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Klaus Rinke – Prototype: photographs from the Seventies
Per la sua terza mostra in galleria, Klaus Rinke presenta alcuni dei più iconici, qui riuniti per restituire la ricchezza e la varietà di quel decennio sperimentale.
Comunicato stampa
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La Galleria Thomas Brambilla è lieta di presentare la terza mostra personale dell’artista tedesco Klaus Rinke (1939). La mostra, intitolata “Prototype – Photographs from the Seventies”, inaugurerà il 17 gennaio 2026.
Prototype – Photographs from the Seventies presenta alcuni dei suoi lavori più iconici, qui riuniti per restituire la ricchezza e la varietà di quel decennio sperimentale. Tra questi, “Mutation (1970)” — una installazione di 112 fotografie che analizzano con rigore quasi scientifico il rapporto tra viso, gesto, tempo e trasformazione. “Der Wasserträger (1970)” mette in scena l’elementare gesto del sollevamento di secchi d’acqua, trasformandolo in misura di durata, equilibrio e ripetizione. Infine, “Hineingehen und herauskommen – Rentrer Sortir”, realizzato per la Biennale di Tokyo nel 1970, scompone l’azione performativa di salire e scendere le scale del museo giapponese in una sequenza analitica che interroga spazio, movimento e percezione. La mostra include inoltre una serie inedita di fotografie scattate da Rinke in Giappone nel 1972, intitolata “The German Buddha”, in cui l’artista continua a esplorare il corpo e i suoi gesti in relazione agli spazi, giocando con la tensione tra templi e suggestivi paesaggi e architetture orientali. Queste opere, poste in dialogo fra loro, restituiscono l’ampiezza del suo approccio concettuale e inaugurano il percorso espositivo con una forza visiva e metodologica che ne definisce l’intera ricerca.
Negli anni Settanta Rinke riesce a sviluppare un linguaggio visivo in cui il corpo diventa strumento di misurazione e principio di indagine: un dispositivo capace di interrogare tempo, spazio e presenza attraverso gesti minimi, posture controllate e sequenze analitiche. Le sue fotografie non funzionano come semplici documentazioni di performance, ma come veri e propri “esperimenti visivi”: frammenti di una ricerca quasi scientifica in cui il corpo dell’artista si offre come unità universale, soggetta a forze, durate, proporzioni. La mostra propone una nuova lettura di quelle indagini storiche: non come materiali d’archivio, ma come strumenti ancora oggi attivi per comprendere la relazione fra il sé e il mondo e ciò che resta di irriducibile nell’esperienza umana.
In un’epoca di nuove temporalità e crescente smaterializzazione, Rinke mostra come un gesto semplice e immediato — il “premere il pulsante” — possa trasformarsi in un manifesto di presenza totale, capace di catturare l’essenza stessa del vivere.
Klaus Rinke (1939) è uno dei fondatori della Scuola di Düsseldorf, insieme a Sigmar Polke, Gerhard Richter, Blinky Palermo e Günther Uecker. Ha collaborato per anni con artisti di rilievo come Joseph Beuys, Bernd e Hilla Becher. Sin dagli anni Sessanta, Rinke è stato molto attivo a livello internazionale, associandosi a movimenti artistici radicali come la Body Art, la Land Art e l'Arte Concettuale, pur senza limitare il suo lavoro a una sola di queste correnti. Rinke ha partecipato due volte a Documenta di Kassel e alla Biennale di Venezia, e ha tenuto mostre personali in alcuni dei musei più prestigiosi del mondo, tra cui il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra, il CCCOD di Tours, il Museum Küppersmühle di Duisburg e la Haubrok Foundation di Berlino. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, e ha ricevuto riconoscimenti per il suo contributo all'arte contemporanea, tra le quali: National Gallery of Art, Washington (Washington), Museum of Fine Arts (Houston), The Brooklyn Museum of Art (New York), Deutsche Bank (Düsseldorf), Nationalgalerie (Berlin), R.M.I.T. Gallery (Melbourne), F.R.A.C. Champagne Ardennes (Reims), Stedelijk Museum. (Amsterdam), National Gallery (Canberra), Modern Museum (Vienna), Castello di Rivoli (Turin), MoMa, Museum of Modern art (New York), The Tate Modern Museum (London), Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris (Paris), Centre George Pompidou (Paris) e molti altri.
