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Liz Neal – Rose Garden
Nel caso della giovane pittrice britannica la pornografia è arrivata ad un limite di saturazione che è difficile trovare altrove
Comunicato stampa
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Andy Warhol nei suoi diari affermò che: “La pornografia sarà l’arte del futuro”.
A ben guardare sembra che egli abbia avuto ragione. Infatti, un numero sempre maggiore di artisti utilizzano immagini dai forti contenuti erotici, sia in fotografia dove questa sembrerebbe avere maggior proseliti, ma anche in scultura ed in pittura.
Qualcuno però potrebbe osservare che anche in pittura ed in scultura tutto ciò non rappresenta una novità (ciò vale soprattutto se ad affermarlo è un cittadino di Napoli, città il cui Museo Archeologico conserva degli splendidi esempi di affreschi erotici provenienti dalle ville della Pompei antica).
Ed allora ci chiediamo: perché l’arte di LIZ NEAL (b. 1973) dovrebbe interessarci?
Perché nel caso della giovane pittrice britannica la pornografia è arrivata ad un limite di saturazione che è difficile trovare altrove. Ciò è dovuto non tanto al grado di crudezza delle immagini, ma semmai dall’effetto finale chiaramente trash e kitch che queste provocano.
Un esempio di quanto detto, sono proprio i lavori esposti nella mostra napoletana intitolata “Rose Garden” (Giardino di Rose).
Il giardino a cui si riferisce l’artista, è il tipico giardino all’italiana di gusto rinascimentale arricchito di sculture e marmi in funzione decorativa. La Neal inserisce in questo contesto delle scene di sesso svolte in posizioni tali da risultare anch’esse funzionali all’architettura generale del giardino, ciò è evidente soprattutto nel caso del dipinto che da il titolo alla mostra e che è anche quello di maggior dimensioni (“Rose Garden” cm 182 x cm 254).
Nelle opere della Neal la pornografia diventa quindi un linguaggio che si tenta di coniugare con altri contesti: a volte con la storia dell’ arte, in altre occasioni con la pubblicità, la televisione (oramai regno incontrastato del trash) ecc.
Il risultato è sempre eccessivo per gli occhi di chi osserva, ed incredibile a dirsi, il sentimento che si prova (così lo definiva Moravia) non è quasi mai erotismo, l’effetto è semmai un inverosimile stordimento ottico, una momentanea anestesia dei sensi.
Liz Neal ha partecipato a Novembre del 2004 alla mostra “New Blood” tenutasi presso la fondazione londinese del noto collezionista inglese Charles Saatchi.
Nella stessa sede ad Ottobre 2005 la Neal parteciperà anche a “The Triumph of Painting”parte III.
A ben guardare sembra che egli abbia avuto ragione. Infatti, un numero sempre maggiore di artisti utilizzano immagini dai forti contenuti erotici, sia in fotografia dove questa sembrerebbe avere maggior proseliti, ma anche in scultura ed in pittura.
Qualcuno però potrebbe osservare che anche in pittura ed in scultura tutto ciò non rappresenta una novità (ciò vale soprattutto se ad affermarlo è un cittadino di Napoli, città il cui Museo Archeologico conserva degli splendidi esempi di affreschi erotici provenienti dalle ville della Pompei antica).
Ed allora ci chiediamo: perché l’arte di LIZ NEAL (b. 1973) dovrebbe interessarci?
Perché nel caso della giovane pittrice britannica la pornografia è arrivata ad un limite di saturazione che è difficile trovare altrove. Ciò è dovuto non tanto al grado di crudezza delle immagini, ma semmai dall’effetto finale chiaramente trash e kitch che queste provocano.
Un esempio di quanto detto, sono proprio i lavori esposti nella mostra napoletana intitolata “Rose Garden” (Giardino di Rose).
Il giardino a cui si riferisce l’artista, è il tipico giardino all’italiana di gusto rinascimentale arricchito di sculture e marmi in funzione decorativa. La Neal inserisce in questo contesto delle scene di sesso svolte in posizioni tali da risultare anch’esse funzionali all’architettura generale del giardino, ciò è evidente soprattutto nel caso del dipinto che da il titolo alla mostra e che è anche quello di maggior dimensioni (“Rose Garden” cm 182 x cm 254).
Nelle opere della Neal la pornografia diventa quindi un linguaggio che si tenta di coniugare con altri contesti: a volte con la storia dell’ arte, in altre occasioni con la pubblicità, la televisione (oramai regno incontrastato del trash) ecc.
Il risultato è sempre eccessivo per gli occhi di chi osserva, ed incredibile a dirsi, il sentimento che si prova (così lo definiva Moravia) non è quasi mai erotismo, l’effetto è semmai un inverosimile stordimento ottico, una momentanea anestesia dei sensi.
Liz Neal ha partecipato a Novembre del 2004 alla mostra “New Blood” tenutasi presso la fondazione londinese del noto collezionista inglese Charles Saatchi.
Nella stessa sede ad Ottobre 2005 la Neal parteciperà anche a “The Triumph of Painting”parte III.




