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L’oro del Secolo
Le 60 immagini provenienti dall’archivio viennese ci aiutano a ricostruire l’atmosfera che si respirava in Austria e in particolare nella capitale a cavallo tra l’800 e il 900, nel periodo che è conosciuto come Austria Felix.
Comunicato stampa
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La Fondazione ospiterà dal 4 al 15 febbraio la mostra 'L'oro del Secolo' realizzata in collaborazione con il Forum Austriaco di Cultura di Milano e con il contributo di Canard Viaggi e dell'Archivio Imagno Brandstaetter di Vienna.
Le 60 immagini provenienti dall'archivio viennese ci aiutano a ricostruire l'atmosfera che si respirava in Austria e in particolare nella capitale a cavallo tra l'800 e il 900, nel periodo che è conosciuto come Austria Felix. Fu un'epoca caratterizzata da uno stridente contrasto tra la decadenza politico-sociale e una grande fioritura culturale, da un lato la dissoluzione dell'impero Austro-Ungarico dall'altro l'opera di artisti figurativi quali Klimt, Kokoscha, Schiele e di musicisti come Malher e Schomberg e Wagner. Negli stessi anni Arthur Schnitzler, Richard Beer-Hoffmann, Hugo von Hofmansthal formavano lo Jung-Wien, gruppo di giovani e promettenti romanzieri, mentre Wittegenstein dava il suo fondamentale contributo all'analisi del linguaggio e Freud scriveva i capisaldi della moderna psicologia.
All'interno di questa 'fucina' artistica la fotografia conquista a pieno titolo un posto accanto alle altre arti figurative; i critici del tempo e i protagonisti della vita intellettuale dell'epoca sono concordi nell'affermare che la fotografia, sino ad allora considerata un'arte minore, utile principalmente a rappresentare la 'Verità', ora può finalmente allargare il suo ambito e aspirare a descrivere la 'Bellezza'. Tutte le energie erano incanalate nel tentare di porre rimedio alla profonda crisi politica rivestendo i pochi valori etici rimasti con una ridondanza di valori estetici; era la società del kitsch, della finzione e della coperture elevati a sistema di vita e la fotografia era perfetta per restituire alla vista l'immagine desiderata, non importa quanto artefatta questa fosse.
L'esposizione comprende i ritratti dei protagonisti della vita intellettuale dell'epoca e i personaggi politici e dell'aristocrazia che detenevano i potere, ma per meglio illustrare il decennio d'oro viennese non potevano mancare i prodotti di arte applicata, di design e di grafica che testimoniano come la città costituisse uno straordinario laboratorio del Modernismo. A questi si affiancano le immagini di vita quotidiana: i caffè, le passeggiate e i 'tipi' che si potevano incontrare per strada ritratti da grandi fotografi come Dora Kallmuss, Emil Mayer e Moritz Nahr.
Questo è dunque il quadro che la mostra si propone di ricostruire: il ritratto di una società che lentamente, a tempo di valzer, assiste impotente alla sua gaia apocalisse, illustrato dal mezzo che riesce a rendere con un sol gesto la verità e la bellezza, la realtà e l'atmosfera.
Le 60 immagini provenienti dall'archivio viennese ci aiutano a ricostruire l'atmosfera che si respirava in Austria e in particolare nella capitale a cavallo tra l'800 e il 900, nel periodo che è conosciuto come Austria Felix. Fu un'epoca caratterizzata da uno stridente contrasto tra la decadenza politico-sociale e una grande fioritura culturale, da un lato la dissoluzione dell'impero Austro-Ungarico dall'altro l'opera di artisti figurativi quali Klimt, Kokoscha, Schiele e di musicisti come Malher e Schomberg e Wagner. Negli stessi anni Arthur Schnitzler, Richard Beer-Hoffmann, Hugo von Hofmansthal formavano lo Jung-Wien, gruppo di giovani e promettenti romanzieri, mentre Wittegenstein dava il suo fondamentale contributo all'analisi del linguaggio e Freud scriveva i capisaldi della moderna psicologia.
All'interno di questa 'fucina' artistica la fotografia conquista a pieno titolo un posto accanto alle altre arti figurative; i critici del tempo e i protagonisti della vita intellettuale dell'epoca sono concordi nell'affermare che la fotografia, sino ad allora considerata un'arte minore, utile principalmente a rappresentare la 'Verità', ora può finalmente allargare il suo ambito e aspirare a descrivere la 'Bellezza'. Tutte le energie erano incanalate nel tentare di porre rimedio alla profonda crisi politica rivestendo i pochi valori etici rimasti con una ridondanza di valori estetici; era la società del kitsch, della finzione e della coperture elevati a sistema di vita e la fotografia era perfetta per restituire alla vista l'immagine desiderata, non importa quanto artefatta questa fosse.
L'esposizione comprende i ritratti dei protagonisti della vita intellettuale dell'epoca e i personaggi politici e dell'aristocrazia che detenevano i potere, ma per meglio illustrare il decennio d'oro viennese non potevano mancare i prodotti di arte applicata, di design e di grafica che testimoniano come la città costituisse uno straordinario laboratorio del Modernismo. A questi si affiancano le immagini di vita quotidiana: i caffè, le passeggiate e i 'tipi' che si potevano incontrare per strada ritratti da grandi fotografi come Dora Kallmuss, Emil Mayer e Moritz Nahr.
Questo è dunque il quadro che la mostra si propone di ricostruire: il ritratto di una società che lentamente, a tempo di valzer, assiste impotente alla sua gaia apocalisse, illustrato dal mezzo che riesce a rendere con un sol gesto la verità e la bellezza, la realtà e l'atmosfera.
03
febbraio 2004
L’oro del Secolo
Dal 03 al 15 febbraio 2004
Location
FONDAZIONE ITALIANA PER LA FOTOGRAFIA
Torino, Via San Giovanni Battista La Salle, 17, (Torino)
Torino, Via San Giovanni Battista La Salle, 17, (Torino)
Biglietti
Intero euro 6; ridotto euro 4,50
Ingresso gratuito per i possessori del carnet Sintonie
Orario di apertura
martedì al venerdì 16 -20
Sabato, domenica e festivi 10 - 20
Vernissage
3 Febbraio 2004, ore 19.30