VV8artecontemporanea ha il piacere di presentare LE COSE DELLA NATURA, progetto inedito site specific ad opera degli artisti Chiara Tagliazucchi e Luca Conca. L’esposizione verrà inaugurata alla loro presenza sabato 1 marzo 2025 dalle ore 18.00.
I due artisti esporranno, negli spazi di via dell’Aquila, opere inedite di medio e grande formato realizzate per la galleria aventi tutte come tema conduttore la Natura.

LE COSE DELLA NATURA si presenta come un progetto che pone i due artisti contemporanei, dalla poetica affine, in una proposta di linguaggio nuova, in grado di offrire una comunicazione inconsueta sul tema naturale, filo conduttore in tutti i suoi stati e le sue sfaccettature.

LE COSE DELLA NATURA si concentra di più sull’oggetto-natura che sul paesaggio naturale, compiendo un’operazione analitica di frammenti fotomeccanici che da riproducibili divengono unici attraverso il filtro critico dell’artista che li trasferisce sulla tela in punta di pennello.

Chiara Tagliazzucchi ha concentrato la narrazione delle sue tele su ritagli di cielo a partire da un dettaglio fotografico, cercando di restituire per mezzo della pittura le suggestioni temporali di un frammento di spazio. Le leggere sfocature delle fotografie all’albumina e delle cianotipie con toni che spaziano dall’ambra al blu petrolio, ricollegandosi quasi all’area sacra dei templi celesti dove gli antichi scorgevano manifestazioni improvvise del Sacro, brevi affacci di realtà altre sulla vita quotidiana.

Le opere di Luca Conca prendono le mosse da fotografie personali dell’ambiente abituale dell’artista, dalla sua Morbegno. Si esporranno brani di natura, erbe selvatiche, alberi, acqua, cercando di riassumere le due anime che hanno caratterizzato la ricerca artistica del pittore a partire dagli inizi, quella sintetico-simbolica e quella analitica, in una rappresentazione scenica, sacrale del paesaggio, che non si accontenta di essere dettaglio iconologico e che diviene protagonista assoluto pur conservando un’aura di mistero.

LE COSE DELLA NATURA offre allo spettatore una riflessione, dove il processo fotografico cede nuovamente spazio all’attività pittorica, non più intesa come rappresentazione, e nemmeno come impressione, ma come la riviviscenza critica di un preciso momento di tempo.