La mostra "Nebula" di Lorenzo Romani offre uno sguardo sulle tracce e le memorie che si celano nell'effimero.
Il titolo "Nebula" evoca una nuvola di polveri cosmiche, simbolo di ciò che è in continua trasformazione e sfuggente, ma al contempo indelebile nella sua impronta. Le sue figure, frammentate e mai completamente definite, appaiono come fossili, segni di un passato che sopravvive solo nell’eco della memoria.
La ricerca di Romani si muove così tra pittura e transfer fotografici, creando una narrazione in cui il passato si intreccia con il presente attraverso immagini che sfuggono alla concretezza ma non a ciò che è stato.
Il gioco tra presente e passato, tra l’effimero e la traccia, dà vita a una riflessione sul tempo e sulla permanenza di ciò che è destinato a dissolversi.



Lorenzo Romani nasce a Ferrara nel 1988.
Nella città emiliana si diploma presso l'Istituto d'Arte Dosso Dossi.
Ha all'attivo varie esposizioni personali tra cui "In hoc signo vinces", Galleria 7MQ di Ferrara, 2023, sotto la direzione artistica di Giorgio Cattani;
"Dissezione", Centro culturale mercato, Argenta, FE, 2019;
"20XX", Galleria del Carbone, Ferrara, 2017;
"Memorie", Zenone Contemporanea, Reggio Emilia, 2025.
Tra le collettive:
"Phosphenes" (Padenghe sul Garda, BS, a cura della galleria Per Capita, 2018)
"La Regia Marina e la Grande Guerra”, curata dall’ammiraglio Giosuè Allegrini, presso il Museo Navale di La Spezia, 2018)
"La città del silenzio. Artisti ferraresi per Antonioni", PAC Padiglione di arte contemporanea, Ferrara, 2022.
Vive e lavora tra Reggio Emilia e Ferrara.