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Johanna Tagada Hoffbeck – Soft, Soft
La mostra personale dell’artista Johanna Tagada Hoffbeck (1990, vive e lavora in UK) si presenta come una mappa portando alla luce le intersezioni dei temi esplorati nella pratica dell’artista che comprende pittura, scultura, fotografia, editoria, orticoltura e progetti partecipativi.
Comunicato stampa
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Mutty è lieta di presentare Soft, Soft, la mostra personale dell’artista Johanna Tagada Hoffbeck (nata nel 1990 in Francia, vive e lavora nell’Oxfordshire). La mostra si presenta come una mappa portando alla luce le intersezioni dei temi esplorati nella pratica dell’artista che comprende pittura, scultura, fotografia, editoria, orticoltura e progetti partecipativi. L’artista, per la prima volta in Italia, sarà presente all’inaugurazione.
Le opere, selezionate dalla curatrice Giulia Giazzoli, sono state realizzate tra il 2016 e il 2025 e includono dipinti a olio su tela, su carta di lino e cotone e su tessuto, una selezione fotografie tratte dalla serie in corso Analog Diary (2010 - oggi), opere su carta della serie Cocooning (2010 - presente), opere in terracotta, una nuova opera in tessuto della serie Penser, Manger, Partager (2014 - oggi), materiali inediti provenienti dal suo archivio e tre cortometraggi dell'artista. Un grande tavolo al centro della mostra presenterà una serie di sketchbook, libri ed ephemera create dall'artista in collaborazione con designer, editori e case editrici internazionali.
La pratica artistica e di vita di Johanna Tagada Hoffbeck trae ispirazione dalla filosofia della deep-ecology, che si esprime anche attraverso l’orticoltura e la cura delle piante. Creare e coltivare l’orto sono pratiche quotiane per l’artista che si alternano alla pari (senza soluzione di continuità), con l’intento di estendere l'arte alla vita quotidiana - con i suoi gesti, rituali e scelte di vita - e allo stesso modo, di incorporare l’ordinario nella pratica artistica.
Come suggerisce il titolo della mostra, le sue opere esprimono una radicale morbidezza attraverso colori tenui e forme morbide che infondono nello spettatore la sensazione di accoglienza in uno spazio in cui potersi adagiare. Le scene ritratte nelle fotografie e nei dipinti sono spesso dei close-up di mani che sorreggono delicatamente tazze di té, semi o piantine, gesti potenti e miti come quello di inginocchiarsi, portandosi al livello del terreno. La scelta risoluta di utilizzare solo materiali di origine vegetale, ma anche delle tecniche come la tintura naturale e dei soggetti manifesta il chiaro proposito di vivere in un tempo in cui stare con estrema consapevolezza e allo stesso tempo con leggerezza e giocosità. Con una semplicità che disarma e, ancora una volta, accoglie, Tagada Hoffbeck ci invita ad abitare il presente attraverso gesti consapevoli di cura, attenzione e compassione.
Soft, Soft sono le parole che il nipote dell’artista usò per descrivere il suo studio quando era solo un bambino: «This room, it is so soft, soft». Da allora l’artista ha intuito quanto fosse un modo estremamente semplice per descrivere la sensazione che scaturisce dal suo lavoro. Tra i cinque sensi il tatto è quello meno abitato e considerato; ma cosa succede quando ci lasciamo andare su qualcosa di morbido che ci accoglie, quando riceviamo una carezza o usiamo le nostre mani per entrare in contatto con un fiore, un seme, una pianta o una persona? La delicatezza passa attraverso il gesto che si fa immagine, pensiero e parola lanciata nel mondo.
Johanna Tagada Hoffbeck è attiva ed espone in gallerie, istituzioni e spazi indipendenti in Europa, America e Asia, principalmente in India, Sud Corea e Giappone, paesi con i quali intrattiene significativi rapporti. Soft, Soft è la sua seconda mostra in Italia, dopo Memories from the Ordinary (2020) a cura di Giulia Giazzoli e Joel Valabrega, a Milano.
