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Jocelyn Hobbie – Intimate Details
Quella di Jocelyn Hobbie è una pittura ad alto contenuto femminile. Non solo perché i suoi soggetti preferiti sono giovani donne, per lo più sole, dentro le loro case, che indossano capi intimi ricercati e maliziosi…
Comunicato stampa
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Quella di Jocelyn Hobbie è una pittura ad alto contenuto femminile. Non solo perché i suoi soggetti preferiti sono giovani donne, per lo più sole, dentro le loro case, che indossano capi intimi ricercati e maliziosi. Ma perché di queste donne, statuarie e forti della propria sensualità e bellezza, sono evocate le emozioni più private, l’insicurezza che può sfociare in lacrime o il sogno estasiato che fa fissare il vuoto. Le loro stanze sono impregnate di desiderio, di speranze e delusioni. E si sa che noi donne, nostro malgrado, a volte tendiamo al romanticismo. Siamo più sentimentali.
La pittura di Jocelyn è densa e ricca, fatta di spessi strati e di colori intensi. La sua capacità di ritrarre gli effetti della luce e le ombre, così come l’anatomia di pelle e corpi, è frutto di fatica e dedizione, del continuo confronto con i maestri dell’arte antica e contemporanea. Il suo studio-casa in Brooklyn è pieno di libri d’arte, sintomo di una passione instancabile. Quando ci sono andata, alcuni cataloghi erano impilati di fianco agli ultimi lavori: Edward Hopper, Otto Dix, Neo Rauch, Jan Vermeer, Van Gogh (ben tre monografie, di cui una su disegni e acquerelli), David Hockney, Gauguin, Matisse, Hans Holbein e Georges de La Tour.
A pensarci, si intravede qualcosa di ognuno di loro nei suoi quadri. Si può vedere ad esempio il realismo metafisico di Hopper, grande interprete della solitudine dell’uomo americano contemporaneo, i suoi spazi domestici e claustrofobici che citano gli impressionisti, Goya e il Rinascimento, le donne nel proprio letto, scaldate solo dalla finestra aperta, il senso di attesa. Si riconosce il raggio di sole che scalda le case e le guance rosa delle ragazze di Vermeer, la loro dolcezza serena o il riflesso della candela che illumina i volti tondi di de La Tour. L’ironia grottesca e il turbamento di Otto Dix, i giochi di colore di Matisse, le prospettive fotografiche di Hockney. E potremmo ancora aggiungere la maniacalità affettiva di Alex Katz, la languida sensualità di Courbet, il pop dei manga giapponesi, le morbide deformazioni di Ingres, le teatrali tende scostate di de Chirico o la crudeltà anatomica di Lucien Freud, che probabilmente non erano nella pila di libri solo perché riposti in libreria.
Anche la tecnica di Jocelyn ricorda quella degli affreschi antichi. Disegna le parti delle sue composizioni su piccoli fogli di carta da ricalco, che riporta sulla tela un pezzo alla volta. Poi inizia a dipingere i toni più caldi, parte dalla pelle per arrivare agli sfondi.
Le sue prime opere erano paesaggi surreali ricchi di elementi narrativi. Ora i soggetti sono più iconici, la narrazione è solamente evocata e rimane un senso di mistero.
In uno dei dipinti in mostra, una ragazza guarda un po’ imbronciata un personaggio fuori scena, di cui si vede solo una mano, che sembra femminile: una mamma che dà un bacio della buona notte o un’amante? Un’amica che consola o una ladra entrata nella notte? La testata di legno del letto ha un foro, che attraverso l’angolazione della luce diventa una falce di luna: le camere da letto sono trasformate in universi complessi e magici.
La pittura di Jocelyn è glamour e seducente, c’è qualcosa di sexy persino nelle sue nature morte, ma se si guarda bene, oltre i pizzi e le trasparenze si può cogliere l’inquietudine e la malinconia un po’ adolescenziale del nostro tempo.
Norma Mangione
Jocelyn Hobbie (1968, Northampton, USA) vive e lavora a Brooklyn, New York. Laureata in Pittura alla Rhode Island School of Design, ha partecipato a numerose collettive, tra cui una al Whitney Museum of American Art at Champion, Stamford, CT.
