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Leo Orta. Terra Etna
SARP Gallery è lieta di inaugurare la propria programmazione con “Leo Orta. Terra Etna”, una mostra personale dell’artista anglo-argentino Leo Orta (Parigi, 1993), aperta al pubblico fino al 10 giugno.
Comunicato stampa
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SARP Gallery è lieta di inaugurare la propria programmazione con “Leo Orta. Terra Etna”, una mostra personale dell'artista anglo-argentino Leo Orta (Parigi, 1993), aperta al pubblico fino al 10 giugno.
Avviando il programma espositivo di SARP Gallery, la mostra nasce a seguito di una residenza di cinque settimane dell'artista presso SARP Residency.
Sfidando i confini tra arte e design, Leo Orta esplora la tensione irrisolta tra natura e industria, instaurando un dialogo tra la fragilità del mondo naturale e la rigidità dell’artificiale. Le opere di Orta, che lui stesso definisce “esseri viventi”, assumono forme biomorfiche in continua metamorfosi, sospese tra strutture iper-elaborate e il degrado generato dal consumismo.
Inizialmente incentrata sullo studio del ciclo di vita dei materiali industriali—dal processo di produzione alla destinazione finale e al riciclo—la ricerca di Orta si è recentemente spostata verso l’esplorazione di materiali naturali e organici, come le fibre, in relazione agli ecosistemi in cui si trovano.
Orta ha avviato questa ricerca durante l’AlUla Design Residency (novembre 2023 – febbraio 2024), realizzando opere con materiali locali e recuperando antiche tecniche artigianali a rischio di scomparsa, come l’architettura in mattoni di fango.
Durante la residenza a Linguaglossa, Orta ha approfondito la sua ricerca sui materiali locali, traendo ispirazione dalla storia geologica dell’Etna e dal suo paesaggio fisico e umano in continua evoluzione. La scelta dei materiali è stata guidata dalla disponibilità di risorse locali, tra cui pietra lavica basaltica e una fibra naturale innovativa sviluppata dall’azienda catanese Orange Fiber, che riutilizza gli scarti dell’industria del succo di agrumi. Orta ha poi utilizzato una tipologia di cellulosa ricavata dal cartone, materiale da lui stesso sviluppato, per realizzate alcune delle opere in mostra.
La mostra “Leo Orta. Terra Etna” riunisce otto sculture e due dipinti scultorei realizzati durante la residenza, ispirati al concetto di erosione.
Per l’artista, il viaggio attraverso il paesaggio vulcanico non è solo uno studio di geologia, ma un’immersione in uno spazio emotivo: una stanza dove tempo, distruzione e rigenerazione coesistono simultaneamente. Orta si sofferma sulla duplice natura dell’Etna: una forza tanto distruttiva quanto rigenerativa. Le pendici del vulcano offrono un terreno straordinariamente fertile, ideale per la coltivazione, ma le sue eruzioni sempre più frequenti ne modificano continuamente le caratteristiche. Per Orta, questo paesaggio in continuo mutamento diventa una potente metafora della sfida globale del cambiamento climatico, che sollecita l'uomo a sviluppare nuove strategie di adattamento e resilienza.
Nelle sue escursioni in cima alla montagna, immerso nel silenzio della natura, Orta osserva come la fauna e la flora si adattino al processo di riconquista della terra coperta di cenere, “trasformando questo atto in una soglia verso qualcosa che va oltre la semplice osservazione”, spiega l’artista. “Ciò che non possiamo vedere, lo percepiamo nel suono della montagna: è lì che si manifesta la forza naturale sempre presente sotto la superficie terrestre.”
Convivere in un clima instabile significa incarnare la resilienza. L’habitat locale si è adattato all’imprevedibilità del terreno, al peso mutevole della pietra e della cenere, alle interruzioni di fuoco e silenzio. L’idea di fertilità che scaturisce da questo paesaggio non si lega all’abbondanza, ma al modo in cui le cose prendono forma a partire da ciò che resta. Le sculture di Orta riflettono questo processo. Sono sedimentazioni, accumuli di tempo e corpi materiali modellati dalla stessa terra che li circonda. Utilizzando cellulosa, basalto e frammenti organici trovati, l’artista dà forma a esseri che sembrano nati in parte dal terreno stesso, né completamente fossilizzati né del tutto vivi. In questo atto di trasformazione, i suoi “esseri viventi” incarnano la tensione tra permanenza e dissoluzione, erosione e rinnovamento.
Il progetto di Leo Orta presso SARP è supportato dal Goethe-Institut e da Culture Moves Europe.
