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Laura Balzelli – Micro sculture in oro ed elementi della natura
Laura Balzelli, pittrice, disegnatrice e scultrice svolge da anni una attività che di nicchia per la sua espressività e creatività e porta a Viart pezzi di legno antichi, frammenti di oggetti, di foglie, di conchiglie, di fossili per una collezione in argento ed oro ispirata alla natura.
Comunicato stampa
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Laura Balzelli, pittrice, disegnatrice e scultrice svolge da anni una attività che può essere considerata di nicchia per la sua espressività e creatività, che riesce ad associare alla lavorazione dei metalli pregiati, materiali la cui preziosità non risiede nel costo ma nel valore intrinseco della loro forma, della loro storia (spesso molto remota), della loro appartenenza al mondo misterioso e casuale della natura. Pezzi di legno antichi, frammenti di oggetti, di foglie, di conchiglie, di fossili, sono utilizzati per far sgretolare l’automatismo del “mestiere” e dimostrare che le regole e le norme operative hanno bisogno dell’imprevedibilità della forma naturale che spinge all’improvvisazione.
L’artista-artigiana nel corso della sua esperienza lavorativa ha imparato a riconoscere il valore di questi oggetti e ha saputo reinventarli e reinterpretarli, ricostruendo per ognuno di loro nuova sceneggiatura, una nuova possibilità di esistenza.
Nel suo laboratorio-bottega in Corso Fogazzaro l’oro viene bollito e rigato a fuoco, assemblato in segmenti scomponibili, fuso a cera persa e plasmato seguendo un costante processo di ricerca. Le pietre vengono “ascoltate”, analizzate e ripensate, sia che si tratti di diamanti purissimi, di rubini fiammeggianti, di opali misteriosi oppure di semplici pezzi di conchiglia. Sono le stesse che suggeriscono la nuova forma che vogliono assumere.
Le ambre in cui sono intrappolate, ad esempio, piccole porzioni di alghe preistoriche, da fossili, diventano elementi vivi, attuali; si evolvono al di fuori del loro guscio dorato e trasparente e, inseriti in una colata d’oro, propagano la loro essenza in una micro scultura che ricorda il mare da cui gli antichi vegetali provengono. Ognuna di queste creazioni costituisce un evento unico. La forma originale di ciascuna pietra o oggetto si affermano nella loro totalità ma nello stesso tempo, si assoggettano alla definizione dell’artista, ubbidienti a chi ne ha saputo cogliere l’essenza più intima e vitale: "anche un foglio di cera morbida per la fusione a cera persa, con le sue increspature e le sue ondulazioni, può offrire suggerimenti... Non cerco mai di cambiare la forma a ciò che mi capita tra le mani e che già possiede una sua struttura armoniosa..".
Il valore intrinseco del materiale, anche se si tratta di leghe preziose o di oro, passa in secondo piano: dal punto di vista artistico, tutto ciò diventa irrilevante. La genesi delle sculture-gioiello è data dalla inetta semplicità della cera e dall’idea creativa che prima di tutto plasma le linee, i contorni, le misure per trasformarsi poi in materia preziosa e tangibile.
Le forme definitive del metallo forgiato, delle pietre preziose tagliate e incise delle perle barocche, si incontrano con le forme ancora vive e mutevoli dei legni masai, delle lacche cinesi, delle corna, delle ossa, dei carapaci, delle ambre azzurre: materiali ancora biologicamente capaci di cambiare consistenza al variare della temperatura e al contatto con l’acqua.
Anche i metalli preziosi assumono con Laura Balzelli delle connotazioni particolari che affondano le loro radici nelle credenze e nelle tradizioni secolari.
L’espressione "metallo nobile", usata da sempre per qualificare l’oro, ma anche l’argento o il platino, dà l’indicazione di una valutazione morale riferita a questi metalli, valutazione che è anche presente in gran parte delle società del mondo.
L’oro, materiale luminoso e non soggetto all’ossidazione, è il materiale per eccellenza riferibile al culto del Sole. D’oro erano gli attrezzi e gli utensili utilizzati per raccogliere e trattare erbe medicinali particolarmente rare e delicate, per evitare qualsiasi contaminazione e per conservarne intatti i poteri e i principi attivi; la credenza secondo cui i gioielli d’oro, specie se ornati da pietre preziose, avessero una funzione apotropaica, era talmente diffusa, che l’indossare monili non era consentito ovunque, dato che l’oro veniva considerato la quintessenza delle forze terrene e posto in relazione alle forze superne e al mondo degli dei.
