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Laboratori aperti
Sabato e domenica 22 e 23 marzo il CCR sarà aperto ai visitatori e sarà possibile esplorare i laboratori, accompagnati dagli storici dell’arte, restauratori e scienziati del Centro, scoprendo cosa c’è dietro al restauro.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il CCR - Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, uno dei principali poli del restauro in Italia e riferimento nel panorama internazionale, apre le porte ai visitatori che potranno esplorare i laboratori, accompagnati dagli storici dell’arte, restauratori e scienziati del Centro, andando oltre le porte del nuovo Ristoro delle Arti, il centro visitatori inaugurato lo scorso settembre 2024.
Il Centro è il luogo in cui restauratori, storici dell’arte e scienziati (chimici, fisici, diagnosti dei beni culturali ed esperti di scienze naturali) sono costantemente impegnati in attività di ricerca e progettazione, conservazione, restauro, diagnostica, didattica e divulgazione.
“Un po’ come accade in ambito medico, tutti i manufatti che arrivano al Centro vengono sottoposti, prima degli interventi di restauro, a un piano diagnostico - spiega Federica Pozzi, Direttore dei Laboratori Scientifici - ossia a una serie di indagini scientifiche che si avvalgono di strumentazione all’avanguardia, basata sull’utilizzo di luce infrarossa, ultravioletta, laser e raggi X, per studiare i materiali e le tecniche degli artisti, per comprendere come un’opera è stata creata, ricostruirne la storia e valutarne lo stato di conservazione”. Al Centro esiste, ad esempio, un bunker dove è installato un apparato radio-tomografico unico in Italia che permette di effettuare radiografie digitali e tomografie computerizzate su manufatti di grandi dimensioni (fino a 2 metri di altezza per le TAC).
Nel loro complesso, queste tecniche consentono di vedere “oltre” ciò che normalmente si vede ad occhio nudo: nel caso di un dipinto è possibile, ad esempio, visualizzare il disegno preparatorio, studiare la composizione chimica dei singoli strati pittorici e della vernice superficiale, verificare la presenza di “pentimenti” o modifiche apportate dall’artista e di ridipinture successive. Nel caso di un oggetto tridimensionale, attraverso la tomografia, è possibile visualizzare la struttura interna, esaminare le tecniche di assemblaggio e valutare alcune problematiche conservative che non sarebbero visibili con una sola osservazione visiva. Vengono raccontate, attraverso la scienza, le tante vite dell’opera e le vicissitudini che l’hanno condotta fino a noi.
Gli storici dell’arte e le figure umanistiche partecipano ai progetti di restauro facendo studi e ricerche sulla natura e l’origine dei manufatti, su chi li ha posseduti, chi li ha restaurati prima di noi e sulle vicissitudini che hanno dovuto attraversare nel corso dei secoli: documentando la storia delle opere d’arte, mantengono vivo il collegamento tra il passato e il futuro dei nostri beni culturali.
Il restauro è un lavoro complesso, che richiede studio e preparazione, competenze specializzate, conoscenze storico-culturali e scientifiche, tecnologie avanzate; è il trattamento determinate, dove tutti i saperi convergono e al restauratore è dato il compito di tradurre tutti i dati in operazioni dirette sulle opere il cui obiettivo è quello di rendere l’opera più sana e forte (e non solo più bella), in modo che il pubblico di oggi e di domani possa fruirne.
Il Centro è il luogo in cui restauratori, storici dell’arte e scienziati (chimici, fisici, diagnosti dei beni culturali ed esperti di scienze naturali) sono costantemente impegnati in attività di ricerca e progettazione, conservazione, restauro, diagnostica, didattica e divulgazione.
“Un po’ come accade in ambito medico, tutti i manufatti che arrivano al Centro vengono sottoposti, prima degli interventi di restauro, a un piano diagnostico - spiega Federica Pozzi, Direttore dei Laboratori Scientifici - ossia a una serie di indagini scientifiche che si avvalgono di strumentazione all’avanguardia, basata sull’utilizzo di luce infrarossa, ultravioletta, laser e raggi X, per studiare i materiali e le tecniche degli artisti, per comprendere come un’opera è stata creata, ricostruirne la storia e valutarne lo stato di conservazione”. Al Centro esiste, ad esempio, un bunker dove è installato un apparato radio-tomografico unico in Italia che permette di effettuare radiografie digitali e tomografie computerizzate su manufatti di grandi dimensioni (fino a 2 metri di altezza per le TAC).
Nel loro complesso, queste tecniche consentono di vedere “oltre” ciò che normalmente si vede ad occhio nudo: nel caso di un dipinto è possibile, ad esempio, visualizzare il disegno preparatorio, studiare la composizione chimica dei singoli strati pittorici e della vernice superficiale, verificare la presenza di “pentimenti” o modifiche apportate dall’artista e di ridipinture successive. Nel caso di un oggetto tridimensionale, attraverso la tomografia, è possibile visualizzare la struttura interna, esaminare le tecniche di assemblaggio e valutare alcune problematiche conservative che non sarebbero visibili con una sola osservazione visiva. Vengono raccontate, attraverso la scienza, le tante vite dell’opera e le vicissitudini che l’hanno condotta fino a noi.
Gli storici dell’arte e le figure umanistiche partecipano ai progetti di restauro facendo studi e ricerche sulla natura e l’origine dei manufatti, su chi li ha posseduti, chi li ha restaurati prima di noi e sulle vicissitudini che hanno dovuto attraversare nel corso dei secoli: documentando la storia delle opere d’arte, mantengono vivo il collegamento tra il passato e il futuro dei nostri beni culturali.
Il restauro è un lavoro complesso, che richiede studio e preparazione, competenze specializzate, conoscenze storico-culturali e scientifiche, tecnologie avanzate; è il trattamento determinate, dove tutti i saperi convergono e al restauratore è dato il compito di tradurre tutti i dati in operazioni dirette sulle opere il cui obiettivo è quello di rendere l’opera più sana e forte (e non solo più bella), in modo che il pubblico di oggi e di domani possa fruirne.
22
marzo 2025
Laboratori aperti
Dal 22 al 23 marzo 2025
incontri e conferenze
Location
FONDAZIONE CENTRO CONSERVAZIONE RESTAURO
Venaria Reale, Via Xx Settembre, 18, (Torino)
Venaria Reale, Via Xx Settembre, 18, (Torino)
Orario di apertura
dalle ore 10 alle ore 18
Ingresso da Piazza della Repubblica, Cortile delle Carrozze, Reggia di Venaria.
Ufficio stampa
Benedini Comunicazione
Autore