Avviando il programma espositivo di SARP Gallery, la mostra nasce a seguito di una residenza di cinque settimane dell'artista presso SARP Residency.
Sfidando i confini tra arte e design, Leo Orta esplora la tensione irrisolta tra natura e industria, instaurando un dialogo tra la fragilità del mondo naturale e la rigidità dell’artificiale. Le opere di Orta, che lui stesso definisce “esseri viventi”, assumono forme biomorfiche in continua metamorfosi, sospese tra strutture iper-elaborate e il degrado generato dal consumismo.
Inizialmente incentrata sullo studio del ciclo di vita dei materiali industriali—dal processo di produzione alla destinazione finale e al riciclo—la ricerca di Orta si è recentemente spostata verso l’esplorazione di materiali naturali e organici, come le fibre, in relazione agli ecosistemi in cui si trovano.
Orta ha avviato questa ricerca durante l’AlUla Design Residency (novembre 2023 – febbraio 2024), realizzando opere con materiali locali e recuperando antiche tecniche artigianali a rischio di scomparsa, come l’architettura in mattoni di fango.
Durante la residenza a Linguaglossa, Orta ha approfondito la sua ricerca sui materiali locali, traendo ispirazione dalla storia geologica dell’Etna e dal suo paesaggio fisico e umano in continua evoluzione. La scelta dei materiali è stata guidata dalla disponibilità di risorse locali, tra cui pietra lavica basaltica e una fibra naturale innovativa sviluppata dall’azienda catanese Orange Fiber, che riutilizza gli scarti dell’industria del succo di agrumi. Orta ha poi utilizzato una tipologia di cellulosa ricavata dal cartone, materiale da lui stesso sviluppato, per realizzate alcune delle opere in mostra.
La mostra “Leo Orta. Terra Etna” riunisce otto sculture e due dipinti scultorei realizzati durante la residenza, ispirati al concetto di erosione.
Per l’artista, il viaggio attraverso il paesaggio vulcanico non è solo uno studio di geologia, ma un’immersione in uno spazio emotivo: una stanza dove tempo, distruzione e rigenerazione coesistono simultaneamente. Orta si sofferma sulla duplice natura dell’Etna: una forza tanto distruttiva quanto rigenerativa. Le pendici del vulcano offrono un terreno straordinariamente fertile, ideale per la coltivazione, ma le sue eruzioni sempre più frequenti ne modificano continuamente le caratteristiche. Per Orta, questo paesaggio in continuo mutamento diventa una potente metafora della sfida globale del cambiamento climatico, che sollecita l'uomo a sviluppare nuove strategie di adattamento e resilienza.
Nelle sue escursioni in cima alla montagna, immerso nel silenzio della natura, Orta osserva come la fauna e la flora si adattino al processo di riconquista della terra coperta di cenere, “trasformando questo atto in una soglia verso qualcosa che va oltre la semplice osservazione”, spiega l’artista. “Ciò che non possiamo vedere, lo percepiamo nel suono della montagna: è lì che si manifesta la forza naturale sempre presente sotto la superficie terrestre.”
Convivere in un clima instabile significa incarnare la resilienza. L’habitat locale si è adattato all’imprevedibilità del terreno, al peso mutevole della pietra e della cenere, alle interruzioni di fuoco e silenzio. L’idea di fertilità che scaturisce da questo paesaggio non si lega all’abbondanza, ma al modo in cui le cose prendono forma a partire da ciò che resta. Le sculture di Orta riflettono questo processo. Sono sedimentazioni, accumuli di tempo e corpi materiali modellati dalla stessa terra che li circonda. Utilizzando cellulosa, basalto e frammenti organici trovati, l’artista dà forma a esseri che sembrano nati in parte dal terreno stesso, né completamente fossilizzati né del tutto vivi. In questo atto di trasformazione, i suoi “esseri viventi” incarnano la tensione tra permanenza e dissoluzione, erosione e rinnovamento.
Il progetto di Leo Orta presso SARP è supportato dal Goethe-Institut e da Culture Moves Europe.
04
aprile 2025
Leo Orta. Terra Etna
Dal 04 aprile al 10 giugno 2025
arte contemporanea
Location
SARP PALAZZO PREVITERA
Linguaglossa, Via D. Alighieri, 22, (CT)
Linguaglossa, Via D. Alighieri, 22, (CT)
Orario di apertura
Orari di apertura: dal lunedì al venerdì, dalle 11:00 alle 18:00
Vernissage
4 Aprile 2025, Ore 18:30 – 20:30
Ufficio stampa
EC Art Comms
Autore