La forza magica contenuta nei gioielli che in molte culture era appannaggio soltanto di oggetti sacri o regali si diluisce e si perde nel corso dei secoli fino a scomparire del tutto, lasciando il luogo ad un più banale concetto di ricchezza, di censo e di stato sociale.
Recuperare questa "divina armonia" delle proporzioni e il messaggio iniziatico contenuto nei monili intessuti di metallo prezioso e di pietre è l’obiettivo principale di questa artista dell’oro.
La personalità artistica di Laura Balzelli si è costruita poco per volta utilizzando, fin dalla più tenera età, le diverse esperienze che le si presentavano, da quella di disegnatrice d’Alta Moda a quella di designer di gioielli, riuscendo a proporre ad importanti maison come quelle di Lancetti o di Mila Schon, spettacolari accessori che, impreziositi da pietre dure e accostamenti di metalli diversi, entrano a far parte delle loro collezioni.
Sono state, tuttavia, la scultura e, soprattutto, la pittura ad aver costituito il vero e costante back ground formativo dell’artista che ha avuto la fortuna di lavorare per alcuni anni in atelier di pittori come Gueri da Santomio o Otello de Maria, anche posando per loro.
Interessata al settore orafo, inizia una continua ricerca divisa tra conoscenza scultorea e pittorica tradizionale e quella specifica del campo applicativo della sua arte, che ha reso necessario un apprendimento di tecniche relative ai procedimenti di fusione, levigatura, lucidatura e incastonatura delle pietre.
Queste tecniche, che Laura apprende per lo più da autodidatta, sono comunque adattate alle sue leggi e alle sue discipline stilistiche: la lucidatura "graffiata" che, a suo dire, "farebbe inorridire un orafo", l’utilizzo di una lega formata da una parte di palladio per donare all’oro una lucentezza particolare, diventano tratti distintivi della suo operare. La creatività personale prende spunto da strategie esecutive lette e approfondite in vecchi testi o appartenenti a tradizioni orafe di culture etniche.
I suoi lavori apprezzati in Giappone e negli Stati Uniti, sono stati esposti anche nella prestigiosa cornice del Museo Correr di Venezia in occasione della mostra “Oro di Venezia. Splendori dell’oreficeria veneta dal Medioevo ai giorni nostri”, e a Siracusa presso il “Cantiere delle Arti”.
Contro le regole canoniche, seguendo una prassi propria, nascono le sculture d’oro della Balzelli; esse vengono create ad una ad una, esemplari unici ed irripetibili, ed esposte nelle bacheche di importanti esposizioni orafe italiane ed europee e in gallerie d’arte contemporanea.
L’artista-artigiana nel corso della sua esperienza lavorativa ha imparato a riconoscere il valore di questi oggetti e ha saputo reinventarli e reinterpretarli, ricostruendo per ognuno di loro nuova sceneggiatura, una nuova possibilità di esistenza.
Nel suo laboratorio-bottega in Corso Fogazzaro l’oro viene bollito e rigato a fuoco, assemblato in segmenti scomponibili, fuso a cera persa e plasmato seguendo un costante processo di ricerca. Le pietre vengono “ascoltate”, analizzate e ripensate, sia che si tratti di diamanti purissimi, di rubini fiammeggianti, di opali misteriosi oppure di semplici pezzi di conchiglia. Sono le stesse che suggeriscono la nuova forma che vogliono assumere.
Le ambre in cui sono intrappolate, ad esempio, piccole porzioni di alghe preistoriche, da fossili, diventano elementi vivi, attuali; si evolvono al di fuori del loro guscio dorato e trasparente e, inseriti in una colata d’oro, propagano la loro essenza in una micro scultura che ricorda il mare da cui gli antichi vegetali provengono. Ognuna di queste creazioni costituisce un evento unico. La forma originale di ciascuna pietra o oggetto si affermano nella loro totalità ma nello stesso tempo, si assoggettano alla definizione dell’artista, ubbidienti a chi ne ha saputo cogliere l’essenza più intima e vitale: "anche un foglio di cera morbida per la fusione a cera persa, con le sue increspature e le sue ondulazioni, può offrire suggerimenti... Non cerco mai di cambiare la forma a ciò che mi capita tra le mani e che già possiede una sua struttura armoniosa..".
Il valore intrinseco del materiale, anche se si tratta di leghe preziose o di oro, passa in secondo piano: dal punto di vista artistico, tutto ciò diventa irrilevante. La genesi delle sculture-gioiello è data dalla inetta semplicità della cera e dall’idea creativa che prima di tutto plasma le linee, i contorni, le misure per trasformarsi poi in materia preziosa e tangibile.