Live performance
Per celebrare l’apertura di Soft, Soft, l’artista e musicista Jatinder Singh Durhailay (nato nel 1988 a Londra) terrà una live performance dove suonerà il dilruba, uno strumento tradizionale indiano a corde.
Johanna Tagada Hoffbeck (1990, Strasburgo. Vive e lavora nell’Oxfordshire-UK).
La sua pratica transdisciplinare è radicata nella consapevolezza ecologica e comprende pittura, scultura, fotografia, editoria, orticoltura e progetti partecipativi. Le sue opere esprimono cura e tenerezza, riflettendo sulla fragilità e sulla bellezza della vita. Tra le mostre personali più recenti ricordiamo Dreaming About Tomorrow, Nidi Gallery, Tokyo (2022). Tra le mostre collettive figurano Soi, Somerset House, Londra (2025), The Equal Right to Live and Blossom, Kate MacGarry, Londra (2024), One Foot in The Sky, Contemporary Sculpture Fulmer, Regno Unito (2023) e Edge Effects, Whitechapel Gallery, Londra. Johanna è una delle vincitrici del Portrait of Britain Photography Award 2024. Ha fondato i progetti collaborativi Poetic Pastel Press e The Gardening Drawing Club. È co-fondatrice del magazine cartaceo Journal du Thé - Contemporary Tea Culture. Ha progettato e condotto laboratori e programmi di apprendimento per adulti e bambini presso istituzioni artistiche britanniche, tra cui Bow Arts, Camden Art Centre, Garden Museum, Henry Moore Studios & Gardens, Horniman Museum & Garden, Pitzhanger Manor & Gallery, Royal Museums Greenwich, Southbank Centre, Southwark Park Galleries, The Hepworth Wakefield, Design Museum e Whitechapel Gallery. Tra le conferenze dell'artista ricordiamo “Permaculture and Poetics” alla Tate Modern di Londra (2023). Il suo lavoro è stato pubblicato da editori internazionali tra i quali InOtherWords, Chose Commune, Nieves, Hato Press, Jane & Jeremy, Editions Ulmer e Tombolo Presses. Il suo libro fotografico di prossima pubblicazione, Please take your shoes off and come in, è edito da Pon Ding (Taiwan).
Le opere, selezionate dalla curatrice Giulia Giazzoli, sono state realizzate tra il 2016 e il 2025 e includono dipinti a olio su tela, su carta di lino e cotone e su tessuto, una selezione fotografie tratte dalla serie in corso Analog Diary (2010 - oggi), opere su carta della serie Cocooning (2010 - presente), opere in terracotta, una nuova opera in tessuto della serie Penser, Manger, Partager (2014 - oggi), materiali inediti provenienti dal suo archivio e tre cortometraggi dell'artista. Un grande tavolo al centro della mostra presenterà una serie di sketchbook, libri ed ephemera create dall'artista in collaborazione con designer, editori e case editrici internazionali.
La pratica artistica e di vita di Johanna Tagada Hoffbeck trae ispirazione dalla filosofia della deep-ecology, che si esprime anche attraverso l’orticoltura e la cura delle piante. Creare e coltivare l’orto sono pratiche quotiane per l’artista che si alternano alla pari (senza soluzione di continuità), con l’intento di estendere l'arte alla vita quotidiana - con i suoi gesti, rituali e scelte di vita - e allo stesso modo, di incorporare l’ordinario nella pratica artistica.
Come suggerisce il titolo della mostra, le sue opere esprimono una radicale morbidezza attraverso colori tenui e forme morbide che infondono nello spettatore la sensazione di accoglienza in uno spazio in cui potersi adagiare. Le scene ritratte nelle fotografie e nei dipinti sono spesso dei close-up di mani che sorreggono delicatamente tazze di té, semi o piantine, gesti potenti e miti come quello di inginocchiarsi, portandosi al livello del terreno. La scelta risoluta di utilizzare solo materiali di origine vegetale, ma anche delle tecniche come la tintura naturale e dei soggetti manifesta il chiaro proposito di vivere in un tempo in cui stare con estrema consapevolezza e allo stesso tempo con leggerezza e giocosità. Con una semplicità che disarma e, ancora una volta, accoglie, Tagada Hoffbeck ci invita ad abitare il presente attraverso gesti consapevoli di cura, attenzione e compassione.