Ha avuto recensioni sul New York Times, The Village Voice, ArtNews, un ampio articolo su Vogue Italia (gennaio 2008) ed è tra gli artisti selezionati per il libro Painting People: figure painting today (DAP, New York) di Charlotte Mullins. È rappresentata a New York dalla Bellwether Gallery. Nel 2009 si terrà una sua personale al Mills College Art Museum, Oakland.
La pittura di Jocelyn è densa e ricca, fatta di spessi strati e di colori intensi. La sua capacità di ritrarre gli effetti della luce e le ombre, così come l’anatomia di pelle e corpi, è frutto di fatica e dedizione, del continuo confronto con i maestri dell’arte antica e contemporanea. Il suo studio-casa in Brooklyn è pieno di libri d’arte, sintomo di una passione instancabile. Quando ci sono andata, alcuni cataloghi erano impilati di fianco agli ultimi lavori: Edward Hopper, Otto Dix, Neo Rauch, Jan Vermeer, Van Gogh (ben tre monografie, di cui una su disegni e acquerelli), David Hockney, Gauguin, Matisse, Hans Holbein e Georges de La Tour.
A pensarci, si intravede qualcosa di ognuno di loro nei suoi quadri. Si può vedere ad esempio il realismo metafisico di Hopper, grande interprete della solitudine dell’uomo americano contemporaneo, i suoi spazi domestici e claustrofobici che citano gli impressionisti, Goya e il Rinascimento, le donne nel proprio letto, scaldate solo dalla finestra aperta, il senso di attesa. Si riconosce il raggio di sole che scalda le case e le guance rosa delle ragazze di Vermeer, la loro dolcezza serena o il riflesso della candela che illumina i volti tondi di de La Tour. L’ironia grottesca e il turbamento di Otto Dix, i giochi di colore di Matisse, le prospettive fotografiche di Hockney. E potremmo ancora aggiungere la maniacalità affettiva di Alex Katz, la languida sensualità di Courbet, il pop dei manga giapponesi, le morbide deformazioni di Ingres, le teatrali tende scostate di de Chirico o la crudeltà anatomica di Lucien Freud, che probabilmente non erano nella pila di libri solo perché riposti in libreria.
Anche la tecnica di Jocelyn ricorda quella degli affreschi antichi. Disegna le parti delle sue composizioni su piccoli fogli di carta da ricalco, che riporta sulla tela un pezzo alla volta. Poi inizia a dipingere i toni più caldi, parte dalla pelle per arrivare agli sfondi.
Le sue prime opere erano paesaggi surreali ricchi di elementi narrativi. Ora i soggetti sono più iconici, la narrazione è solamente evocata e rimane un senso di mistero.
In uno dei dipinti in mostra, una ragazza guarda un po’ imbronciata un personaggio fuori scena, di cui si vede solo una mano, che sembra femminile: una mamma che dà un bacio della buona notte o un’amante? Un’amica che consola o una ladra entrata nella notte? La testata di legno del letto ha un foro, che attraverso l’angolazione della luce diventa una falce di luna: le camere da letto sono trasformate in universi complessi e magici.
La pittura di Jocelyn è glamour e seducente, c’è qualcosa di sexy persino nelle sue nature morte, ma se si guarda bene, oltre i pizzi e le trasparenze si può cogliere l’inquietudine e la malinconia un po’ adolescenziale del nostro tempo.
Norma Mangione
Jocelyn Hobbie (1968, Northampton, USA) vive e lavora a Brooklyn, New York. Laureata in Pittura alla Rhode Island School of Design, ha partecipato a numerose collettive, tra cui una al Whitney Museum of American Art at Champion, Stamford, CT.
Ha avuto recensioni sul New York Times, The Village Voice, ArtNews, un ampio articolo su Vogue Italia (gennaio 2008) ed è tra gli artisti selezionati per il libro Painting People: figure painting today (DAP, New York) di Charlotte Mullins. È rappresentata a New York dalla Bellwether Gallery. Nel 2009 si terrà una sua personale al Mills College Art Museum, Oakland.
22
aprile 2008
Jocelyn Hobbie – Intimate Details
Dal 22 aprile al 03 giugno 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA GLANCE
Torino, Via San Massimo, 45, (Torino)
Torino, Via San Massimo, 45, (Torino)
Orario di apertura
ma/sab h. 15.30/19.30
Vernissage
22 Aprile 2008, dalle ore 19.00 alle 20.30
Autore