chiaramente e
senza ambiguità all'universo della cultura jazz, il rimando è più
strutturale che contenutistico. Jam Session 1 non è dunque una mostra
sulla musica, né sulla relazione che quest'ultima intrattiene con il
mondo dell'arte contemporanea, piuttosto un evento estemporaneo, un'
occasione nella quale una formazione composta da quattro giovani
artisti – Giona Bernardi, Cristiano Betto, Jonatah Manno e Fabrizio
Tropeano – favorisce un dialogo nel quale forme e contenuti, si
confrontano e in parte interagiscono. Sotto questo punto di vista Jam
Session 1 può essere considerata come un Interlplay, terreno fertile
che favorisce inevitabilmente l'occasione per sviluppare nuove modalità
espressive e inedite possibilità interpretative.
Il
catalogo/manifesto sarà presentato all'opening in galleria con un testo
di Patrick Gosatti , curatore presso lo spazio d'arte contemporanea La
Rada ( Locarno) e produttore indipendente presso la Galerie Eva
Presenhuber (Zurigo)
con il proprio programma espositivo mirato a far emergere i giovani
linguaggi artistici nazionali ed internazionali, affida lo spazio
espositivo di piazza Garibaldi a 4 giovani artisti, tutti provenienti
dall'accademia di Brera, per inaugurare la prima di una serie di Jam
Session che la galleria proporrà durante le programmazioni future.
Umberto Eco definisce un'opera aperta come un contenitore duttile e
malleabile che appare tanto più interessante quanto più numerosi
pensieri, mondi e attitudini si incrociano e interagiscono. L'apertura
di un'opera d'arte è intesa come la possibilità di un pluralismo
interpretativo e ontologico che la caratterizzano e la costituiscono.
Se in un certo senso l'apertura è propria di ogni opera d'arte, le
creazioni artistiche dell'epoca contemporanea l'hanno evidenziata
ampliandone le possibilità e accentuandone le potenzialità. La
necessità pertanto di mantenere una struttura comunicativa e
significativa attraverso le molteplici stratificazioni rimane uno dei
punti fondamentali della creazione artistica e di fatto "la possibilità
di una comunicazione tanto più ricca quanto più aperta risiede nel
delicato equilibrio di un minimo di ordine consentibile con un massimo
di disordine" 1. Da questo punto di vista le opere musicali e in
particolare le musiche improvvisate possono essere considerate come
paradigmi di opere aperte. Infatti, l'improvvisazione è da sempre
apparsa come parte integrante e costitutiva delle pratiche musicali,
dalle cadenze nella musica medievale e barocca alle composizioni di
Cage, Coltrane e Zorn.
Se Jam Session 1, primo evento di una serie di
esposizioni al White Project arte contemporanea, rimanda chiaramente e
senza ambiguità all'universo della cultura jazz, il rimando è più
strutturale che contenutistico. Jam Session 1 non è dunque una mostra
sulla musica, né sulla relazione che quest'ultima intrattiene con il
mondo dell'arte contemporanea, piuttosto un evento estemporaneo, un'
occasione nella quale una formazione composta da quattro giovani
artisti – Giona Bernardi, Cristiano Betto, Jonatah Manno e Fabrizio
Tropeano – favorisce un dialogo nel quale forme e contenuti, si
confrontano e in parte interagiscono. Sotto questo punto di vista Jam
Session 1 può essere considerata come un Interlplay, terreno fertile
che favorisce inevitabilmente l'occasione per sviluppare nuove modalità
espressive e inedite possibilità interpretative.
Il
catalogo/manifesto sarà presentato all'opening in galleria con un testo
di Patrick Gosatti , curatore presso lo spazio d'arte contemporanea La
Rada ( Locarno) e produttore indipendente presso la Galerie Eva
Presenhuber (Zurigo)
25
ottobre 2008
Jam Session 1
Dal 25 ottobre al 30 novembre 2008
giovane arte
Location
WHITE PROJECT
Pescara, Piazza Garibaldi, 7, (Pescara)
Pescara, Piazza Garibaldi, 7, (Pescara)
Orario di apertura
martedì- venerdi 10:00 - 13:00 17:00 – 20:00 sabato 17:00 –
20:00. Chiuso il lunedì
Vernissage
25 Ottobre 2008, ore 19
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