Soft, Soft sono le parole che il nipote dell’artista usò per descrivere il suo studio quando era solo un bambino: «This room, it is so soft, soft». Da allora l’artista ha intuito quanto fosse un modo estremamente semplice per descrivere la sensazione che scaturisce dal suo lavoro. Tra i cinque sensi il tatto è quello meno abitato e considerato; ma cosa succede quando ci lasciamo andare su qualcosa di morbido che ci accoglie, quando riceviamo una carezza o usiamo le nostre mani per entrare in contatto con un fiore, un seme, una pianta o una persona? La delicatezza passa attraverso il gesto che si fa immagine, pensiero e parola lanciata nel mondo.
Johanna Tagada Hoffbeck è attiva ed espone in gallerie, istituzioni e spazi indipendenti in Europa, America e Asia, principalmente in India, Sud Corea e Giappone, paesi con i quali intrattiene significativi rapporti. Soft, Soft è la sua seconda mostra in Italia, dopo Memories from the Ordinary (2020) a cura di Giulia Giazzoli e Joel Valabrega, a Milano.
Live performance
Per celebrare l’apertura di Soft, Soft, l’artista e musicista Jatinder Singh Durhailay (nato nel 1988 a Londra) terrà una live performance dove suonerà il dilruba, uno strumento tradizionale indiano a corde.
Johanna Tagada Hoffbeck (1990, Strasburgo. Vive e lavora nell’Oxfordshire-UK).
La sua pratica transdisciplinare è radicata nella consapevolezza ecologica e comprende pittura, scultura, fotografia, editoria, orticoltura e progetti partecipativi. Le sue opere esprimono cura e tenerezza, riflettendo sulla fragilità e sulla bellezza della vita. Tra le mostre personali più recenti ricordiamo Dreaming About Tomorrow, Nidi Gallery, Tokyo (2022). Tra le mostre collettive figurano Soi, Somerset House, Londra (2025), The Equal Right to Live and Blossom, Kate MacGarry, Londra (2024), One Foot in The Sky, Contemporary Sculpture Fulmer, Regno Unito (2023) e Edge Effects, Whitechapel Gallery, Londra. Johanna è una delle vincitrici del Portrait of Britain Photography Award 2024. Ha fondato i progetti collaborativi Poetic Pastel Press e The Gardening Drawing Club. È co-fondatrice del magazine cartaceo Journal du Thé - Contemporary Tea Culture. Ha progettato e condotto laboratori e programmi di apprendimento per adulti e bambini presso istituzioni artistiche britanniche, tra cui Bow Arts, Camden Art Centre, Garden Museum, Henry Moore Studios & Gardens, Horniman Museum & Garden, Pitzhanger Manor & Gallery, Royal Museums Greenwich, Southbank Centre, Southwark Park Galleries, The Hepworth Wakefield, Design Museum e Whitechapel Gallery. Tra le conferenze dell'artista ricordiamo “Permaculture and Poetics” alla Tate Modern di Londra (2023). Il suo lavoro è stato pubblicato da editori internazionali tra i quali InOtherWords, Chose Commune, Nieves, Hato Press, Jane & Jeremy, Editions Ulmer e Tombolo Presses. Il suo libro fotografico di prossima pubblicazione, Please take your shoes off and come in, è edito da Pon Ding (Taiwan).
08
marzo 2025
Johanna Tagada Hoffbeck – Soft, Soft
Dall'otto marzo al 28 giugno 2025
arte contemporanea
Location
MUTTY
Castiglione Delle Stiviere, Viale Guido Maifreni, 54, (Mantova)
Castiglione Delle Stiviere, Viale Guido Maifreni, 54, (Mantova)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 14:30-18:30 / sabato ore 11-18:30
Vernissage
8 Marzo 2025, 18:30
Sito web
Autore
Curatore
Allestimento
PaoloCremonesi
Progetto grafico