Prototype – Photographs from the Seventies presenta alcuni dei suoi lavori più iconici, qui riuniti per restituire la ricchezza e la varietà di quel decennio sperimentale. Tra questi, “Mutation (1970)” — una installazione di 112 fotografie che analizzano con rigore quasi scientifico il rapporto tra viso, gesto, tempo e trasformazione. “Der Wasserträger (1970)” mette in scena l’elementare gesto del sollevamento di secchi d’acqua, trasformandolo in misura di durata, equilibrio e ripetizione. Infine, “Hineingehen und herauskommen – Rentrer Sortir”, realizzato per la Biennale di Tokyo nel 1970, scompone l’azione performativa di salire e scendere le scale del museo giapponese in una sequenza analitica che interroga spazio, movimento e percezione. La mostra include inoltre una serie inedita di fotografie scattate da Rinke in Giappone nel 1972, intitolata “The German Buddha”, in cui l’artista continua a esplorare il corpo e i suoi gesti in relazione agli spazi, giocando con la tensione tra templi e suggestivi paesaggi e architetture orientali. Queste opere, poste in dialogo fra loro, restituiscono l’ampiezza del suo approccio concettuale e inaugurano il percorso espositivo con una forza visiva e metodologica che ne definisce l’intera ricerca.
Negli anni Settanta Rinke riesce a sviluppare un linguaggio visivo in cui il corpo diventa strumento di misurazione e principio di indagine: un dispositivo capace di interrogare tempo, spazio e presenza attraverso gesti minimi, posture controllate e sequenze analitiche. Le sue fotografie non funzionano come semplici documentazioni di performance, ma come veri e propri “esperimenti visivi”: frammenti di una ricerca quasi scientifica in cui il corpo dell’artista si offre come unità universale, soggetta a forze, durate, proporzioni. La mostra propone una nuova lettura di quelle indagini storiche: non come materiali d’archivio, ma come strumenti ancora oggi attivi per comprendere la relazione fra il sé e il mondo e ciò che resta di irriducibile nell’esperienza umana.
In un’epoca di nuove temporalità e crescente smaterializzazione, Rinke mostra come un gesto semplice e immediato — il “premere il pulsante” — possa trasformarsi in un manifesto di presenza totale, capace di catturare l’essenza stessa del vivere.
Klaus Rinke (1939) è uno dei fondatori della Scuola di Düsseldorf, insieme a Sigmar Polke, Gerhard Richter, Blinky Palermo e Günther Uecker. Ha collaborato per anni con artisti di rilievo come Joseph Beuys, Bernd e Hilla Becher. Sin dagli anni Sessanta, Rinke è stato molto attivo a livello internazionale, associandosi a movimenti artistici radicali come la Body Art, la Land Art e l'Arte Concettuale, pur senza limitare il suo lavoro a una sola di queste correnti. Rinke ha partecipato due volte a Documenta di Kassel e alla Biennale di Venezia, e ha tenuto mostre personali in alcuni dei musei più prestigiosi del mondo, tra cui il MoMA di New York, il Centre Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra, il CCCOD di Tours, il Museum Küppersmühle di Duisburg e la Haubrok Foundation di Berlino. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, e ha ricevuto riconoscimenti per il suo contributo all'arte contemporanea, tra le quali: National Gallery of Art, Washington (Washington), Museum of Fine Arts (Houston), The Brooklyn Museum of Art (New York), Deutsche Bank (Düsseldorf), Nationalgalerie (Berlin), R.M.I.T. Gallery (Melbourne), F.R.A.C. Champagne Ardennes (Reims), Stedelijk Museum. (Amsterdam), National Gallery (Canberra), Modern Museum (Vienna), Castello di Rivoli (Turin), MoMa, Museum of Modern art (New York), The Tate Modern Museum (London), Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris (Paris), Centre George Pompidou (Paris) e molti altri.
17
gennaio 2026
Klaus Rinke – Prototype: photographs from the Seventies
Dal 17 gennaio al 20 marzo 2026
arte contemporanea
fotografia
fotografia
Location
THOMAS BRAMBILLA CONTEMPORARY ART
Bergamo, Via Del Casalino, 25, (Bergamo)
Bergamo, Via Del Casalino, 25, (Bergamo)
Orario di apertura
da luendì a venerdì ore 14-19
Vernissage
17 Gennaio 2026, ore 14-19
Sito web
Autore





