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Josefina Nucci Howell – Nel segno di Pallade
Josephine Howell dipinge l’individuo; e questo è un importante dato di partenza, soprattutto alla luce dei tempi in cui viviamo.
Comunicato stampa
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Josephine Howell dipinge l’individuo; e questo è un importante dato di partenza, soprattutto alla luce dei tempi in cui viviamo.
Rappresentare qualcuno è un’assunzione di responsabilità, vuol dire avvertire l’esigenza di dialogare con quell’entità, ben definita, che viene posta lì davanti.
Un interlocutore; la Howell avverte il bisogno, che è il nostro stesso bisogno, di collocare quel qualcuno dall’altro lato, cui noi possiamo, con le nostre odierne e montanti angosce e nella consapevolezza dell’assenza di punti di riferimento, affidarci.
Un rifugio che costituisce una chiara scelta di campo: ecco che allora in questa certezza la differenza tra immagine dipinta e aniconica appare, ora, più chiara.
Siamo di fronte ad un nostro alter che può, in una sospensione temporale carica di misticismo e di pensiero e a volte di dignitoso dolore, narrare.
E’ una narrazione dello spirito, poesia che viene da lontano, che parte da tale interlocutore romantico e ad egli ritorna.
Uno spirito evocato, simbolo che racconta una storia, forse definita, forse in divenire, ma che noi stessi possiamo provare a integrare.
Tutti i personaggi sono permeati di una fierezza classicheggiante; è la dignità del senso del bello per cui essi posano scolpiti, scultorei.
Sicuramente la Howell ha bene in mente l’estetica del ritratto e del suo significato psicologico; dispone di alte potenzialità tecniche e in certi casi, nonostante l’apparente pathos, tende a sdrammatizzare, a giocare con se stessa e con gli altri.
Rappresentare qualcuno è un’assunzione di responsabilità, vuol dire avvertire l’esigenza di dialogare con quell’entità, ben definita, che viene posta lì davanti.
Un interlocutore; la Howell avverte il bisogno, che è il nostro stesso bisogno, di collocare quel qualcuno dall’altro lato, cui noi possiamo, con le nostre odierne e montanti angosce e nella consapevolezza dell’assenza di punti di riferimento, affidarci.
Un rifugio che costituisce una chiara scelta di campo: ecco che allora in questa certezza la differenza tra immagine dipinta e aniconica appare, ora, più chiara.
Siamo di fronte ad un nostro alter che può, in una sospensione temporale carica di misticismo e di pensiero e a volte di dignitoso dolore, narrare.
E’ una narrazione dello spirito, poesia che viene da lontano, che parte da tale interlocutore romantico e ad egli ritorna.
Uno spirito evocato, simbolo che racconta una storia, forse definita, forse in divenire, ma che noi stessi possiamo provare a integrare.
Tutti i personaggi sono permeati di una fierezza classicheggiante; è la dignità del senso del bello per cui essi posano scolpiti, scultorei.
Sicuramente la Howell ha bene in mente l’estetica del ritratto e del suo significato psicologico; dispone di alte potenzialità tecniche e in certi casi, nonostante l’apparente pathos, tende a sdrammatizzare, a giocare con se stessa e con gli altri.
08
gennaio 2005
Josefina Nucci Howell – Nel segno di Pallade
Dall'otto gennaio all'otto febbraio 2005
arte contemporanea
Location
PALAZZO COLONNA
Marino, Piazza Lepanto, (Roma)
Marino, Piazza Lepanto, (Roma)
Vernissage
8 Gennaio 2005, ore 19,30
Autore
Curatore