Le forme definitive del metallo forgiato, delle pietre preziose tagliate e incise delle perle barocche, si incontrano con le forme ancora vive e mutevoli dei legni masai, delle lacche cinesi, delle corna, delle ossa, dei carapaci, delle ambre azzurre: materiali ancora biologicamente capaci di cambiare consistenza al variare della temperatura e al contatto con l’acqua.
Anche i metalli preziosi assumono con Laura Balzelli delle connotazioni particolari che affondano le loro radici nelle credenze e nelle tradizioni secolari.
L’espressione "metallo nobile", usata da sempre per qualificare l’oro, ma anche l’argento o il platino, dà l’indicazione di una valutazione morale riferita a questi metalli, valutazione che è anche presente in gran parte delle società del mondo.
L’oro, materiale luminoso e non soggetto all’ossidazione, è il materiale per eccellenza riferibile al culto del Sole. D’oro erano gli attrezzi e gli utensili utilizzati per raccogliere e trattare erbe medicinali particolarmente rare e delicate, per evitare qualsiasi contaminazione e per conservarne intatti i poteri e i principi attivi; la credenza secondo cui i gioielli d’oro, specie se ornati da pietre preziose, avessero una funzione apotropaica, era talmente diffusa, che l’indossare monili non era consentito ovunque, dato che l’oro veniva considerato la quintessenza delle forze terrene e posto in relazione alle forze superne e al mondo degli dei.
La forza magica contenuta nei gioielli che in molte culture era appannaggio soltanto di oggetti sacri o regali si diluisce e si perde nel corso dei secoli fino a scomparire del tutto, lasciando il luogo ad un più banale concetto di ricchezza, di censo e di stato sociale.
Recuperare questa "divina armonia" delle proporzioni e il messaggio iniziatico contenuto nei monili intessuti di metallo prezioso e di pietre è l’obiettivo principale di questa artista dell’oro.
La personalità artistica di Laura Balzelli si è costruita poco per volta utilizzando, fin dalla più tenera età, le diverse esperienze che le si presentavano, da quella di disegnatrice d’Alta Moda a quella di designer di gioielli, riuscendo a proporre ad importanti maison come quelle di Lancetti o di Mila Schon, spettacolari accessori che, impreziositi da pietre dure e accostamenti di metalli diversi, entrano a far parte delle loro collezioni.
Sono state, tuttavia, la scultura e, soprattutto, la pittura ad aver costituito il vero e costante back ground formativo dell’artista che ha avuto la fortuna di lavorare per alcuni anni in atelier di pittori come Gueri da Santomio o Otello de Maria, anche posando per loro.
Interessata al settore orafo, inizia una continua ricerca divisa tra conoscenza scultorea e pittorica tradizionale e quella specifica del campo applicativo della sua arte, che ha reso necessario un apprendimento di tecniche relative ai procedimenti di fusione, levigatura, lucidatura e incastonatura delle pietre.
Queste tecniche, che Laura apprende per lo più da autodidatta, sono comunque adattate alle sue leggi e alle sue discipline stilistiche: la lucidatura "graffiata" che, a suo dire, "farebbe inorridire un orafo", l’utilizzo di una lega formata da una parte di palladio per donare all’oro una lucentezza particolare, diventano tratti distintivi della suo operare. La creatività personale prende spunto da strategie esecutive lette e approfondite in vecchi testi o appartenenti a tradizioni orafe di culture etniche.
I suoi lavori apprezzati in Giappone e negli Stati Uniti, sono stati esposti anche nella prestigiosa cornice del Museo Correr di Venezia in occasione della mostra “Oro di Venezia. Splendori dell’oreficeria veneta dal Medioevo ai giorni nostri”, e a Siracusa presso il “Cantiere delle Arti”.
Contro le regole canoniche, seguendo una prassi propria, nascono le sculture d’oro della Balzelli; esse vengono create ad una ad una, esemplari unici ed irripetibili, ed esposte nelle bacheche di importanti esposizioni orafe italiane ed europee e in gallerie d’arte contemporanea.
19
gennaio 2013
Laura Balzelli – Micro sculture in oro ed elementi della natura
Dal 19 gennaio al 04 aprile 2013
arte contemporanea
Location
VIART – ARTIGIANATO ARTISTICO VICENTINO
Vicenza, Contrà Del Monte, 13, (Vicenza)
Vicenza, Contrà Del Monte, 13, (Vicenza)
Orario di apertura
Dal martedì alla domenica 10:00-12:30 / 15:00-19:00; lunedì chiuso.
Vernissage
19 Gennaio 2013, ore 10:00
Autore
Curatore